sabato 15 novembre 2008

ATTENZIONE ATTENZIONE: OKKIO ALLA DISINFORMAZJIA

Alcuni stanno facendo della pura disinformazione sull'ammazzablog (come da copione già scritto e visto in questi mesi dove si dice "vogliamo riformare l'Università e, nel frattempo, si taglia verticalmente e si distrugge la scuola elementare ultimo fiore all'okkiello della ormai ex istruzione pubblica) focalizzandosi su un'aspetto singolo del discorso (i blog professionali mascherati da amatoriali, e ce ne sono, che ci guadagnano e quindi non ci stanno a perdere dei soldi senza pagare pegno: un classico; s'incomincia sempre così poi si finisce spargendo letame intorno) e si tralascia bellamente quello che è "sommerso" nella norma: ci si ferma, volutamente, alla superficie. Brutalizzo il discorso nella speranza di essere chiaro: un conto è dire chi ci guadagna facendo del blog professionale la propria vita deve pagare e iscriversi; un conto è, invece, dire "attività imprenditoriale" (art.8) senza specificare nulla inserendo una postilla che genericamente e generalmente dice che sono esclusi i "blog" (quali blog?). perchè? è semplice: sotto attività imprenditoriale, detta così, rientrerebbero non solo tutti i "professionali" ma anche, i blog come il mio che non è professionale, non ha banner commerciali, ma fa "comunicazione (senza la pretesa di usurpare il lavoro ai giornalisti)" e che grazie a questa generica e generale dizione (furbesca) rientrerebbe nella categoria dato che si afferma che sono (genericamente e generalmente) esclusi i "blog" senza specificare "quali". Ora capite dove sta la furbata? Io commento solo la notizia non la faccio, ma con una (volutamente) vaga definizione in pratica, il mio, e una buona parte dei blog tipo il mio (ma anche quei blog che pubblicano appelli, che si occupano che so di animali o di ricette e quant'altro simile) sarebbero ai confini (e sotto ricatto): iscriversi al ROC, oppure chiudere (con grande gioia di chi mira a fare la pura e semplice vetrina di se stesso (...), oppure vivere sotto il pericolo della mannaia censoria se non fanno i bravi. Riflettete! qui c'è in gioco molto di più che singoli blog che dicono la propria, c'è in gioco l'art. 21 della Costituzione (libertà di espressione del pensiero) e gli articoli collegati che fanno parte dei diritti fondamentali dell'individuo. NON FATEVI INGANANRE DA CHI DICE, NO MEGLIO, DI CHI AFFERMA (e ce ne sono in diversi di vitaioli qui qui): NON C'E' DA PREOCCUPARSI; E' PURO ALLARMISMO; I BLOG NON SARANNO TOCCATI MINIMAMENTE: E' UNA BALLA!! I BLOG SARANNO TOCCATI ECCOME MA NON I BLOG NEL LORO COMPLESSO: ALL'INIZIO NE SOFFRIRANNO QUELLI PROFESSIONALI, POI QUELLI DI COMMENTO, ED INFINE QUELLI CHE IN QUALCHE MODO NON SI "CONFORMANO" ALLA IDEOLOGIA (SI, IDEOLOGIA) CORRENTE IN QUEL MOMENTO AL POTERE. QUELLA IDEOLOGIA DEL "FUN" E DEL "LIGHT" DEL "SONO STRUMENTO DELL'OPPOSIZIONE (MI CHIEDO QUALE DATO CHE IN ITALIA NON CE N'E' UNA CHE SI POSSA DEFINIRE SERIAMENTE TALE) O DEL "SIAMO ITALIANI FREGANDOSENE DEL PICCOLO FATTO CHE FUORI DA QUESTO PAESE SE VA BENE RIDONO DI NOI E SE VA MALE CI DEFINSCONO MAFIOSI" CHE PERFERISCE CHE LE PERSONE SIANO SCHIAVE DI UN REALITY ANZICHE' INTROMMETTERSI IN "COSE CHE NON LI RIGUARDANO" COME, APPUNTO, LA POLITICA (COME SE NON FOSSE TUTTO POLITICA IN UN PAESE COME IL NOSTRO CHE SI DICHIARA DEMOCRATICO MA IN REALTA' E' CORPORATIVO E FAMILISTICO PER NON DIRE COSA PROPRIA)". DIFFIDATE DI COSTORO (SONO GLI STESSI CHE ACCUSANO GLI STUDENTI IN LOTTA DI FARSI STRUMENTO DEI BARONI UNIVERSITARI, MA, TEMENDOLI, MINACCIANO DI MANDARGLI CONTRO LA POLIZIA E PER ANTIPASTO GLI MANDANO I NEOFASCISTI): DIETRO IL SOTTOSCRITTO NON C'E' NESSUNO COME DIETRO I VARI BLOG AMATORIALI NON CI SONO "SOVIET" INFORMATICI MA PERSONE CHE HANNO DECISO DI NON FARSI INGANNARE DALLA SOCIETA' DEL PENSIERO DEBOLE E FLUTTUANTE DEI NANI E DELLE BALLERINE E DEI VARI SODALI. DIFFIDATE SEMPRE DEI "GRECI CHE PORTANO DONI".In nessuna parte di questo blog è stato mai scritto "firmate le petizioni" ma sono stati indicate dei siti dove volendo si poteva firmare, qui e fuori di qui, che avevano lanciato delle petizioni così come si è indicato un sito su facebook cui hanno aderito oltre 13.000 persone che si sta muovendo per difendere la libertà di bloggare. Chiunque dica altro mente sapendo di mentire: disinforma nel miglior stile veterocomunista sovietico dei tempi migliori di cui ha adottato i sistemi, le tecniche, gli aforismi: una volta si diceva "conosci il tuo nemico" e questi ne hanno imparato così bene la lezione da, non solo, assomigliarli ma esserne i migliori eredi!!

