sabato 27 aprile 2013

habemus Letta I°



non sempre rompo il riposo, meritato, del week end ma quando è troppo.....

venerdì 26 aprile 2013

Prove di opposzione.... almeno ce n'è una

Barometro Politico Demopolis; prima i dati:
  1. Letta e il suo eligendo governo è condiviso e ritenuto necessario dal 57% degli italiani che lo considerano ormai, dopo due mesi dal voto, l'unica soluzione. Di parere diverso appare invece il 36% dei cittadini;
  2. il Centro Destra in crescita al 34%, il Centro Sinistra al 27%, penalizzato dalla crisi del PD, e il Movimento 5 Stelle al 25%;
  3. il 45% degli italiani vede positivamente Enrico Letta nel ruolo di Presidente del Consiglio. Meno di un intervistato su tre esprime una valutazione negativa, mentre il 24% dei cittadini intervistati preferisce attendere, sostenendo che è ancora troppo presto per esprimere un giudizio;
  4. La questione più complessa sarà quella della difficile coabitazione nel Governo di PD e PDL. Per il 51% è ormai l'unica soluzione possibile, anche se di non facile gestione. La percentuale di non condivisione sfiora il 40%, crescendo al 48% tra chi ha votato due mesi fa per il Centro Sinistra;
  5. "Nonostante l'esperienza delle ultime settimane - afferma il direttore di Demopolis Pietro Vento - i cittadini appaiono oggi meno scettici sul cammino del Presidente incaricato, ritenendo che il tentativo andrà a buon fine";
  6. Il 73% degli italiani ritiene che il Governo Letta otterrà la fiducia delle due Camere.
Insomma il messaggio, almeno nei focus, è passato (ok ok i sondaggi ultimamente hanno fatto cilecca... ma se gli diamo almeno il 50% di veridicità..)  ossia "l'ineluttabilità" di avere un "governo": poi se son felici dia verlo in questo stile è un altra questione, tutt'altra questione perchè se c'è una caratteristica italiota tipicamente nostrana è ... l'adeguarsi ossia il fare buon viso a cattivo gioco e riprendere il proprio tran tran ... almeno fino al prossimo sconvolgimento.
Ed è proprio questo il punto, a mio avviso: lo tsunami non è finito, è passata l'onda di piena ma ora c'è il riflusso, infatti il fenomeno funziona proprio così lo potete leggere su wikipedia, e spessissimo è molto più distruttivo dell'onda stessa. Il sistema si è compattato a propria difesa mettendo il proprio meglio al potere, anche a costo di distruggere un partito ma questo conta poco se non per gli allocchi che lo vogliono credere, a garanzia della continuità del tutto.
Che ruolo può avere M5S? Quello dell'opposizione naturalmente: una opposizione radicale che non fa sconti, insomma una vera e propria guerra; informativa (oggi sui media addirittura si usano toni da cinegiornale laddove si dice del "KO ai pentastellati inflitto da Letta" .... balle; ha solo voluto fare il paternalista, forte com'è dell'appoggio dell'Alto Colle, e i pentastellati gliel'hanno fatto fare.. aspetta che imparino e poi vedranno) prima ancora che politica (oggi i pentastellati hanno depositato un DDL sull'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, tanto per gradire): questo è il ruolo che si volevano ritagliare fin dall'inizio e ora grazie all'inciucio gliel'hanno servito su un piatto d'argento, come non ringraziare?
Il mescolone messo insieme non potrà che favorirli e se sapranno giocare bene le loro carte mi sa che quando si deciderà di tornare a votare come minimo riusciranno a essere stabili nelle preferenze italiche... non hanno fatto una gran mossa i bilderberg e co: pensavano di garantirsi il loro futuro si ritroveranno a doversi arroccare in difesa del fortino con gli indiani fuori che aspettano semplicemente che si arrendano per fame..... non tanto i difensori quanto chi vi si è aggragato e ne patisce le conseguenze: fossi nei pentastellati non mi fermerei alla presentazione dei DDL che in un parlamento ampiamente ostile lasciano il tempo che trovano ma li sottoporrei sempre al volere degli iscritti e anche dei cittadini, ogni volta... miglior modo per riabituare gli italioti alla democrazia partecipata non c'è... è questo che teme il potere e se il vertice pentastellato sa quel che fa non dovrà far altro che far passare dalla teoria alla pratica la frase celebre "sono i governi che devono temere i cittadini...." e, nonostante tutto, sono convinto fermamente che nelle buie stanze del potere (quello vero... Trilaterale, Bilderberg, Aspen ecc.) qualcuno preoccupato sicuramente c'è.... cosa lo prova? Proprio il fare muro del sistema: attenzione, però, al loro interno non sono coesi; ognuno di loro ha propri interessi e fa parte di una fazione quindi c'è sempre una crepa in quel muro, nulla vieta di allargarla..... non dico che crollerà come quello di Berlino del '89 ma, se ci sapranno fare, cedimenti strutturali ci saranno di certo: ed è di quello di cui abbiamo bisogno dato che non sanno ragionare oltre il loro misero naso non riescono a capire che quando un corpo sociale si mette movimento non lo si può fermare nemmeno se lo stesso corpo si ferma dato che esiste una cosa chiamata "inerzia" che lo porta comunque avanti voglia o non voglia e di conseguenza prima o poi un impatto non può non esserci e quello proprio si deva prima favorire e poi aiutare, è l'unico modo per tirarci fuori fuori dal pantano: ameno di non voler dipendere da quanto dichiarano i vari SChauble, Rehn, ecc. non ci son alternative... o si va avanti o siamo nei guai seri perchè dai dati economici e finanziari da qui a fine anno i soldi, che vanno prima a ripagare il debito più gli interessi, non ci saranno nemmeno per pagare le pensioni, per tacere del resto, di conseguenza quella inerzia può assumere toni autodistruttivi e sarebbe un vero peccato farla disperdere non credete?
Quindi, cari pentastellati, buona opposizione....
 e a voi tutti
buona domenica

giovedì 25 aprile 2013

Letta: un esemplare della razza padrona..

