sabato 8 maggio 2010

GB: come non si vince.... governando

Personalmente non amo il sistema maggioritario pur inglese: è brutale. Però proprio ieri ha dimostrato i suoi limiti dato che nessuno ha vinto e, orrore, dovrà nascere una coalizione fra partiti. Ma perché l'Inghilterra ci può interessare? Perché lì è riuscvito quello che qui è solo un miraggio: un mix di governabilità e partecipazione in una società liberista. Lì liberisti lo sono davvero e hanno però avuto il buonsenso di non gettaer alle ortiche il rapporto con i cittadini che è importantissimo in una società di quel tipo dato che, grazie alla Thatcher (osannata ma che io metterei nel buco nero del capitalismo e non solo perchè a sua volta definiva amico Pinochet), il rischio di frattura c'é. Sia chiaro non ne canto le lodi: da quando hanno "modernizzato" il disagio e la criminalità giovanile sono andati alle stelle così come la dispoccupazione mentre la cancellazione del mitico welfare inglese ha provocato guasti sociali enormi. Sia anche chiaro che inglesi hanno sempre avuto la lungimiranza di guardare avanti e mai indierto e hanno imparato in fretta, rispetto a noi che abbiamo bisogno del papi, a gestire il quotidiano e quindi ora non stanno peggio perchè sono sempre stati un popolo, diviso in nazioni come noi, che sanno fare squadra e rimboccarsi le maniche però l'impressione di decadenza non l'hanno saputa smentire e da quasto punto di vista non sono dissimili dagli altri occidentali, però hanno schiena dritta e se c'è un popolo che ha ottime probabilità di uscire dalla crisi sono proprio loro, nonostante tutto. Da noi un governo di coalizione è la quotidianità da loro è un problema ma credo che non ci sarà minore stabilità perchè lì i politici non si parlano addosso e sono costretti al quotidiano contatto con gli elettori del loro seggio quindi i mali che affliggono noi italiani lì sono solo un miraggio: non per niente solo la più antica liberaldemocrazia dell'occidente! Avremmo molto da imparare da loro se avessimo l'umiltà di buttare a mare i retorici politici nostrani.

venerdì 7 maggio 2010

.. e mentre Atene brucia .....

... e mentre Atene brucia il consesso degli Stati che fa? I conti naturalmente; ossia calcola quanto guadagnerà (perchè i soldi che danno alla Grecia non sono proprio un aiuto ma quanto le banche internazionali avevano prestato più interessi e altro che dovranno essere restituiti a spese dei greci) e quanto rischierà di essere coinvolto nello tsunami greco (perchè il rischio c'è naturalmente dato che l'economia liberista è strettamente intrecciata e quindi se crolla un muro l'intero edificio diventa instabile) che è la dimostrazione lampante di quanto poco contino oggi i cittadini e di quanto contino, moltissimo, i soldi oggi. Non bastano le proteste e gli scontri (sia chiaro sono contro la violenza e sono addolorato per la morte dei tre bancari) è evidente: ma se alla gente togli tutto per fare bella figura con le altre élite, cosa possono fare i cittadini se non protestare? Cos'altro gli rimane? Avete fatto caso ai commenti dei politici? Indifferenti e altezzosi quando si pensava che fosse "solo" un problema greco e preoccupati seriamente quando hanno capito che poteva toccare anche a loro: e non solo a Portogallo e Spagna ma Inghilterra e, addirittura, Francia e Germania se non stavano attenti; perchè la speculazione non guarda in faccia a nessuno sia che sia ricco o che sia povero e se c'è da guadagnare nessuno scrupolo e si scommette sul default dell'economia. Cosa si poteva fare? Ritrovare lo spirito originario dell'idea europea: popoli che si uniscono perchè hanno una storia comune, e invece ognuno per se come da precetti liberisti dove non esistono comunità (pericolose per il mercato) ma individui e corporazioni, null'altro è ammesso perchè gli individui per essere parte del mercato non possono essere altro che da soli sennò come fanno a truffarli? E in Italia? LA nostra fortuna é che non abbiamo un debito estero esteso sennò non eravamo differenti dagli altri però non è detto naturalmente perchè la nostra arretratezza si ci può salvare ora ma in futuro quando gli altri ossi saranno ben bene spolpati secondo voi da chi verranno a mangiare se non da noi? Abbiamo un ceto dirigente all'altezza? Non credo dato che da anni vivacchiano sugli allori passati e ora sono tesi solo al proprio di interesse, di conseguenza al primo stormir di fronde, e prima di rimetterci di tasca propria, potete scommetterci che saremo noi, comuni mortali, a mettere mano al portafoglio, benché vuoto fin da ora, per porre riparo. E' fallito l'euro e fallirà l'idea di europa liberale: e ancora una volta si dimostra comeil liberalismo non può essere un ideale di massa perchè è incapace di dare risposte ad essa: solo se riusciremo a riappropriarci della democrazia potremo sperare di cambiare strada e destino di tutti.

