venerdì 4 aprile 2008

A 40 anni dalla morte di M. L. King

Lui 40 anni fa aveva un sogno: quello di vedere uomini uguali al di là del colore della pelle. In un paese solo formalmente liberale (la carta costituzionale americana è un tipico esempio di liberalismo ma non di democraticismo) ma nei fatti autoritario dove una elitè di professionisti, espressione di quell'aristocrazia liberale che coopta nche quelli che riescono a sopravvivere alla lotta per emergere, della politica governa il paese insieme alle corporation: lui aveva un sogno; e noi? Chi di noi non aveva sogni quando in questo paese si poteva ancora sognare che qualcosa potesse cambiare e che si potesse contribuire nel proprio piccolo a mutare anche una virgola per il futuro dei propri figli. Invece, come negli USA, il sogno si è infranto e la partitocrazia, con tutti gli annessi e connessi economici e politici, ha ripreso il controllo della società restringendo, se possibile, anche di più quegli spazi di libertà che le persone si erano costruite nel corso degli anni. Lui 40 anni fa aveva il sogno che potesse nascere una società giusta ed avanzata mentre allora la realtà era di segregazione; noi oggi nel mondo occidentale abbiamo ripreso la politica imperiale e di rpedazione delle risorse altrui, anzi abbiamo fatto di più: ora deprediamo all'interno stesso dei paesi occidentali creando un sistema nel quale per mantenere la crescita è necessario restringere il numero di chi partecipa alla festicciola e in casi di problemi si inventa lo Stato-bancomat e, per giunta in base ai compiti che il liberismo gli conferisce, repressore di quelle libertà che solo chi se le può permettere economicamente può avere. E mentre diminuisce la quantità di cibo a disposizione dei paesi poveri (è di oggi la notizia che in paesi come l'Egitto scarseggia il pane e che in Asia il riso comincia a mancare, una speculazione per rialzare i prezzi o sono troppo cattivo?) il nord del mondo o almeno la parte ricca di esso continua la propria vita fatta di superfluo, expò e altre amenità del genere: credo proprio che ilReverendo M. L. King si sta rivoltando nella tomba a vedere, se un al di là esiste, come anche nel proprio paese, gli USA, i poveri aumentino e fra la sua gente ancora oggi (i cosiddetti afroamericani) ne fanno parte in grande maggioranza...................................

giovedì 3 aprile 2008

Quando si dice la stupidità incarnata......

Premetto che tutti hanno il diritto ad esprimere la propria opinione liberamente e senza condizionamenti nè violenze, come dovrebbe essere in qualunque paese democratico e liberale; invece proprio ieri a Bologna al comizio di Ferrara per la lista contro l'aborto questa possibilità non è stata data viste sia le contestazioni sia il lancio (prima da parte dei manifestanti e poi dal palco in risposta) di pomodori, uova ecc. Non è stato un bello spettacolo: non è una cosa di cui andare fieri anche quando le cose che vengono dette provocano un conato o altro in chi ascolta. E' vero che in questo paese si è perso il senso della misura e della tolleranza verso l'altro ma, mi chiedo, si doveva arrivare proprio a ciò? Non foss'altro, ora, per la pubblicità che si fa alla lista e il battage che subito è partito e che porterà voti e consensi ottenendo, quindi, l'esatto opposto di quello che si pserava se il comzio si fosse tenuto e i pochi "gatti" che c'erano avessero potuto sentire le cose che venivano dette in santa pace? Ora abbiamo un martire della violenza "sinistroide" che andrà in giro per l'Italia come un santo a predicare la propria missione con la benedizione proprio di coloro che lo volevano contestare: se gli si voleva fare un favore era proprio quello di fare esattamente quello che è accaduto a Bologna. BRAVI!!

mercoledì 2 aprile 2008

L'Italia è già tutta una expò...

Dopo il piacere "orgiastico" della vittoria commerciale la competizione elettorale impone ora di tornare al "triste" quotidiano ma le idee non mancano nemmeno in questo caso dato che ogni giorno le "parti" ne sparano una. Mentre il PdL ora sulla vicenda Alitalia non accenna più a "improbabili" cordate di salvataggio italiane il PD si è esibito sul proscenio del costo della vita con una idea che se non ci fosse il rischio che venisse attuata sarebbe ideale per una gag cabaretteristica. Infatti hanno proposto una sorta di bonus spesa per i cosiddetti incapienti (in poche parole la fascia di persone nostri concittadini che guadagnano all'incirca meno di 1000 euro al mese), non prevista dal programma, che dovrebbe "alleviare" il problema del carovita: la stessa in salsa "corretta" (perchè siamo in democrazia liberista) dei check che Friedman propose di dare alla famiglie cilene (sotto la dittatura pinochet il sanguinario ma grande amico di persone come Thatcher e Reagan anche questi veri democratici) come sollievo dalla distorsioni del mercato. 600 euro è questo l'importo promesso; una somma irrisoria ed irridente verso la miseria avanzante ed imperante che c'è nelnostro paese. Invece di mettere da parte risorse che allevino la morsa del carovita giocando con la leva fiscale e, finalmente, annientando l'evasione fiscale che è il vero dramma che viviamo: ma anche gli evasori sono elettori e quindi si deve tener conto anche di essi. Ecco la società in cui viviamo ed ecco la classe dirigente che ci governa il paese e decide dei nostri destini. Si sono talmente immedesimati nel ruolo di "libersti compassionevoli" che non hanno capito che è altro quello che la gente vera si aspetta da loro (per gente vera intendo quello che il salario se lo sudano e non lo "percepiscono") e non regalini che suonano insultanti per la dignità umana. Sono sicuro che ben presto dall'altra parte ci sarà subito il classico +1 a chi le spara più grosse, ma se è vero che l'astensione sarà altissima allora dovrebbero preoccuparsi di questo e non di colpire la pancia e l'egoismo dei cittadini ma la loro mente e, soprattutto, la loro anima da molti anni ormai in vacanza forzata...............................