Confesso: quando sentii il nome di Letta non ne rimasi sorpreso perchè in fondo me lo aspettavo uno del genere homo economicus al potere italiano. Questa genìa da qualche tempo, direi all'incirca 30 anni, lentamente ha preso possesso di tutti i posti che contano ...... dalle istituzioni politiche a quelle economiche (sia sovranazionali che nazionali che locali) senza soluzione di continuità: d'altronde siamo in un sistema di (libero?) mercato gestito da esse e basato su élite economiche che gestiscono l'intera finanza del pianeta non c'è da meravigliarsi che prima o poi qualcuno di essi faccia il salto di qualità e arrivi nel gotha del potere, vi pare?
Dovrebbe esser suonato in questo senso più chiara anche l'affermazione del governatore Draghi subito dopo le elezioni italiane: "abbiamo innestato il pilota automantico" il che significa, molto semplicemente, che qualunque fosse il risultato delle stesse .... il paese AVREBBE COMUNQUE FATTO QUANTO GLI VENIVA ORDINATO DALLA TROIKA (FMI, BCE, UE) perchè quelli erano gli impegni presi dal paese.. in poche parole o la Grecia o ...... Cipro; cari italiani proprio perchè siete italiani l'Islanda ve la scordate perchè siete "italiani" e quindi passivi, individualisti e manipolati (non è un caso che l'Alto Colle ha chiesto ai media di "collaborare" a mantenere calma la situazione e far passare il messaggio che chi ora è lì è per il nostro bene e per quello dei giovani della crescita e bla bla bla...... insomma si deve ingoiare l'ennesimo rospo, tasse comprese) d achi sta li senza che ci siano delle alternative da loro ritenute valide: Grillo (fra parentesi ha ragione quando dice che ora al potere c'è il Gruppo Bilderberg/Trilaterale ....... ne parlai in questo post dal titolo "il volto del potere") non conta, per loro... senza capire, e non potrebbero perchè non sanno nemmeno cosa sia il mondo reale, che se i pentastellati dovessero fallire .. dopo c'è solo la rabbia frustrata.
I prodromi ci sono tutti, si partì da questo:

«Mario, quando vuoi dimmi forme e modi con cui posso esserti utile dall'esterno. Sia ufficialmente (Bersani mi chiede per es. di interagire sulla questione dei vice) sia riservatamente. Per ora mi sembra tutto un miracolo! E allora i miracoli esistono!»
altro esempio:
" meglio il PDL che Grillo": tutto dire....
era la logica conseguenza del "golpino" del novembre 2011 quando, anziché andare a votare (e stendere mr.B) l'Alto Colle chiamò un altro degno esponente Bilderberg (ma anche Goldman Sachs ecc.) a "risanare il paese"... risanare? O spostare dentro i confini nazionali il debito pubblico estero (di cui le stesse banche aestere hanno già recuperato circa il 40%) gonfiando le nostre banche di essi, e quali banche per smaltirli ben si guardano di dare credito all'economia reale visto il potere di ricatto che hanno verso lo Stato detenendone una quantità abnorme di suoi titoli.. mamma-stato in questo caso paga, eccome paga e al diavolo i creditori.
E tale è stata la pressione di questo potere che un partito, il PD, non ha esistato, novello Crono, ha impallinare non solo Marini ma pure uno dei suoi fondatori .... Prodi che pure è espressione di un certo mondo e che ha costretto, checchè ne pensino i piddini, a farci ingoiare anche l'accordo PD-L+PdL+Scelta civica+Alto Colle (e dov'è finita la elezione e il mandato, con la promessa di non farlo, di governare senza mr.B?): i burattinai non se ne sentivano completamente garantiti e i loro fili li hanno mossi finchè, anche a costo di distruggere tutto, non fosse arrivato il "tipo" giusto, l'homo economicus di cui sopra.
Ma questo è già il passato; ad oggi, e non è un caso, che alcuni esponenti "europei" abbiamo dato già il segnale che il "rigore dei compiti da fare a casa" si possa allentare dato che "uno di loro" è dove speravano che fosse e che quindi quanto rimane del debito non sarà più un loro problema ma nostro, solo nostro.
Sono d'accordo e sottoscrivo quanto ha oggi ha sostenuto Beppe Grillo nel post "il 25 aprile è morto": ne sono convinto anch'io; questo paese ha prima bisogno di una nuova liberazione dalla cappa di piombo "finanziario" che ci sta soffocando un pò alla volta; Bravo Beppe: non ti ho risparmiato critiche ma quando hai ragione non ho problemi a dirlo pubblicamente, hai ragione perchè questi qui stanno resettando un regime per crearne un altro che ci farà rimpiangere questo.... bisogna cominciare a studiare come difendere la costituzione e si suoi principi genrali e non solo perchè anche quella parte seconda ha alcune "cosette" che la rendono unica e che va difesa, così com'è!!!!! Non basta più votare: s'è visto che non cnta nulla il voto... bisogna partecipare attivamente: ne va della nostra libertà democratica, proprio quella libertà di cui costoro si sciacquano la bocca ma che la aborrono fortemente e di cui noi, il mondo reale, ne siamo gli unici veri depositari e in conseguenza della quale: eleggiamo, votiamo, decidiamo, partecipiamo..... parole vuote per loro.
p.s.
non so per quanto anche qui in rete si potranno dire queste cose..... ma finchè si potrà... io lo dirò; se mi chiuderanno spero che altri prendano il testimone!

mercoledì 24 aprile 2013

un racconto.....

