venerdì 8 gennaio 2016

da la voce.info del 8/1/2016
A quale area politica fanno riferimento gli esperti di politica in Italia? Basta chiederglielo. E le risposte indicano che se nel 2000 avevano una posizione di sinistra-centro, ora si considerano di centro-sinistra. Seguendo l’evoluzione dei Ds in Pd. Poco popolari le idee moderate e liberali.
Un sondaggio tra addetti ai lavori
Qualche tempo fa l’economista Riccardo Puglisi si domandava provocatoriamente se esistesse qualche economista non di area Pd. Un dubbio che si risolve semplicemente chiedendoglielo, sia pur indirettamente.
Altrettanto provocatoriamente, il discorso potrebbe essere esteso anche ad altre categorie. A partire da quella degli esperti di politica (scienziati e sociologi politici, in principal modo, ma anche non accademici, come i giornalisti che si occupano di politica).
Ma come cercare di capire di capire l’area di riferimento degli esperti andando al di là di una querelle spesso alimentata da preconcetti ideologici (di un colore o di un altro)? Chiedendolo ai diretti interessati, naturalmente.
Detta così, a dire il vero, suona fin troppo facile. Occorre in realtà perseguire una strategia indiretta che passa attraverso l’analisi, grazie a un modello statistico appropriato, delle risposte che gli esperti di politica danno a una serie particolare di sondaggi che va sotto il nome di expert surveys, strumento oramai diffusissimo in letteratura per cercare di ottenere informazioni sulle preferenze di policy dei vari partiti.
Si procede in questo modo: si identificano gli esperti di politica di ciascuna paese o, più spesso, almeno un loro campione significativo e gli si domanda di posizionare i partiti della propria realtà lungo una serie di dimensioni, a partire dall’asse ideologico principe, ovvero quello sinistra-destra, passando per la dimensione economica, pro-Stato o pro-mercato, ad esempio, o quella dei diritti civili. Devono poi indicare, e qua sta il punto, quanto si sentano complessivamente vicini a questo o a quel partito.
Così facendo si hanno tutte le informazioni necessarie per rispondere al quesito da cui siamo partiti, attraverso il ricorso a un modello di unfolding che tiene assieme le risposte date da ciascun esperto alle varie domande. È quello che avevo fatto in una pubblicazione scientifica di qualche anno fa dove, tra le altre cose, ricavavo per l’appunto le posizioni ideologiche degli esperti di politica italiani relative alle elezioni politiche del 2001 e del 2006 confrontandole con quelle dei loro colleghi europei, nord-americani e asiatici. Spinto dal tweet di Puglisi, mi è parso interessante aggiornare l’analisi, considerando anche il sondaggio degli esperti italiani del 2008 e del 2013 (l’ultimo a disposizione).
Dai Ds a Matteo Renzi
I risultati dell’analisi in corrispondenza delle ultime quattro elezioni politiche italiane sono riportati qui di seguito. Cosa se ne può ricavare? Se consideriamo l’asse sinistra-destra (e se anche decidessimo di analizzare spazi con più dimensioni, la situazione non muterebbe di sostanza), l’evoluzione nel tempo della posizione ideologica degli esperti di politica italiani evidenzia almeno quattro punti interessanti.
Primo, il tipico esperto di politica italiano sembra spostarsi nel tempo da una posizione di sinistra-centro a inizio 2000 (tra l’altro la più a sinistra a livello mondiale, assieme agli olandesi) a una di centro-sinistra dodici anni dopo.
Secondo, come si evince dalla successione dei grafici, nel tempo l’evoluzione delle preferenze degli esperti sembra andare di pari passo con le posizioni dei Ds prima e del Pd dopo, che rimane il partito di gran lunga più vicino alle loro opinioni.
Da un punto di vista generale quanto appena notato non è ovviamente di per sé problematico, dato che una cosa sono le preferenze ideologiche (private) e un’altra la professionalità con cui si analizza un fenomeno di qualunque natura (politica incluso): tra giudizi di valore e di fatto, come ci insegna Max Weber, rimane in altre parole una importante differenza (fino a prova contraria).
Il terzo punto che emerge è la perdurante scarsa popolarità che idee moderate, liberali o conservatrici (ovvero, e in termini se vogliamo più generali, di centro-destra) sembrano esercitare su chi insegna politica nelle aule dell’università o su chi ne scrive e ne discute sui giornali e media. A parte il 2008, e peraltro anche allora solo marginalmente, in tutti gli altri casi le preferenze degli esperti trovano sempre un unico picco collocato a sinistra della scala ideologica.
Quarto: sarà interessante vedere se gli esperti italiani seguiranno la svolta centrista che sembra essere stata portata avanti da Matteo Renzi nei confronti del Pd, oppure se, e per la prima volta, il principale partito del centro-sinistra italiano ritroverà alla sua sinistra una cospicua maggioranza di chi parla di politica in Italia (da esperto, beninteso).
tab1curini
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in poche parole: cambiano i tempi e cambiano anche i politici ma i sacerdoti dell'iformazione rimangono immutabili... significativo è il passaggio da "sinistra-centro" a "centrosinistra" si adeguano alla bisogna, molto triste vero?
 