venerdì 14 novembre 2008

Macelleria sociale? non ci sono le prove.....

Amara sentenza a Genova per i fatti della Diaz. Psgano gli esecutori ma non i pezzi grossi (i quali anni negli anni anzi hanno fatto carriera). E anche le condanne inflitte sono lievi ì, tanto lievi che la maggior parte andrà in prescrizione a mesi. Mi chiedo quali prove si sarebbero dovute portare per avere giustizia oltre ai filmati, foto, testimonianze ecc.? Mi chiedo: ma cosa realmente è accaduto in quei giorni? C'era realmente una volontà politica di reprimere sul nascere il movimento? E Carlo Giuliani, il ragazzo ucciso in quei giorni, ha scrificato invano la sua vita? Questi interrogativi, pur se corretti, non sono accettabili perchè in quei giorni troppe cose non sono tornate: da più parti si parlò di corteo "infiltrato" (forse per provocare incidenti?); perchè i black block non furono bloccati dalle forze dell'ordine che invece si accanirono contro i cortei pacifici, e per giunta autorizzati, che manifestavano? E a Bolzaneto, che accadde? Davvero ci furono metodi "sudamericani" lì? Ma, soprattutto, quello che accadde alla Diaz fu macelleria sociale (parole di un funzionario di polizia) o solo un'intervento di sgombero durante il quale ci furono degli "eccessi"? e cosa stavano portando "dentro" la scuola i poliziotti? Mica molotov? Tristemente si prende atto che anche in questo caso, passate le passioni del momento, alla fine non paga nessuno e non facciamo onore alla nostra storia: troppe volte l'abbiamo sporcata con trame, violenze, doppiezze, coperture, doppiogiochismi, connivenze, ricatti ecc. e troppe volte la verità giudiziaria è molto lontana da quella che raccontano filmati e testimonianze; ci aspettiamo che facendo appello si riequilibri questa sentenza: personalmente non cerco vendette ma giustizia e soprattutto si faccia luce sui tanti punti oscuri delle vicenda a partire dalle coperture politiche che le forze dell'ordine, cui va il mio rispetto quando compiono (anche pagando con la propria vita il loro servizio allo Stato) il loro dovere, hanno avuto durante quei giorni e dal fuoco di sbarramento contro qualunque critica venisse espressa (tralascio le accuse di comunista ecc. perchè sono infanganti per chi le fa non per chi le riceve): solo con

