venerdì 18 dicembre 2015

Siria, Onu approva risoluzione per negoziati di pace. Nato dà via libera per l’invio di mezzi in difesa della Turchia

dal Fatto Quotidiano del 18 dicembre 2015
Mentre il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha approvato all’unanimità la risoluzione sulla Siria per l’avvio di accordi di pace, la Nato dà il via libera all’invio di aerei radar, caccia e navi nel Mediterraneo orientale per incrementare la difesa della Turchia “in considerazione della situazione instabile della regione”: l’ennesima tappa del braccio di ferro in atto tra l’Occidente e Mosca sullo scenario medio orientale. Una decisione, quella dell’Alleanza atlantica, che arriva a 24 ore di distanza dal discorso di fine anno di Vladimir Putin, in cui il presidente russo ha minacciato direttamente Ankara, responsabile dell’abbattimento del caccia russo: “L’aviazione turca provi a violare lo spazio aereo della Siria”.
Diversi i toni a New York, dove i rappresentati dei paesi dell’International Syria Support Group, riuniti all’Hotel Palace di Manhattan, dopo trattative serrate, hanno raggiunto un punto di incontro su una bozza di risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che è stata approvata e prevede l’avvio di negoziati di pace formali tra il governo e l’opposizione. Le trattative tra i rappresentanti dei Paesi che compongono l’International Syria Support Group per proseguire i lavori avviati a Vienna nelle passate settimane sono state lunghe.
Ai colloqui, aperti del segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon insieme all’inviato speciale in Siria Staffan de Mistura, hanno partecipato i ministri degli Esteri di numerosi Paesi, tra cui il segretario di Stato Usa John Kerry e il russo Serghiei Lavrov. Oltre alla rappresentante per gli affari Esteri dell’Ue, Federica Mogherini, e al titolare della Farnesina, Paolo Gentiloni, convinto che l’avvio di un processo di transizione in Siria, “se si incamminerà lungo i binari immaginati a Vienna” con la partecipazione dei gruppi di opposizione del regime, “provocherà un cambiamento che inciderà sui poteri attuali di Assad e su una sua uscita di scena”. Gentiloni ha osservato che “la novità di Vienna” è stata di capire che alla fuoriuscita di Assad si può arrivare con il negoziato, anche se nei tre incontri di novembre e dicembre “le posizioni più distanti hanno avuto al centro i rapporti con Damasco”.
di F. Q. | 18 dicembre 2015
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non so se notate la schizofrenia della politica internazionale: da un lato si "battono" per la pace in Siria mentre dall'altra la NATO manda truppe ai confini tirchi per "difendere" un paese che contrabbanda petrolio dell'ISIS, che ha abbattuto un aereo militare russo al confine, pare sia assodato fosse fuori dal territorio turco.
Facciamo un pò geopolitica astratta? Trump eletto negli USA; l'Arabia Saudita assume il controllo dello Yemen, manda via (l'Arabia Saudita è un paese alleato degli americani che finanzia l'ISIS e tutte le frange estremiste sunnite ISIS e Al Qaeda compresi; il classico paese arabo moderato.. un vero paese liberale e democratico come piacciono a noi occidentali) Assad e .... attacca l'Iran. Che accade a sto punto? la Russia, che perde un valido alleato ne rischia di perdere un altro e si ritroverebbe senza sbocco al mare per le proprie risorse che altro può fare se non muovere le proprie forze? Ecco servito un bel piatto: una bella guerra, provocata a occidente ma che coinvolgerà l'intero pianeta.

giovedì 17 dicembre 2015

DIECI ANNI DI EURO: COSTO ACQUA +79,5% COSTO RIFIUTI +70,8% COSTO ELETTRICITA’ +48,2% COSTO TRENI +46,3%

trovato su you_net_spiegalevele
Tra il 2010 e il 2014 solo in Spagna le tariffe pubbliche sono rincarate piu’ che in Italia. Se a Madrid l’aumento medio e’ stato del 23,7 per cento, in Italia l’incremento e’ stato del 19,1 per cento. Tra i grandi Paesi d’Europa, invece, la Francia ha registrato un rincaro medio del 12,9 per cento, mentre la Germania ha segnato un ritocco all’insu’ dei prezzi solo del 4,2 per cento.

