venerdì 6 marzo 2009

Riflessioni ad alta voce sul disagio giovanile

dal blog siamovivi_toscana, volentieri pubblico.
Il disagio giovanile è una realtà che è stata avvertita almeno dagli inizi degli anni '50.In genere. il disagio è sentito dall'adolescente come un senso di inadeguatezza verso il mondo che lo circonda e, quindi, prima di tutto, con la famiglia, e poi con se stesso.L'adolescente non si accetta, non accetta le imposizioni sociali ribellandosi, è spesso in conflitto con se stesso poichè, in fondo, non sa nemmeno lui cosa vuole.E' un delicato periodo di passaggio dall'individuo bambino all'individuo adulto.Ultimamente il disagio giovanile ha assunto, a volte, altri aspetti: baby killers, violentatori adolescenti di bambine, abuso di alcool, uso di droghe anche pesanti. Indagini condotte dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dalla Hbsc (Health behaviour in school-aged children) rilevano che ragazzi e ragazze italiani di 11, 13 e 15 anni bevono di più, sono i più pigri dei loro coetanei europei e più spesso vittime di bullismo. Un tris di record negativi per gli adolescenti italiani. Per esempio: il 12% di loro già a 11 anni beve alcolici almeno una volta alla settimana, a 15 la percentuale sale al 37%.E se sono pochissimi gli undicenni e i tredicenni che fumano, i quindicenni sono il 16% del totale, una percentuale molto simile a quella degli adulti.In Toscana, sempre a 15 anni, invece i "bevitori regolari" quotidiani sono il 21,5% contro una media del 29% a livello internazionale.L’uso di sostanze illegali riguarda il 30% dei giovani adulti (15-34 anni): la droga più diffusa è la cannabis seguita da cocaina, solventi, ecstasy, allucinogeni, anfetamine, oppiacei.Questi sono alcuni dati, forse anche frammentari, ma io penso utili per avere una visione d'insieme del problema in Toscana che in merito a ciò è una delle regioni a rischio se non quella maggiormente a rischio.Ora io VI chiedo:Questi comportamenti vanno considerati come assolutamente eccezionali e devianti, oppure rappresentano solo l'espressione estrema di un "continuum" che ad essi conduce ? Fenomeni di disagio giovanile più diffusi e frequenti, come i comportamenti autolesivi, le tossicodipendenze, la violenza, individuale o di gruppo, quanto incidono nelle società industriali moderne? Nel disagio giovanile quanto é relato alle fisiologiche crisi d’identità adolescenziale e quanto può essere correttamente condotto ai nostri modelli culturali di sviluppo e di integrazione dell'individuo nella società? Esiste una crisi epocale del modello di convivenza familiare? Quale ruolo la famiglia potrebbe svolgere in questi fenomeni di disagio giovanile? patrizia per SIAMO VIVI TOSCANA

giovedì 5 marzo 2009

I nuovi miti: rifarsi le tette in stile GF9.......

