sabato 21 dicembre 2013

Contratto sessuale, la Casta tocca il fondo

di Antonello Caporale | 20 dicembre 2013

Non c’è più incredulità, ed è questo che alla fine fa più paura. La vicenda dell’assessore regionale abruzzese (del Pdl) che impone alla segretaria una prestazione sessuale settimanale come elemento accessorio della retribuzione ci conduce nello sconforto, ma quasi non ci stupisce. Siamo davanti alla disperata certezza di non aver toccato ancora il fondo, che anzi il fondo non esiste e non c’è più un limite al contegno pubblico, una misura massima persino nella depravazione. Siamo in presenza di un vero e proprio codice del crimine (l’assessore è stato arrestato per tangenti) ed esiste purtroppo anche una alterazione psicologica del comportamento pubblico che insieme è scempio dell’etica e testimone della idea anarcoide che si è fatta strada.
Non c’è crisi economica che tenga. O elettore, partito, giudice a cui rendere conto. Ciascuno tira la carretta come può e arraffa come sa. Perché siamo giunti a questo punto? Aver prodotto cinque livelli concorrenti e sovrapposti di governo (Europa, governo centrale, Regioni, Province, Comuni) e una serie interminabile di enti collaterali, ha procurato a migliaia di cialtroni (temiamo siano la maggioranza) l’opportunità di avere accesso – grazie alla politica – a una postazione di comando. E non è certo un caso che l’orrido si annidi dove il bancomat pubblico è più ricco e disponibile.
Le Regioni sono oramai un florilegio di mostri viventi. Qui siamo al livello di devianza compulsiva, quotidiana, di dettaglio. Il presidente del Piemonte Cota acquista le mutande verdi, gli emiliani si dirigono sulla Nutella, i laziali alla Fiorito si abbuffano, tra le altre ruberie, di quintali di fettuccine. E poi, riassunto delle puntate precedenti: il ricevimento per le nozze della figliola, i regalini per mogli e fidanzate, le auto e le case. Tribù da sfamare. Una cloaca. Non è un caso che il debito pubblico sia raddoppiato da quando le Regioni hanno preso vita. Davanti a questa storia oramai distintamente criminale, il Parlamento non ha impegnato una sola giornata del suo tempo a interrogarsi se magari non sia più utile e giusto ripulire questi luoghi della vergogna e dello spreco (ora anche della violenza fisica) e restituire un minimo di onore alla classe dirigente e un po ’ di speranza al Paese.
p.s.
dopo questo nuovo enorme passo sul percorso evolutivo dell'umanità .....
vi AUGURO UN BUON NATALE E BUONE FESTE a tutti questo blog chiude baracca
e burattini fino al 6/1/2014.