L’area dell’euro ha subito un incremento dei prezzi amministrati dell’11,8 per cento: oltre 7 punti percentuali in meno che da noi. I calcoli sono stati effettuati dall’Ufficio studi della CGIA che oltre a eseguire una comparazione tra l’andamento delle tariffe amministrate nei principali paesi d’Europa ha analizzato anche il trend registrato tra il 2004 e i primi 11 mesi del 2014 delle tariffe dei principali servizi pubblici presenti nel nostro Paese.


Negli ultimi 10 anni, a fronte di un incremento dell’inflazione che in Italia e’ stato del 20,5 per cento, l’acqua e’ aumentata del 79,5 per cento, i rifiuti del 70,8 per cento, l’energia elettrica del 48,2 per cento, i pedaggi autostradali del 46,5 per cento, i trasporti ferroviari del 46,3 per cento, il gas del 42,9 per cento, i trasporti urbani del 41,6 per cento, il servizio taxi del 31,6 per cento e i servizi postali del 27,9 per cento. Tra tutte le voci analizzate, solo i servizi telefonici hanno subito un decremento: -15,8 per cento, ma si tratta di compagnie private, non si servizi pubblici

Sottolinea il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi: “
Nel nostro Paese i rincari maggiori hanno interessato le tariffe locali. Se per quanto concerne l’acqua i prezzi praticati rimangono ancora adesso tra i piu’ contenuti d’Europa, gli aumenti registrati dai rifiuti sono del tutto ingiustificabili.
A causa della crisi economica, negli ultimi 7 anni c’e’ stata una vera e propria caduta verticale dei consumi delle famiglie e delle imprese: conseguentemente e’ diminuita anche la quantita’ di rifiuti prodotta.
Pertanto, con meno spazzatura da raccogliere e da smaltire, le tariffe dovevano scendere, invece, sono inspiegabilmente aumentate. Si pensi che nell’ultimo anno, a seguito del passaggio dalla Tares alla Tari, gli italiani hanno pagato addirittura il 12,2 per cento in piu’, contro una inflazione che e’ aumentata solo dello 0,3 per cento”.

L’analisi di Bortolussi si conclude esaminando le cause che hanno incrementato le altre voci tariffarie: “Gli aumenti del gas hanno sicuramente risentito del costo della materia prima e del tasso di cambio, mentre l’energia elettrica dell’andamento delle quotazioni petrolifere e dell’aumento degli oneri generali di sistema, in particolare per la copertura degli schemi di incentivazione delle fonti rinnovabili. I trasporti urbani, invece, sono stati condizionati dagli aumenti del costo del carburante e quello del lavoro. Non va nemmeno dimenticato che molti rincari sono riconducibili anche al peso fiscale che grava sulle tariffe che, purtroppo, da noi tocca punte non riscontrabili nel resto d’Europa.
Inoltre, nonostante i processi di liberalizzazione avvenuti in questi ultimi decenni abbiano interessato gran parte di questi settori, i risultati ottenuti sono stati poco soddisfacenti, e in molti casi pessimi.
In linea di massima, oggi siamo chiamati a pagare di piu’, ma la qualita’ dei servizi resi non ha subito sensibili miglioramenti.

Speriamo che la riduzione del prezzo del petrolio registrata in questi ultimi mesi comporti per l’anno venturo una contrazione delle tariffe, soprattutto di luce, gas e trasporti che sono le principali voci di spesa che gravano sui bilanci delle famiglie e delle piccole imprese italiane”.
Resta il fatto che in 10 anni di euro invece di avere stabilizzato i prezzi e migliorato i servizi, l’Italia ha aumentato a dismisura i prezzi dei servizi e peggiorato la loro qualità.