La teoria degli antichi astronauti, o teoria del paleocontatto, conosciuta anche come paleoastronautica, è l'insieme di quelle idee, sviluppate a partire dalla metà del Novecento, che ipotizzano il contatto di civiltà extraterrestri con le antiche civiltà umane quali Sumeri, Egizi, civiltà dell'India antica e civiltà precolombiane. Questo genere di teorie non sono in generale accettate a livello scientifico-accademico, con alcune eccezioni (un esempio l'astronomo e matematico Josef Allen Hynek), e sotto il nome di archeologia spaziale o archeologia ufologica vengono spesso fatte rientrare nel più vasto campo speculativo della controversa pseudo-archeologia o "archeologia misteriosa" (da wikipedia).
 C'è un problema: secondo la teoria di cui sopra, però, gli umani furono "creati" da extraterrestri attraverso esperimenti sugli ominidi (che fino a quel punto si sarebbero evoluti naturalmente sulla Terra in concordanza con la Teoria di Darwin e dunque senza nessuna apparente contraddizione) al fine di farle evolvere in tempi rapidi: adattamento evolutivo e neocreazionismo dunque sarebbero veri entrambi. Il principale argomento a sostegno di questa idea è il tempo relativamente breve impiegato dall'Homo sapiens (300.000 anni) per giungere al livello mai raggiunto da altri organismi che esistono da centinaia di milioni di anni.
Mi direte: ma che diavolo c'azzecca? C'azzecca, c'azzecca... noi italiani siamo fortunati: ce l'abbiamo un antico astronauta; all'Alto Colle ce n'è uno  che ha visto almeno tre Italie e quindi ha la conoscenza dell'antico e indirizza verso il futuro.
Se si parte da questo punto di vista essendo noi comuni mortali, creati per adempiere alcune funzioni, non abbiamo possibilità di "comprendere gli alti fini" e quindi, essendo stati creati per lavorare e basta non possiamo avere nemmeno la lontana comprensione dei fini ultimi di cui sopra.. ma sempre la teoria, di cui sopra o meglio alcuni esponenti di essi, sostiene che gli antichi astronauti non era un blocco unico e alcuni di essi, addirittura, erano convinti che quegli schiavi avevano delle grandi possibilità proprie e lavoravano per farle sviluppare altri invece non ne erano convinti: insomma erano divisi e in lotta fra loro ...... nulla di nuovo, vero?
Un magnifico racconto vero? Sembra scritto ieri ma in realtà è solo un interpretazione di una realtà pregressa, altri la pensano diversamente ma la scienza, o simil tale, è questo: stesse cose, diverse interpretazioni ... tutto qui.
Facendo le dovute differenze, intendo fra racconto e realtà, in questo paese sta accadendo esattamente questo: una minoranza che si sente "spinta" a una missione, quella di governare perchè pensa di essere della categoria "i migliori", e una moltitudine che, giacchè fatta di semi incapaci, dev'essere governata per il suo bene; ogni tanto dalal massa emergono individui o gruppi di essi che si dimostrano capaci di gestire: vengono cooptati se si adeguano o distrutti, ricacciati indietro dopo averli denigrati di fronte agli altri..... l'importante è che l'élite rimanga dov'è,a ltrimenti saranno disastri, apocalissi e quant'altro...
Forse così va meglio? Direi proprio di si... il sistema sociale nel quale viviamo non ha davvero alternative, non esistono.... per cambiarlo richiede uno sforzo comune che deve essere capace di guardare oltre la semplice generazione, molto oltre e non sempre le singole esigenze coincidono con tale prospettiva: sempre umani siamo, vero?
Sia chiaro qui non si sta parlando di complotti o simili... è solo un racconto che non è detto trovi tutti d'accordo.
E, scendendo ancora più nel reale, le ultime elezioni, che hanno portato i pentastellati in forze in parlamento, hanno anche reso evidente come nella élite parassitaria che dice di governarci non ci sia sempre unità d'intenti, anzi: sono divisi e si fanno la guerra fra loro ma pure loro devono sottostare ad altri e così via.. non è un complotto ma un sistema di potere basato su tre pilastri: l'economia liberista, la passività della massa, la politica collusa e se uno di essi cade il resto non regge e cade. E', quindi, necessario che tutto torni nell'alveo anche a costo di gettare la maschera e far vedere a tutti una parte della verità: non ci sono pd-l e pdl nè altro c'è un blocco  politico-economico coeso che ha deciso che ognuno ha un ruolo fisso e predefinito dove non sono ammessi variabili di sorta e dev'essere sempre a somma zero.
Ecco quindi, quando la vera crisi di sistema (peraltro provocata proprio da loro e dal loro senso di impunità e superiorità) porta allo scoperto il marcio, che si deve correre ai ripari: tutti insieme appassionatamente finché la bolla popolare si sgonfia e la passività frustrata si ri-manifesta e loro possono ritornare a ripristinare il sistema ricostruendolo dalle fondamenta: ogni tanto un reset di sistema serve... almeno dal loro punto di vista.
Proviamo ora a guardare sotto questa prospettiva gli ultimi due mesi: c'è una crisi del debito (gli stati, in base all'accordo preso circa 40 anni fa, hanno sganciato le loro monete dal cambio in oro ed hanno deciso di giocare in proprio sui mercati come tutti gli altri operatori) ha messo allo scoperto il cancro insito in questo sistema: sono Stati non società per azioni quindi sono composti da persone che hanno speranze, progetti, figli e lavori di conseguenza non possono agire come privati: ma non è così perchè in centinaia di anni queste entità hanno accumulato una ricchezza che alle élite fa gola perchè sono profitti messi lì a portata di mano: ecco, quindi, che facendoli agire come privati le suindicate entità, non potendo più contare sul proprio oro, sono costrette, dalla regole che hanno accettato, ha indebitarsi a un certo interesse: è chiara la conseguenza, vero? Ce l'abbiamo sotto gli occhi.. dal 2007. Sembra fantascienza ma è realtà, pura realtà... il voto penstellato è una prima reazione a un siffatto sistema; quale sarà la prossima reazione prima che il sisema venga resettato e tutto torni a un nuovo equilibrio fra i tre pilastri suindicati?
A voi la risposta....