giovedì 19 dicembre 2013

chiamatele come volete ..... ma restano tali

E' unanime il coro: sono marchette; quelle contenute nella cosiddetta legge di stabilità. Giudicate voi:
  1. Sorgenia avrà l'esenzione per le centrali a turbogas e termoelettriche dal pagare le opere di urbanizzazione dovute ai comuni.. qualche milioncino risparmiato.
  2. Per le banche arriva la rivalutazione delle quote detenute in Bankitalia (miliardi) il tutto tassato certo ma al 12% meno di quanto siano i titoli di stato .. un bel regalo di natale (con lo Stato che ci perde 600 mln i getito); la possibilità di scaricare le sofferenze in 5 anzichè in 18 anni.
  3. Roma.. caput mundi e obbligo per il comune di privatizzare l'acea che fa gola al suo azionista privato di minoranza; in pratica la mano pubblica serve solo a essere foriera di soldi e nomine ma i profitti saranno privati.
  4. Altro regalone: la lobby delle slot, oltre ad aver avuto uno scontone sul dovuto in minori tasse per l'erario (si è partiti da 97 mld e si è arrivati a 300.. si accettano scommesse che nemmeno questi pagheranno), si vedranno apporvare un emendamento che impone ai comuni l'accettazione dell'installazione delle slot a pena di non vedersi accreditare i trasferimenti per pari importo che lo Stato perde causa mancato gettito stimato in quel comune.
  5. Condoni: passato quello dei balneari, con annesso sconto, arriva o meglio è in fieri sempre quello sui capitali all'estero scontati e si sta pensando a quello edilizio sui terreni demaniali (per ora è fermo ma ci stanno ragionando).
  6. Esodati vs professioni private e artigiani: con l'aumento dei contributi da versare all'inps dei secondi ci pagheranno, almeno ci sperano, i primi.
  7. Varie ed eventuali..... 126 mln per gli lsu campani, calabresi e palermitani; 130 mln al polo meseale eur; un mln all'orchestra del mediterraneo; 300 mln per gli orchestrali di verona e così via.....
menzione a parte merita sia la cancellazione dell'emendamento Lucchetti, si il giornalista del corriere della sera spiato e ora onorevole del pd, che avrebbe imposto a telefonica un opa miliardaria per acquistare non solo telco ma tutta telecom.... così dovrebbe essere in un mercato e così non è in italia dove valgono gli accordi extra, molto extra con gli spagnoli che non vogliono spendere soldi e in pieno conflitto d'interesse perchè diretti concorrenti della ex telecom in america latina; sia il job act modello wal-mart, o eatitaly, dove si hanno 800 euro al mese contratti per un massimo di sei mesi cui il neo-segretario del pd sta pensando con la variante del contratto a tempo determinato ma senza art. 18 e addio all'ultimo baluardo dei diritti dei lavoratori, almeno quelli neo-assunti.
Letto quanto sopra e altro ancora come le chiamereste voi?