martedì 1 aprile 2008

L'expò a Milano: si ripulisce il vetro ma la vetrina è sempre da creare

Si ha l'impressione, a sentir parlare della "vittoria" di Milano nella corsa all'Expò, di essere in un negozio dove si è appena ripulita la vetrina ma il suo contenuto è ancora da disimballare e si devono togliere i pezzi vecchi ecc. Una brutta impressione insomma dato che al fiume di denaro che scorrerà da qui al momento dell'apertura dell'expò vorranno tutti abbeverarsi e piantare un proprio paletto "per esserci stato e aver bevuto" ad esso. S'immagina che farà da volano per l'economia e che creerà migliaia di posti di lavoro: ma i problemi economici e quelli sociali che fine fanno, con uno schiocco delle dita spariranno? non credo: passeranno in secondo piano, e tutti avremo le tasche piene di ..... sogni. Già perchè questo è, un sogno e null'altro. Il paese questi soldi avrebbe potuto impiegarli diversamente magari, continuando con la precedente metafora, spingendo sui salari o su programmi occupazionali o opere di pubblica utlità, invece no si preferisce una qualunque expò che non lascerà dopo di se nulla a cose di cui i politici non possono vantarsi e non gli lustrano il pedigree (per non parlare dei voti) da esibire. Mi ricordo che finchè non ci fu Maastricht (ma anche poco dopo) non c'era "curriculum" politico che non dicesse "fervente europeista" o simile salvo poi scoprire, quando le cose vanno male, che la medaglia la si è tolta giusto un secondo prima o un secondo dopo; stessa cosa avviene con l'expò tutti a mettersi in mostra, ma se ci saranno problemi, prima e dopo essa, spariscono sciogliendosi coem neve al sole tutti. Va sempre così nel nostro paese: si trovano soldi per queste cose ma il braccio si accorcia quando si tratta, per fare un'esempio, di adeguare le pensioni o i salari. Strano paese il nostro: a differenza di altri che hanno sfruttato queste occasioni per creare sviluppo (un'esempio la Spagna) vero da noi si costruiscono le cattedrali quando mancano i fedeli, davvero strano.

lunedì 31 marzo 2008

La voglia matta ..... dell'Alitalia

Non si capisce "l'interesse" per la compagnia di bandiera e per la sua italianità se non si hanno a mente le elezioni prossimo venture dove con il probabile cambio di governo non muterà solo la maggioranza ma anche il modo di considerare il paese e chi lo abita. Siamo strani noi italiani perchè ci troviamo ad essere nazionalisti e patrioti sulle battaglie perse: o meglio si fa finta di non capire che sono proprio le regole di mercato liberista che impongono (volenti o nolenti) che un'azienda possa essere acquistata da terzi e non si riesce a capire che i tempi delle furbate sono finiti: dobbiamo scegliere o ci rinchiudiamo in un'autarchia in stile "ancien regime" o giochiamo in campo aperto ma la melina non è più possibile. Che la nostra compagnia di bandiera sia nei guai e non da ora lo sanno tutti ma finora c'è stata mamma Stato che in un modo o nell'altro è intervenuta a sopperire, con i soldi nostri (almeno di chi le tasse le paga), alle finanze allegre dei manager da essa stessa nominati e mantenuti (tant'è che è regola che qualunque sia stata la gestione e comunque sia stata non ci sono azioni di responsabilità nei loro confronti sia da parte dell'acquirente che da parte del venditore), ora però le cose sono cambiate completamente dato che come noi compriamo all'estero un'azienda così gli altri possono venire da noi a far manbassa. Non mi piace ma è così, e se vogliamo stare al gioco com minimo dobbiamo abbozzare e sperare che la nostra classe politica sia all'altezza: cosa che finora è stata solo una pia speranza dato che al contrario il peso specifico a livello non solo economico ma soprattutto politico è stato molto prossimo allo zero e lo si vede quando si vanno a toccare gli interessi altrui specie in paesi come la Francia dove di solito ci siamo smusati quando si è provato a mangiare qualche grosso boccone, vero?. Sento parlare di "colonizzazione" e la cosa mi mette di buon umore: se ne accorgono ora? Cosa è rimasto di italiano? Chimica, Informatica, Telecomunicazioni, Acciaio (per dirne alcuni) ecc. sono tutti settori dove l'Italia ha aperto le "porte" e ha lasciato il campo (non solo nel pubblico ma soprattutto nel privato) perchè giusto sulla cosiddetta compagnia di bandiera si sventola il tricolore? Cosa ha di diverso? Temo poco o nulla in realtà, a mio parere c'è solo la voglia di comprare a poco (se fallisce con quattro euro quattro) quelli che già altri (in questo caso i francesi) comprano generosamente a prezzo di saldo e fanno anche buon viso a cattivo gioco con i sindacati. La svendita vera non è questa: è il nostro paese che aderì ai mercati internazionali con una struttura economico/giuridica non adeguata e una mentalità "furbina" dato che si pensava di mollare al "foresto" i decotti: invece non è come noi prende sì l'osso ma vuole anche la polpa e se possibile guadagnandoci sopra; e la storia è vecchia quanto il nostro paese in realtà: quindi la lana caprina di ora mi insospettisce non poco (tenendo il faro delle elezioni al minimo ci sono conteggi di voti) e credo che sulla pelle dei lavoratori qualcuno stia giocando a carte copertissime e che quando le mosse saranno finite saranno proprio essi che pagheranno lo scotto maggiore o meglio saranno il vaso di coccio in mezzo ai vasi di ferro.

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