Fonte: una lira per l'italia
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insomma il mercato si sta rivelando una truffa vera e propria dove il costo del servizio si scarica SOLO sull'utente senza che ci sia alcuna garanzia che lo stesso servizio possa migliorare..... l'abbiamo sotto gli occhi come vanno, vero?

mercoledì 16 dicembre 2015

Gelli, Cossutta: la generazione degli opposti estremismi che va via

No, non è strano come accostamento, anzi.. ma nessuna dietrologia o complottismo: questi due erano nemici giurati. Ma, come in tutte le cose italiane, c'è un quid che ne lega i confini, ossia l'essere in qualche modo contro: un faccendiere piduista ecc. l'uno il più filo-sovietico l'altro, e non è poco. Hanno anche in comune, strano ma vero, una certa coerenza personale: mai hanno abiurato le loro idee; ci son finiti in galera per esse. L'uno perchè mise su il più grave attentato alla legalità democratica del paese per essere stato il crocevia di tante trame, complotti e chissà cos'altro che hanno avvelenato la nostra storia recente; l'altro per aver tenuto il punto sempre.... un vero credente in un idea al punto di uscire dal PDS quando il PCI morì e da rifondazione comunista (fondata insieme a due ex socialisti, Bertinotti e Libertini,) quando questo partito ritirò la fiducia al governo Prodi fondando il PdCi.
Cossutta 
 era un operaista a tutto tondo ma apparteneva all'aristocrazia "rossa": quel gruppo di intellettuali e dirigenti che, magari, un operaio lo vedevano una volta all'anno ma che mitizzano nei loro scritti e discorsi quale catarsi dell'uomo nuovo marxista ma da cui erano lontani anni luce per estrazione, pensiero e quant'altro e che stava benissimo all'opposizione in Parlamento nascondendosi die tro la la "conventio ad excludendum" che tante rogne evitava al partito..... nel grande interscambio fra il PCI e la DC questa regola non scritta salvava il sistema e consentiva a ognuno di rimanere nel proprio orticello ben coltavato: peccato che il sisitema degli "orticelli" ben presto andò in cancrena per vizi intrisechi ad esso rovinando spesso il raccolto.... il '68 e il terrorismo furono due di queste malepiante e non è un caso che sempre, quando si trattò di fare quadrato, tutto il sistema si disponeva a difesa dello status quo: in questo avrebbero dovuto ringraziare il fascismo ahce aveva distrutto tutto quel substrato sociale e culturale tipico di una democrazia avanzata che gli permette di superare crisi gravissime senza che i cosiddetti fondamentali fossero messi in discussione.... eliminandolo il "partito" era direttamente coinvolto in qualunque ganglio vitale della società e dello Stato e la cosa non poteva non creare problemi visto che a quel punto ognuo mirava a metterci i propri in essi: non era un requisito la comptenza ma l'appartenenza: quel che accade oggi è direttamente figlio di quella situazione;dal 1948 in poi questo "sistema" ha generato mostri, mostri ancora in vita, purtroppo...
Nota a margine
a differenza di tanti altri dirigenti e militanti Cossutta non era un migrato: non era un "fascista redento"; è semper stato coerente con le sue idee e piaccia o meno si è dimostrato migliore di tanti suoi conteporanei che erano si comunisti ma erano già a guardare al craxismo e all'affarismo ammantandolo di "nuovo"...... io non ho condiviso nulla del suo saggio "Lo strappo (con cui denunciava l'abbandono della centralità sovietica da parte del PCI berlingueriano)" ma gli riconosco a posteriori quella capcità testarda di mantenere quel principio di coerenza che in questo paese anzichè essere considerata una virtù è sempre stata vista come una cosa "aliena", una cosa da fessi...
 Dall'altra parte Gelli
uno di quelli che che aveva come obbiettivo primario il sovvertimento dell'ordine democratico così com'era uscito dalla fine della seconda guerra mondiale. Era crocievia di interessi esteri e nazionali; accreditato, senza che fosse mai dimostrato, di conoscenze prossime ai circoli più reazionari americani che, certo non vedevano di buon occhio il PCI ma men che meno volevano che questo partito potesse in qualche modo collaborare al governo del paese... ed ecco che puntualmente spuntano fuori Gladio, terroristi rossi e/o anarchici, poi rivelatisi neri e/o appartenenti a frange dei servizi deviati, stay behind ecc. tutta una stagione di terrore che giustificò di fatto non solo la teoria degli opposti estremismi ma soprattuto bloccò il paese rendendolo preda di poteri occulti e terra di scorrerie di potenze estere. Naturalmente il nostro non fu mai direttamente coinvolto ma la "manina" c'era... e fino all P2, anche qui ce ne sarebbe da dire, forse era noto solo a livelli alti della politica e dell'affarismo, ma non alle masse. Da notare che proprio con l'emersione, mi chiedo quanto casuale, della loggia P2 l'intreccio venne allo scoperto: vi facevano parte personaggi di alto livello della vita pubblica: militari, boiardi di stato, imprenditori (...), giornalisti, e quant'altro mettendo a nudo la capacità di penetrazione del Nostro e la assoluta permeabilità del ceto pubblico; un male antico che a ogni svolta importante della nostra storia ha impedito di far intraprendere al paese la strada in tutta autonomia: a suon di bombe e quant'altro questo paese fu ricacciato nella retroguardia occidentale e le consueguenze, come già detto prima, le abbiamo tutti sotto gli occhi, magari a livello finanziario-politico ma son ancora tutte lì. Una nota a margine, pura curiosità, è il suo Piano di Rinascita democratica  . Non immaginate nemmeno quanti punti di questo "piano" sono stati ad oggi attuati:
I suoi obiettivi essenziali consistevano in una serie di riforme e modifiche costituzionali onde