mercoledì 5 maggio 2010

Fischi al Congresso CGIL

Toh chi si rivede, la CGIL (il maggior sindacato italiano, incluso i pensionati)... quelli che tutti definiscono "il" sindacato oggi era a congresso. E, dopo decenni, cosa accade? Fischi, la più antica forma di contestazione democratica: la più primitiva ma efficace. All'indirizzo del Governo poteva essere anche comprensibile perché, almeno in teoria, sono di parte opposta, ma alle consorelle CISL e UIL (per non dire alla UGL)? Consorelle in tutto (consigli di amministrazione di varie coop in comune così come degli enti previdenziali per non dire della influenza enorme che esse avevano sui governi del cosiddetto centrosinistra fin dagli anni 90 dei quali hanno condiviso tutto anche le fregature che hanno fatto ingoiare alla parte sana e operosa del paese e, per intendersi fino in fondo, quella che paga tutte le tasse e che ha creduto alle storielle che gli hanno raccontato mentre tutto finiva nelle mani di pochi ricchi e magari anche evasori) fino all'avvento del Berlusconi ter quando quello che tutti sospettavano è accaduto realmente: CISL e UGL hanno fatto una scelta di campo firmando a scatola chiusa tutto quello che il Governo gli vendeva come riforme (si sa che queste due organizzazione hanno sempre tifato per la maggioranza del momento) senza battere ciglio. E il calo degli iscritti che queste due hanno avuto ne é il risultato; c'é stato anche quello della CGIL ma ha un altro significato dato che quest'ultima, per pura scelta politica liberista, ha abbracciato anch'esso le riforme: concertazione in testa che ha creato danni e portato nelle braccia della Lega un intero settore della società quella che una volta era lo zoccolo duro del PCI. Ora dopo anni di rospi ingoiati a forza e dopo anni di perdita di potere di acquisto e di posti di lavoro (e solo dopo che questa maggioranza sta distruggendo gli ultimi lembi del welfare italiano completando un processo che proprio la sinistra, si fa per dire sinistra, ha iniziato) reali creando sacche di disperazione e di sottoproletariato di cui beneficiano gli speculatori. Ora vistasi attaccata sul vivo dei propri interessi questa corporazione di potere reagisce a modo suo ma si trova isolata: sia dai lavoratori dai quali è lontana e vista come parte dell'apparato sia dal partito di riferimento, il PD, che spesso non ne sostiene le, pochissime, battaglie. E' tardi per rifarsi la verginità ed é tardi per ricostruire il legame: tutto quello che può fare è giocare una partita che sa di perdere, un pò poco...... nonostante tutto è tutto quello che rimane della sinistra e se vogliamo costruire un diverso modello sociale é proprio da questa CGIL che dobbiamo ricominciare, purtroppo....... e naturalmente che ci piaccia o meno, e a me non piace, è da questo leviatano liberista che dobbiamo aspettarci "novità" per il futuro: poi si faranno i conti.

Draquila: una storia italiana?

Non ho, ancora, visto il film documento della Guzzanti ma il fatto stesso che faccia già parlare di sé è sintomatico del bailamme che abbiamo visto in Abruzzo; non sappiamo se quello che sostiene é retorico o esagerato o puramente satirico però qualcosa di vero c'é: le stesse reazioni lo provano, in particolare lo fa sembrare chi sostiene che il paese ci farà una brutta figura. Perché? Come mai? Cosa c'é che non va? Mai terremoto è stato mai più coperto dai media e mai nessun evento è stato oggetto di controversie come il terremoto abruzzese: addirittura è stato causa di polemiche nel tg1 con accuse e controaccuse fra direttore e giornalista la quale assalita dalle critiche dei cittadini dice che è d'accordo con loro tirandosi addosso le ire del suo capo che invece, come da ordine di scuderia, mirava a rappresentare una situazione idilliaca del paese e in quel caso del terremoto. Non sto a rifare la storia del terremoto e delle polemiche e delle, mancate in parte, promesse fatte nei giorni successivi (ricordate che i potenti della terra che vennero in pellegrinaggio e decisero di sponsorizzare alcune opere? Bene quasi nessuno si è poi fatto vivo) asrebbe inutile, e retorico, però ripeto lo stesso allarme per l'uscita del film della Guzzanti è chiarificatore del timore che tutti noi ci svegliamo dal sogno mediatico nel quale siamo immersi (mi ricorda un romanzo che lessi anni fa di fantascienza che disegnava una società tutta collegata in rete e che viveva come in sogno mentre i pochi "svegli" li sfruttavano biecamente..... nessuna analogia?). La Guzzanti, a modo suo, dice la sua e lo fa alla maniera di Moore con un film documentario che pone domande che tutti dovremmo porci nel momento stesso in cui ci dicono che tutto va bene in un momento tragico del paese. Ricordate? Bene, la Guzzanti da la sua interpretazione e che piaccia o meno ci dà lo spaccato del paese che lo stesso paese, nella sua parte perbenista, non vuole né vedere e né sentire: andiamolo a vedere!!

lunedì 3 maggio 2010

Fascisti su marte? No in Italia .....