In una società dove i ragazzi non hanno punti di riferimento ideali e culturali, e ideologie che almeno li supportino, dove non ci sono istituzioni che possano indirizzarne gli orientamenti in maniera corretta e dargli strumenti per saper discernere fra cosa significa avere e cosa significa essere. ecco che vi sopperisce la tv trash: sembra quasi fatto apposta, vero? Se vogliamo un'esempio di come la tv possa essere una cattiva maestra, oltre che diseducativa, il GF ne è l'esempio classico: infatti pare che vadano di moda le tette maggiorate, che lì sono in bella mostra, di misura 6 e 7. E' inutile qui fare la solita prosopopea sul disorientamento giovanile e sulla loro marginalizzazione sociale (in quanto consumatori essi sono presi in considerazione solo come capacità di spesa che hanno e poco altro di più) perchè si presuppone che, almeno qui nella blogosfera, la parte meno "accalappiata" dell'utenza ne sia al corrente o almeno ne sia immune visto che usa un mezzo di enorme potenza ma che richiede anche una grande responsabilità personale e sociale per il ruolo svolto. Invece nel mondo reale sembra che il trend sia proprio il contrario: una parte dei giovani, pare anche consistente visto il livello di ascolti che la trasmissione sta avendo, ne emula non solo lo slang ma anche le forme espressive e addirittura quelle fisiche. E' vero che, pur di sviare l'attenzione dal loro futuro rubato dai politici, tutto fa brodo però che ci sia la fila dai chirurghi plastici è desolante e preoccupante per il futuro di questo paese perchè a questi lo lasceremo in eredità e se questo è il livello c'è poco da sperare per il meglio. Soprattutto la vera notizia no è nemmeno l'imitazione del modello proposto ma che nessuno se preoccupi più, al di fuori degli operatori sanitari coinvolti, del fatto che non solo li seguano ma si modifichino visivamente per somigliarli anche fisicamente. O magari non saranno loro ma altri a governare ed essi saranno il parco buoi da gestire e indirizzare a seconda delle esigenze proprie: tanto li si disturba solo per poche volte poi possono sempre tornare alla tv a guardarsi, e immaginare, la realtà virtuale che gli hanno creato; matrix, il film, l'avete visto? Bene, è quello il futuro?

mercoledì 4 marzo 2009

Il nostro paese sempre di più a velocità diverse

E' uno strano paese il nostro. Vanta di essere fra le 8 potenze mondiali ma mostra sempre di più le crepe di queste certezze: infatti al suo interno ha differenziazioni sempre più evidenziate da divide vari. E' un paese ricco (una ricchezza ostentata a tutti i costi ma nascosta al fisco in modo da evitare che altri ne possano beneficiare) ma ha sacche di povertà enormi e che si allargano sempre di più a strati finora mai toccati della società. si fa vanto di proteggere la famiglia ma poi non fa nulla per tutelarla; ha nella sua Costituzione la parità e altri diritti fondamentali ma non crea le condizioni affinchè possano essere tali nella realtà delle cose: anzi sembra quasi che se ne faccia beffe quando ci sono pochissimi che ne fanno uso e moltissimi che per ovvie ragioni (povertà, ignoranza, ecc.) ne sono fuori. E si potrebbe continuare all'infinito. Ma la cosa più odiosa è la Sanità o meglio l'health divide. Il divario crescente fra zone del paese nell'accedere al diritto alla salute (costituzionalmente garantito a tutti e senza costi) e alle cure. Il nostro paese sempre di più rassomiglia all'incubo americano e sempre meno all'idea che ne avevano i Padri sottoscrittori della Carta Costituzionale. Ci sono ormai interi ceti che non vi possono materialmente accedere o che quando lo fanno non hanno le stesse prestazioni che hanno chi se li può permettere (e non solo nelle zone depresse ma anche in zone insospettabili ormai) magari pagando; per non parlare di chi si finge esente per non pagare nememno il ticket e magari è plurimilionario!! Un paese strano e pericoloso il nostro dove non c'è interesse per il bisogno altrui e molto per quello proprio e dove non ci si preoccupa molto se il proprio vicino stupra o violenta in casa propria ma urla e strepita nel chiedere sicurezza perchè se quello che fa le stese cose è un'extracomunitario: un paese così in preda allo smarrimento è facile preda di pochi decisi figuri che lo possono rivoltare come un calzino senza che nessuno batta ciglio se ci sono rigurgiti neonazisti ma dove si insulta il vicino definindolo "comunista". Tempi duri per chi crede nella democrazia................