La Cassazione dà ragione al padre di Eluana: ora può andarsene in pace


La Cassazione ha deciso (<---- link e vi trovate anche il testo scritto da scaricare della sentenza della Corte di Cassazione). Si può lasciare libera Eluana di andarsene; liberandola dalla prigionia di un corpo che solo le tecniche mediche avanzate teneva in vita (le stesse tecniche che invece sono vietate per la fecondazione assistita e per la diagnosi prenatale vietate nel nostro paese): la sua anima molto probabilmente era già via in un'altro posto migliore di questa valle di lacrime. La Cassazione, con una sentenza sofferta, ha dato il suo via al distacco del sondino perchè lo stato vegetativo permanente era ritenuto irreversibile. Ora Eluana può riposare il suo calvario è finito. E ora veniamo alla tempesta che si è scatenata quando si è saputo della sentenza. La Chiesa, c'era da aspettarselo, ha tuonato affermando che è "un'attentato alla vita" e alla commissione di "un'atto gravissimo contrario ad ogni etica e morale". Insomma non l'hanno presa bene: ma lo si sapeva dato che già nella vicenda Welby aveva fatto chiaramente capire la propria chiusura a qualunque possibilità di comprendere la sofferenza dell'essere umano e la completa chiusura al principio personalissimo dell'autodeterminazione dell'individuo non solo quando è vivo e vegeto ma anche quando non è più in grado di disporne liberamente e in prima persona del proprio corpo: una cosa che non condivido per nulla dato che il corpo è mio e lo gestisco io secondo le mie convinzioni, idee, credenze. Non stupisce nemmeno la reazione della maggioranza (si è arrivata a parlare di omicidio di stato e simili) e sta superando, a mio parere, quel limite del buon gusto e silenzio, doveroso in questi casi, di fronte a tragedie come queste: per non dire che questo nervosismo è significativo per aver visto fallire l'accerchiamento della Cassazione che si è dimostrato organo che non si lascia condizionare e che decide in base alla legislazione vigente e alle prove addotte. Cosa vogliono dimostrare? Di essere più realisti del re? Oppure non riescono ad ammettere che la società, che ha largamente accettato il principio del lasciare andare il paziente terminale, e incurabile, irreversibile? E che la giurisprudenza è molto più avanti della politica nazionale e ancora è viva e non si lascia condizionare da pressioni esterne? Di cosa hanno paura? Che aumentino le morti di questo tipo, non tutti hanno o hanno avuto le cure di Eluana, o che la gente rialzi la testa e in un'impeto di dignità personale e si riappropri del proprio ruolo di partecipazione attiva nelle decisioni del paese e non deleghi a persone, che poi fanno come gli pare, seguendo minoranze potenti ma nettamente minoritarie nella società stessa. Io personalmente credo che al diritto della persona e di disporre di se stesso senza nessun'altro che possa intervenire nel suo godimento. Io invece ammiro la semplicità e la calma del padre della ragazza per il quale credo che il lutto sia finito. Perchè questo culto del dolore a tutti i costi? Perchè sennò la Chiesa dovrebbe ammettere cose che minano i propri fondamenti. Perchè si deve soffrire? Perchè la sofferenza è parte, secondo qualcuno, della vita e permette di acquisire un'al di là promesso a fronte di una vita terrena che tale non è. Perchè questa insistenza sulla tutela della vita? Per la Chiesa la vita va tutelata: perchè qualcuno non vuole tutelarla? tutti vogliamo vivere e vivere bene se ce lo permettono: ma questo pone problemi anche per l'aborto, altro tema scottante sopra il quale integralisti e gerarchie vogliono mettere mano senza chiedere il parere dei diretti interessati: noi cittadini che riteniamo di vivere in uno stato laico enon confessionale. Mi chiedo ma chi si trova in quella situazione è vivo nel senso che intendiamo noi o è altro? Io non credo che sia vita quella vegetativa. E senza l'intervento medico e tecnico-medico la persona sarebbe morta? Si a mio parere. Tutte domande a cui ognuno dovrebbe rispondere sulla base delle proprie posizioni personali e non invece dire spropositi e sparare ad alzo zero solo per non voler ammettere che siamo di fronte ad altro e di fronte al quale ci vuole rispetto e, ripeto, silenzio. A me resta l'idea che la morte, come la vita, abbia una sua dignità e che questa dignità non può essere scippata da altri in nome di credi e credenze e pretese che non hanno nulla di realmente e scientificamente provato ma rispondono solo a convinzioni personali e religiose che poco hanno a che fare con un diritto individuale personalissimo e non rinunciabile.

giovedì 13 novembre 2008

ammazza blog: il punto della situazione.