martedì 23 aprile 2013

la mercatocrazia ha votato oggi l'ok.... possiamo riposare in pace

... bene, dopo aver capito quale è stato l'imprimatur dell'Alto Colle alla nuova legislatura (in sintesi: visto che siete degli incapaci anche nel riuscire a trovare un accordo su chi nominare al mio posto e mi avete pregato di rimanere per altri, ipotetici, 7 anni ora state alle mie condizioni e ai miei desiderata che ora vi elenco....leggete il post precedente e ve le trovate direttamente alla fonte) ora si passa all'azione con le, brevissime, consultazioni e alla nomina del presidente del consiglio... chi sia lo si può solo intuire (Letta, Renzi, Amato, Monti, ecc.) ma certezza non credo che ce ne sia ma su cosa debba essere questo governo.... si: un governo politico con ampio mandato, possibilmente quinquennale in realtà terrano insieme se va bene per tre anni, con una maggiornza simil Monti e i punti predefiniti dal Napolitano stesso (senza cambiamenti di sorta). Intanto però non si può non raccogliere il vero parere positivo, quello che conta davvero: quello dei mercati (che di democratico hanno ben poco anzi praticamente zero). Già proprio loro: mai come ora sread e tutto il resto che sono diventati l'incubo italico mai giù come ora; la borsa di Milano maglia rosa europea; gli indici di scambio su al positivo; e la ricerca affannosa di titoli di stato italiani per accaparrarseli. E' questo il viatico che conta davvero perchè i mercati sono rassicurati che il paese pagherà tutto e si imepegnerà in nuovi debiti mantenendo le promesse fatte: a partire dall'acquisto degli F35 e arrivando alla TAV (totale circa 200 miliardi di euro da spendere togliendoli dalle nostre tasche naturalmente) per non parlare del problema "banche (MPS in primis che stiamo pagando noi)", aziende decotte (leggi ex Alitalia che paghiamo sempre noi) e pompaggio di centinaia di mld di euro alle banche (che hanno in pancia non solo titoli di stato, ma anche derivati su essi e altri titoli che Monti ha fatto loro acquistare per conto del governo per far rientrare la parte di debito estero entro i confini nazionali ... ora capiamo perchè non danno nemmeno un cent all'economia reale, perchè farlo visto che possono attingere direttamente alla fonte... lo Stato italiano, che gli frega a loro di rischiare con imprese e famiglie?) nostrane; il tutto condito da ulteriori privaltizzazioni (acqua per fare un esempio checchè ne dica il refrendum), cosiddette liberalizzazioni, detrimento della sanità pubblica, allungamento dell'età pensionabile con annessa riduzione delle pensioni, distruzione della scuola pubblica ecc. ecc. insomma la solita solfa.
E il PDmenoelle? Oggi ha preso .... una decisione: si al governo politico a larga maggioranza con 14 astenuti e 7 no e senza alcuna garanzia sui nomi e sulle precedenze. Non è un caso infatti che da un lato qualcuno parla di scissioni, a posteriori, e di espulsioni, a priori, dei dissidenti e nemmeno è un caso, dall'altro, che chi sosteneva che dovessero guardare al M5S si è ricreduto; oggi sul fatto La Spinelli ha esattamente detto questo ossia che, a posteriori (e visti gli esiti di questi giorni), BENE HA FATTO GRILLO E IL MOVIMENTO A ESSERE DIFFIDENTI DELLE PROFFERTE FATTEGLI.... mi spiace per i piddini elettori, sfortunati, di costoro: o li abbandonate definitivamente o battete non colpi ma cannonate a palle incatenate perchè questi qua, una volta che li avete eletti con il mandato di NON fare inciuci, faranno proprio l'esatto contrario di quanto pensavate... in pratica vi hanno, per l'ennesima volta, fregati.... ci siete abituati, ormai no?
Sapete qual'è il vero, secondo, deus ex machina che, grazie al PDmenoelle e ai suoi casini interni, ha fatto un figurone? Proprio mr.B.; si era partiti dalla sua marginalizzazione, sia che avesse vinto il PDmenoelle, sia che avesse vinto, a maggior ragione, M5S e invece... invece il PDmenoelle è riuscito a perdere, non vincere, e 5S ha sfondato, ma non ha vinto, e a quel punto mr.B ha capito che i giochi erano riaperti e che nulla era perduto: da un lato la V° colonna piddina (un pilastro del treppiedi che regge tutto) e dall'altro il Capo dello Stato (convinto che è sempre meglio avere a che fare con la carte del mazzo conosciuto) hanno strenuamente lavorato per farlo rientrare nel gioco. E così fu .... oggi lui è proprio al centro del panorama politico, e lo s, e quindi può chiedere qualunque cosa e la otterrà prima ancora di alzare il ditino.... il passato? E' passato appunto e quindi, tipico del mondo italiano, si guarda all'oggi e al domani e alla perpetuazione del potere per il potere quindi il Nostro dorme ora sonni tranquilli e può rilassarsi ben sapendo che i suoi guai son finiti e che probabilmente può anche aspirare a qualcosa di più .... una repubblica presidenziale, o semi, con annessa riforma costituzionale e eliminazione di tutta la parte sociale della stessa, a sua guida. Che si può voler di più dalla vita? mica un "lucano" .....
p.s.
a proposito delle elezioni del Friuli. Ho avuto modo di senire e leggre i commenti che stanno girando sulla rete e sui media a proposito delle "non" vittoria dei pentastellati, anzi della loro regressione di ben 8 punti rispetto alle politiche..... forse non è chiara una cosa (e non mi sono autonominato difensore dei pentastellati, non ne hanno bisogno): ai penstastellati non importa molto avere montagne di voti che al loro interno contengono voti solo di protesta o di gente che poi si lagna che non vengono fatti accordi con i partiti tradizionali, leggi pdmenoelle, quanto piuttosto un voto convinto sulla loro idea di cambiamento e sulla loro susseguente proposta in merito.... e non certo una corsa al potere per il potere. Quindi, a buona ragione, per loro non si può parlare certo di una sconfitta ma di un arresto della crescita che forse gli fa anche bene..... il vero punto, lo ripeto anche qui, è la grande fetta astensionista che si è manifestata (forse preludio a quella astensione generalizzata nazionale) e che dimostra, semmai era necessario, che i cittadini sono stufi e stanche e che forse non basta nemmeno più M5S per dargli una garanzia di cambiamento, ma ci vuole altro... speriamo non sia alba dorata

lunedì 22 aprile 2013

Giorgio II° e il diktat ai partiti e sobri, mica tanto, avvertimenti...

