sabato 26 giugno 2010

Cosa c'è dietro l'oro blu?

E' una storia vecchia, però alla chetichella stanno facendo i propri comodi alle nostre spalle anche oggi: il provvedimento che trasforma in s.p.a. e obbliga a vendere azioni ne è la prova. Da anni giornalisti, economisti, opinionisti, tuttologi, politici, industriali e pensatori a pagamento ci dicono che così com'è non v e che va riformato l'intero settore e da anni che dev'essere reso efficiente e che si può farlo solo privatizzandolo; insomma la campagna di centrifuga dei, pochi, cervelli che ancora ragionano è in pieno svolgimento e si basa sugli accordi internazionali (a partire dal Gatt ai doha round) che prevedono lo spostamento dalla categorie di "beni" a quella di "servizi" con la conseguenza che da bene primario per l'esistenza della vita (la vita con cui tutti gli ipocriti ci si sciacquano la bocca ma poi, anche con mazzette, si "dimenticano" di considerarla importante quando si parla di oro blu) diventa bene "economico" da fornire previo pagamento salato di bollette che gravano su di noi. Responsabili di questo processo vi sono in entrambi gli schieramenti, quando si parla di soldi non c'è colore che tenga, così come industriali che parlano di merito tutti i giorni però poi, in tema di acqua, alzano la voce per l'applicazione dell'art.15 della legge ronchi con l'obiettivo di passare da un monopolio pubblico naturale ad uno privato dove vige la logica industriale (produrre, creare profitti, vendere il "prodotto" senza degnarsi di chi non si può permettere le tariffe che arriveranno alle stelle .... tanto da noi c'è equitalia, pubblica fino all'osso ma privata e come agisce, che ti lascia in mutande ..... e a volte nemmeno quelle) mentre le "perdite (sotto questa voce vanno messi i costi, le diseconomie, le perdite vere e proprie, i debiti, ecc..)" saranno tutte scaricate sulla collettività: quindi costi reali zero!! Non credo che il referendum risolva il problema, spero però che sì ci si possa fare del male, con la nostra apatia, ma fino a questo punto...

venerdì 25 giugno 2010

falsi problemi, veri problemi....

La Confindustria ha certificato che: habemus ripresa!! E un lungo sospiro di sollievo percorse il paese consapevole che, innanzitutto, la ricerca della felicità portà riprendere e che quei cattivoni che hanno creato le condizioni per lo stop di essa hanno perso. Torneremo presto a diventare il paese delle: belle/i segretarie/i; belle/i veline/i; belle crocerossine/i; belle troniste/i; tutto bello e tutto all'insegna del paese del sole e del mare e soprattutto dove lo Stato non rompe più di tanto a pretendere il dovuto pagamento delle tasse perché ci sono, alla bisogna, sempre gli agnelli sacrificali (quei residuati preistorici che vanno sotto il nome di lavoratori pubblici e privati, pensionati, cittadini onesti) che si sobbarcano il peso delle crisi e si offrono volontari (naturalmente con il placet delle organizzazioni che "dovrebbero" rappresentarli) nel pagarne le conseguenze; che la disoccupazione è ai massimi dal 2005 (ciò per chi fa finta di non capire/sentire che ci sono milioni di persone senza lavoro e che non hanno soldi per vivere). E, come se non bastasse, lavoro nero e schiavismo sono anch'essi ai massimi come ai massimi è la pressione dei padroni delle ferriere (leggi Pomigliano e ricatto fiat) per rompere il patto sociale e affermare il libero mercato nel libero Stato senza regole nè confini: un balzo indietro di secoli. Dulcis in fundo: bambini a rischio povertà e senza welfare sarà dura che si riesca ad aiutarli. E queste sono le notizie che arrivano da quel non luogo che per la nostra politica è la società italiana.Qual'è il vero problema che assilla l'Italia?La politica e i suoi problemi: l'ultimo dei quali è quello del neo Ministro appena nominato che subito ha sollevato il legittimo impedimento per organizzare il proprio ministero; si è proprio un problema questo, a tal punto che l'intero paese oggi si ferma per solidarietà.....

giovedì 24 giugno 2010

Morto Saviano: cattivo gusto o solo provocazione?