Nonostante le tante perplessità espresse dai miei amici e colleghi blogger (qui su libero ma anche fuori da questa piattaforma) - che ringrazierò vivamente alla fine di questo post - per la pazienza dimostrata nei miei confronti quando ho scritto il post sull'ammazzablog e per aver sopportato "l'angheria" (qualcuno in privato così si è espresso nei miei confronti intimandomi di non rompere più i co****** per cose di così poco conto) di ricevere un messaggio che li informava del "colpo" che si sta tentando in Parlamento VI comunico che stasera anche Beppe Grillo (non che sia un messia, no non cado in questa trappola....) con un post ha preso posizione confermando di fatto la news che girava ieri (11/11/2008) in rete e che qui ho pedestremente riportato con tanto di link vari con il mio commento. Quindi la notizia è CONFERMATA!! Stanno "regolamentando" la comunicazione digitale, e lo stanno facendo nella migliore maniera (per loro): soft, con definizioni vaghe in modo da lasciarsi, per se, le mani libere per il futuro e liberi, come sono, di ampliare e/o restringere il campo d'azione della legge in fieri a seconda della, credo, docilità dello stesso mondo digitale al volere dei poteri forti: meglio (sennò a qualcuno non è chiaro) se facciamo i bravi ci lasciano in pace sennò ti arriva la letterina a casa che ti dice che devi iscriverti al R.O.C., e pagare un tot, e magari anche una lettera allegata dell'agenzia fiscale, se hai dei banner ritenuti commerciali, che ti chiede se quegli introiti li hai dichiarati nelel tue tasse e sappiamo tutti che casino diventa, ok? Sono, essendo gli italiani dei veri maestri nel dire (non dicendo apertamente) una cosa volendo intedere esattamente il suo opposto, come già detto prima definizioni (troppo) vaghe (nella I° Repubblca si chiamava "bizantinismo"): un'esempio è la definizione di "attività imprenditoriale" che è vaga, e sottilmente bifronte (leggete qui il disegno di legge, c'era già ieri ma è sempre bene rinfrescarsi la memoria non credete?) in modo da lasciare interdetto, almeno un pò, chi non mastica tutti i giorni il "politichese" (infatti il sottoscritto dopo averla letta è rimasto un bel pò interdetto, prima di fare il post, ma poi ha fatto un pò di ricerchine e ha trovato altri, fra blogger più famosi del sottoscritto e riviste del settore informatico, che confermavano la cosa), scoprendo che la cosa era vera e reale e che molto probabilmente se letta sotto l'ottica giusta, e applicata allo stesso modo, poteva essere il R.I.P. per la blogosfera nel suo insieme. Per i molti che mi hanno espresso le loro perplessità dico solo di andare ai link e leggere i vari post, e articoli, e valutare "AUTONOMAMENTE" le possibili conseguenze di questa, futura per ora, legge: io le conclusioni che ho tratte le ho postate, con una certa dose di coraggio, e lottando contro il solito individualismo di cui tutti oggi in occidente siamo pervasi: del genere 'finchè la casa non mi crolla addosso non mi preoccupa, certo mi dispiace per il vicino la cui la casa sta "realmente" crollandogli addosso, ma che ci posso fare e più che esprimergli solidarietà, una pacca sulla spalla, e dirgli "mi dispiace (ed anche la coscienza è a posto per non parlare dell'anima, se c'è, che si tranquillizza)" non si fa, e amen (con la riserva mentale del meno male che non è successo a me sennò come facevo?)'. Ora non so, al momento, se il disegno di legge passerà e in che misura e come; nemmeno so se lo stesso sarà più preciso o manterrà la sua vaghezza però una cosa so e la dico qui pubblicamente: non era mia intenzione lanciare un'allarme generale di all'erta "UNO" (non è nel mio stile) ma solo far risvegliare dal torpore i blogger che troppo spesso stanno rinchiusi nel loro "giardino" (me compreso, anzi per primo mi ci metto) e se lo coltivano gelosamente guardando (non tutti per carità) in cagnesco (o gattesco dipende dai gusti) l'altro. Signori, Signore, colleghi/e e amici/he blogger in questi anni (dal 1990 in poi in Occidente, ma in Italia da molto prima) parole come libertà, democrazia, uguaglianza, diritti e doveri, oneri e facoltà, il voto e le sue espressioni in Parlamento, compartecipazione alla vita pubblica, ecc. sono diventate parole sempre più vuote e senza il significato originario che gli diedero i Padri della Costituzione (che fra parentesi già allora era considerata da alcuni "provvisoria") e troppo velocemente si è passati da Governo del popolo (nella sua massima espressione di corpo elettorale) a "Governo approvato dal popolo" con tutto quello che ne consegue: non è un male assoluto ma non siamo ancora così