sabato 16 maggio 2009

velocità, società, politica, uomini, macchine. Dalla in nuvolari e Reggio in Koyaanisqatsi

E' una canzone su Nuvolari, quella di Lucio Dalla, ma a volerla leggere in un'altro modo è un'inno alla velocità e agli anni folli che stiamo vivendo dove gli uomini hanno inventato le macchine per sollevarli da lavori duri e ne sono rimasti schiavi in nome del profitto, dell'arricchimento, del benessere di pochi a scapito di molti. Veoce sempre più veloce è il ritmo. L'uomo può reggerlo, senza dare segnali di follia e alienazione singola e collettiva, e può reggerne l'anomia? E' in grado di staccare la spina e fermarsi a guardare le stelle? Oppure la spina, nell'era tecnologica e digitale, viene staccata all'essere umano che da senziente diventa ausilio alla macchina che compie il lavoro più celermente e meglio? L'industrialismo (basato sul taylorismo che tanto piace ai leninisti bolscevichi e non solo a loro ma anche ai loro nipotini "degeneri o meno") e l'era digitale che cosa sono se non quello che preventivano chi fin dall'inizio ne intravedeva effetti, distorsioni e impazzimento del rapporto fra produttore e prodotto? Provate a sentire la canzone di Dalla e poi associatela e al filmato (che è un frammento di un film che si chiama Koyaanisqatsi (la parola proviene dalla lingua Hopi che è una tribà nativa americana) che fa parte di una trilogia che è un vero affresco sulla società moderna di G. Reggio alla fine del post, dove tutto è accelerato e poco spazio rimane per "chi" ha creato tutto ciò: un'ingranaggio che una volta messo in moto non ha bisogno del creatore, anzi lo stritola e lo riduce a parte dello stesso meccanismo. Osservateli e riflettete.

venerdì 15 maggio 2009

La delusione da Obama è cocente

Questo blog, come pochissimi altri, non ha mai creduto alla novità di Obama. Si è un democratico; è uno che viene dalla povertà; si è fatto da solo; ecc. ma il problema è sempre lo stesso: arrivati lì ci si dimentica della provenienza e si continua sulla via opposta a quella promessa. Cosa è accaduto? I Tribunali speciali creati da Bush in nome della folle, si fa per dire dato che in realtà aveva scopi ben precisi e delineati che poco avevano a che fare con la libertà e la democrazia e molto con i soldi e il mito (rivelatosi fasullo come fasullo è il liberismo) del secolo americano, guerra al terrorismo non saranno eliminati ma semplicemente con regole diverse: un'altra promessa mancata. Ma allora c'è qualcuno ancora che crede che "questo" Presidente sia diverso dai precedenti o non sia uno della serie che usa la vaselina al posto del nulla bushiano? Si ha lanciato il sogno verde di una ristrutturazione "ecologica" della economia ed ha anche cercato di salvare le industrie, ormai decotte, dell'auto; ma poi? Le critiche che sta sommando dall'ala radical e libertaria del partito democratico e quelle che vengono da chi l'ha cvotato stanno cancellando quell'alone di novità e di "giro di boa" che tutti, anche i fortemente ciritci, auspicavano: invece no un pò alla volta, di fronte alle scelte, sta continuando nel solco dei predecessori laddove ci sono decisioni importanti da prendere; insomma il Nostro, come è accaduto anche in Italia con il PD, le spara grosse poi riduce il tutto a disegni leggendari e poc'altro, ma il nocciolo rimane sempre lo stesso ed è quello del solco liberista che non mette in discussione nulla del sistema che è entrato in crisi profonda anzi usa lo Stato come un bancomat per salvarlo. Svegliatevi anche da noi è così: tutto uguale manca solo la faccia "carina" per venderla a chi ci vuol credere a tutti i costi..... per ora.Gore Vidal qualche anno fa scrisse: la differenza fra Repubblicani e democratici non è lo scontro fra destra e sinistra ma fra destra economica e destra demagogica.... e da noi qual'è la differenza?

giovedì 14 maggio 2009

Fiat: chi paga realmente la campagna acquisti?