“Signora Presidente, onorevoli deputati, onorevoli senatori, signori delegati delle Regioni, lasciatemi innanzitutto esprimere – insieme con un omaggio che in me viene da molto lontano alle istituzioni che voi rappresentate – la gratitudine che vi debbo per avermi con così largo suffragio eletto Presidente della Repubblica. E’ un segno di rinnovata fiducia che raccolgo comprendendone il senso, anche se sottopone a seria prova le mie forze : e apprezzo in modo particolare che mi sia venuto da tante e tanti nuovi eletti in Parlamento, che appartengono a una generazione così distante, e non solo anagraficamente, dalla mia.So che in tutto ciò si è riflesso qualcosa che mi tocca ancora più profondamente : e cioè la fiducia e l’affetto che ho visto in questi anni crescere verso di me e verso l’istituzione che rappresentavo tra grandi masse di cittadini, di italiani – uomini e donne di ogni età e di ogni regione – a cominciare da quanti ho incontrato nelle strade, nelle piazze, nei più diversi ambiti sociali e culturali, per rivivere insieme il farsi della nostra unità nazionale.Come voi tutti sapete, non prevedevo di tornare in quest’aula per pronunciare un nuovo giuramento e messaggio da Presidente della Repubblica.Avevo già nello scorso dicembre pubblicamente dichiarato di condividere l’autorevole convinzione che la non rielezione, al termine del settennato, è “l’alternativa che meglio si conforma al nostro modello costituzionale di Presidente della Repubblica”. Avevo egualmente messo l’accento sull’esigenza di dare un segno di normalità e continuità istituzionale con una naturale successione nell’incarico di Capo dello Stato.A queste ragioni e a quelle più strettamente personali, legate all’ovvio dato dell’età, se ne sono infine sovrapposte altre, rappresentatemi – dopo l’esito nullo di cinque votazioni in quest’aula di Montecitorio, in un clima sempre più teso – dagli esponenti di un ampio arco di forze parlamentari e dalla quasi totalità dei Presidenti delle Regioni. Ed è vero che questi mi sono apparsi particolarmente sensibili alle incognite che possono percepirsi al livello delle istituzioni locali, maggiormente vicine ai cittadini, benché ora alle prese con pesanti ombre di corruzione e di lassismo. Istituzioni che ascolto e rispetto, Signori delegati delle Regioni, in quanto portatrici di una visione non accentratrice dello Stato, già presente nel Risorgimento e da perseguire finalmente con serietà e coerenza. E’ emerso da tali incontri, nella mattinata di sabato, un drammatico allarme per il rischio ormai incombente di un avvitarsi del Parlamento in seduta comune nell’inconcludenza, nella impotenza ad adempiere al supremo compito costituzionale dell’elezione del Capo dello Stato. Di qui l’appello che ho ritenuto di non poter declinare – per quanto potesse costarmi l’accoglierlo – mosso da un senso antico e radicato di identificazione con le sorti del paese.La rielezione, per un secondo mandato, del Presidente uscente, non si era mai verificata nella storia della Repubblica, pur non essendo esclusa dal dettato costituzionale, che in questo senso aveva lasciato – come si è significativamente notato – “schiusa una finestra per tempi eccezionali“. Ci siamo dunque ritrovati insieme in una scelta pienamente legittima, ma eccezionale. Perché senza precedenti è apparso il rischio che ho appena richiamato: senza precedenti e tanto più grave nella condizione di acuta difficoltà e perfino di emergenza che l’Italia sta vivendo in un contesto europeo e internazionale assai critico e per noi sempre più stringente. Bisognava dunque offrire, al paese e al mondo, una testimonianza di consapevolezza e di coesione nazionale, di vitalità istituzionale, di volontà di dare risposte ai nostri problemi : passando di qui una ritrovata fiducia in noi stessi e una rinnovata apertura di fiducia internazionale verso l’Italia.E’ a questa prova che non mi sono sottratto. Ma sapendo che quanto è accaduto qui nei giorni scorsi ha rappresentato il punto di arrivo di una lunga serie di omissioni e di guasti, di chiusure e di irresponsabilità. Ne propongo una rapida sintesi, una sommaria rassegna. Negli ultimi anni, a esigenze fondate e domande pressanti di riforma delle istituzioni e di rinnovamento della politica e dei partiti – che si sono intrecciate con un’acuta crisi finanziaria, con una pesante recessione, con un crescente malessere sociale – non si sono date soluzioni soddisfacenti : hanno finito per prevalere contrapposizioni, lentezze, esitazioni circa le scelte da compiere, calcoli di convenienza, tatticismi e strumentalismi. Ecco che cosa ha condannato alla sterilità o ad esiti minimalistici i confronti tra le forze politiche e i dibattiti in Parlamento.Quel tanto di correttivo e innovativo che si riusciva a fare nel senso della riduzione dei costi della politica, della trasparenza e della moralità nella vita pubblica è stato dunque facilmente ignorato o svalutato: e l’insoddisfazione e la protesta verso la politica, i partiti, il Parlamento, sono state con facilità (ma anche con molta leggerezza) alimentate e ingigantite da campagne di opinione demolitorie, da rappresentazioni unilaterali e indiscriminate in senso distruttivo del mondo dei politici, delle organizzazioni e delle istituzioni in cui essi si muovono. Attenzione: quest’ultimo richiamo che ho sentito di dover esprimere non induca ad alcuna autoindulgenza, non dico solo i corresponsabili del diffondersi della corruzione nelle diverse sfere della politica e dell’amministrazione, ma nemmeno i responsabili di tanti nulla di fatto nel campo delle riforme. Imperdonabile resta la mancata riforma della legge elettorale del 2005. Ancora pochi giorni fa, il Presidente Gallo ha dovuto ricordare come sia rimasta ignorata la raccomandazione della Corte Costituzionale a rivedere in particolare la norma relativa all’attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi.La mancata revisione di quella legge ha prodotto una gara accanita per la conquista, sul filo del rasoio, di quell’abnorme premio, il cui vincitore ha finito per non riuscire a governare una simile sovra-rappresentanza in Parlamento. Ed è un fatto, non certo imprevedibile, che quella legge ha provocato un risultato elettorale di difficile governabilità, e suscitato nuovamente frustrazione tra i cittadini per non aver potuto scegliere gli eletti.Non meno imperdonabile resta il nulla di fatto in materia di sia pur limitate e mirate riforme della seconda parte della Costituzione, faticosamente concordate e poi affossate, e peraltro mai giunte a infrangere il tabù del bicameralismo paritario.Molto si potrebbe aggiungere, ma mi fermo qui, perché su quei temi specifici ho speso tutti i possibili sforzi di persuasione, vanificati dalla sordità di forze politiche che pure mi hanno ora chiamato ad assumere un ulteriore carico di responsabilità per far uscire le istituzioni da uno stallo fatale. Ma ho il dovere di essere franco: se mi troverò di nuovo dinanzi a sordità come quelle contro cui ho cozzato nel passato, non esiterò a trarne le conseguenze dinanzi al paese. Non si può più, in nessun campo, sottrarsi al dovere della proposta, alla ricerca della soluzione praticabile, alla decisione netta e tempestiva per le riforme di cui hanno bisogno improrogabile per sopravvivere e progredire la democrazia e la società italiana.Parlando a Rimini a una grande assemblea di giovani nell’agosto 2011, volli rendere esplicito il filo ispiratore delle celebrazioni del 150° della nascita del nostro Stato unitario: l’impegno a trasmettere piena coscienza di “quel che l’Italia e gli italiani hanno mostrato di essere in periodi cruciali del loro passato”, e delle “grandi riserve di risorse umane e morali, d’intelligenza e di lavoro di cui disponiamo”. E aggiunsi di aver voluto così suscitare orgoglio e fiducia “perché le sfide e le prove che abbiamo davanti sono più che mai ardue, profonde e di esito incerto. Questo ci dice la crisi che stiamo attraversando. Crisi mondiale, crisi europea, e dentro questo quadro l’Italia, con i suoi punti di forza e con le sue debolezze, con il suo bagaglio di problemi antichi e recenti, di ordine istituzionale e politico, di ordine strutturale, sociale e civile.”Ecco, posso ripetere quelle parole di un anno e mezzo fa, sia per sollecitare tutti a parlare il linguaggio della verità – fuori di ogni banale distinzione e disputa tra pessimisti e ottimisti – sia per introdurre il discorso su un insieme di obbiettivi in materia di riforme istituzionali e di proposte per l’avvio di un nuovo sviluppo economico, più equo e sostenibile.E’ un discorso che – anche per ovvie ragioni di misura di questo mio messaggio – posso solo rinviare ai documenti dei due gruppi di lavoro da me istituiti il 30 marzo scorso. Documenti di cui non si può negare – se non per gusto di polemica intellettuale – la serietà e concretezza. Anche perché essi hanno alle spalle elaborazioni sistematiche non solo delle istituzioni in cui operano i componenti dei due gruppi, ma anche di altre istituzioni e associazioni qualificate. Se poi si ritiene che molte delle indicazioni contenute in quei testi fossero già acquisite, vuol dire che è tempo di passare, in sede politica, ai fatti; se si nota che, specie in materia istituzionale, sono state lasciate aperte diverse opzioni su varii temi, vuol dire che è tempo di fare delle scelte conclusive. E si può, naturalmente, andare anche oltre, se si vuole, con il contributo di tutti.Vorrei solo formulare, a commento, due osservazioni. La prima riguarda la necessità che al perseguimento di obbiettivi essenziali di riforma dei canali di partecipazione democratica e dei partiti politici, e di riforma delle istituzioni rappresentative, dei rapporti tra Parlamento e governo, tra Stato e Regioni, si associ una forte attenzione per il rafforzamento e rinnovamento degli organi e dei poteri dello Stato. A questi sono stato molto vicino negli ultimi sette anni, e non occorre