giovedì 7 gennaio 2016

Fermare i barbari? Ma di quali barbari parliamo?

Bé abbiamo sentito tutti quanto accaduto in Germania, Austria, Svizzera, no? A costo di sembrare quel che non ritengo di essere mi chiedo: ma le froze dell'ordine dov'erano? Al Bar? E dove sta scritto che nel XXI secolo le donne che escono, da sole o in gruppo non conta, devono stare attente a non "ridurre le distanze al di sotto del metro con gli sconosciuti (preso testualmente dalle 'raccomandazioni' che un comune tedesco ha subito elargito con un opuscolo alle sue cittadine)'? Ma scherziamo o siamo diventati talmente ipocriti da non voler riconoscere che l'intera politica di accoglienza di questa UE (il nostro ex capo dello stato ha oggi tuonato contro l'eliminazione di Schengen... bontà sua) è non solo errata ma anche autoleionista perchè induce negli europei il sentimento contrario visto come vengono imposte queste immissioni? L'accoglienza è un tema delicatissimo che va soppesato con grande cura e attenzione non solo perchè nessun paese europeo è in grado di accoglierne a decine di migliaia al mese ma soprattutto perchè nessun paese europeo, e  si suoi cittadini pure, è attrezzato per un tal numero di arrivi in così poco tempo: è già difficile inserirsi quando si condividono alcune cose immaginate quando si parla di gente che non solo ha una storia diversa ma pure una religione differente e tradizioni, per così dire, opposte a quelle europee..... personalmente me lo aspettavo un problema del genere quale abbiamo ora sotto gli occhi e se me lo apsettavo io immagino che i soloni al potere non solo se lo aspettavano ma lo hanno anche previsto: è solo che NON sono capaci di affrontarlo come si dovrebbe e preferiscono ridurre il tutto a pochi luoghi comuni (del genere erano bande di criminali comuni.. non certo erano educande appena uscite dal collegio, no?) e a un problema di ordine pubblico da reprimere duramente e, mi chiedo, tutto il pregresso? Dov'è finito? Fiumane di persone che sfondano cordoni e confini ed entrano non possono essere fermate facilmente, quindi la strada era un altra.. anzi ne son due: o si affondano i barconi con la gente a bordo (e il problema non si risolve certo) o si programma ma il punto vero è che si controlla alla fonte il flusso ossia si prendono quelle misure che qualunque paese prenderebbe di fronte a masse bibliche quali queste sono..... gli usa ne sono un esempio in negativo perchè muri e un vero esercito non hanno fermato il flusso di latinos che vogliono entrare nel paese di bengodi ma solo rallentato; si dovrebbe invece analizzare alla fonte e qui cade l'asino perchè nessuno dei paesi occidentali ha la coscienza pulita, nessuno. Vediamo velocemente:
  1. sono almeno 400 anni che rubiamo le risorse ai paesi di provenienza di questi profughi impoverendoli e corrompendone la cloro classe dirigente tutta formata qui; che cosa ci si aspettava da gente che abbiamo impoverito, derubato, contribuito ad esasperare? Mi pensate davvero che bastano la FAO o i microprogetti? Qui ci son secoli di depredazione da cancellare....
  2. è stato dimostrato da diverse fonti che almeno un terzo dei profughi non hanno alcun reale motivo per chiedere asilo.... lo sappiamo noi comuni mortali e lo sanno anche i politici. Sanno anche, i media lo hanno dimostrato prove alla mano con diverse inchieste giornalistiche, come sia facile procurarsi passaporti di paesi in guerra, quindi anche qui dormita generale e delega a semplice problema di ordine pubblico: se presi vengono rimandati indietro (tranne che in italia dove a provvedimento di espulsione non segue quasi mai l'accompagnamento alla frontiera.. secondo i geni che hanno creato una simil cosa il tizio dovrebbe andarsene da solo o finire in galera .. che non vede perchè da noi, per risparmiare, la galera la vedono in pochi davvero....);