La Fiat, grazie alla cura Marchionne, s'ingrandisce e diventa il terzo gruppo europeo e addirittura va in controtendenza rispetto alle vendite delle concorrenti (4.3%) e si evidenzia la, indubbia, competenza nel guardare oltre il proprio naso (tipico dei liberisti e dei capitalisti di rapina) e investire quando il mercato è in fallimento (Opel, Chrysler, e chissà cos'altro) per ingrandire una società data per decotta appena qualche anno fa. E' un'esempio di come si fa shopping in base a regole del capitalismo (quello vero, quello che si basa sul liberalismo alla adam smith e della scuola classica, marx incluso) così come vengono studiate nelle facoltà di economia e commercio. Si dirà: ma come li elogi? Elogi gli Agnelli che hanno sempre badato al loro interessi di famiglia e investito laddove guadagnavano di più? No, naturalmente, perchè questo ingrandimento è la fine di un lungo processo decennale durante il quale il gruppo ha potuto contare sul sostegno, nascosto o meno, dello Stato durante le ristrutturazioni cui è stata sottoposta (altro che mercato) per tappare i buchi della finanza facile degli anni reaganiani in salsa italiana. E quando è esplosa questa crisi, provocata dalle banche che finora non ne hanno pagato lo scotto grazie agli interventi degli Stati, si è subito capito che pochi ne sarebbero sopravvissuti e Marchionne questo l'ha capito: o si muore o si investe. E c'ha provato riuscendoci, ma come? E' semplice con l'aiuto dello Stato americano in primis e con una decisione di dover tagliare alcuni stabilimenti: il problema è dove. La risposta è semplice: a rischio sono Termini Imerese e Pomigliano d'Arco che significa migliaia di posti di lavoro eliminati e non nella zona ricca del paese (dove almeno in teoria ci sono altre opportunità, teoricamente parlando sempre) ma nel Sud italia dove certo non sono rose, per usare un'eufemismo, e dove lo Stato è presente con poche figure e niente investimenti, dove la camorra è il vero Stato, e dove se perdi il lavoro hai solo il baratro del lavoro nero e quel poco che rappresenta la cassa integrazione. Ecco la prospettiva che manca: i lavoratori, che fine fanno? E il sud? scivolerà sempre più verso il terzo mondo? Si ritrasformerà in quel mercato coloniale, o paracoloniale, che era alla fine del 1800? E le braccia di lavoro "liberate"? Che fanno? Emigrano? Al Nord? All'estero? E se gli altri paesi alzano le barriere sull'emigrazione italiana (aprendo magari tante Ellis Island o, per capirci, tante Lampedusa dove segregano gli italiani immigrati)? Eccolo il lato buio dell'operazione e le possibili, in qualche caso futuribili, implicazioni della tanto decantata "campagna acquisti" in giro per il mondo e della grande nostra italianità di cui andare orgogliosi! Chi ha pagato, come sempre, il prezzo di tutto ciò? Noi e stavolta in vario modo: in primis atraverso le continue Casse integrazioni, poi lo Stato (italiano e americano e forse quello tedesco); i lavoratori che saranno verosimilmente o "esternalizzati" o mandati in mobilità (con tante scusa) o licenziati; i piccoli risparmiatori che sono stati, ancora una volta tosati ben bene (il parco buoi); chi ci ha guadagnato? Gli Agnelli, le banche loro alleati (merryl lynch cosa ricorda questo nome, per caso titoli intossicati?), le loro finanze, il salotto buono. Un'altra storia italiana? Mi sa proprio di si. Sembra proprio che dopo Alfa Romeo, Olvetti, Maserati, Alitalia, Raiset ecc. dalla storia proprio non si voglia imparare..........

mercoledì 13 maggio 2009

Censura in Italia? Che scoperta.