Il caso del giorno? Non la manovra che riduce il pil; non la continua emorragia di posti di lavoro precario e non; non la crescente (è l'unica cosa, insieme ad evasione ed elusione, che cresca in questo paese) arroganza dei padroni delle ferriere; niente di tutto questo. Il caso del giorno é ....... la foto di Saviano su Max.


Non faccio il discorso qualunquista genere "i problemi sono altri", ma sinceramente fare una polemica su questo serve solo a far vendere più copie. Saviano è uno dei cittadini che si è assunto una responsabilità enorme, pagandone le conseguenze, che altri non si sognano nemmeno di notte e per questo lo rispetto e ne difendo l'immagine e il background, ma da qui a indignarsi ce ne dovrebbe correre dato che è chiaramente una provocazione e di cattivo gusto per giunta: provocazione che ha centrato perfettamente l'obiettivo visto come su facebook e altrove si sono levate voci di protesta. Sacralizzare Saviano significa farne un bersaglio più di quanto lo sia ià e, in parte, a porlo fra i santini che tutti portano con sè: ne vale la pena far diventare un totem una persona che in un paese normale sarebbe uno fra tanti, perchè tutti sarebbero pronti ad assumersi le proprie responsabilità?

mercoledì 23 giugno 2010

la commedia delle beffe....

All'Alfa di Pomigliano (mitica fabbrica, vera cattedrale nel deserto campano, costruita con i soldi nostri e poi regalata alla fiat, insieme a tutta l'alfa romeo, per impedire agli americani di creare un pò di concorrenza qui nel nostro paese) si va in scena con un dramma vero e proprio, ossia il referendum dei lavoratori chiamati a votare se accettare di rinunciare a dei diritti (che secondo gli illuminati economisti che escono in tv "costano"), facendo da testa di ponte al resto di confindustria che potete star certi applicherà alla lettera fra i propri consociati - in attesa che si svegli Brunetta per infilarlo in qualche riforma della riforma anche nella P.A. - in nome della riforma delle relazioni sindacali, a fronte di 700 mln messi lì sul tavolo (e con la pretesa che dal referendum non debbano vincere ma stravincere, come la si chiama ..... plebiscitarismo da paese comunista?) da investire in quella fabbrica: fra parentesi a pagare saranno i loro colleghi di Termini Imerese che chiude. Inutile dire che il fronte sindacale è spaccato: tutti contro la fiom (che insieme, carte e voti alla mano, ai Cobas vale ben il 36% e che sono un bel mattone sul tavolo) e i suoi alleati. Nessuno capisce che è lo stesso errore che fu fatto dalla organizzazioni di workers anglo-americani oltre 20 anni fa? Il potere politico liberista, o simil tale come da noi, il primo che ha è dividere i sindacati, poi viene il resto; e da noi non abbiamo seguito strada diversa: prima tutti hanno accettato regole sempre più stringenti poi si sono fatti metteer il cappio al collo e anche se qualcuno non è d'accordo viene isolato come accade per la fiom. E' mai possibile che nessuno capisca come mai vogliono cambiare alcuni articoli in materia di impresa e proprietà privata della Costituzione? No lo sanno, eccome lo sanno, però chiusi nel loro angolo visuale come sono è il loro stesso orizzonte che gli impedisce di agire e difenderli. Per la cronaca: a Pomigliano ha vinto il si all'accordo ma non è andato oltre un ben misero 62.2% e si aprono solo due scenari di cui il primo è la chiusura di Pomigliano e il secondo la newcom (dove verrebbero fatti ingoiare a forza agli operai quello che il referendum ha buttato nel cestino, un pò come accadde per l'Alitalia insomma) e come sempre chi ha perso è il paese e la gente vera che vedono allontanarsi sempre di più lo Stato democratico basata sulla certezza di regole, diritti e doveri per veder realizzarsi quello corporativo. Nel mondi di plastica della politica (ricordate? Quella che dovrebbe occuparsi fattivamente dei problemi dei cittadini, come a Pomigliano, e nel loro interesse..) invece accade tutto e in suo contrario: l'opposizione non esiste e la maggioranza s'inventa l'opposizione interna con Fini; infatti è tutto uno scontro verbale fra le due B e Fini. Essendo questo un blog faccio il post lungo quanto mi pare e quindi se vi annoiate andate a farvi un giretto dove si mettono in mostra "altro" (foss'anche buoni sentimenti e amenità simili); andiamo con ordine. C'è chi insulta la nazionale (non me ne potrebbe fregar di meno né di chi insulta né tantomeno della nazionale ma tutto ciò facendo parte del giochino del distogliere l'attenzione dai problemi reali della società ne parlo) e, dopo cena con l'amato capo, fa il guastatore creado polemiche ad hoc e c'é chi invece ha preoccupazioni serie (e sonnecchia sui problemi degli altri) che riguardano gli affari propri e dei propri uomini e quindi ha l'urgenza a che "certe" leggi siano approvate al più presto, ne va dei soldi e del sistema che, con tanta fatica ventennale, ha messo su e che si basa sull'inganno mediatico da un lato e dall'altro sulla creazione di un blocco sociale di persone che sono agli opposti fra loro (i poveri del sud e gli straricchi) e che solo lui é riuscito a cementare: e pensare che ora vogliono far studiare a scuola questo fenomeno, ironia della sorte. Nel mezzo ci siamo noi, come sempre, che paghiamo la crisi di tasca nostra e dobbiamo spesso tapparci il naso e votare per dei fantasmi.