  3. tutti i paesi del nordeuropa hanno nicchiato sul problema e hanno fatto in modo che fossero i paesi "mediterranei" (termine che trovo profondamente razzista) a cavarsela... si tante parole ma i punti di accesso sono sempre i soliti ossia Italia, Grecia, Spagna.. ora che invece, proprio grazie al trattato di Schengen, le masse son arrivate anche da loro alzano la cortina fumogena perchè il problema gli è esploso in faccia!!!! Basta chiedere ai residenti intorno alla stazione di milano, per dirne una, cosa significhi uscire di sera in quella zona per capire di cosa stiamo parlando..
  4. trovo estremamente fastidioso aspettare il fattaccio per scoprire l'acqua calda: gruppi di maghrebini che molestano donne occidentali.... embé se erano malviventi non si poteva proprio nulla? O forse non è il caso di contattare i loro paesi di origine e rimandarglieli indietro e magari scoprire che lì non usano metodi democratici ma sicuramente sanno come tenerli a freno?
  5. che ci sia un problema è chiaro non da ora: in francia la banlieu cosa sono? Quasi tutti i terroristi morti erano cittadini: significherà qualcosa o no? Le violenze che qui son accadute, anche sui treni, cosa sono? E non sono solo maghrebini.. prego chiedere a Genova il problema 'latinos' per capire quali sono i termini della faccenda o in giro per l'italia in problema delle bande 'cinesi'...
  6. dalla storia non abbiamo imparato proprio nulla, vero? Fin dall'impero romano c'era un problema 'immigrazione' di popoli che volevano entrare dentro i confini... all'inizio entrarono ma poi sorsero subito dei problemi e gli extracomunitari di allora furono 'foederati'; in certi casi a loro fu delegata anche la difesa degli stessi confini imperiali....
  7. è anche un problema di ordine pubblico, certo; ma è, secondo me, non primario perchè se davvero volessimo accoglierli come si deve allora dovremmo scremare gli ingressi...... e come si fa con quel ramo dell'economia, illegale o meno non conta, che su questi ingressi ci fa mercato? Già ne abbiamo un esempio proprio nel nostro civilissimo paese dove la cooperazione ha mostrato lati oscuri di sfruttamento degli arrivi al limite dell'indecenza!!!
  8. veniamo al vero focus: se vieni a casa mia sappi che ho delle regole e, pur nel rispetto dei diritti dell'immigrato e dei diritti umani (ampiamente riconosciuti dalle varie costituzioni......già proprio quelle "costituzioni" che il CEO della Goldman-Sachs vorrebbe cancellare perchè obosolete rispetto alle esigenze dei mercati visto che hanno, quasi tutte, quella parte "sociale" che tanto da fastidio a chi vuole sfruttare il mercato delle braccia e del bassissimo costo della manodopera illegale...) e che queste regole le DEVI RISPETTARE pena NON il carcere ma il rimando a casa dove, magari, ti aspetta un taglio del dito o la frequentazione di quelle carceri, che so, latinoamericane dove di certo apprezzerai quello che qui hai perso..
.. sono razzista? Può darsi ma è peggio quanto sopra o il leggere delle donne molestate in germania o della vecchietta uccisa per essere derubata o del fatto che la sera viaggi in treno ma devi stare attento perchè la POLFER in alcune stazioni ha chiuso battenti alle 17.00 in punto (in questo lo Stato è sempre puntuale) o dei rom che ti derubano per strada o ... o .... ma si sa: quest regole di cui parlavo sopra dovremmo rispettarle noi per primi: cosa che NON avviene e se te per primo non le rispetti cosa ti puoi aspettare da gente che arriva qui e crede di trovare il paese di bengodi?