E le donne andranno in pensione a 65 anni

Alla fine ci sono riusciti (anche se per ora gli statali solo ne "beneficeranno" del gentile dono dell'Europa): le donne a partire dal 2010 (per completare il processo nel 2019) andranno in pensione a 65 anni. Suona strano quest'adeguamento immediato ai diktat europei mentre su altro (per esempio sul riparto delle frequenze fra rete4 ed europa7) ci si muove con una lentezza tartarugara. Sia chiaro, se avessimo nel nostro paese un buon sistema di welfare (assistenza, pensioni, e quant'altro hanno i paesi civili) ed un'organizzazione del lavoro orientati alla difesa del lavoratore e dei suoi diritti (naturalmente a fronte di obblighi contrattuali e legislativi) non ci sarebbe nulla di male; invece abbiamo un sistema pensionistico di stile furbesco (in altri paesi stanno rinazionalizzando i fondi pensionistici sennò finisce che i pensionati devono dare i soldi ai fondi per farli sopravvivere) perchè a partire dal passaggio dal retributivo al contributivo tutto è orientato ad abbassare la parte pubblica della pensione per spingere i lavoratori nelle fauci degli squali della finanza (e vediamo quello che costoro sono stati capaci di fare in questi anni e la crisi che hanno provocato con i loro prodotti "tossici" e che non stanno pagando direttamente) e dei loro piani pensionistici. Per non parlare del fatto che tutta l'assistenza (handicap, CIG e CIGS e altro) grava sugli istituti pensionistici appesantendo ulteriormente la loro liquidità, invece di gravare sulla fiscalità generale. Per non sottacere, infine, il contributo nascosto, nelle pieghe delle varie leggi pensionistiche, e destinato all'abbattimento del debito pubblico sia quando si lega l'andamento dei rendimenti delle pensioni all'andamento dell'economia sia quando una parte di essi è virtualmente destinato al miglioramento della, sempre più misera e lontana, pensione ma in realtà è rpeso dallo Stato per altro: un'altra perla. Insomma il conto, in questo come in altri settori economici e sociali, lo pagano sempre le formiche e mai le cicale (per non dire gli evasori)........

lunedì 2 marzo 2009

Aiuti a Gaza? l'Italia farà la sua parte. Ma con quali soldi?

Alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione dei Territori palestinesi, che si sta tenendo a Sharm el Sheik, gli 87 paesi partecipanti hanno deciso di stanziare 4.5 miliardi di dollaroni: una bella cifra, nevvero? Cose di questo genere sono già accadute in passato: ne sanno qualcosa i cittadini irakeni (che nonostante vivano su un'oceano di petrolio fanno la fila per la benzina e la metà di loro vive di stenti, malattie, ecc è forse questo il prezzo della libertà?) e quelli afghani (anche lì grandi promesse ma poi vera corruzione tant'è che cresce il favore popolare verso i talebani che già controllano direttamente una bella fettona del paese checchè ne dicano i sodali occidentali) delle promesse fatte, e rifatte, ma non mantenute. Ora tocca ai palestinesi. Molto probabilmente solo una parte, esigua, arriverà e servirà soprattutto a legittimare (a livello internazionale) l'occidentalizzata èlite palestinese legandola a triplo filo ai nostri destini ma poco o nulla ai palestinesi aumentandone la rabbia e l'astio verso l'Occidente. In tutto ciò, il nostro paese che fa? Partecipa naturalmente. Donerà 100 milioni tanto per non fare gli avari visto che è già pesantemente impegnato nello scacchiere dal punto di vista militare (e l'art. 11 della nosrta Costituzione italiana?). Ma, come diceva un satirico di qualche decennio fa, la domanda sorge spontanea: da dove li prendono i soldi? Da qualche ulteriore taglio, cancellazione di programma dello stato sociale, contributo, o cosa che la "generosa" fantasia dei nostri governanti sa immaginare? Se, con la crisi imperante, si negano soldi ai lavoratori che perdono il lavoro e si ammette che c'è pochissima trippa per gatti dove li trovano? E' anche vero che per gli industriali e i banchieri i soldi si sono trovati; è vero che ne hanno trovati per salvare la privatizzazione di Alitalia facendola pagare a noi (mentre il governo precedente li faceva cacciare ai francesi); è vero checi si è inventati i cosiddetti Tremonti bond per finanziare i responsabili dell'attuale crisi (chiudendo i cordoni della borsa della spesa le banche hanno determinato la morte di moltissime attività industriali e manifatturiere (per non parlare di quelle artigiane) e ora li si premia pure; è soprattutto vero che nella sua incrollabile fede nel mercato (e nelle sue virtù taumaturigiche) il nostro paese si avvia al baratro della Grande Depressione allegramente, stando a guardare la tv, tanto gli vien detto la verità un pò alla volta e sempre mixata ad altro e quindi è praticamente ignaro di quello che ha davanti. E' vero soprattutto che mentre altrove già da tempo si corre ai ripari da noi a stento si ammette che siamo in crisi e quando proprio non se ne può fare a meno ci si inventa una qualche "emergenza" con i mostri da dare in pasto alle folle (una tecnica di comunicazione vecchia come il cucco ma che da noi funziona sempre) per sviarne l'attenzione. Come finirà il "dono" ai palestinesi? Ai posteri l'ardua sentenza............

