venerdì 30 giugno 2017

Ordine mondiale

per il weekend un compitino facile facile....farete i complottisti, una volta tanto. sarete in buna compagnia: indovinate un pò chi vi farà compagnia?
Ma il buon vecchio amicone degli amiconi golpisti, sia cileni che argentini, sinceri democratici (come diceva la Thatcher)...
Ladies & Gentlemen
Henry Kissinger
in

ebbene si!!!!
Il Nuovo Ordine Mondiale spiegato da complottista, vero, a noi tutti imberbi dilettanti allo sbaraglio che ne vediamo di complotti ovunque, in una parola, e rispetto a lui, complottisti da strapazzo: il maestro agli allievi.. e lui di complotti se ne intende eccome!!!
Traccia, nel saggio, un percorso che, al di là delle facili battute, ho trovato interessante sia perchè essendo del 'mestiere' sa di cosa parla e sia perchè l'excursus storico che fa, tra l'altro trovo notevole il lavoro dei ricerca fatto, porta il lettore a percorrere la storia dell'Occidente a partire dalla Pace di Vestfalia ad oggi tracciando un percorso che, per gli amanti del genere, risulta essere molto intrigante e spiega come avvengono certi avvenimenti e come si fa a fare le cose che lui stesso ha fatto nel corso della sua attività....
Le cose che troverete scritte, con piglio professorale, le avesse detto chiunque altro sarebbe subito stato bollato a vita: ma volete mettre dette da Belzebù in persona?
Buon complottismo a tutti e .. Il Nuovo Ordine mondiale c'è, lo dice H.K.!!!

giovedì 29 giugno 2017

“Vecchi al lavoro, giovani senza” L’atto d’accusa di Papa Francesco Ma serve crescita o non si cambia (ROBERTO MANIA)

Per il Vaticano “è stolta e miope” la società che tiene padri in fabbrica e figli a casa, un’anomalia causata dal Pil che resta basso.
ROMA – Dice Papa Francesco che «è una società stolta e miope quella che costringe gli anziani a lavorare troppo a lungo e obbliga un’intera generazione di giovani a non lavorare quando dovrebbero farlo per loro e per tutti». È l’anomalia del mercato del lavoro italiano con i giovani disoccupati e gli anziani occupati. Un conflitto generazionale che si trascina ormai da decenni in una cornice fatta di blocco della natalità, allungamento della speranza di vita, frantumazione del mercato del lavoro, innalzamento dell’età pensionabile, rivoluzione tecnologica e politiche di austerity. Ma soprattutto bassissimi tassi di crescita dell’economia, prima, durante e anche dopo la doppia recessione che ci ha colpiti in questo nuovo secolo.

È la questione del lavoro italiana, quella che ha (ri)sollevato il Pontefice. Con un tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) che si aggira permanentemente intorno al 40 per cento, in Europa facciamo meglio solo di Grecia e Spagna, con i paesi del nord (Germania in testa) che registrano tassi di disoccupazione giovanile quasi fisiologici. «Ma non sottovalutiamo il fatto — ricorda Emilio Reyneri, professore emerito di sociologia del lavoro alla Bicocca di Milano — che i giovani italiani entrano più tardi nel mercato del lavoro anche perché più tardi escono dalla scuola».
La crisi, da cui non siamo ancora completamente fuori, non ha fatto altro che accentuare queste tendenze. La perdita occupazione dei giovani nel periodo compreso tra il 2007 (anno dell’inizio della crisi) e il 2014 la percentuale di occupati con età tra i 15 e i 29 anni è scesa tra gli uomini del 12 per cento e tra le donne del 6. Ben diverso lo scenario per i lavoratori maturi. Lo ha descritto sulla voce. info il demografo Gianpiero Dalla Zuanna: «Il tasso di occupazione nella classe 55-74 anni cresce (nello stesso periodo di tempo, ndr) per entrambi i sessi di dieci punti percentuali, superando nel 2016 il 38 per cento fra gli uomini e il 22 per cento tra le donne». Se non ci fosse stata la legge Fornero che per salvare l’Italia dalla bancarotta ha impennato nel 2011 l’età pensionabile, la crescita dell’occupazione matura sarebbe stata più lenta. Solo, dunque, una questione di velocità del fenomeno.
Ma perché le affermazioni del Papa non riescono a tradursi in una ricetta per ribaltare la situazione, per riportare i giovani al lavoro e gli anziani al riposo? «Perché l’Italia non cresce», risponde netto Nicola Rossi, professore di economia politica a Tor Vergata, autore, vent’anni fa, di un pamphlet di successo e provocatorio dal titolo inequivocabile: “Meno ai padri più ai figli”. «La nostro anomalia nasce dal fatto che non cresciamo da oltre venti anni. Questo è il punto. E per questo è dannoso il messaggio del Papa che spinge i giovani a pensare che per ottenere qualcosa è necessario toglierla a qualcun altro. Così abbiamo messo definitivamente una pietra sul mito dell’infallibilità papale».
Insomma non c’è la staffetta, non c’è il ricambio nello stesso posto di lavoro. Perché non c’è uno stock fisso di numero di posti di lavoro. In media su quattro lavoratori che escono per anzianità dal mercato ne entra uno solo. «E poi — aggiunge Vincenzo Galasso che insegna economia alla Bocconi e che con Tito Boeri ha scritto “Contro i giovani” — i posti di lavoro non sono più uguali. Un sessantenne e un giovane hanno conoscenze assai diverse, vale nelle imprese ma anche nei servizi compresi quelli professionali». Ma pure Galasso pensa come Rossi che la vera svolta possa arrivare solo dall’aumento del Pil. «In una battuta: servirebbe un miracolo del Papa per far crescere l’economia dopo che ha benedetto l’Ape, cioè lo strumento che permetterà a chi lo vorrà un’uscita anticipata dal lavoro».
Articolo intero su La Repubblica del 29/06/2017.