mercoledì 6 gennaio 2016

Un sisma del 5°.. un tantino radiattivo

Da persona comune, qual sono, la domanda sorge spontanea: ma lì non c'è nessuno che possa toglierci dai cosiddetti lo psicopatico leader della Corea del Nord? Non c'è nessuno che sia rinsavito nel suo staff? Perchè qui molto lontano non si arriva mica.... che sia o no, mi sono documentato sulla bomba H e a quanto ho letto non è così così facile costruirla in quanto richiede una tecnologia che non sembrava essere in mano ai tecnici nordcoreani, quella che sostengono le conseguenze che possono derivare da questo "esperimento" possono essere incontrollabili e rendere nulli tutto gli sforzi fatti per imbrigliare il suindicato folle. Perfino la Cina sembra esser stata presa alla sprovvista, ed è tutto dire ... sempre se è vero che non ne sapesse nulla, dall'iniziativa del suo alleato ed è tutto dire.
A 55 anni non finisco mai di stupirmi dell'imbecillità umana e  di come siamo autodistruttivi come specie preferendo ballare sull'orlo dell'abisso anzichè starne lontano anni luce e utilizzare gli importanti progressi conseguiti per migliorarci e migliorare la nostra condizione.... non che questa volta potrebbe scatenarsi un qualcosa di particolarmente grave più delle altre volte ma perchè finiamo sempre sull'emergenza del momento?

martedì 5 gennaio 2016

Hebdo: un anno dopo

E' passato un anno da quando hanno cercato, non riuscendovi, di chiudere Charlie Hebdo con le armi: sia chiaro l'esecrazione è stata generale ma... fu davvero solidarietà? Ne dubito perchè in Francia, e non solo, non erano in pochi a, come dire, sperare che questo giornale satirico morisse: magari non che morissero i suoi giornalisti ma la testata si e magari d'inedia per mancanza di lettori: e invece no; il terrorismo, animale stupido, l'ha non solo rivitalizzato ma addirittura ha reso martiri i suoi giornalisti ammazzandone un pò. A quel punto i gufi (....) e gli avvoltoi si son ritirati in buon ordine e anzi han dovuto sfilare, blindati e a km di distanza dal corteo ufficiale, per dimostrare la "solidarietà" all'odiato giornale in ipocrita atteggiamento contrito; si proprio ipocrita perchè a questi di Charlie Hebdo e della satira graffiante che fa non gliene ne fregava nulla e se chiudeva era anche meglio: ma quel giorno tutto ciò lo divettero rinchiudere nei meandri oscuri della politica. Bene un anno è passato e Parigi nel frattempo è tornata sotto attacco: stavolta è toccato al Bataclan ma lo spirito era lo stesso e la stupidità pure... altri morti e mezz'europa in allarme per i foreign fighters e i loro sodali sempre sfuggiti, si spera per incompetenza, delle forze dell'ordine. Ma come ha reagito Charlie Hebdo all'anniversario? Alla sua maniera, naturalmente.....
a me pare chiaro e il Direttore del giornale, peraltro un sopravvissuto all'attacco ha dichiarato, in difesa dei principi di laicità e della linea del giornale ha attaccato "i fanatici abbrutiti dal Corano e i baciapile di altre religioni che auspicavano la morte del giornale per aver  osato ridere della religione Le convinzioni degli atei e dei laici possono spostare più montagne delle fede dei credenti".....  COME DARGLI TORTO? questo in Francia. Ad un anno di distanza chiediamoci: se fosse successo in Italia come sarebbe andata? I vari baciapile si sarebbero zittiti o sarebbe uscito fuori il solito italiota buonista a dire le solite cose ipocrite in nome dei valori occidentali e delle tradizioni? Pensateci un pò perchè se è vero che qui di soloni sempre pronti a dire la propria e a pontificare sui "valori" spesso sono gli stessi che poi sotto casa propria non tollerano che ci siano variazioni sul tema della propria sicurezza e tranquillità... o per dirla meglio in nome "non nel mio giardino" mentre in quello altrui va bene sempre che sia la solita storia strappalacrime che muove i sentimenti.. altrui.
JE SUIS CHARLIE HEBDO, ANCHE UN ANNO DOPO......