domenica 1 marzo 2009

La crisi? La paga chi lavora.....

Una volta tanto che il PD l'aveva detta giusta (e ce ne vuole........) il Capo del Governo gli sbatte la porta in faccia. Ma qual'è l'argomento del contendere? Ma l'assegno di disoccupazione per chi perde il lavoro naturalmente: un piccolo fatto di civiltà e di riconoscimento a chi si fa il mazzo (scusate il termine) portando avanti la baracca (non solo la propria ma anche il paese) per mille e poco più euri al mese. Il PD, demagogicamente o meno non sta a me stabilirlo, c'ha provato a fare la sua mossa, ma "naturallement" era troppo ovvia e scontata così com'era ovvia e scontata la risposta. Il tutto sulla pelle dei lavoratori che rimangono sullo sfondo a fare la fame con la cassa integrazione sempre più fantasmi di formiche in una società folle di cicale. I soldi per le banche si trovano e in enorme quantità (anche perchè le banche hanno chiuso i cordoni della spesa e la terranno stretta finchè tutti noi non pagheremo di tasca nostra le loro tossicità perchè la mia impressione, e non solo la mia, è quella che fanno così perchè vogliono soacializzare le perdite mantenendo privatissimi i profitti) e, anche rispetto ad altri governi che pretendono misure "cautelari" per chi accede al credito pubblico (cosa che da noi si guardano bene dal farlo e anche solo dal pensarlo), nulla fa pensare che si cambi rotta! Ora è giusto che la parte sana del paese paghi la speculazione ch ci ha protato a questa crisi? E' giusto pensare misure che salvaguardino l'economia reale e, soprattutto, la parte più debole di essa? Se perfino fior di liberisti che fino all'altro ieri ci rompevano i timpani con le loro urla sul mercato e sulla sua virtù taumaturgica chiedono "interventi" ci sarà un motivo o no? Non sono rimasti folgorati sulla via di Damasco ma semplicemente capiscono, cosa che i nostri governanti non danno segno di aver compreso, che il sistema è morto, che c'è l'onda di riflusso "statalista" e che urlando per primi cercano di salvarsi la faccia (oltrechè quel poco che rimane della loro idelogia abnorme e criminale che aveva risposte su tutto a patto che tutto andasse bene e non sono io a dirlo ma un premio nobel per l'economia) per apparire "redenti" ai nuovi padroni del vapore e continuare a essere faro anche per essi. Non dando segno di questo ravvedimento la nostra classe dirigente, che si trincera dietro Maastricht, fa mostra che il suo primo obiettivo non è quello di far uscire il paese, e la sua parte sana ossia i lavoratori, dalla crisi ma di tutelare chi ha il potere economico e finanziario in primis e chi ha soldi da qualche parte in secundis lasciando agli altri solo la terra bruciata e poco più......

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