mercoledì 18 dicembre 2013

arriva la spot tax... e quella su iphone e tablet

.... non c'è pace per il mondo del digitale, in questo paese:
  1. arriva una tassa per iphone e tablet, lo Stato si aspetta 200 mln all'anno di introiti (accadde la stessa cosa per le e-cigarettes che prima della tassazione erano dannose ma appena tassate... sono diventate un esempio di sanità fisica per i fumatori); accadde per i cellulari qualche decennio fa con i cellulari quando un governo andreotti, non mi chiedete quale perchè ho perso il conto, decise di introdurne una uguale; questo governo è proprio un raro esempio di impulso per la crescita di questo paese
  2. arriva la spot tax; versione umanizzata della web tax. Illegale, incostituzionale, fuori dalla legislazione europea (ci esporrà a una procedura d'infrazione con annessa multa da pagare .. noi la pagheremo naturalmente) eppure la introducono in una forma di protezionismo a posteriori del nostro paese a fronte dello straniero invasore.
Cosa non si fa per spillare soldi alle nostre tasche: la fantasia dei nostri politici è vasta quanto il diametro del pianeta, pare.......  ma a proposito della web tax versione 2.0 meglio nota come spot tax vi accludo il parere di Guido Scorza dal Fatto Quotidiano del 18/12/2013 sicuramente molto più addentro alla meteria del sottoscritto e .. dei politici.
La web tax diventa legge: si chiamerà spot taxNessuna web tax, si ad una piccola e brutta spot-tax.
Si è chiusa così, nella notte, in Commissione Bilancio, la partita che ormai da settimane tiene banco, tra addetti ai lavori e non, e della quale, nell’ultimo weekend, si erano occupati anche il neo-eletto Segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi e Carlo de Benedetti, Patron del Gruppo L’Espresso, contrario il primo e favorevole il secondo.
La Commissione parlamentare, infatti, ha approvato solo il secondo comma della proposta di legge – poi trasformatasi in un emendamento alla Legge di stabilità – presentata da Francesco Boccia (Pd).
Niente obbligo generalizzato, dunque, di acquisto online di servizi solo da fornitori dotati di partita Iva italiana ma si a tale obbligo quando si tratterà di comprare “spazi pubblicitari online” e “link sponsorizzati…visualizzabili sul territorio italiano durante la visita di un sito o la fruizione di un servizio online attraverso rete fissa o rete e dispositivi mobili”.
La web tax, in sostanza, esce ridimensionata e ribattezzata dal dibattito parlamentare ed extra parlamentare degli ultimi giorni.
Qualcuno, nelle prossime ore, gioirà del risultato e qualcun altro se ne rammaricherà ma la realtà è che non ha vinto nessuno ed abbiamo perso tutti.
La legge che l’Assemblea di Montecitorio si avvia ora ad approvare è una brutta legge, anti-europea, di dubbia legittimità costituzionale, sostanzialmente inapplicabile ed anacronistica.
Tanto per cominciare, infatti, è evidente che la tagliola che si è abbattuta sul testo scritto e pensato dall’On. Boccia non ne ha modificato l’impianto sostanziale ma solo ridimensionato l’ambito di applicazione con l’ovvia conseguenza che tutte le perplessità ed i dubbi sollevati da più parti circa l’incompatibilità di un’iniziativa tricolore su una materia di evidente interesse comunitario restano valide così come inalterati rimangono i dubbi sollevati dallo stesso Ministero dell’Economia circa la legittimità della norma rispetto alla libertà di impresa costituzionalmente garantita.