lunedì 4 gennaio 2016

Libia, l’accordo (economico) con cui l’Occidente protegge se stesso

a firma  di dal Fatto Quotidiano del 3 gennaio 2016
Il lupo perde il pelo ma non il vizio. Così le potenze occidentali che hanno prodotto nel 2011 la caduta di Gheddafi e la destabilizzazione della Libia, a dicembre si sono date da fare per promuovere un accordo tra le due fazioni principali in lotta in Libia. I motivi sono strettamente economici, la Libia è infatti un Paese chiave per l’approvvigionamento energetico dell’Occidente.
Dal 2014 in Libia ci sono de facto due governi, uno ubicato ad oriente e l’altro ad occidente del Paese, governi sostenuti da una rosa di Stati stranieri, milizie nazionali e tribù locali. E già anche qui ci troviamo di fronte ad una guerra per procura.
A Tobruk nella Libia orientale, vicino al confine con l’Egitto, è stata stabilita la sede del Parlamento libico riconosciuto a livello internazionale. Si tratta di quello eletto nel 2014. Il governo del primo ministro Abdullah al- Thinni ha sede nella città di Bayda ed è sostenuto dagli Emirati Arabi Uniti e dall’Egitto. In Libia conta su ciò che rimane dell’esercito libico, al momento guidato dal generale Khalifa Belqasim Haftar, che ha dichiarato guerra ad oltranza a tutte le fazioni islamiste.
Il governo di al-Thinni ha anche istituito una banca centrale parallela a quella di Tripoli e nominato il proprio capo della National Oil Company, l’azienda energetica di Stato. Ma la ricchezza del Paese, e cioè gran parte delle risorse energetiche, come pure le principali istituzioni finanziarie rimangono nelle mani delle autorità di Tripoli dove si trova il Khalifa al-Ghwell, il primo ministro nominato dal Congresso Nazionale Generale, e cioè il vecchio parlamento. Quest’ultimo nel 2014 ha esteso il proprio mandato non riconoscendo i risultati delle elezioni. I principali sostenitori internazionali di questo governo sono il Qatar e la Turchia mentre a livello nazionale al-Ghwell è sostenuto da diversi  gruppi islamici, che però negli ultimi mesi hanno perso coesione.
Alba Libica, ad esempio, una coalizione di milizie sotto il comando delle autorità di Tripoli, si è frazionata, alcune fazioni sostengono il processo di pace lanciato dalle Nazioni Unite alla fine del 2015 che ha portato agli accordi del 17 dicembre tra i due governi, ma altre non ne vogliono sentire parlare.
Mentre il governo di Tripoli controlla un territorio ben più grande di quello di Tobruk, Tripoli deve fare i conti con le milizie locali. Quelle presenti nella capitale non sono solo islamiche ma sono costituite anche da bande di criminali. Senza parlare poi delle migliaia di uomini armati che si trovano a Misurata, anche loro sono una forza militare e politica del dopo Gheddafi.