maturi, come popolo e come nazione nel suo complesso, da capire fino in fondo il reale significato di un tale, ed epocale, passaggio ed infatti siamo ridotti come siamo: isole nell'oceano di una società che corre follemente verso la propria disintegrazione. Ecco perchè la rete, con tutto quello che rappresenta (in termini di blog, networking, socialnetworking, forum, chat, ecc.), ritengo sia ancora "quell'ultimo lembo di carta (igienica)" su cui scrivere (anche qui ricito il film V per Vendetta) se stessi e quello che si pensa: quell'ultimo lembo di libertà dove, come dice nel film, si può scrivere che "anche se non ti conosco, anche se non ti conoscerò ecc. io ti amo". E' chiaro come il sole che ci sono tantissime zone d'ombra e di crimine che vanno spazzate via senza se e senza ma (recente fu la scoperta di un blog con foto "strane" proprio qui su libero) come è anche chiaro che la blogosfera si deve regolare e darsi un codice di autoregolamentazione e di comportamento chiaro, condiviso, univoco che eviti a terzi (potere da un lato e criminalità dall'altro) di metterci il naso per propri fini dichiarandone la fine: siamo un'avanguardia e forse per questo hanno paura, ma le avanguardie spesso si credono infallibili e scadono nell'auto compiacimento e se non vogliamo fare la fine delle altre precedenti avanguardie dobbiamo crescere e maturare in fretta perchè al minimo spiraglio ci eliminano senza scrupoli e pietà facendoci anche pagare lo scotto di passare per chissà chi e cosa. La rete non è il toccasana di tutti i mali (il digital divide è solo una chimera per far spendere alla gente più soldi; per esempio negli USA il numero di persone che vi accedono si è ridotto drasticamente e li crediamo all'avanguardia.... Rifkin nel saggio l'era dell'accesso s'è dimostrato profeta!) ma rappresenta oggi quella che una volta era il villagio e la sua osteria, o piazza principale, dove la gente la sera s'incontrava e parlava (litigava, si menava, discuteva ecc. cose umane insomma), provate ad immaginare se in "quella" piazza arriva qualcuno e comincia a dire: te no non puoi dire così perchè dicendolo sei un giornalista; oppure quella maglietta con quel marchio non la puoi portare perchè devi pagare i diritti della tal (o talaltra) associazione o azienda, che mondo è questo? Un mondo formalmente libero ma effettivamente represso nelle sue istanze più concrete, istanze che sono proprie dell'essere umano quando nasce (si chiamano diritti fondamentali questi) e se li porta con se lo voglia o no. Ecco cosa è, o meglio, o dovrebbe essere la rete in generale e la blogosfera in particolare. QUINDI RINGRAZIO COLORO CHE HANNO ADERITO E HANNO POSTATO (E SONO TANTISSIMI, GRAZIE AL CIELO) SUI LORO BLOG SIA IL MIO DI POST (COPIANDOLO E INKOLLANDO), CHE LE LORO CONSIDERAZIONI CON UN LORO POST MOSTRANDO UN LIVELLO DI PARTECIPAZIONE CHE NON MI ASPETTAVO (E NEMMENO MI ASPETTAVO DI ESSERE CONSIDERATO COSI' "ATTENDIBILE" DA FARLO); RINGRAZIO COLORO CHE SI SONO ATTIVATI CREANDO UNA VERA E PROPRIA CATENA DI NICK PER FAR GIRARE ALMENO IL MESSAGGIO DEL POST STESSO; RINGRAZIO COLORO (SOPRATTUTTO PROFILI) CHE HANNO MESSO LINK PARTECIPANDO ANCH'ESSI; RINGRAZIO CHI MI HA ESPOSTO LE PROPRIE PERPLESSITA' PERCHE' LA NOTIZIA ERA TROPPO "FRESCA" E NON NE SAPEVANO NULLA E, QUINDI, GIUSTAMENTE ERANO DUBBIOSI; E RINGRAZIO ANCHE CHI MI HA IGNORATO PERCHE' E' LORO DIRITTO FARLO E PERCHE' FORSE SI RITENGONO FUORI DAL PROBLEMA, E FORSE HANNO RAGIONE LORO, O SEMPLICEMENTE NON GLI INTERESSA. IL PROBLEMA RIMANE E LO DOBBIAMO AFFRONTARE PERO'. Come? ci sono più vie: fare petizioni; mandare mail ai parlamentari della Commissione Cultura; mandare mail a politici da sempre dimostratisi sensibili ai problemi della rete; dare una smossa ai blogger "famosi" affinchè si muovano o smuovere il mainstream (difficile perchè non ci vedono di buon occhio se è vero che ci ritengono poco più che "persone che si guardano solo il proprio ombellico") e che vogliono usurpare il "loro" mestiere: nulla in contrario, però lo facessero il loro mestiere senza condizionamenti di sorta (esterni o interni che siano soprattutto interni perchè ci sono alcuni che sono più realisti del re) e si ricordino che la libertà di stampa è uno dei perni della democrazia (quella democrazia che sbandieriamo contro il cattivo di turno, magari nostro ex alleato ora divenuto scomodo) e che il nostro paese è nell'area dei paesi "parzialmente liberi": e non credo sia un bene per noi, no? Rimango in attesa di suggerimenti e proposte che si valuteranno qui pubblicamente sul blog o sui blog dei nick se lo vorranno: io non ho problemi.