In rete si parla moltissimo della censura imposta, a detta della giornalista, dalla tv pubblica a Beatrice Borromeo, e a Vauro, nella puntata dell'era glaciale. Non capisco di cosa si meraviglia la Borromeo: qualcuno pensa che in Italia ci sia libertà di stampa, per caso? Le classifica internazionali sulla libertà di stampa parlano chiaro non ci siamo nel novero dei paesi virtuosi: sia perchè i grandi gruppi editoriali sono nelle mani del cosiddetto "salotto buono" italiano sia perchè "donando" lo Stato i soldi può determinare dalla sera alla mattina la chiusura di un giornale perchè ritenuto non "favorevole al mainstream (di cui fanno parte anche i giornali della cosiddetta sinistra)": cosa è il mainstream mediatico così ben definita dalla comunicazione politica quando parla di mezzi di comunicazione di massa? Controllarli significa controllare il flusso delle news all'interno del mercato e orientare i cittadini: che poi ci siano conseguenze anche a livello di adesione elettorale è da dimostrare però sospetti ci sono. Siamo un paese a democrazia limitata fin dal 1945 e ora se ne vedono gli effetti ma le radici sono lontane, molto lontane e la censura c'è sempre stata: dettata da molte esigenze naturalmente ma c'è sempre stata e la peggiore è quella autoimposta dagli operatori che o perchè tengono famiglia o per adesione al sistema (opportunistica o ideale) chi ne paga le conseguenze sono i cittadini che parlano di qualcosa "solo" se lo "dice la tv"; ciò significa che siamo completamente dipendenti dalla cosiddetta agenda creata dai media controllati, a loro volta, da chi le leve del potere ce le ha in mano in un circuito vizioso che si autoriproduce all'infinito. Ora c'è la rete: la sua vastità fa paura e ogni singolo Stato si sta organizzando in materia per limitarla (non che non ci vogliano limitazioni per contrastare il crimine che la usa a mani basse); da noi hanno fatto un passo avanti: hanno introdotto il principio attraverso il quale i new media siano equiparabili ai rtadizionali e quindi ad esempio un blogger come il sottoscritto, quando il potere lo deciderà, sarà alla stessa stregua di un clandestino se non sottostà all'imperio delle loro leggi tese soprattutto a difenderli da quella che loro chiamano "anarchia" della rete; confondendo, volutamente, la libera espressione con gli aspetti estremi che nella rete pur ci sono.
Giudicate voi stessi.
Ora, fatta la dovuta tara, le cose dette sono gravissime e mostrano in piccolo quale pericolo corre uno dei pilastri della moderna società demcoratica occidentale: la libertà di manifestazione del pensiero. L'Italia, come negli USA degli anni bushiani, sta sperimentando la conclusione di un processo antico che porta al completo controllo dei mezzi attraverso i quali i cittadini conoscono la realtà che li circonda (sia che fosse interna che internazionale non conta) e se ne sorgono di nuovi, la rete di bog e chat ad esempio, prima o poi anch'essi vi vengono assoggettati: non conta quanto tempo ci mettano e quanto dolce sia il modo ma ci arrivano perchè il potere, quello vero, non può ammettere zone franche e libere, ne va del suo mantenimento: per se riserva intera trasmissioni senza quel contraddittorio che invoca a gran voce quando ci sono altre persone fuori dal coro che lo fanno.........

martedì 12 maggio 2009

Mai stato hitleriano.



Da quando è diventato Pontefice l'attuale Papa è sempre stato sfiorato da sospetti, non chiariti completamente, di adesione in gioventù al nazionalsocialismo; nel libro "Il Sale della Terra", una raccolta di riflessioni religiose e autobiografiche del 1996, basato su interviste con il giornalista tedesco Peter Seewald, l'allora cardinale Joseph Ratzinger ha detto però di essere stato automaticamente arruolato nella gioventù di Hitler, ora invece viene nettamente smentito: qualcosa non torna. La cosa è rispuntata, ancora una volta, nel corso del viaggio in Israele dov'era attesa una sua presa di posizione netta e chiara rispetto all'Olocausto e alla Shoah: c'è stata o non c'è stata? A mio parere non è stato netto ma ha detto quello che ci si aspettava dicesse. E allora perchè ritirar fuori la storia del nazionalsocialismo? E proprio nella terra che ha visto i suoi figli, allora nella diaspora, "gasati" e fatti diventare "fumo" nella indifferenza generale del popolo tedesco che o non sapeva o faceva finta di non sapere? Oggi il Portavoce ha smentito nettamente la cosa: ma dubbi rimangono se in rete continuano a girare imamgini inequivocabili a meno che non siano fotomontaggi naturalmente. Io non sto a giudicare: non compete a me ma a coloro che credono trarre le conclusioni. Dico solo che da laico mi sento meno rassicurato dalle smentite nette che dalle ammissioni di "errori" di gioventù, soprattutto quando altri preti, in ogni paese sottoposto a dittatura, hanno pagato con la vita il loro credo perchè hanno aiutato gli ebrei a fuggire dall'orrore.