Il Parlamento, quindi, si avvia a pronunciare il si definitivo su una legge che potrebbe costare al Paese l’apertura di una procedura di infrazione comunitaria con condanna al pagamento della relativa sanzione ed essere poi dichiarata costituzionalmente illegittima.
Difficile, in questo contesto, condividere l’urgenza con la quale si è ostinatamente voluto approvare un brandello dell’originaria web tax.
Tale difficoltà è resa ancor più tangibile se si pone mente al fatto che – a prescindere da ogni altra considerazione – il ridimensionamento dell’ambito di applicazione della norma ai soli servizi promozionali, riduce significativamente i benefici per l’Erario.
Senza voler entrare nella guerra dei numeri che ha, sin qui, diviso favorevoli e contrari al varo della web tax, infatti, è ovvio che se prima il maggior gettito sperato dalla tassazione tricolore di tutti i servizi venduti via web in Italia era modesto, ora diviene davvero marginale.
C’è, quindi, da chiedersi se sia valsa davvero la pena assumere un’iniziativa marcatamente anti-europea e di dubbia legittimità costituzionale per portare a casa, forse, una manciata di euro in più.
Ma la più importante ragione per la quale quella che il Parlamento si avvia a varare con il voto in aula sarà ricordata come una delle peggiori leggi sul web è un’altra.
La legge, infatti, è interamente costruita su un’idea di web che non esiste se non nella fantasia della mano che ha scritto il disegno di legge: un web nel quale vi sarebbero contenuti accessibili dall’Italia e contenuti inaccessibili dal nostro Paese e si potrebbe assoggettare la circolazione dei primi ad un regime fiscale diverso da quella dei secondi.
Qualcosa del genere – e per ragioni egualmente poco nobili ma, almeno, più rilevanti in quelle subculture politiche – lo hanno, sin qui pensato solo regimi autoritari come quello cinese, spingendosi ad ergere una “grande muraglia digitale” nel fallito tentativo di impedire ai propri cittadini l’accesso a contenuti provenienti dall’estero.
Difficile immaginare come i supporter della nuova spot tax pensino di implementare il rispetto della loro creatura.
Quando un imprenditore italiano comprerà spazi pubblicitari o link sponsorizzati, infatti, dovrà chiedere l’emissione di una fattura con partita Iva italiana per quei contenuti che saranno poi effettivamente “cliccati” dal nostro Paese e fattura senza partita Iva – come avviene oggi – quando i contenuti in questione saranno “cliccati” da un consumatore francese, tedesco o inglese al quale abbia legittimamente scelto di far arrivare il proprio messaggio promozionale.
E’ ovvio, infatti, che per lo stesso principio alla base della spot tax, se un imprenditore italiano vuole far arrivare il suo messaggio in altri Paesi europei, il servizio non potrà essere tassato in Italia.
Tempi duri per i pochi grandi nomi dell’industria italiana: auto, prodotti alimentari, turismo e moda.
Da domani comprare pubblicità online diventerà maledettamente più complicato.
Ci siamo rinchiusi – con le nostre mani – in un guscio nazionale in un sistema sempre più globale.