mercoledì 12 novembre 2008

ritorna la legge ammazza blog

Già nella passata legislatura ci avevano provato con la legge Levi-Prodi che mirava a far iscrivere al registro del R.O.C. (registro operatori della comunicazione) i blogger in modo da farli ricadere sotto le leggi che riguardano la stampa, soprattutto quelle penali, convertendo i blog (di qualunque tipo) a organi di informazione e negandogli il carattere dell'espressione personale e democratica dei cittadini che dicono la propria e soprattutto negando l'esistenza di un maggior grado di libertà rispetto al mainstream dell'informazione che da semrpe, per motivi economici e di opportunità, è collaterale al sistema di potere politico-informativo che è dominato da pochissimi tycoon che pervadono l'intero mondo dei media che o si assogetta o è ai margini e muore per eutanasia indotta (un'esmpio per tutti Il giornale di montanelli passato ad altri escludendone la più famosa penna del giornalismo italiano): ora più che mai che i contributi vengono dati per concessione governativa regolamentare che per disposizione di legge paritaria com'era fino a poco tempo fa. Un primo allarme venne lanciato da Valentino Spataro e da punto informatico, almeno a quanto risulta al sottoscritto, e dal blog di Beppe Grillo fu lanciato un'articolo di fuoco che questo blog, e da altri come ad esempio la rivista pcworld che lancia la notizia ha rilanciato all'interno della blogosfera di libero tornando il giorno successivo a parlarne a proposito della classifica del freedom watch che ci poneva al 35° posto fra i paesi che godevano della libertà nella zona della classifica dei "paesi parzialmente liberi". Il governo dopo qualche giorno arenò, anche se l'allarme rimase alto nella blogosfera, il disegno di legge facendo parzialmente marcia indietro a causa della forte pressione che venne dal mondo blogger e da quella parte della politica sensibile alle istanze democratiche e alle libertà di espressione della società al di fuori e al di là del mainstream ufficiale: e questo blog registrò questa parziale marcia indietro con un certo grado di soddisfazione ritenendo che quella fetta di libertà di espressione del pensiero del cittadino che rappresentano i blog nel loro complesso fosse salvaguardato dall'attacco concentrico della varie caste (politici, giornalisti, ecc.) corporative presenti in Italia. Invece, come direbbe Totò, "tomi tomi e quatti quatti" ci riprovano ora con un disegno di legge alla Commissione Cultura della Camera dei Deputati (DdL C. 1269) di cui si trovano notizie sia su punto informatico che su pcworld. Entrambi che ne fanno una breve analisi e il disegno di legge non ne esce molto bene perchè nei fatti si tenta di riproporre quanto previsto nel precedente disegno di legge Levi- Prodi annacquando solo un pò le definizioni per identificare, e distinguere, gli operatori della comunicazione dai comuni blogger (categoria alla quale appartiene il sottoscritto): annacquamento fin troppo vago che lacia le mani libere a questo come a governi futuri per stringere un pò alla volta il cappio intorno al collo della blogosfera fino a far rimanere solo blog "ufficiali allineati e coperti (di politici, di quelli inglobati nelle varie testate dei giornali ecc.)" e una piccola parte (circa il 3% dell'attuale blogosfera) che salva la faccia a tutti e che consente di dire che le libertà individuali di espressione sono salvaguardate e si sono solo potati i rami estremi (di commento alla informazione). Altri blogger se ne sono accorti di questo nuovo tentativo di metterci la museruola e stanno lanciando un'allarme all'interno della blogosfera: io ne cito uno Luca Spinelli che nei suoi siti ne parla approfonditamente e punta il dito sul punto che potrebbe fare da leva per eliminarci definitivamente (anche se il sottoscritto non ha banner pubblicitari nè altro che potrebbe farlo ricadere sotto la mannaia mentre altri anche qui su libero invece NO) dalla rete. Insomma il livello di attenzione si dev'alzare se non si vuole perire e un'alrto pezzo di libertà in questo paese, che solo formalmente è libero (o meglio è libero di rovinarsi con le proprie mani ed è libero di essere meno istruito qualitativamente rispetto alle precedenti generazioni, e soprattutto è libero di fare e attuare tutte quelle libertà che non fanno male al potere e alle varie caste che lo governano) mentre nei fatti è strettamente controllato e inquadrato e sempre meno sono garantite quelle libertà (art. 21 e seguenti della Costituzione che sempre di più sono solo parole sulla carta e basta) individuali di cui tutti parlano ma egualmente tutti ne hanno paura perchè il giorno in cui gli italiani dovessero risvegliarsi dal sonno dopato nel quale da circa 20 anni son tenuti artificialmente per le varie caste potrebbero essere dolori seri: pensate a quelle centinaia di migliaia di lavoratori che da qui al 2011 perderanno il lavoro (senza che il sindacato faccia una piega se non assicurargli una vita pochissimo libera e ancora meno dignitosa con i vari rimediucci genere mobilità lunga e simili; pensate ad una rete completamente pervasa dell'ideologia consumistica che non ammette "perdite di tempo" da parte di persone che riflettono e usano ancora quel poco di cervello che hanno non dopato; pensate alla frustrazione sempre più repressa della parte povera della popolazione la quale, in quanto fuori dal giro del consumo fine a se stesso, si troverebbe esclusa anche dalla rete senza nemmeno più la possibilità di dire la propria attraverso essa; pensate, infine, a voi stessi che avete un blog (non necessariamente politico che sono l'obiettivo principale ma non unico) di "fatti vostri" e avete fatto la fesseria di mettere un piccolo banner commerciale o simile e siete costretti a sottostare alla burocratica iscrizione al ROC (con non solo i costi monetari e di tasse ma anche di controllo diretto su quanto dite e scrivete) con tutto quello che ne consegue. Non c'è singolo partito presente ora in Parlamento che veda di buon occhio (tranne alcune parole di circostanza o difese d'ufficio per puri motivi opportunistici) la blogosfera dove è solo uno di tanti e non emerge per grazia ricevute o per privilegio di casta ma è uno come tanti ed emerge solo per le proprie qualità e non per altro. E' vero che la blogsfera una regolata se la deve dare ma non certo da chi non altro interesse che quello di controllare, dirigere, dividere a seconda delle appartenenze politiche, giornalistiche, ecc.: se si afferma ai quattro venti che la libertà dev'essere la prima cosa, come mai si stanno invadendo tutti gli spazi ancora non direttamente controllati dal potere? Immaginate tutto ciò e ogni volta che sentite un politico o un giornalista o simile che parla pensate che questi non vi possono vedere perchè ognuno di loro in qualche modo vi teme e vi vuole mettere il bavaglio: e una volta che lo pensate provate a immaginare cosa voterete alle prossime elezioni?