“Gli italiani sono dei fascisti inconsapevoli o fascisticamente tracotanti. Altro che popolo sovrano”. Uno degli ultimi grandi vecchi del giornalismo italiano, Giorgio Bocca, è così che ci cataloga: naturalmente si parla per linee generali. Da cosa proviene tanta sicurezza in un giudizio così tranchant? Dall'osservazione pluridecennale del nostro essere cittadini di un paese chiamato Italia e non solo perché non c'é solo il denunciare i "vizietti" italici ma anche un male oscuro che ci pervade: male oscuro che ha radici antiche, anzi antichissime, e si fonda sulla nostra convinzione di essere "unici" nel fregare e nel trovare le scorciatoie di fronte a problemi che altrimenti richiederebbero un raziocinante ragionamento, cosa questa che evidentemente ci fa fatica fare. Nulla di nuovo? No a mio parere perché noi, d'altronde come gli americani cui copiamo molte cose ma non tutte positive, non abbiamo mai maturato una coscienza unica e unificante: anzi al contrario abbiamo sempre dato la prevalenza a chi pensava e decideva per noi fino al punto da essere dagli stessi disprezzati (mussolini, per fare un esempio, diceva che governarci non era difficile ma inutile....) proprio per le stesse caratteristiche che ne avevano determinato le fortune: basti pensare che il 7/9/1943 ad essere fascisti lo eravamo tutti mentre il 9/9/1943 a cercarne uno, di fascisti, ci voleva un annuncio sui giornali di annunci personali!! Naturalmente nel proprio intimo non era così tant'é che di fascisti "veri" a giro ce n'erano e ce ne sono tanti ma il male oscuro di cui sopra permane e basta farsi un giretto per uffici e strade per rendersene conto di quanto, oggi soprattutto che sono caduti tanti veli e ipocrisie anche ideologici, Bocca abbia ragione e centrato l'obiettivo. Magari c'é anche un certo gusto provocatorio e magari c'é anche la disillusione di chi ha combattuto per creare un futuro migliore per poi vederselo scippare e trasmutare in "altro (altro che oggi abbiamo sotto gli occhi e che disperatamente cerchiamo di non vedere .... basti pensare a come ci siamo abbarbicati oggi al regime della cosiddetta Seconda Repubblica e alla sua classe dirigente)" che è, ed era, esattamente l'opposto di quanto forse propugnava; ci sta tutto e il suo contrario però se ci facciamo un piccolo (non richiede un grande sforzo di attenzione e di concentrazione) esame di coscienza non possiamo concordare con lui........

domenica 2 maggio 2010

Grecia: pagano i soliti noti....

Arrivano arrivano cantava E. Bennato qualche anno fa; infatti arrivano i soldi degli "aiuti" dal mondo alla Grecia: sono soldi avvelenati però perchè dovranno essere restituiti con interesse salatissimi (come avviene già da anni nel terzo mondo dove "aiutano" da decenni ma in realtà mirano a tenerli appena sopra a livello della fame e corrompono le locali classi dirigenti chiedendo in cambio privatizzioni di tutto e su tutto) e da soli dureranno generazioni e generazioni; e prima che si possa ripagare il capitale ne passeranno di secoli e quindi si taglia e ritaglia tutto: tutto tranne che ai privati che rimarranno intonsi secondo quanto ha dichiarato il Governo "di sinistra". Che significa?E' semplice: lo Stato, attraverso riduzioni di pensioni, sanità, scuola, stipendi, ecc. rinuncia a tutto e lascia tutto in mano ai privati, interni ed esterni, autoescludendosi dai servizi (essenziali o meno non conta) forniti prima; una ricetta classica per un fenomeno, la specualzione, che richiederebbe innanzitutto una indagine penale per capire chi ha fatto l'attacco. Cosa provocherà?E' altrettanto semplice: la stagnazione. Non ci saranno soldi e la gente non comprerà e di conseguenza non crescerà il PIL né gli introiti e di conseguenza il debito pubblico aumenterà in proporzione; meno tasse riscosse e meno soldi per ripagare il debito contratto: una vita infinita che s'innesca e non si ferma. C'é una alternativa?Certo che c'é. Si perseguono i responsabili; si fa una bella caccia all'evasore e alla corruzione; si mantiene il livello attuale di tassazione, redditi, pensioni facendo pesare sui privati, e sui ceti più ricchi, il carico fiscale; si investe nell'economia scommettendo sul futuro favorendo l'iniziativa individuale e il turismo. una ricetta alternativa? No, un altra ricetta classica che va sotto il nome di "new deal" e che ha funzionato perché prevedeva che lo Stato, che dopo la crisi del 29 era praticamente fallito, investisse creando direttamente lavoro: se funzionò per gli USA mi chiedo perchè non debba funzionare per la Grecia? Diceva un "presunto" economista in una trasmissione televisiva che i diritti costano e se i mercati si inkazzano anche il nostro paese rischia di fare la stessa fine.... io mi chiedo invece ma costui cosa insegna ai suoi allievi? Di costruire il futuro con le proprie mani o di aspettare che i mercati (legasi speculatori, avventurieri, e quant'altro il liberismo ha creato) diano il permesso anche di respirare (perchè rimane questo dato che tutto il resto è già nelle loro mani)?

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