La situazione è ancora più complessa quando prendiamo in considerazione i jihadisti stranieri e quelli libici che rientrano dai campi di battaglia della Siria e dell’Iraq. Costoro si sono riversati a Sirte, la città libica costiera, che è diventata una sorta di colonia dell’Isis, e che si trova in una posizione strategica, non lontano da grossi impianti petroliferi.
Secondo le Nazioni Unite, l’Isis controlla circa 300 km di costa della Libia e conta i tra i 2.000 e 3.000 jihadisti, di cui circa 1.500 a Sirte. E’ probabile che queste statistiche siano però troppo elevate e che la presenza dell’Isis in Libia sia minore di quanto si creda. Tuttavia esiste e qualsiasi accordo di pace tra i due governi e le varie fazioni deve tenerla presente.
Tante dunque le difficoltà che si prospettano in un futuro prossimo venturo per Fayez al-Sarraj, l’imprenditore scelto per guidare il governo transitorio libico di unità nazionale. Tuttavia, la corsa alle risorse libiche da parte degli occidentali è già iniziata. Il primo ministro italiano, Matteo Renzi, ad esempio, ha subito annunciato che il suo Paese lo sostiene e che è pronto a ristabilire i rapporti speciali tra le due nazioni.
Le relazioni tra la Libia e l’Italia erano ‘speciali’ con l’ex dittatore non solo ai tempi di Berlusconi, ma anche quando Romano Prodi era primo ministro e poggiavano sul principio do-ut-des. Per aiutare la Libia “nella gestione dei flussi migratori”, e cioè per fargli bloccare i migranti che cercavano di raggiungere l’Italia, la legge finanziaria del dicembre 2004 concesse 25 milioni di euro per il 2005 e 20 milioni per il 2006. Nel 2008 Gheddafi ringraziò tanta generosità offrendo all’Eni, la compagnia energetica nazionale italiana, un accordo di 10 anni per un valore di 28 miliardi di dollari nel settore del gas naturale libico.
Il Regno Unito, anch’esso molto interessato ai pozzi libici, ha dichiarato di attendere di essere invitato dal nuovo governo ad inviare truppe nel paese. Gli americani hanno persino mandato un contingente che è stato subito rimandato a casa.
Memore del fiasco del 2011, quando la Nato corse in aiuto dei ribelli e da allora la Libia non è stata in grado di formare un governo, il ministro degli Esteri libico ha affermato che la Libia non ha bisogno di alcun intervento straniero per far fronte alle minacce alla sua sicurezza, compreso il terrorismo. Ha però bisogno di armi migliori, ha aggiunto, e di aiuti nella formazione e pianificazione. Insomma il solito ritornello, dateci le armi al resto pensiamo noi! Fino ad ora questa formula, come pure quella dell’intervento armato diretto, ha solo creato anarchia e terrorismo, non si capisce perché le cose dovrebbero cambiare proprio ora.
di | 3 gennaio 2016