p.s.
chiaro?

martedì 17 dicembre 2013

Il vero volto dell'europa

Non è piacevole il volto che un pò per volta sta venendo fuori mano a mano che si costruisce l'europa; sta assumendo un che di dittatoriale. Facciamo il punto:
  1. in Spagna; è vietato manifestare contro governo e la sua linea, o meglio c'hanno ragionato su e ora, in un momento di stanca della protesta, stanno correndo ai ripari sia "scegliendosi i giornalisti che possono fargli domande (violando un basilare principio di libertà)" sia vietando manifestazioni, proteste, sit in, vicino o davanti i palazzi del potere; verrà dato un maggior peso alle denunce degli agenti rispetto a quelle dei manifestanti che dovranno dimostrare quanto denunciano e ..... si da spazio alla vigilanza privata, si proprio privata, contractors, che potrà agire anche al di fuori dei palazzi su cui vigila e con gli stessi poteri della polizia pubblica: insomma addio garanzie;
  2. in Grecia; oltre alle varie leggi liberticide e omicide nei confronti di un intero popolo si sta pensando, e varando, delle leggi che vietano la protesta contro leggi d'importazione e/o si è disatteso i regolamenti e i provvedimenti decisi dalla UE e validi all'interno dei paesi aderenti.. una bella frattura nela sovranità nazionale del singolo paese; in particolare in un paese, la Grecia, governato solo formalmente da un governo eletto ma di fatto dalla troika (BCE, FMI, UE) quindi in quel paese chi intende mettere in secondo piano o anche chi solo si interroga sulla bontà delle cure prescritte da Bruxelles viene ... perseguito penalmente; altro bell'esempio di democrazia.
  3. UE; si sta creando una polizia europea svincolata dai singoli paesi che può intervenire senz'alcuna garanzia interna per la difesa del cittadino a ciò si aggiunge anche un altra cosa altrettanto inqueitante (ne parlai in precedenza): la creazione di una NSA europea che, ufficialmente, vigila sul terrorismo europeo, interno o d'importazione, mentre nella realtà sarà autorizzata a spiare i singoli cittadini e anche ad attuare operazione di controinformazione e disinformazione....
... e questo per ora è quello che sta venendo alla luce.
In realtà c'è anche altro ma ancora non ne siamo a conoscenza. Alcuni europarlamentari ne hanno parlato ma nelle singole nazioni sono oscurati. E da noi? Bè oltre al regolamento dell'AGCOM che da l'avvio alla privatizzazione del controllo del mondo digitale: basterà che un qualche ufficio legale di una qualche azienda editoriale o di contenuti, film o musica o altro, ritenga che sia violato un qualche diritto della stessa che i sole 72 ore il soggetto viene processato, condannato e si vede chiuso, parzialmente o completamente, il proprio sito ... non direttamente sia chiaro perchè non potrebbero farlo ma costringono il provider a farlo pena multe da 250 mila euro in su: volete che un qualunque provider non lo faccia? Un modo pulito per ledere i diritti dei songoli colpendo il fornitore e non loro stessi e addio al principio del giudicie naturale come previsto dalla costituzione; in pratica una privatizzazione della rete conseguenza della privatizzazione dell'accesso ... come preconizzato da Rifkin oltre 10 anni fa nel suo saggio "l'era dell'accesso" e nel quale metteva in guardia dal privatizzare la rete infrastrutturale o almeno affiancarvi una pubblica.
Se non bastasse quei geni del PD hanno approvato un emendamento che "partendo dal principio secondo il quale è giusto che per i servizi venduti in Italia, le tasse siano pagate in Italia": giusto in teoria..... ma nella pratica significherà che se volete comprare del vino negli usa, vi dovrete rinunciare perchè prima dovranno essere espletate tutte le procedure per adeguare l'iva da quella americana a quella italiana: alla faccia del libero mercato, vero? Il vero obiettivo però non è il libero commercio ma l'uso dei grandi fornitori di news (google, Yahoo, ecc.) che dovranno pagare le tasse qui e non dove possono scegliere loro, come logico nel libero mercato, una sorta di "WEBTAX" con la conseguenza di una fuga degli stessi e di un oscuramento del nostro paese (in realtà i geniali estensori la dicono diversa perchè sostengono che altri paesi già hanno una siffatta tassazione o hanno raggiunto accordi con singoli fornitori per queste materie... verissimo ma c'è un punto quesi paesi hanno un ceto dirigente non sputtanato e controllato in un certo modo dai cittadini o da movimenti, qui no): la stessa conseguenza che hanno ottenuto paesi come la cina (ma anche iran, corea del nord, russia per alcuni versi, ecc.) senza violare formalmente alcuna legge mentre in realtà se ne violano almeno una ventina, costituzione compresa alla faccia della crisi!!!!!
Infine, Merrill Lynch: questa genzia di rating fa .... politica: in un report ha lanciato l'allarme per la troppa, si troppa, pedissequità delle politiche nazionale del governo italiano delle direttive UE, leggi delle direttive della Germania, si rischia di favorire coloro che sono contrari all'attuale status quo: detto altrimenti se continuate così sia alle prossime elezioni europee che a quelle nazionali, previste fra il 2014 e il 2015, chi ne guadagnerà saranno proprio quei movimenti come la lega e, oops, M5S; si proprio M5S che, al di là del sistema elettorale che si costruirà per danneggiarli, rischiano di .. vincere!!!!!! Quest'agenzia vede questo scenario come il fumo negli occhi e lo teme: se lo temono loro immagino come lo temano gli altri, quelli del ponte di comando della finanza.
Si proprio non mi piace quest'europa: checchè ne dica il Capo dello Stato che, a suo modo, lancia anch'esso un allarme in merito condendolo anche con una, nemmeno molto velata, minaccia di proprie dimissioni se il programma europeo non procede e se quella che definisce come possibile frattura sociale dovesse comportare uno stop nel processo... non male per una figura che dovrebbe essere garfante della carta e non direttamente coinvolto nel gioco democratico, no?
A me tutto ciò non piace..... non promette nulla di buono

