Alla Conferenza internazionale sulla ricostruzione dei Territori palestinesi, che si sta tenendo a Sharm el Sheik, gli 87 paesi partecipanti hanno deciso di stanziare 4.5 miliardi di dollaroni: una bella cifra, nevvero? Cose di questo genere sono già accadute in passato: ne sanno qualcosa i cittadini irakeni (che nonostante vivano su un'oceano di petrolio fanno la fila per la benzina e la metà di loro vive di stenti, malattie, ecc è forse questo il prezzo della libertà?) e quelli afghani (anche lì grandi promesse ma poi vera corruzione tant'è che cresce il favore popolare verso i talebani che già controllano direttamente una bella fettona del paese checchè ne dicano i sodali occidentali) delle promesse fatte, e rifatte, ma non mantenute. Ora tocca ai palestinesi. Molto probabilmente solo una parte, esigua, arriverà e servirà soprattutto a legittimare (a livello internazionale) l'occidentalizzata èlite palestinese legandola a triplo filo ai nostri destini ma poco o nulla ai palestinesi aumentandone la rabbia e l'astio verso l'Occidente. In tutto ciò, il nostro paese che fa? Partecipa naturalmente. Donerà 100 milioni tanto per non fare gli avari visto che è già pesantemente impegnato nello scacchiere dal punto di vista militare (e l'art. 11 della nosrta Costituzione italiana?). Ma, come diceva un satirico di qualche decennio fa, la domanda sorge spontanea: da dove li prendono i soldi? Da qualche ulteriore taglio, cancellazione di programma dello stato sociale, contributo, o cosa che la "generosa" fantasia dei nostri governanti sa immaginare? Se, con la crisi imperante, si negano soldi ai lavoratori che perdono il lavoro e si ammette che c'è pochissima trippa per gatti dove li trovano? E' anche vero che per gli industriali e i banchieri i soldi si sono trovati; è vero che ne hanno trovati per salvare la privatizzazione di Alitalia facendola pagare a noi (mentre il governo precedente li faceva cacciare ai francesi); è vero checi si è inventati i cosiddetti Tremonti bond per finanziare i responsabili dell'attuale crisi (chiudendo i cordoni della borsa della spesa le banche hanno determinato la morte di moltissime attività industriali e manifatturiere (per non parlare di quelle artigiane) e ora li si premia pure; è soprattutto vero che nella sua incrollabile fede nel mercato (e nelle sue virtù taumaturigiche) il nostro paese si avvia al baratro della Grande Depressione allegramente, stando a guardare la tv, tanto gli vien detto la verità un pò alla volta e sempre mixata ad altro e quindi è praticamente ignaro di quello che ha davanti. E' vero soprattutto che mentre altrove già da tempo si corre ai ripari da noi a stento si ammette che siamo in crisi e quando proprio non se ne può fare a meno ci si inventa una qualche "emergenza" con i mostri da dare in pasto alle folle (una tecnica di comunicazione vecchia come il cucco ma che da noi funziona sempre) per sviarne l'attenzione. Come finirà il "dono" ai palestinesi? Ai posteri l'ardua sentenza............
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