martedì 22 giugno 2010

L'Istruzione: ora ci saranno cattedre di berlusconismo...

Ottimismo: ecco la base del berlusconismo. La vulcanica Ministra dell'Istruzione, anziché lottare per dare soldi alla scuola pubblica, s'inventa l'introduzione del berlusconismo nelle scuole e nelle Università. Se si volesse credere ai paralleli storici durante il fascismo c'era il motto "libro e moschetto fascista perfetto" con il regime di allora che comprese perfettamente come il tenere irregimentata la società e il controllare la scuola, ed i suoi programmi, creava consenso e favore popolare. Oggi c'è la democrazia e la libertà (se hai i soldi per poterte permettere) e la destra demagogica si è accorta che oltre un certo un punto non penetrerà all'interno della società e, quindi, gli necessità di creare i futuri propri elettori direttamente nelle scuole e nelle università: ufficialmente per contrastare la pretesa superiorità della sinistra (quale non si dice anche perché non si sa se esiste) in realtà per "direzionare" i futuri cittadini al pensiero unico di cui questa destra è portatrice. Chissà se saranno assunti nuovi prof per farlo; però in tempi di risparmi mi sa che la via sarà un altra: utilizzeranno gli assunti, in forza del Concordato, senza concorso che attualmente insegnano religione in un connubio profano-sacro che nemmeno un poeta come De André poteva immaginare quando scrisse boccadirosa; e nelle università? No problem: se vorranno soldi probabilmente dovranno inventarsi qualche corso su "storia del berlusconismo" oppure "economia pubblica ai tempi ..... di Berlusconi" e via inventando.. in questo modo il giochino di creare adepti non devono inventarselo ma ci penserà, con i soldi di tutti per quanto minima sarà in futuro la scuola pubblica, l'istituzione: infatti saranno, nella più fedele tradizione della visione orwelliana, i figli che sosterranno il capo contro i propri genitori. Se, naturalmente, si mette quest'ennesimo tassello nel grande mosaico della costruzione sociale di cui l'amato capo si fa portatore non si può non notare che in realtà da anni si stava costruendo l'uomo nuovo, quello futuro: non consapevole di se ma un perfetto consumatore che, magari, al posto del proprio nome e cognome potrebbe avere un sinonimo del brand cui è maggiormente affezionato, che ne dite?

lunedì 21 giugno 2010

Il sistema..

