sabato 9 marzo 2013

Grillo, la stampa straniera accusa i giornalisti italiani (Caterina Soffici)

per il week di riflessione, senz'impegno per carità, vi lascio quest'articolo
DIMMI CHI TI INTERVISTA E TI DIRÒ CHE GRILLO SEI
LUI PARLA SOLO CON LA STAMPA ESTERA, IN ITALIA LE SUE FRASI VENGONO STRAVOLTE. E I COLLEGHI STRANIER
I SI ARRABBIANO.
(DIS)INFORMAZIONE: Denunce sempre più frequenti di manipolazioni sulle interviste al leader M5S.
Nel cortocircuito tra stampa italiana e M5S si sta verificando un fenomeno paradossale che ha innescato una spirale perversa. Grillo non parla con i media nazionali perché sostiene che la stampa no-strana fa parte della casta e manipola le informazioni ad uso e consumo dei propri padroni e referenti politici. Per non essere manipolato quindi Grillo rilascia interviste solo ai giornali stranieri. Ma i giornali italiani riprendono le interviste di Grillo ai giornali stranieri e l’effetto è delirante. Perché fraintendimenti o cattive traduzione (casi di buona fede) e manipolazioni vere e proprie (casi di malafede), si innesta la rincorsa alla smentita e alla rettifica.
I GIORNALI ITALIANI fanno dire a Grillo cose che lui non ha detto. Lui smentisce. E i giornalisti stranieri, che non sono fessi, a loro volta chiarificano e smentiscono. Così, come se non bastasse la miseria nazionale di una stampa che ha perso ogni credibilità in patria, fioccano le figuracce internazionali. E la indiretta conferma della tesi di Grillo, che i giornali italiani sono come minimo cialtroni, poco accurati e inattendibili.
L’ultimo episodio ha del surreale. Stephan Faris fa una lunga intervista al settimanale americano Time. I siti italiani riprendono con un titolo farlocco. In particolare finisce nel mirino quello del Corriere.it   (ma sono tutti uguali): “Se falliamo noi violenza in strada”. Cosa capisce il lettore? Che Grillo minaccia di scatenare la violenza in strada. Invece Grillo aveva detto proprio il contrario e il giornalista autore dell’intervista lo fa subito notare su Twitter: un titolo fuori dal contesto. Per chiarezza, il passo incriminato recita: “Domanda: Lei non ha paura che la stessa energia che l’ha spinta in alto potrebbe fare emergere forze oscure? Risposta: Io ho incanalato tutta questa rabbia in un movimento di persone che poi va e governa. Dovrebbero ringraziarci uno per uno. Se noi falliamo, l’Italia è destinata alla violenza nelle strade”. Il Grillo pensiero, che talvolta è di complessa interpretazione, in questo caso non poteva essere più chiaro. Anche perché alla domanda precedente spiegava la differenza con il movimento degli indignati spagnoli: con gli stessi obiettivi di protesta (fuori i partiti, dentro i cittadini, termine di due mandati) loro erano andati in piazza e si erano scontrati con la polizia e con altri cittadini mentre il M5S era andato in piazza a raccogliere le firme e usa internet.
Faris twitta: “Se confrontate il titolo del Corriere.it   con la mia intervista… capite che c’è un problema con i media italiani”. Il Corriere non modifica, ma mette una virgola in mezzo. E dal Corriere rispondono “I titoli sono titoli”. La rete, al solito, si scatena. Tra i lettori, c’è anche chi interviene per dire a Faris (l’unico ad aver parlato con Grillo) che se tanti hanno frainteso, forse Grillo non era stato così chiaro . Il Corriere.it   (sull’edizione cartacea ieri neppure una riga) scriverà poi che “secondo i simpatizzanti del movimento attivi sulla rete, l’interpretazione data da gran parte della stampa italiana (a cominciare dalle agenzie di stampa) sarebbe faziosa e di parte”. Per concludere il cortocircuito, in serata arriva la dichiarazione di Bersani: “Grillo eviti di evocare la violenza” (che diventa a sua volta un titolo su parecchi giornali).
Follia pura. Se la fama dei giornalisti italiani è pessima oltre confine, bisognerà iniziare a farsi qualche domanda. Così mentre Jason Horowitz del Washington sbertuccia i vaticanisti come esempio emblematico del giornalismo italiano ossessionato dalle cospirazioni, che usa “fonti sottili o immaginarie”, Faris ha postato un suo pezzo del 2009 (epoca non sospetta, siamo in pieno berlusconismo) che parla di “fonti inattendibili”, e di “giornali scritti non per i lettori ma per 1.500 persone: ministri, parlamentari, capi di partiti e sindacati, industriali”.
E non è passata neppure una settimana dall’altra figuraccia, quella sul caso di Focus e sull’intervista che viene smentita ancora prima di essere pubblicata. Il sito di Focus pubblica uno stralcio, che viene distorto con una conclusione dove si fa dire a Grillo: sì al governissimo Pd e Pdl per legge elettorale e tagli. Petra Reski, l’autrice del pezzo, smentisce: “È una falsità. Era scritto: Grillo non vuole fare una coalizione né con Bersani né con Berlusconi. Se facessero le tali leggi ‘noi appoggiamo qualsiasi governo’. Ma non lo faranno mai. Loro bluffano per guadagnare tempo”. Lo strascico è stato un susseguirsi di interpretazioni, smentite, rettifiche e titoli surreali. C’è anche chi ha scritto “il giallo” dell’intervista. Non c’era nessun giallo. O una cosa è stata detta e quindi è vera. O non è stata detta, e quindi è falsa. La stampa estera avrà tanti difetti, ma su questo ha le idee molto chiare.
Da Il Fatto Quotidiano del 09/03/2013.
Beppe, un consiglio da un qualsiasi fesso qual sono:
di la tua sul costa rica e dilla tutta; poi manda tutti a fa....o perché se non lo fai dai il destro all'attacco della stampa di regime; se lo fai a metà, come hai fatto finora, scopri il fianco sinistro agli stessi e i tuoi elettori s'inkazzano e il sogno di buttare nel ces..tino il cancro partitocratico e suoi sodali svanisce...
parla e fallo una volta per tutte... poi concetrati sul da farsi e, anche qui, fallo perché non si può aspettare ancora e dare la possibilità a questo regime a-democratico di riorganizzarsi e fregarci tutti facendoci davvero scivolare più in basso della grecia (cosa che all'estero danno per scontato) perché se é vero che ormai tutti siamo disillusi e da questa politica non ci si aspetta più nulla è anche vero che se anche dovessi fallire non ci resterebbe nulla in mano, nemmeno le mosche e allora gli italiani, quelli che tengono al proprio futuro, sarebbero nudi e indifesi di fronte alla rapina che stanno preparando a loro spese... appena ti vengono a chiedere l'appoggio sciogli la briglia e accendi una bella webcam nella riunione cui parteciperanno per vedere punti di appoggio in comune, che tutti sappiano, vedano e sentano cosa hanno davvero da proporre e decidano sul da farsi coinvolgendo  tutto il moVimento; so già la risposta: abbiamo un programma e dobbiamo rispettarlo e su ciò nessun dubbio ma nemmeno possiamo barricarci dietro le porte perché l'aventino é un brutto presagio, ricordi?
questo in corsivo l'ho messo direttamente sul blog di grillo sperando che lo legga