perciò che rinnovi oggi un formale omaggio, si tratti di forze armate o di forze dell’ordine, della magistratura o di quella Corte che è suprema garanzia di costituzionalità delle leggi. Occorre grande attenzione di fronte a esigenze di tutela della libertà e della sicurezza da nuove articolazioni criminali e da nuove pulsioni eversive, e anche di fronte a fenomeni di tensione e disordine nei rapporti tra diversi poteri dello Stato e diverse istituzioni costituzionalmente rilevanti. Né si trascuri di reagire a disinformazioni e polemiche che colpiscono lo strumento militare, giustamente avviato a una seria riforma, ma sempre posto, nello spirito della Costituzione, a presidio della partecipazione italiana – anche col generoso sacrificio di non pochi nostri ragazzi – alle missioni di stabilizzazione e di pace della comunità internazionale.La seconda osservazione riguarda il valore delle proposte ampiamente sviluppate nel documento da me già citato, per “affrontare la recessione e cogliere le opportunità” che ci si presentano, per “influire sulle prossime opzioni dell’Unione Europea“, “per creare e sostenere il lavoro“, “per potenziare l’istruzione e il capitale umano, per favorire la ricerca, l’innovazione e la crescita delle imprese”.Nel sottolineare questi ultimi punti, osservo che su di essi mi sono fortemente impegnato in ogni sede istituzionale e occasione di confronto, e continuerò a farlo. Essi sono nodi essenziali al fine di qualificare il nostro rinnovato e irrinunciabile impegno a far progredire l’Europa unita, contribuendo a definirne e rispettarne i vincoli di sostenibilità finanziaria e stabilità monetaria, e insieme a rilanciarne il dinamismo e lo spirito di solidarietà, a coglierne al meglio gli insostituibili stimoli e benefici. E sono anche i nodi – innanzitutto, di fronte a un angoscioso crescere della disoccupazione, quelli della creazione di lavoro e della qualità delle occasioni di lavoro – attorno a cui ruota la grande questione sociale che ormai si impone all’ordine del giorno in Italia e in Europa. E’ la questione della prospettiva di futuro per un’intera generazione, è la questione di un’effettiva e piena valorizzazione delle risorse e delle energie femminili. Non possiamo restare indifferenti dinanzi a costruttori di impresa e lavoratori che giungono a gesti disperati, a giovani che si perdono, a donne che vivono come inaccettabile la loro emarginazione o subalternità.Volere il cambiamento, ciascuno interpretando a suo modo i consensi espressi dagli elettori, dice poco e non porta lontano se non ci si misura su problemi come quelli che ho citato e che sono stati di recente puntualizzati in modo obbiettivo, in modo non partigiano. Misurarsi su quei problemi perché diventino programma di azione del governo che deve nascere e oggetti di deliberazione del Parlamento che sta avviando la sua attività. E perché diventino fulcro di nuovi comportamenti collettivi, da parte di forze – in primo luogo nel mondo del lavoro e dell’impresa – che “appaiono bloccate, impaurite, arroccate in difesa e a disagio di fronte all’innovazione che è invece il motore dello sviluppo”. Occorre un’apertura nuova, un nuovo slancio nella società ; occorre un colpo di reni, nel Mezzogiorno stesso, per sollevare il Mezzogiorno da una spirale di arretramento e impoverimento.Il Parlamento ha di recente deliberato addirittura all’unanimità il suo contributo su provvedimenti urgenti che al governo Monti ancora in carica toccava adottare, e che esso ha adottato, nel solco di uno sforzo di politica economico-finanziaria ed europea che meriterà certamente un giudizio più equanime, quanto più si allontanerà il clima dello scontro elettorale e si trarrà il bilancio del ruolo acquisito nel corso del 2012 in seno all’Unione europea.Apprezzo l’impegno con cui il movimento largamente premiato dal corpo elettorale come nuovo attore politico-parlamentare ha mostrato di volersi impegnare alla Camera e al Senato, guadagnandovi il peso e l’influenza che gli spetta : quella è la strada di una feconda, anche se aspra, dialettica democratica e non quella, avventurosa e deviante, della contrapposizione tra piazza e Parlamento. Non può, d’altronde, reggere e dare frutti neppure una contrapposizione tra Rete e forme di organizzazione politica quali storicamente sono da ben più di un secolo e ovunque i partiti. La Rete fornisce accessi preziosi alla politica, inedite possibilità individuali di espressione e di intervento politico e anche stimoli all’aggregazione e manifestazione di consensi e di dissensi. Ma non c’è partecipazione realmente democratica, rappresentativa ed efficace alla formazione delle decisioni pubbliche senza il tramite di partiti capaci di rinnovarsi o di movimenti politici organizzati, tutti comunque da vincolare all’imperativo costituzionale del “metodo democratico“.Le forze rappresentate in Parlamento, senza alcuna eccezione, debbono comunque dare ora – nella fase cruciale che l’Italia e l’Europa attraversano – il loro apporto alle decisioni da prendere per il rinnovamento del paese. Senza temere di convergere su delle soluzioni, dal momento che di recente nelle due Camere non si è temuto di votare all’unanimità. Sentendo voi tutti – onorevoli deputati e senatori – di far parte dell’istituzione parlamentare non come esponenti di una fazione ma come depositari della volontà popolare. C’è da lavorare concretamente, con pazienza e spirito costruttivo, spendendo e acquisendo competenze, innanzitutto nelle Commissioni di Camera e Senato. Permettete che ve lo dica uno che entrò qui da deputato all’età di 28 anni e portò giorno per giorno la sua pietra allo sviluppo della vita politica democratica.Lavorare in Parlamento sui problemi scottanti del paese non è possibile se non nel confronto con un governo come interlocutore essenziale sia della maggioranza sia dell’opposizione. A 56 giorni dalle elezioni del 24-25 febbraio – dopo che ci si è dovuti dedicare all’elezione del Capo dello Stato – si deve senza indugio procedere alla formazione dell’Esecutivo. Non corriamo dietro alle formule o alle definizioni di cui si chiacchiera. Al Presidente non tocca dare mandati, per la formazione del governo, che siano vincolati a qualsiasi prescrizione se non quella voluta dall’art. 94 della Costituzione : un governo che abbia la fiducia delle due Camere. Ad esso spetta darsi un programma, secondo le priorità e la prospettiva temporale che riterrà opportune.E la condizione è dunque una sola : fare i conti con la realtà delle forze in campo nel Parlamento da poco eletto, sapendo quali prove aspettino il governo e quali siano le esigenze e l’interesse generale del paese. Sulla base dei risultati elettorali – di cui non si può non prendere atto, piacciano oppur no – non c’è partito o coalizione (omogenea o presunta tale) che abbia chiesto voti per governare e ne abbia avuti a sufficienza per poterlo fare con le sole sue forze. Qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori, o qualunque patto – se si preferisce questa espressione – si sia stretto con i propri elettori, non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo oggi in Italia, non trascurando, su un altro piano, la esigenza di intese più ampie, e cioè anche tra maggioranza e opposizione, per dare soluzioni condivise a problemi di comune responsabilità istituzionale.D’altronde, non c’è oggi in Europa nessun paese di consolidata tradizione democratica governato da un solo partito – nemmeno più il Regno Unito – operando dovunque governi formati o almeno sostenuti da più partiti, tra loro affini o abitualmente distanti e perfino aspramente concorrenti.Il fatto che in Italia si sia diffusa una sorta di orrore per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni, convergenze tra forze politiche diverse, è segno di una regressione, di un diffondersi dell’idea che si possa fare politica senza conoscere o riconoscere le complesse problematiche del governare la cosa pubblica e le implicazioni che ne discendono in termini, appunto, di mediazioni, intese, alleanze politiche. O forse tutto questo è più concretamente il riflesso di un paio di decenni di contrapposizione – fino allo smarrimento dell’idea stessa di convivenza civile – come non mai faziosa e aggressiva, di totale incomunicabilità tra schieramenti politici concorrenti.Lo dicevo già sette anni fa in quest’aula, nella medesima occasione di oggi, auspicando che fosse finalmente vicino “il tempo della maturità per la democrazia dell’alternanza” : che significa anche il tempo della maturità per la ricerca di soluzioni di governo condivise quando se ne imponga la necessità. Altrimenti, si dovrebbe prendere atto dell’ingovernabilità, almeno nella legislatura appena iniziata.Ma non è per prendere atto di questo che ho accolto l’invito a prestare di nuovo giuramento come Presidente della Repubblica. L’ho accolto anche perché l’Italia si desse nei prossimi giorni il governo di cui ha bisogno. E farò a tal fine ciò che mi compete : non andando oltre i limiti del mio ruolo costituzionale, fungendo tutt’al più, per usare un’espressione di scuola, “da fattore di coagulazione”. Ma tutte le forze politiche si prendano con realismo le loro responsabilità : era questa la posta implicita dell’appello rivoltomi due giorni or sono. Mi accingo al mio secondo mandato, senza illusioni e tanto meno pretese di amplificazione “salvifica” delle mie funzioni ; eserciterò piuttosto con accresciuto senso del limite, oltre che con immutata imparzialità, quelle che la Costituzione mi attribuisce. E lo farò fino a quando la situazione del paese e delle istituzioni me lo suggerirà e comunque le forze me lo consentiranno. Inizia oggi per me questo non previsto ulteriore impegno pubblico in una fase di vita già molto avanzata ; inizia per voi un lungo cammino da percorrere, con passione, con rigore, con umiltà. Non vi mancherà il mio incitamento e il mio augurio.
Viva il Parlamento! Viva la Repubblica! Viva l’Italia!”