mercoledì 28 giugno 2017

Buffett: “problema economia sono le persone come me”

28 giugno 2017, di Mariangela Tessa

WSI
“Il problema dell’economia americana? Sono le persone come me”. Parola di Warren Buffett, CEO di Berkshire Hathaway, che, in un’intervista alla PBS Newshour, punta il dito sul ristretto club dei miliardari di cui lui è “membro onorario” colpevole di aver messo le mani su gran parte della ricchezza in circolazione.
Ricordiamo che, con un patrimonio personale di oltre 75 miliardi di dollari, Buffett è attualmente il secondo uomo al mondo (stime Forbes).
Torniamo all’intervista. Buffett fa notare che, negli ultimi decenni;
“La ricchezza è aumentata ad tassi incredibilmente alti per le persone estremamente ricche. Se ritornate indietro al 1982, quando Forbes ha stilato la prima classifica dei 400 uomini più ricchi, i fortunati avevano un patrimonio complessivo di 93 miliardi di dollari, ora ne possiedono 2,4 trilioni di dollari. Il che vuol dire una media di oltre 25 miliardi a testa”, dice Buffett, aggiungendo che “Stiamo parlando di una ricchezza  sproporzionata”. E che, come ricorda il finanziere, è stata accumulata in parte grazie al rialzo delle Borse, successivo al crollo del 2009.
Del resto, Buffett nota come l’economia americana stia andando bene. E che questo trend di crescita attuale aggiungerà “19.000 dollari in termini di Pil pro-capite in una generazione”.  Nonostante questo,  sono molti gli americani che non sono contenti dello stato delle proprie finanze. E la situazione rischia di restare inalterata se non si corre ai ripari.
Tra le ragioni citate dall’amministratore delegato di Berkshire Hathaway, spicca l’automazione e digitalizzazione della forza lavoro. L’evoluzione dell’economia “non porta benefici al dipendente di un’acciaieria in Ohio”. Questo rappresenta per Buffett un problema di cui si deve prendere coscienza e che deve essere affrontato. In caso contrario, ci si troverà di fronte “a qualcosa che è positivo per una società ma che danneggia terribilmente alcuni individui”.
WSI
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::

martedì 27 giugno 2017

Sotto attacco (suicida)

Cos’è questa?
Insipienza? Miopia? Incapacità di leggere il presente? Cosa..
PD: Renzi sotto attacco
Da chi di grazia?
Dagli elettori di sinistra che hanno abbandonato la ditta?
Dagli elettori di centro destra che dovevamo inseguire per vincere (perché vincere è tutto)?
Proviamo a ribaltare il modo di vedere le cose.
Non è Renzo sotto attacco.
E’ il suo ex elettorato, è il PD, sono i valori della sinistra (le bandiere rosse di cui parlava ieri sera Blob) ad essere sotto attacco.
Poi se uno nemmeno adesso vuole vedere le cose come stanno.
Da unoenessuno.blogspot.it

