dal blog siamovivi_toscana, volentieri pubblico.
Il disagio giovanile è una realtà che è stata avvertita almeno dagli inizi degli anni '50.In genere. il disagio è sentito dall'adolescente come un senso di inadeguatezza verso il mondo che lo circonda e, quindi, prima di tutto, con la famiglia, e poi con se stesso.L'adolescente non si accetta, non accetta le imposizioni sociali ribellandosi, è spesso in conflitto con se stesso poichè, in fondo, non sa nemmeno lui cosa vuole.E' un delicato periodo di passaggio dall'individuo bambino all'individuo adulto.Ultimamente il disagio giovanile ha assunto, a volte, altri aspetti: baby killers, violentatori adolescenti di bambine, abuso di alcool, uso di droghe anche pesanti. Indagini condotte dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dalla Hbsc (Health behaviour in school-aged children) rilevano che ragazzi e ragazze italiani di 11, 13 e 15 anni bevono di più, sono i più pigri dei loro coetanei europei e più spesso vittime di bullismo. Un tris di record negativi per gli adolescenti italiani. Per esempio: il 12% di loro già a 11 anni beve alcolici almeno una volta alla settimana, a 15 la percentuale sale al 37%.E se sono pochissimi gli undicenni e i tredicenni che fumano, i quindicenni sono il 16% del totale, una percentuale molto simile a quella degli adulti.In Toscana, sempre a 15 anni, invece i "bevitori regolari" quotidiani sono il 21,5% contro una media del 29% a livello internazionale.L’uso di sostanze illegali riguarda il 30% dei giovani adulti (15-34 anni): la droga più diffusa è la cannabis seguita da cocaina, solventi, ecstasy, allucinogeni, anfetamine, oppiacei.Questi sono alcuni dati, forse anche frammentari, ma io penso utili per avere una visione d'insieme del problema in Toscana che in merito a ciò è una delle regioni a rischio se non quella maggiormente a rischio.Ora io VI chiedo:Questi comportamenti vanno considerati come assolutamente eccezionali e devianti, oppure rappresentano solo l'espressione estrema di un "continuum" che ad essi conduce ? Fenomeni di disagio giovanile più diffusi e frequenti, come i comportamenti autolesivi, le tossicodipendenze, la violenza, individuale o di gruppo, quanto incidono nelle società industriali moderne? Nel disagio giovanile quanto é relato alle fisiologiche crisi d’identità adolescenziale e quanto può essere correttamente condotto ai nostri modelli culturali di sviluppo e di integrazione dell'individuo nella società? Esiste una crisi epocale del modello di convivenza familiare? Quale ruolo la famiglia potrebbe svolgere in questi fenomeni di disagio giovanile? patrizia per SIAMO VIVI TOSCANA
Il disagio giovanile è una realtà che è stata avvertita almeno dagli inizi degli anni '50.In genere. il disagio è sentito dall'adolescente come un senso di inadeguatezza verso il mondo che lo circonda e, quindi, prima di tutto, con la famiglia, e poi con se stesso.L'adolescente non si accetta, non accetta le imposizioni sociali ribellandosi, è spesso in conflitto con se stesso poichè, in fondo, non sa nemmeno lui cosa vuole.E' un delicato periodo di passaggio dall'individuo bambino all'individuo adulto.Ultimamente il disagio giovanile ha assunto, a volte, altri aspetti: baby killers, violentatori adolescenti di bambine, abuso di alcool, uso di droghe anche pesanti. Indagini condotte dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) e dalla Hbsc (Health behaviour in school-aged children) rilevano che ragazzi e ragazze italiani di 11, 13 e 15 anni bevono di più, sono i più pigri dei loro coetanei europei e più spesso vittime di bullismo. Un tris di record negativi per gli adolescenti italiani. Per esempio: il 12% di loro già a 11 anni beve alcolici almeno una volta alla settimana, a 15 la percentuale sale al 37%.E se sono pochissimi gli undicenni e i tredicenni che fumano, i quindicenni sono il 16% del totale, una percentuale molto simile a quella degli adulti.In Toscana, sempre a 15 anni, invece i "bevitori regolari" quotidiani sono il 21,5% contro una media del 29% a livello internazionale.L’uso di sostanze illegali riguarda il 30% dei giovani adulti (15-34 anni): la droga più diffusa è la cannabis seguita da cocaina, solventi, ecstasy, allucinogeni, anfetamine, oppiacei.Questi sono alcuni dati, forse anche frammentari, ma io penso utili per avere una visione d'insieme del problema in Toscana che in merito a ciò è una delle regioni a rischio se non quella maggiormente a rischio.Ora io VI chiedo:Questi comportamenti vanno considerati come assolutamente eccezionali e devianti, oppure rappresentano solo l'espressione estrema di un "continuum" che ad essi conduce ? Fenomeni di disagio giovanile più diffusi e frequenti, come i comportamenti autolesivi, le tossicodipendenze, la violenza, individuale o di gruppo, quanto incidono nelle società industriali moderne? Nel disagio giovanile quanto é relato alle fisiologiche crisi d’identità adolescenziale e quanto può essere correttamente condotto ai nostri modelli culturali di sviluppo e di integrazione dell'individuo nella società? Esiste una crisi epocale del modello di convivenza familiare? Quale ruolo la famiglia potrebbe svolgere in questi fenomeni di disagio giovanile? patrizia per SIAMO VIVI TOSCANA
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