martedì 11 novembre 2008

Riscaldamento globale? no problem, le Maldive si comprano altre terre... loro

Tutti conosciamo il problema del riscaldamento climatico, dell'innalzamento dei mari, dell'instabilità climatica e, ultimo ma NON ultimo, dell'oscuramento globale, Vero? Al minimo tutti ne abbiamo almeno una volta sentito parlare, però c'è chi lo vede abbastanza da vicino e cominica a preoccuparsi e ad adottare misure cautelari per salvare il salvabile. Alle Maldive lo vivono come non un'incubo possibile ma come una possibile realtà dato che queste isole rischiano di essere sommerse per prime se l'oceano indiano dovesse innalzarsi. Pur avendo lanciato l'allarme hanno, evidentemente, capito che devono risolversela da soli e così il nuovo presidente eletto ha deciso di assumere iniziative in prima persona creando le premesse per far si che il proprio popolo potesse migrare altrove in luogo ritenuto più sicuro. Si è pensato di creare un fondo sovrano con il quale procurarsi denaro per comprare terre sulle quali insediarsi in caso di "problemi". Una buona idea, mi pare. E noi? cosa dobbiamo fare? Visto che il nostro paese per 3/4 è cirdanto dal mare? La prima sarebbe il prevedere uno spostamento della popolazione all'interno: una cosa logica e credo anche poco costosa; poi si potrebbe prevedere anche la collaborazione di altri paesi che potrebebro ospitare la aprte che non è possibile delocalizzare: e fin qui tutto bene. Ma davvero crediamo che con la classe dirigente che abbiamo, che comunemente ci rifeltte come noi guardissimo nel nostro specchio, si potrebbero fare painificazioni e iniziative del genere? E gli altri apesi davvero sarebbero disposti ad ospitarci? Forse migrando sulla luna creando un fondo sovrano che l'acquisti prima che il paese vada definitivamente in rovina potrebbe essere la soluzione? In realtà il problema si pone e realmente si dovrebbero fare piani e prevedere soluzioni, ma soprattutto si dovrebbe cominciare a capire che qui siamo in affitto e qualcuno, per aver tenuto molto male la cosa affidataci, ci potrebeb dare lo sfratto esecutivo con poco preavviso......