è lui o non è lui?

lunedì 11 maggio 2009

la fortezza italia: per i clandestini o per chi ci vive?

Sembra un film, e di quelli di bassa qualità per giunta, ma non lo è. E non riguarda nemmeno un paese lontano, ma noi. Il cosiddetto decreto sicurezza sta sortendo gli effetti sperati: l'Italia sta diventando una fortezza (nonostante tutti si siano espressi in senso contrario a partire proprio dalla gerarchia cattolica). Non che i clandestini non arrivino (perchè arrivano comunque ed in tutti i modi possibili, dal permesso turistico a quello per motivi di studio passando per tutto quello che l'immaginazione può pensare e creare) anzi è probabile che il numero totale non diminuisca (cambierà solo la percentuale che, come sempre, potrà essere interpretata in modi diversi) e gli arrivi non si fermano né si fermeranno. L'unica obiettivo raggiunto sarà quello di aver tranquillizzato i benpensanti e i "moderati" del paese e poter dire: avete visto noi siamo quelli del fare, e giù con la cronaca tv e giornalistica che fa vedere che i clandestini (non immigranti, ma clandestini) arrivano in Libia. Non contano nè le vicende che li portano a scappare dalla patria, nè il fatto che ci siano donne incinte e bambini. Se davvero l'obiettivo fosse colpire la criminalità che c'è dietroil traffico di esseri umani i mezzi non mancherebbero ma non farebbe notizia e nè darebbe visibilità e, soprattutto, voti: molto meglio sbattere il mostro "clandestino" in prima pagina (di riserva ci sono sempre gli statali...) e far vedere che si fa qualcosa e si ottengono risultati. Sconfiggere la criminalità, clandestina o meno, è invece un'altra cosa nel nostro paese. Un pò perchè con il potere raggiunto dalle cosche "nostrane" è dura solo pensare di fare qualcosa (chi l'ha fatto è volato per aria naturalmente, dopo che era stato abbandonato da tutti quelli che contano, o è stato "colpito" e "depotenziato") dato che, oltre al non trascurabile particolare che spostano decine di migliaia di voti, spostano soldi che non sono più nascosti su chissà quale montagna ma si trovano nelle piazze finanziarie primarie del paese (e magari anche in titoli di Stato): stessa cosa dicasi, o meglio si può ipotizzare di dire, per quelle straniere che stanno colonizzandoci (per ora in franchising dalle nostrane). Di fronte ad un mostro del genere che si fa? Uno Stato di diritto si periterebbe di distruggerlo partendo dalla radice noi, bè, l'abbiamo sotto gli occhi da sempre non devo dirlo io: la nostra classe dirigente è sempre stata da diporto (salvo nobili eccezioni) meglio prendersela con i pesci piccoli o piccolissimi (e accontentare con cose di facciata i suindicati nostri concittadini) che intraprendere azioni radicali di cui non si saprà mai l'esito finale e non portano voti nè altro. Nel precedente post parlavo di un muro: eccolo il muro da abbattere.

domenica 10 maggio 2009

il muro intorno a noi

C'è un muro che ci rende prigionieri. Un muro che non è fatto per tenere noi dentro ma la realtà fuori. Se conoscessimo la realtà forse agiremmo diversamente? E' probabile. E se sapessimo, lo abbatteremmo? Ne dubito. ci sono nostri simili che stanno bene così e sono parte integrante e quindi avrebbero difficoltà fuori in mare aperto preferendo veleggiare in sicurezza: una sicurezza fasulla, irreale. E sono la maggioranza, purtroppo. Il sistema non teme chi lo abbandona ma chi rimane e sveglia gli altri perchè più aumentano gli abbandoni e più esso stringe le fila contando su tutto un'armamentario provato per anni e quindi collaudato. E se proprio non dovesse funzionare c'è sempre la paura: istinto primordiale che scatena nell'essere umano istinti egoistici e asociali. Una volta innescata non conta che tutti la provino, basta che una parte ne sia preda poi la legge del branco fa il resto. Ecco quello che accade oggi in occidente e in particolare in Italia..... C'è possibilità di uscirne? Si, naturalmente, solo al prezzo di mille fatiche di sisifo......

festa della mamma


AUGURI A TUTTE LE MAMME!!



PER TUTTE VOI!


per "tutte" le mamme .....


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