lunedì 16 dicembre 2013

No, le elezioni no.....

Parafrasando una pubblicità: datemi tutto ma ... non le elezioni; sembra essere questo il problema per il Capo dello Stato: arriva fino al punto di far intendere (e ci si può scommettere che lo farà) che si dimetterà.
Insomma il massimo artefice delle larghe intese comincia a scalciare perchè ha cominciato a vedere le nubi all'orizzonte..... non gli è bastato il boom M5S, nemmeno il comitato 9/12 e nemmeno l'affermazione netta, alle prossime europee, di una maggioranza anti europa liberista, no non basta per fargli capire che in realtà sta aiutando a costruire un europa coloniale dove ci son paesi come la germania che fanno il bello e il cattivo tempo (l'ultima, pare, sia la richiesta di abolire la difesa del made in italy con annessi marchi, in modo da favorire i propri produttori.. niente male per la fratellanza) e altri, i piigs, che devono abbassare la testa e ... abbozzare, su tutto: dalla propria sovranità al proprio commissariamento; dalla distruzione della propria industria manifatturiera, complici i nostri industriali, al vivacchiare della classe politica che si limita solo a registrare i desiderata europei .... in particolare i desiderata delle istituzioni finanziarie e dei suggerimenti del parlamento tedesco. Insomma siamo colonie? si, io in questa euripa non ci voglio stare: però non sono maggioranza quindi, visti i risultati del governo e visti anche i problemi che discendono dal seguirne i suggerimenti... perchè non fare un bel referendum? Se vince il si alla UE, bene tutti zitti, occhi bassi, e ci si mette sugli attenti.. possiamo anche prevedere la preghierina nattutina a santa merkel; ma se vincesse il no allora si dovrebbe prendere atto che abbiamo sbagliato a:
  1. fidarci di una classe politica inetta e servile;
  2. fidarci della costruenda europa liberista che ci sta affamando;
  3. fidarci dei partiti italioti che ci hanno propinato balle spendendo nostri soldi, non dovendo governare perchè a questo ci pensava la UE, per foraggiare lobby che li sostengono (l'ultima notizia è il condono ai balneari) e fare grandi, inutili, opere;
  4. fidarci dei media che facevano da cassa di risonanza alla politica e chi li controllava e che aveva, ed ha, tutto l'interesse a che nulla cambiasse;
  5. fidarci di noi stessi che li abbiamo votati pur turandoci il naso pensando di guadagnare qualche briciola caduta dalla tavola imbandita;
  6. fidarci di questo sistema che ti fa avere l'impressione che tutto è lì a portata di mano e che ti permette anche di pensare che, se non hai molti scrupoli, ci puoi anche arrivare...... se ti metti in discussione;
  7. fidarci, infine, del mercato.. questo feticcio che secondo la schiera di economisti formatosi con esso e che sono i suoi più strenui difensori e che ogni volta che qualcosa non va ci dicono è il mercato..  e visto che siamo in regime di T.I.N.A. (there is no alternative) quello che il mercato distrugge altrove ricostruisce.. non dicendo però che non c'è riassorbimento del lavoro perso, una piccola dimenticanza, vero?
e con questi chiari di luna il minimo che possiamo fare è levarci dalle spalle questo paeso: che si dimettano, se ne vadano, facciano tutte le riforme che vogliono ma prima o poi la gente si deve svegliare e prima lo fa prima si cambia strada: la guardia è stanca ..... il popolo ancora no

domenica 15 dicembre 2013

Il premio Nobel per l’economia avverte: “Via dall’Euro al più presto”

dal mattinonline; Mondo | 12 dicembre 2013 - 10:24 MS
(come sempre per ogni inizio di settimana di posto un punto di vista... e per non essere monotono oggi prendo altrove una succulenta notizia.)
EURO – Il premio Nobel per l’economia Christopher Pissarides: “L’Euro sta portando alla rovina molte nazioni. Bisogna smantellarlo il più velocemente possibile”.
“Via dall’Euro, al più presto”.
L’avvertimento arriva nientemeno che dal premio Nobel per l’economia Christopher Pissarides. L’economista un tempo era sostenitore della moneta unica ma, viste le conseguenze, ha cambiato decisamente rotta…
L’Euro non sta facendo altro che dividere l’Europa, portando molti paesi alla rovina. Bisogna prendere decisioni drastiche per ridare credibilità al mercato europeo: l’Euro quindi dovrebbe essere smantellato il più velocemente possibile per salvaguardare la crescita e l’occupazione
Ma Pissarides, in una conferenza alla London School of Economics, rincara la dose: “L’Euro ha creato una generazione perduta di disoccupati senza futuro. Questo non è quello che i “padri fondatori” dell’Euro hanno promesso. E’ chiaro che è un sistema fallito e insostenibile”.
p.s.
.. e se lo dice un premio nobel...

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