lunedì 10 novembre 2008

Miriam Makeba: una voce e una vita contro il razzismo

Dopo il concerto di CastelVolturno (dove pare che prima che il concerto si tenesse si fossero presentati dei picciotti a pretendere il pizzo; ciò fa capire quale sia il livello di potere e forza che i can hanno in quella zona nonostante i proclami di sicurezza e migliori condizioni di vita di questo e dei governi che l'hanno preceduto i quali dovrebebro anzichè mandar i soldati a presidiare vie creare l'unica reale condizione affinchè potessero essere sconfitte le cosche ossia lo sviluppo e gli investimenti facendo piazza pulita di tutte le connivenze che ancora persistono) Miriam Makeba ha avuto un malore ed è morta poco dopo. Era lì per cantare contro il razzismo, la camorra e per riaffermare il diritto di tutti a vivere la propria vita in sicurezza e dignità. E' una delle figure storiche della lotta all'apatheid e insieme a Mandela ne rappresenta il momento più alto di quella lotta che ha portato alla fine del regime razzista sudafricano. Una vera pasionaria dell'idea che tutti gli uomini sono uguali al di là del colore, della cosiddetta razza, del credo religioso e politico. Non mi pare un caso che questa magnifica figura sia morta proprio dopo un concerto che aveva come parole d'ordine proprio quelle contro le quali aveva lottato per un'intera vita.Qui invece si preferisce ricordarla per uno dei pezzi musicali, magari meno "impegnati", che l'hanno resa famosa all'estero ed esprimevano la gioia di un'intero popolo per troppi secoli tenuto sull'orlo della fame e della miseria dall'occidente che ne ha depredato risorse, cultura, terre, ricchezze e del diritto a vivere la propria vita degnamente. http://it.youtube.com/watch?v=kCc61z9IFu4&feature=related

domenica 9 novembre 2008

infanzia come merce: un'orrore infinito.................

Orrore infinito; non si finisce mai di toccare il fondo in questo mondo dove conta solo il denaro fatto velocemente e senza scrupoli. Il profitto è la legge e il sistema per farlo il suo profeta. In Nigeria una fabbrica di bambini! Si una fabbrica. E' brutto dirlo così ma la stampa non ha trovato nulladi meglio. Cosa accadeva? Donne attirate in una cosiddetta "clinica" per la maternità, poi erano addormentate e violentate sia dal medico che da altri: i bambini nati erano poi venduti andando per essere usati sia nel giro della prostituzione che per rispondere alla domanda di bambini da adottare senza troppi problemi da parte delle ricche coppie sterili. E questo è quello che si scopre chissà quante ce ne sono di queste "cliniche" in giro per il mondo che partecipano al apsto del profitto e chissà quanti di questi bambini sono usati dai mercanti di organi. Non si può non parlarne se vogliamo che finisca. Il punto vero è che siamo talmente indifferenti e dopati che niente realmente ci tocca finchè non ci accade direttamente! E' la parte oscura della società mediatica: il renderci abituati a tutto. Guerre, morti, fame, carestie, traffici di esseri umani, scandali, violenze ecc. ci arrivano tutti i giorni nelle case e anzichè farci reagire nel momento che comprendiamo in che mondo viviamo avviene l'esatto contrario ossia ci si abitua e si diventa indifferenti o al massimo si commenta e si discute poi si passa ad altro e fino alla prossima vivamo le nostre piccole e misere vite. Invece quelle notizie in altre parti del mondo sono persone, avvenimenti, orrori, sofferenze reali ecc. che vengono vissute realmente da persone come noi che magari non pensano neanche lontanamente di fare la notizia anzi di "esserlo", di averla fatta. Certo c'è, anche qui su libero, una minoranza sensibile che si muove e agisce ma alla fine diventa complementare al fenomeno che si vuole combattere e (lo dico senza alcuna polemica) anzi dìsi ha l'imrpessione che senza di essa il sistema non potrebbe essere equilibrato: mancherebbe all'equazione un fattore. Da tempo ormai ho l'impressione che non si debba combattere l'effetto ma la causa: nel caso in specie ad esempio si possono chiudere quante, due tre cliniche del genere? Quante altre ne sorgono? Quante continuano tranquillamente la loro attività? Una goccia nel mare l'averne scoperta qualcuna, le altre sono tutte lì in bella mostra e continuano a funzionare. Ripeto è all'apice del fenimeno che si deve mirare: il profitto e il sistema che lo rende facile. Weber parlava di etica delle responsabilità: oggi suona come una frase vuota. Quando diventi un numero da calcolare in un calcolo ragionieristico vieni spersonalizzato non sei più un'essere vivente che ha bisogni, speranze, diritti ma acquisisci un valore economico e sei un costo quando ti si deve mantenere e curare e un ricavo quando altri su di te ci guadagnano. Il mostro che crea tutto ciò è il capitalismo e la sua (non) etica di base. Oggi è in una crisi profonda ma non è morto, anzi è vivo e vegeto e una volta passata la nuttata riprenderà vigore e aprirà altri campi d'intervento e di profitto. Oggi è in crisi ed è oggi, non domani e dopodomani, che si può non riformare ma eliminare in toto: lo si potrebbe fare in poco tempo se i governi (e le élite che rappresentano e li esprimono) solo lo volessero; ma non è così anzi lo difendono e tolgono risorse, servizi, ecc. ai loro cittadini per rinvigorirlo. E allora la speranza non è in Obama o in altri nè lo è in qualche profetica fede: tocca a noi esseri umani farlo, magari una pietra alla volta, e prima lo si farà meno nostri simili soffriranno.

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