venerdì 8 marzo 2013

.. e ora vogliono la coesione..

Peccato che in molti non ricorano o non sanno al storia: quello che oggi accade è già avvenuto, nel periodo 90-94, ricapitoliamo:
  1. mentre la gran bretagna inserisce nel trattato di maastricht l'opt-out (la possibilità di non entrare o uscire dall'euro) e ne rimane fuori... l'italia si distingueva .... per l'europeismo al punto di iniziare un ondata di (s)vendita di patrimonio pubblico e ciò nonostante fosse appena uscita dallo SME (l'allora nemesi dell'attuale euro) svalutando del 30%;
  2. mentre la gran bretagna, d'intesa con la francia, mira a ingabbiare la germania in una moneta che la ridimensioni (tentativo fallito) mentre era occupata a riunificarsi ... l'italia (s)vendeva il proprio patrimonio industriale (IRI, ENEL, ENI, EFIM) e, in base all'art.107 del trattato, rendeva l'unica istituzione che poteva difendere il paese con la moneta, la Banca d'italia, un appendice della nascente BCE, istituzione privata di proprietà delle banche centrali e di altri investitori, che é l'unica che può coniare moneta e decidere sulla stessa scavalcando le autorità monetarie e politiche dei singoli paesi (art.105) decidendo, un gruppo di tecnocrati finanziari, le politiche dei singoli paesi.
quali sono state le conseguenze di queste iniziative?
in due anni il paese, complice una classe politica indecente, conobbe una esplosione del debito pubblico cancellando in soldi tre anni una storia della lira che appena un decennio prima era una moneta fortissima che faceva da base allo sviluppo vero del paese: sviluppo manifatturiero.
Chi sono gli ineffabili eroi?
  1. Draghi, (allora) direttore generale del tesoro, poi goldman sachs, ora capo della BCE;
  2. Ciampi; governatore, allora, della banca d'italia (fu colui che sancì la separazione della banca d'italia dal tesoro operazione che comportò come conseguenza l'esplosione del debito pubblico), ministro del tesoro (con prodi e d'alema), vicepresidente della banca dei regolamenti internazionali, senatore a vita;
  3. Prodi, gestore delle grandi privatizzazioni dell'iri, allievo di Andreatta, amico di De Mita, ministro del governo andreotti dal '78 al '79, presidente dell'istituto che dovrà poi privatizzare dal 1982 al 1989 e consulente della goldman sachs; venne richiamato all'iri per privatizzarlo da Draghi; guidò il rientro nello sme centrando i parametri del trattato con l'eurotassa (dimenticando però di dire i rischi di una moneta unica coniata per paesi che hanno economie non integrate e che quindi sono diverse fra loro, ricorda nulla?) che ci farà entrare ma senza attuare nessun paracadute per gli italiani contro la speculazione... chi non ricorda la famosa equazione 5 mila lire = 5 euro con un raddoppio abusivo dei prezzi (in Francia apparve l'allora presidente della repubblica che lanciò un monito a chi cercava di speculare durante e dopo il passaggio, che differenza...)?
  4. tutta la classe politica prima e dopo tangentopoli: dal CAF a Monti (anch'esso proveniente da goldman sachs, consulente di varie multinazionali ecc.) che si limitò, dopo l'arrivo dell'euro e l'inizio del processo di destrutturazione del manifatturiero italiano e l'inizio della sua debolezza al punto che oggi siamo un mercato coloniale dei paesi del nord europa e alla loro mercé, a fare da viceré ai voleri della nascente tecnocrazia europea bancaria e non.....
se ci riflettessimo per un secondo troveremmo moltissime similiarità fra quegli anni e oggi: anche allora quando uscimmo dallo SME c'erano "tecnici" che sostenevano che ci sarebbero stati sfracelli.. puntualmente smentiti dall'aumento di un solo punto percentuale dell'inflazione ma di aumento della forza economica doppia rispetto a essa.