« … rivitalizzare il sistema attraverso la sollecitazione di tutti gli istituti che la Costituzione prevede e disciplina, dagli organi dello Stato ai partiti politici, alla stampa, ai sindacati, ai cittadini elettori »

In particolare andavano programmate azioni di Governo, di comportamento politico ed economico, nonché di atti legislativi, per ottenere ad esempio nel settore scuola di
« … chiudere il rubinetto del preteso automatismo: titolo di studio - posto di lavoro… »
Un veloce excursus:
  1. responsabilità civile dei magistrati, separazione fra giudicante e pubblico ministero? Fatto o quasi.
  2. Senato non elettivo ma di secondo livello? Work in progress e proprio dai "nipotini" del PCI.
  3. bipartitismo con due partiti (o accolita simil partitica)? Fatto. Oggi i principali son due con un terzo, M5S, che fa rotella che tiene il tutto perchè è l'unico con un certo seguito reale a livello popolare.
  4. abolizione della validità legale del titolo di studio? Ci stanno lavorando seriamente.
  5. abolizione delle province? Ci siamo: ora sono organi di secondo livello; un primo passo per la loro eliminazione..
  6. Riduzione del numero di parlamentari? Qui la vedo dura ma ci si arriva...
  7. Controllo dei media? Il piano prevedeva il controllo di quotidiani e la liberalizzazione delle emittenti televisive (all'epoca permesse solo a livello regionale); nonché l'abolizione del monopolio della RAI e la sua privatizzazione. L'abolizione del monopolio RAI era avvenuto prima della scoperta della loggia, con la sentenza della Corte Costituzionale del luglio 1974 che liberalizzava le trasmissioni televisive via cavo.
Insomma, sempre da Wikipedia, "consisteva in un assorbimento degli apparati democratici della società italiana dentro le spire di un autoritarismo legale che avrebbe avuto al suo centro l'informazione" non male per un "imprenditore", vero? Il Governo diviene il centro del potere e il Parlamento è solo un appendice, uno sfogatoio, del primo: mi pare che ci siamo....
Perchè li ho accostati? Perchè a loro modo hanno "fatto" il paese e la sua storia: nel bene e nel male... non ne sentirò la mancanza anche se, purtroppo, le conseguenze a pagarle saranno i nostri nipoti....
 