Questo sopra il testo (leggete e traetene le vostre conclusioni, qui sotto farò le mie).

Per quanto mi riguarda posso solo dire che con questo piglio il rieletto Capo dello Stato ha messo i paletti ai partiti senza risparmiargli nulla: critiche, fendenti, avvertimenti e soprattutto la minaccia, detta quasi in chiaro, che se provano a fare i furbi "lui ne trarrà le conseguenze".. in pratica li abbandona a se stessi; se invece faranno i bravi lui ci metterà il cappello sopra e, magari, risolverà qualche problemuccio di qualcuno (un senatorato a vita in caso di emergenza non si nega a nessuno, no?); ma quali argomenti ha toccato? Semplicisticamente direi i soliti, li conosciamo bene inutile ritornarci sopra, piuttosto notate il tono e gli accenti: decisi, sicuri senza se e senza ma oserei dire e ciò perchè sa benissimo che lui è l'ultimo baluardo del sistema.. l'ultimo scalino poi c'è il diluvio o meglio, ed è stato chiarissimo, la fine dei partiti così come li abbiamo conosciuti finora e che senza di lui farebbero la fine dei troll in rete. Un messaggio chiaro e forte: io sono il garante vostro e voi però fate quel che dovete fare e che si è concordato, leggi saggi, in precedenza nella dialettica ma alla fine si deve percorrere quel tracciato chiaro che finora è stato seguito soprattutto per quanto riguarda l'eredità del governo monti di cui è dato capire ne condivide la linea e le decisioni (sic transit gloria mundi) ora nella prospettiva delle larghe intese al di là dei "problemi" personali e di partito: gli ha detto o governate o cadete nelle braccia, non benevoli ora, della gente; un DISCORSO DA PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA DI UN PAESE A REGIME PRESIDENZIALE, NON CERTO PARLAMENTARE, in pratica una forzatura, se non una rottura, costituzionale... sia chiaro forzatura che è possibile fare perchè ad oggi tutti gli si sono aggrappati addosso nel timore di cadere e per sempre. Ha anche salutato i pentastellati cui ha detto chiaro che: o fate i "parlamentari" o muovete le piazze ma ne traete le conseguenze... nel secondo caso siete fuori e come tali sarete trattati; anche in questo caso l'invito a istituzionalizzarsi è chiaro: nessuna mossa "islandese" è e sarà tollerata... insomma par di capire che per i pentastellati gli esami non sono finiti ma appena incominciati e dal più alto Colle.. il che significa molto in un paese come il nostro e, soprattutto, con la storia che ha alle spalle.... partiti sotto schiaffo, e se lo son meritato ampiamente, e pentastellati sotto doppio controllo più o meno segreto (parafrasando il film animal house con j. belushi) e visti come un pò troppo scapigliati e, forse, dimenticando che ad oggi sono l'unica forza con un reale seguito popolare.. ma lo sa e il problema probabilmente è proprio questo....... a proposito di "5stelle", e in Friuli? Bè hanno fatto flop, punto; appena il 19 e rotti %, altro che prendere la regione, il che significa che la gente non capisce la linea "romana" di chiusura a oltranza ma, probabilmente, anche una forma di diffidenza nei loro confronti dovuta, probabilmente, anche alla loro caratteristica principale: la liquidità e l'uso della rete cui evidentemente non tutti credono: alla prossima, se i partiti in quella regione continueranno a produrre non fatti ma solo scandali, probabilmente faranno anche lì boom. Discorso a parte della renziana Serracchiani: ha saputo, con abile mossa, distinguersi dal pantano romano del PD-L e dalle sue trappole; ha fatto sicuramente colpo la presa di posizione a favore di rodotà che ha sparigliato un pò le carte in gioco, con tutto ciò ha vinto per uno "zero virgola" e, sicuramente ci sarà un riconteggio delle schede, ciò non può non avere uno strascico futuro soprattutto se a roma faranno le larghe intese... per il pdl, bè più o meno lo zoccolo, nonostante gli scandali, è tutto lì e grossi traumi non ci saranno anche perchè sono arrivati ad una incollatura. Il vero vincitore è l'astensionismo, cosa che in una regione di frontiera è molto pericolosa per il paese, con un 49% totale che li pone in cima ai pensieri di chi vuol credere che questo distacco sia solo momentaneo... perchè altrimenti, se soprattutto nelle prossime eventuali elezioni nazionali da qui ad, al massimo, un paio di anni si tornasse a votare: quel 49% dovrebbe far paura e non dovrebbe essere sottovalutato da nessuno perchè molto probabilmente è un segnale chiaro di distacco e indifferenza verso qualcosa che ormai è ritenuto lontano, distante quasi extra-galattico... un paese normale dovrebbe farsene carico e capire cosa significhi: da noi al massimo qualche commento e atto di dolore ma null'altro.... temo.