A detta di Roberto Saviano nelle zone di camorra il malaffare va sotto il nome di "sistema". Ma siamo sicuri che sia una cosa esistente solo in quelle zone? Non solo Saviano lo dice ma anche altri che ormai il malaffare è stato esportato dovunque nel paese: anzi i colletti bianchi nel centro e nel nord del paese sono insospettabili persone e non hanno nulla, quindi, a che vedere con l'iconografia classica del malavitoso. L'intera economia ne risentirebbe se costoro dovessero passare all'incasso dei titoli in loro possesso, pare. E queste sono cose che tutti sanno, nel loro intimo (e tranne che sui giornali coraggiosi non c'è traccia sui media ufficiali, chissà perché ....) però da noi non si può parlare dell'aspetto legale della criminalità, come mai? E perchè siamo l'unico paese dove non c'è quasi tassazione sulle transazioni, e anche sulle rendite, finanziarie? E perchè? E' così stretto, forse, l'intreccio d'interessi fra economia legale e illegale che se ci si mette il dito si salta tutti? E' vero che ce l'abbiamo di vizio l'evadere, anche nel piccolo, e quindi moralmente non possiamo eccepire ma è anche vero che una piccola, ormai sparuta, minoranza ancora resiste e pretende fattura, anche senza poterla scaricare, ma fa parte, tutti lo sanno, degli utili idioti (e mi scuso per il termine ma ne faccio parte anch'io) che sono necessari perchè il "sistema" regga nel suo complesso: ecco perchè non mi meraviglio (a differenza di altri) che abbiamo posto il veto sull'introduzione di una tassazione sulle transazioni finanziarie (e pare che la UE stia sterzando su una, meno pesante, imposizione sulle banche) e non mi meraviglia nemmeno che Francia e Germania sia "sorprese" dalla presa di posizione del governo italiano: se avessero sottomano la nostra situazione interna probabilmente nemmeno loro se ne meraviglierebbero perché è nettamente preminente il "fai da te" rispetto all'interessa generale; da loro c'è il malaffare, sia chiaro (e spesso è nostra esportazione), ma non è diffuso e quindi riescono a governare i fenomeni e decidere sul da farsi. Qui non abbiamo questa fortuna e infatti i risultati si vedono a tutti i livelli: soprattutto a pagare devono essere sempre gli stessi e i manovratori non devono essere disturbati in nessuna maniera; ecco perchè c'é l'urgenza di "riforme" e, soprattutto, ecco perchè queste riforme devono essere costruite a partire dalla Costituzione...... il paese morale è in coma: peccato che è vietata l'eutanasia sennò ....

domenica 20 giugno 2010

intercetta tu che intercetto io....

"Il ddl sulle intercettazioni si può cambiare , migliorare ed emendare, ma va approvato nell'interesse di tutti", ciò dice l'amato, che ama, Capo. Io mi chiedo: cosa ho da nascondere per aver paura di essere intercettato? Che guardo, dico, scrivo, ecc.? Chi ha da temere nell'essere intercettato? Si parla di comunicazione, c'ho fatto la tesi, e questa campagna di comunicazione mi sa tanto di ballon d'essay: la gran parte degli italiani fa cose normali, poi c'é una parte che non le fa ed ecco che le intercettazioni fanno paura; nella gran parte del mondo civile sono uno strumento utilissimo di indagine, non solo giudiziaria, per assicurare il controllo dei più sull'operato dei pochi (visto che siamo in società liberali dove i pochi, i cosiddetti migliori, governano per grazia ricevuta dai soldi, i molti) e nessuno si sognerebbe di eliminarle; solo da noi (paese per molti versi simile ai paesi latino-americani del tempo delle dittature e degli stati banana) in China, Iran, ecc. ci sono leggi tal fatta e ciò dovrebbe preoccuparci, e invece ........

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