lunedì 26 giugno 2017

Breve storia delle elezioni

E si finiamo subito il commento sui ballottaggi:
Chi li perde:
  1. Il PD; senza se e senza ma sia dove arrivava avanti che dove rincorreva. E dove vince, Lucca, lo fa per pochissimi voti. Una debacle vera e propria negata dal suo segretario che da un lato dice che non è una sconfitta (porta numeri che se scomposti mettono insieme realtà differenti l'un dall'altra) e dall'altro nega che sia il suo stile a farli perdere.. come a Genova dove il trauma è forte e nessuno a livello locale si sogna di pensare che sia solo un problema locale. Di questi tempi si sa che la non negazione è affermazione assoluta del suo contrario... nnon è un caso che il Segretario non si è fatto vedere in giro altrimenti nemmeno i voti di scuderia avrebbero preso.
  2. La sinistra in generale. Anche qui siamo all'anacronismo perchè divisasi in cespugli e incapace di legarsi dietro un idea da spettacolo di se di come NON si deve vincere e NON si deve combattere non dico per vincere ma per affermarsi... ormai è passata dalla storia al cestino e non ci si rende conto che l'atto finale del riciclo di essa non può che portare i suoi, pochi, voti altrove... dalla lega ai 5 stelle.
Chi vince:
  1. La destra. Berlusconi, da gran furbone qual'è, si è fatto riciclare come alleato e pattista nel futuro governo anti-5 stelle lavandosi in questo modo la coscienza (di questi tempi non vanno molto per il sottile nel PD) e la faccia e ripresentandosi sul palcoscenico come alternativa riuscendo a riprendersi parte dei voti in libera uscita in precedenza verso i 5 Stelle.... è il vero vincitore!!!
  2. La Lega. Già proprio la  Lega; versione 2.0. Stile lepenista che guarda con un occhio a Putin e con l'altro a Trump e.... vince. Senza essa la destra non va da nessuna parte e nememno si fanno i futuri governi!!! Anch'essa ha recuperato voti dai 5 stelle e dal pd ma non ha disdegnato quello operaio... insomma un contenitore nel qale si scaricano le frustrazioni di quella parte d'Italia che è stufa di farsi prendere per i fondelli o degli 80 euri...
Fuori dai giochi:
  1. M5S. A parte Parma, ma non è più parte del moVimento (Pizzarotti visto il buco di bilancio lasciato dai suoi predecessori non se l'è cavata così male.... soprattutto ha vinto stando lontano proprio dai 5 stelle) vince sempre ai ballottaggi.. cui è arrivato. Però l'impressione che da è che la storia d'amore fra 5 stelle e la parte del paese frustrata sia già finita o stia finendo: lasciandosi anche nel peggiore dei modi.... Grillo se n'è accorto e ha già suonato la campanella della fine della pausa pranzo ai suoi e ha già detto che o si fa squadra o si finisce: non potrebbe avere più ragione!!!!
.... insomma siamo alle solite. Gli italiani ondeggiano e a ogni spallata l'edificio s'incrina ma non crolla, purtroppo!!!

domenica 25 giugno 2017

Breve identikit dei signori del mondialismo

di | 25 giugno 2017

Il Fatto Quotidiano

Con un’espressione in bilico tra l’onesto riconoscimento della realtà fattuale e l’arroganza propria del potere, così ebbe modo di affermare nel 2011 uno dei massimi miliardari del pianeta, esponente dell’oligarchia ribelle e globalista, Warren Buffet: “La lotta di classe esiste e la mia classe la sta vincendo”. Si tratta, in effetti, di una chiara e ludica analisi del rapporto di forza quale si è venuto riconfigurando nel tempo della ribellione dell’aristocrazia finanziaria ai danni del Servo (classe media e classe lavoratrice) precarizzato, disarmato, riplebeizzato e privato di ogni rappresentanza.
La nuova classe dominante è composta da una masnada di miliardari ultraliberali, petrolieri plutocratici, banchieri apolidi, finanzieri delocalizzati e signori indicussi dell’investment banking e dell’attività di lobbying: tra i quali si possono ricordare Rockefeller, Rupert Murdoch, JP Morgan, Rothschild e la Open Society Foundation del banchiere filantropo George Soros, generoso promotore di molteplici rivoluzioni colorate neo-coloniali made in Usa.
La Open Society Fundation, in particolare, figura come una rete di fondazioni “senza scopo di lucro” (in cui, cioè, Soros stesso può agevolmente investire parte dei suoi profitti sottraendoli al prelievo fiscale). Fu fondata nel 1976, con il dichiarato scopo di “favorire la transizione alla democrazia” dei paesi dell’ex Patto di Varsavia, ossia per combattere il comunismo storico novecentesco come potenza frenante il dilagare del capitalismo americano-centrico: dopo il 1989, il suo scopo resta coerentemente la lotta contro ogni forza reale e simbolica in grado di contrastare l’avanzata mondiale del capitale finanziario (Stati sovrani, eticità, religioni della trascendenza).
Il progetto del gruppo neo-oligarchico mondialista sta nel mantenimento, nella difesa e nell’incremento del proprio interesse privato individuale e, dunque, nell’intensificazione dello sfruttamento e della pauperizzazione delle masse neoschiavili e nell’estensione infinita dei princìpi della crematistica del capitale: perché lo sfruttamento delle masse proletarie e borghesi confluite nella nuova plebe post-proletaria e post-borghese possa avvenire in forma compiuta, esso deve farsi planetario. Deve, cioè, superare ogni confine e trasformare il mondo intero in un immenso “sistema dei bisogni” senza eticità e, dunque, senza più le fonti dell’etica comunitaria, dalla famiglia come sua cellula originaria fondata sull’immediatezza del sentimento allo Stato come completamento supremo dell’eticità regolante l’economia.
 
di | 25 giugno 2017

test velocità

Test ADSL Con il nostro tool potrete misurare subito e gratuitamente la velocità del vostro collegamento internet e ADSL. (c) speedtest-italy.com - Test ADSL

Il Bloggatore