domenica 21 aprile 2013

una monarchia .... repubblicana


questo l'ho scritto sul blog di beppe grillo:
"non è un colpo di stato ma unon stato che da 20 anni prende colpi dal ceto dirigente che dovrebbe essere lì per governare eletto dai cittadini.. invece progressivamente vi si sono installati come la malaerba e lì son rimasti, anche per ignavia e passività dei cittadini che si sono ritirati dalla partecipazione diretta e non solo attraverso le elezioni.. non ci si può meravigliare se poi questi fanno, come hanno fatto e faranno, di tutti per restarvi se possibile vita natural durante. Rieleggendo Napolitano si sono sancite tre cose:
  1. da oggi il paese è governato ufficialmente da un oligarchia incapace e inetta che però non vuole prendere atto che è superata dalla realtà oltre che dalla storia;
  2. non siamo più una repubblica parlamentare ma una repubblica presidenziale, senza che però ci siano i naturali contrappesi, a guida autocratica dove tutto si reggerà sul Capo dello Stato, non direttamente eletto, e sul governo sua espressione diretta;
  3. il blocco di potere che ieri è nato va al di là degli schieramenti tradizionali e il primo che mi viene a dire che esistono ancora destra, sinistra e centro si merita un ciclo di cure gratis al più vicino centro psichiatrico... oltre che una lezione di storia.
Si è fatto bene ieri a far sentire la pressione ma si è ancora meglio perchè non ci sono state violenze e provocazioni, le seconde me le aspetto nei prossimi tmpi, perchè se lo aspettavano per giustificare la repressione che vedrete come nei prossimi mesi come si accentuerà: calma ragazzi e mente fredda qui sennò non aspettano altro che mandare un pò di blindati e carri armati per le strade a mantenere la, loro, sicurezza.... basterà invece mantenere alta la vigilanza democratica e l'attenzione sulle loro malefatte per vincere alle ormai prossime elezioni... mantenete la calma".
Esagerato? No perchè si ci riflette a mente fredda è l'unico modo affinchè il sistema possa ancora mantenersi e sorreggersi sulle ormai deboli gambe su cui si è retto finora avendo perso la legittimazione popolare non gli resta che il potere per il potere per continuare nella propria missione: l'integrazione, in subordine e non come comprimaria, del paese nel grande gioco della finanza mondiale, senza naturalmente chiederci cosa ne pensiamo... anzi, dove (al di là delle formali più che mai istituzioni) chi decide sono i mercati (notoriamente democratici e liberi e NON asserviti al profitto dei pochi) e chi li manovra.
Un altro aspetto poco indagato sono i retroscena: come mai il PD(-L) non voleva Rodotà Presidente? Una spiegazione ce la da Fassino che è stato beccato da Piero Ricca al telefono e che fornisce la sua spiegazione, tutt'altro che fuori dal mondo: la telefonata completa la trovate klikkando su questa frase sottolineata.... in soldoni dice che:
  1. "La marchiatura di Grillo ha dato un significato molto antipolitico alla candidatura di Stefano Rodotà"; la colpa, come sempre, è dei 5Stelle perchè l'hanno indicato.. in realtà ad indicarlo sono stati 48 mila persone che l'hanno votato come proprio candidato al terzo posto dopo Gabanelli e Strada;
  2. "i militanti però hanno esagerato”, aggiunge, che domanda a sua volta: “Perché quella levata di scudi contro Marini?" Già chissà perchè, vero? Forse non hanno capito che la gente, compresi i loro milintanti, tutta è stufa di questi giri di valzer continui in puro stile gattopardesco miranti solo al nulla che cambi.. semplice? Lo è per noi... per quelli lassù, in evidente mancanza di ossigeno, no dato che non se ne danno per inteso.. o fanno finta di non darlo per inteso e infatti sono in crisi nera.
  3. Napolitano? “Non è mica stupido”, chiarisce Fassino, “non starà mica lì sette anni. Il tempo di fare un governo, perché ormai la gente ci tira le pietre; c'avrei scommesso che era così. Ieri ero al presidio dei 5Stelle qui a Massa e si parlava proprio di questo.. tutti dicevano la propria e io sostenenvo proprio questa ipotesi ossia che Napolitano s'era fatto rieleggere solo per un limitato periodo di tempo (poi sarebbe momentaneamente sostituito da Grasso come supplente) durante il quale il Governo inciucista (a guida Amato o Letta, fate voi chi dei due con magari pezzi grossi del PDL e monti ministro dell'economia) avrebbe fatto poche cose come Giustizia, sistema elettorale, approvato qualche legge urgente (tipo salvare Montepaschi), fatto entrare in Costituzione qualche direttiva/disposizione della UE, forse la riduzione dei parlamentari e poc'altro.... magari la nomina di mr. B a senatore a vita e poi si torna alle urne con la nuova legge elettorale che, molto probabilmente, fregehrà qualunque opposizione sociale, pentastellati soprattutto e iniziare il percorso di quella che loro chiamano terza repubblica, ma che io invece definisco come "Repubblica presidenziale atipica (atipica perchè non ne ha i contrappesi costituzionali naturali e perchè si connota, se la consuetudini costituzionali che in questi giorni si saranno affermate come precedente, come un DOMINUS che è il Capo dello Stato)", ma che invece non è altro che una degenerazione della prima, punto e basta;
  4. Napolitano ci dà il tempo di ricostruire il Pd. Poi magari si creeranno le condizioni per fare Rodotà presidente; eh già c'è anche questo: un partito da ricostruire che loro stessi hanno sfasciato per eliminare Bersani e la sua linea politica e fare del partito un epsressione della destra liberista.... è vero che lo sono già ma finora si sono ammantati di passato in nome delle loro tradizioni, ora possono gettare la maschera e fare quello che pensano da anni di fare..... insomma addio all'equazione PD(-L)=sinistra;
  5. Insomma, un altro governo con la fiducia di Pd e Pdl? Dimentichiamo Scelta civica? Già proprio un altro inciucione solo che stavolta è scoperto perchè i pentastellati non sono stati al gioco: anzi riconosco pubblicamente che le mie riserve e critiche sull'operato dei pentastellati nei primi tempi della legislatura erano errate, in gran parte, perchè i fatti sucessivi gli hanno dato ragione e lo riconosco pubblicamente: il sistema partitocratico avrebbe riconosciuto pubblicamente che stavano preparando l'inciucione da lameno sei mesi e solo le lotte intestine al PD(-L) hanno portato allo scoperto solo perchè i 5S non sono stati i loro "utili idioti".
Non so se questo paese, ad oggi, avrà un futuro con questi politici, am so per certo che lo avrà senza di essi..... pensateci laddove si vota

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