martedì 15 dicembre 2015

Stati Uniti, che fine ha fatto la classe media?

dal Fatto Quotidiano del 13 dicembre 2015 a firma di
Il sogno americano è finito! Nel 2015, per la prima volta dal dopoguerra, il numero complessivo dei ricchi e dei poveri americani ha superato quello della classe media. La classe media, dunque, il fulcro di una società moderna e democratica – è questa l’immagine che dagli anni Cinquanta gli Stati Uniti hanno venduto al mondo – continua a perdere terreno rispetto ai poveri e ai ricchi.
Secondo uno studio pubblicato dall’istituto di ricerca Pew nei primi mesi del 2015, 120,8 milioni di adulti appartenevano a famiglie con un reddito medio rispetto ai 121,3 milioni delle famiglie con redditi bassi o alti. E’ questo un cambiamento sociale che, a detta dei ricercatori, potrebbe segnalare una svolta politica. Come si può leggere nel rapporto, la classe media americana è al centro delle piattaforme economiche di molti candidati alla presidenza in vista delle elezioni del 2016. In America è la classe media che elegge i presidenti perché è quella che ha la maggiore coscienza politica e sociale. Ma se questa classe continua a ridursi diventa più conveniente parlare di politica ai ricchi e ai poveri. Da qui l’ascesa del populismo alla Donald Trump nell’attuale campagna elettorale. La classe media è infatti quella più prudente, che non si lascia sedurre da politiche estremiste, ad esempio quelle a carattere razziale o religioso professate da Trump.
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La riduzione del numero delle famiglie appartenenti alla classe media è dovuta al suo impoverimento. Ormai tutti ne hanno preso atto. Nel 2014, il reddito mediano della classe media – quello compreso tra il limite superiore e minore della fascia di redditi appartenenti a questa categoria – è stato del 4% in meno rispetto al 2000. Non solo i redditi sono scesi, anche la ricchezza accumulata dalla classe media si è contratta. La crisi del mercato immobiliare e la Grande Recessione del 2007-09 hanno infatti ridotto la ricchezza mediana (entrate meno debiti) del 28% nel periodo 2001-2013.
Nel frattempo, le classi ubicate agli estremi dello spettro del reddito, e cioè i ricchi e i poveri, hanno registrato la maggior crescita. Nel 2015, il 20% degli adulti americani si trovava nel livello del reddito più basso, rispetto al 16% nel 1971. Quindi una parte della vecchia classe media è sprofondata nella povertà. Sul lato opposto dello spettro, il 9% degli adulti americani oggi si trova nel livello più alto di reddito, il che equivale a più del doppio del 4% nel 1971.
La perdita d’importanza della classe media ha anche effetti demografici. Ad esempio, dal 1971 le condizioni degli ultra 65enni sono migliorate. Questo gruppo di età è l’unico che nel 1971 occupava un posto più basso nella scala dei redditi rispetto al 2015. Non a caso, il tasso di povertà tra le persone di 65 anni è sceso dal 24,6% del 1970 al 10% nel 2014. Diversa è invece la condizione degli adulti più giovani, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. Costoro infatti sono i maggiori perdenti, con un aumento significativo della loro quota nei livelli a basso reddito.
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Anche questi cambiamenti influiranno sulla politica. E’ infatti possibile che quella degli Stati Uniti diventi sempre più conservatrice e populista e che rifletta l’ascesa della classe dei ricchi e dei poveri a scapito di quella della classe media e degli anziani a scapito dei piu’ giovani. Secondo queste proiezioni un candidato come Trump potrebbe raccogliere più voti di quanto ci si aspetti. Staremo a vedere!
di | 13 dicembre 2015
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ora, facciamo un piccolo sforzo di fantasia, piccolo piccolo e togliamo tutti i riferimenti agli USA e al posto di questo nome mettiamoci, che so, l'Italia o la Francia o la Spagna ....... e vedrete che l'analisi cambia di qualche virgola ma la sostanza rimane immutata