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Bene. Se ricordate il post di ieri, e tutti i precedenti sul genere, laLibia è proprio il classico esempio di come l'Occidente non abbia mai lavorato per favorire la distenzione e la pace ma solo badando ai propri strettissimi interessi di bottega.. o forse dovrei dire di "azienda". Personalmente ho sempre pensato che visti i suoi successori Gheddafi sia sempre stato il male minore: peccato che non la pensino così i nostri illuminatissimi governanti che non solo lo hanno tirato giù senza mezzi termini ma l'hanno anche fatto senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze di questa, e delle tante altre, azione... infatti i risultati son sotto gli occhi: c'è quasi da sperare che si ricrei un blocco antagonista allo strapotere occidentale, come lo era l'URSS, in modo da frenarne gli "spiriti animali"!!!

domenica 3 gennaio 2016

L'anno che verrà....

Premessa
ringrazio tutti che hanno fatto gli auguri, in pubblico e in privato, e anche quelli che non li hanno fatti, grazie.... sempre graditi
Bè il 2016 è iniziato: nonostante gli appelli e i divieti i botti ci sono stati e i .... feriti pure: proprio non ce la si fa a fare le cose in maniera normale, vero?
Ma facciamo un excursus:
  1. INTERNO. Nonostante tutta la prosopopea la crescita non c'è e nemmeno l'occupazione, lo dicono i dati.. hai voglia a rigirarti fra le mani i dati, non c'è e la povertà aumenta: cosa fa il governo? Toglie la tassa sugli yacht di lusso: geniale, vero? E se ciò non bastasse arriva i regalini di Natale: una torta di 120 mln di euro agli editori con il bando 2016 e l'autorizzazione alle ASL a sforare il limite di del 2% spesa se dovessero chiedere prestazioni di alta specialità alla sanità privata (solo sulla carta) vietata dal precedente ragioniere al governo e dalla spending review.... e ne cito SOLO due: credo che non si possa non dar ragione a chi sostiene che siamo proprio pronti per il libero mercato dove tutto è libero.. anche il regalo di Stato. Non temete però: il nostro ha detto che se dovesse fallire al referendum costituzionale ... se ne andrà: facciamo gli scongiuri!?
  2. ESTERI, EUROPA. Continua la psicosi: proprio la notte del 31 allarme altissimo e tnte bufale. In molte capitali si son viste cose che davvero non si può non pensare che siamo alla psicosi collettiva: stazioni ferroviarie chiuse; controlli serrati sulle strade; presenza massiccia; ecc. come ti vien voglia di festeggiare se a ogni angolo vedi presenza che ti ricordano che il tuo Stato è in guerra... ma con chi? Non è così che si batte il terrorismo.... per definizione il terrorismo quando spinge gli Stati a rafforzare l'apparato repressivo ha già vinto: che faccia o meno gli attentati...
  3. ESTERI. MONDO. Bè qui siamo alle solite: c'è chi bombarda a priori (nemici e amici di nemici) e chi .. parla (l'intero occidente) lanciando ogni tanto qualche missilino, ma... come mai non si parla dello Yemen? Lì è guerra vera: da un lato la maggioranza sciita della popolazione, e dall'altra l'esercito saudita, con la distratta attenzione degli americani per i diritti umani qui, si, violati. Bè è di ieri la notizia l'esecuzione, per terrorismo, di un imam sciita e la conseguente risposta, con tanto di assalto all'ambasciata saudita, iraniana: venti di guerra? Certo. Non è da ora che la 'strana coppia' israelo-saudita mira a creare le condizioni a che l'Iran non esca dall'isolamento nel quale è stato finora e non è da ora che le provocazioni da una e dall'altra parte mettono in rosso l'allarme nello scacchiere, già instabile di suo, mediorientale e svegliano i mastini della guerra che scalpitano.... l'Iran è l'obiettivo e il suo petrolio fa gola: anche qui basterà un niente affinchè tutto vada a rotoli.
  4. Citazione a parte per Erdogan. Sempre più preso dalla propria immagine il nostro se ne uscito con un altra delle sue (se la news è vera, naturalmente): “Non esiste un modello unico di sistema presidenziale. Ci sono tanti esempi in tutto il mondo anche nel passato: guardate la Germania di Hitler“. Ad affermarlo in una conferenza stampa è stato il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan. Il parallelismo con il Terzo Reich è stato fatto per spiegare come in Turchia sia necessario, a suo giudizio, un accentramento dei poteri: “Quello che conta – ha continuato Erdogan – è che un sistema presidenziale non dia fastidio al popolo per come viene applicato. Se garantisci la giustizia, non ci saranno problemi perché la gente vuole e si aspetta giustizia” (preso dal Fatto Quotidiano). Niente male, vero? Vera o no che sia, in quel paese i giornali di opposizione vengono chiusi, e nessuna alza un dito per protestare mentre urlano se un Assad o i suoi alleati bombardano, la Turchia, unico paese rimasto laico finora nel mondo islamico, si sta avviando a una china pericolosissima; china che, prima o poi, scoppierà in faccia all'occidente perchè li porterà a "scoprire" che il famoso "mamma li turchi" non è solo un motto ma una realtà; realtà alle nostre porte e con la quale si dovranno fare i conti..
Buon 2016 a tutti

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