lunedì 14 dicembre 2015

separati.... al potere

...... marciare divisi ma colpire compatti: perdendo voti; perchè questo che è accaduto, piaccia o meno. Questo hanno fatto in Francia per fermare l'onda lepenista. è bastata la paura anzi il terrore "robespierriano" per far si che gli, ex, avversari avevano a spingerli a una desistenza nei collegi in modo da impedire che potesse esserci l'istituzionalizzazione della vittoria del Front:  sono oltre 6 milioni i francesi (fra parentesi non esistono in Francia 6,7 mln di fascisti quindi questi voti sono altro e provengono dai ceti colpiti dall'euro ma anche dai giovani, e meno giovani, "attivi" soprattutto nella profonda provincia francese) hanno votati per la Marine e co.; qualcosa dovrà pur significare, no? Fra parentesi hanno fermato l'ingresso ma non la crescita perchè fossi io la "leader" punterei proprio, e  mi pare che le avvisaglie vanno proprio in questo senso, proprio 'sull'abbraccio omertoso" fra destra e sinistra rappresentandoli come un tutt'uno quando si tratta di mantenere gli scranni e il potere ma divisi al loro interno, come i nostrani ladri di pisa, quando sitratta di spartirsi la torta; qualche numero? Il Front ha superato i voti del primo turno (da 6 a 6,7) centrando la non modica cifra di ben 358 consiglieri eletti (pressochè triplicati rispetto alle precedenti elezioni) mentre i "socialisti (...)" hanno dati debolissimi segnali di ripresa elettorale e Sarkò.. delude e se:
a) i francesi non si smentiranno, dimostrandosi più italiani di noi;
b) i politici istituzionali non cambieranno rotta e saranno meno "europei".
Inoltre, ormai è chiaro: in Francia, e non solo, destra e sinistra separati non sono maggioranza, anzi.... solo insieme possono sperare di vincere: ha ragione chi dice che si può parlare di "destrasinistra" ossia di un amalgama fra le grandi famiglie politiche al centro dello schieramento politico mentre ai lati, e non certo in funzionaìe minoritaria, si pogno gli "alternativi": sono quindi superati gli schematismi tradizionali del XX secolo o almeno ne sono state messe le basi! Sulla base di queste premesse alle presidenziali la vedo dura, molto dura perchè il Front rischia  di fare cappotto. E' questo il senso di queste elezioni: hanno vinto, perchè si sono stretti un abbraccio fra loro, ma non hanno vinto realmente perchè un secondo dopo già ricominceranno a litigare aprendo intere praterie da arare in termini di voti all'estrema destra. Ma si sa: non stiamo parlando di Mitterrand o di un De Gaulle ossia di personaggi capaci di attrarre voti anche solo per la propria capacità di stare sul palcoscenico no questi sono mezze tacche, impiegati grigi e abbarbicati allo scranno..... per uno così basta una lepen qualsiasi per spaventarli: cosa puntualmente accaduta. Senza l'abbraccio entrambi si sarebbero trovati a dover spiegare alle lobby e all'europa come pensano di uscire dall'imbuto nel quale si son ficcati mentre in realtà il problema è solo rinviato: a meno di strafalcioni, alla grillina, la lepen si trova davanti una strada tutta in discesa verso l'Eliseo che, parafrasando un motto famoso, "val bene una messa".... di requiem "per i social-liberisti".
Una nota a margine
nessuno ha notato la vittoria degli indipendentisti Corsi? Tutti sono a guardare la "victoire" dei "social-liberisti" ma nessuno si è fermato a pensare e a valutare l'altro aspetto importante: i Corsi hanno votato per gli indipendentisti che hanno fatto il pieno di voti; altro segnale per Parigi (e per l'europa) che ormai si ritrova con tantissime gatte da pelare con poco tempo e, legata com'è al carro europeo, spazio di manovra per cercar almeno di recuperare terreno. L'effetto Catalano comincia a sortire delle conseguenze? Può darsi perchè è troppo presto per dirlo ma il seme anche qui ha cominciato a crescere e sarà dura sradicarlo....... di questo passo gli argini costruiti a difesa dello status quo stanno cedendo e prima o poi la piena li tirerà giù con effetti impensabili per gli equilibri interni ed internazionali.

domenica 13 dicembre 2015

La bolletta elettrica sempre più cara

13/12/2015 di triskel182
“Con l’imminente riforma del tariffe di rete la bolletta energetica degli italiani dal 1 gennaio 2016 costerà di più e ingrasserà le tasche dei produttori e distributori di energia, svuotando quelle dei cittadini. Il doppio affondo, guidato dall’Autorità per l’energia e assecondato dal Governo, è perfettamente riuscito.
Da mesi il M5S denuncia e si oppone alla subdola manovra dello stesso Presidente del Consiglio che intanto annunciava tagli alla bolletta elettrica del 10%. Ora sappiamo che non ci sarà nessun taglio, ma solo aumenti per 20 milioni di utenti.
La riforma delle tariffe di rete farà soffrire le famiglie a più basso reddito, in costante ascesa nel nostro Paese (lo dice l’Istat). E implementerà un meccanismo folle: pagherà di più chi consumerà di meno. Contravvenendo a ogni principio dettato dal buon senso e dalle indicazioni europee per combattere i cambiamenti climatici.
Se da una parte l’Unione Europea chiede agli Stati piani di contenimento delle emissioni di CO2 nell’atmosfera e quindi, implicitamente, minori consumi energetici, dall’altra il Governo italiano porta avanti una riforma che produrrà un aumento dei consumi, scaricandoli sui cittadini più virtuosi, che spesso coincidono con i più poveri.
Se è questa la strategia italiana pensata da premier per la Conferenza mondiale sul clima a Parigi, allora non ci siamo. Il Governo avrebbe l’occasione di mettere il nostro Paese al centro di un cambiamento epocale. E invece si abbandona alle solite logiche a favore dei colossi del fossile.
La riforma dell’Autorità per l’energia – sostenuta dal silenzio del Governo – colpisce anche gli investimenti in efficienza energetica e nelle fonti rinnovabili: rendendo il conto più salato per chi ha consumi bassi e meno conveniente investire in tecnologie per il risparmio o l’autoproduzione, come il fotovoltaico o la cogenerazione. È facile prevedere una tempesta di ricorsi.
Vengono inoltre stabilizzati i ricavi dei distributori. L’esecutivo mette in cassaforte i bilanci in capo alle multinazionali dell’energia – Enel in testa – perché questa riforma sposta i costi di rete dalla quota variabile a quella fissa. In tal modo, viene superato il rischio di mercato essendo gli utili non più legati ai consumi ma a costi fissi per utenza elettriche che garantiscono così utili sicuri fino al 2030, quando scadranno le concessioni di gestione della rete. Più semplicemente, gli utenti pagano i costi di rete non più in base a quanto consumano, ma secondo il prezzo fissato per ogni utenza elettrica.
Una vera e propria truffa ai danni degli italiani. Per ostacolarla il M5S è impegnato in tutte le sedi competenti, compresa quella europea.
Energia pulita e a basso costo significa un ambiente più accogliente, tutela della salute e aumento dei posti di lavoro. Ma questo Governo probabilmente ha altri piani per gli italiani. ”
Di Gianni Girotto, M5S Senato da beppegrillo.it

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