Un altro aspetto é la perdita di sovranità: allora ne mettemmo le basi perché mentre la retorica dei media era tutta pro europa in realtà si sapeva benissimo che il nostro paese, insieme all'europa mediterranea, non poteva reggere il peso e la concorrenza dei paesi del nordeuropa (i quali non ci pensavano nemmeno né a privatizzare né tantomeno a liberalizzare..... ne sa qualcosa marchionne mandato via non proprio in modo carino quando voleva prendersi la opel tedesca o ne sanno qualcosa le nostre ferrovie quando volevano entrare in francia.... qui devono far entrare la sncf ma lì col cavolo che entrano, tutto in mano pubblica, tutto tutto) al punto che oggi i risultati si vedono sotto gli occhi: siamo terra di conquista e discarica ufficiale della produzione di germania, e soci...
avessimo memoria e orgoglio nazionale non ci sarebbero dubbi in merito: la ricetta islandese sarebbe già all'opera (con annesse manette per evasori, politici, banchieri e relative azioni di responsabilità di risarcimento); é di oggi invece la notizia che Fitch ci appena declassati a BBB+ con outlook negativo che significa che la Grecia ci é pari e la crescita un miraggio......
eppure "qualcuno" ancora oggi continua a parlare di "coesione nazionale" e di "governo di solidarietà": mi chiedo solidarietà ..... verso chi?
p.s.
la carrellata e le notizie son prese dal saggio di loretta napoleoni "democrazia vendesi (capitolo dal titolo la caporetto finanziaria da pagina 78 in poi.... buona lettura e fornitevi di flebo di maalox)" dove fa nomi, cognomi, carriere, responsabilità e incarichi ricoperti, intrecci, storia ecc. che il sottoscritto ha solo riassunto brutalmente...

giovedì 7 marzo 2013

in primis:
per capirsi dario fo lo dice benissimo: attenti, qusti faranno di tutto per rimanere dove sono, brutalizzo chiaramente, quindi NON SI DEVE MOLLARE..... se vogliamo che se ne vadano a casa non si può scendere a compromessi con chi fino all'altro ieri ha votato leggi come la riforma fornero, per fare un esempio.
in secundis:
marco travaglio "mission impossibile"
Ieri Bersani era chiamato al massimo sforzo per rendere almeno possibile la mission impossible di un governo Pd-M5S. E in un certo senso il suo massimo l’ha dato con gli 8 punti del “nuovo” programma. Purtroppo il suo massimo è molto meno del minimo che potrebbe consentire ai neoeletti del M5S di giustificare davanti ai loro elettori l’eventuale appoggio a un governo. E quel minimo potrebbe garantirlo solo un’alta personalità della società civile, non compromessa con i partiti e gl’inciuci dell’ultimo ventennio: come ha proposto Santoro. Anche perché dire “mai al governo con B” mentre si governa con B. da 16 mesi, fa sorridere (“mai più al governo con B.” sarebbe più credibile). Intendiamoci: fra gli 8 punti ci sono anche cose buone. Che però – a parte la legge elettorale alla francese – sono pure le più vaghe o diluite in tempi lunghi (e nei tempi lunghi saremo tutti morti): rinegoziare in Europa i vincoli di bilancio, peraltro sottoscritti da Monti con l’appoggio del Pd; salario minimo per chi non ha lavoro, che peraltro il Pd definiva insostenibile quando lo proponeva Grillo; norme costituzionali per abrogare le province e dimezzare i parlamentari; legge sulla responsabilità giuridica dei partiti; tagli e taglietti qua e là su compensi e poltrone negli enti locali; nuove norme su corruzione, falso in bilancio, reati fiscali, autoriciclaggio, voto di scambio e addirittura riforma della prescrizione (appena accorciata dalla legge Severino, su proposta del Pd, con salvataggio di Penati e delle coop rosse); e altri bei propositi. Non una parola sui cavalli di battaglia del M5S che l’han portato al successo in tutt’Italia e addirittura al trionfo in Val Susa, a Siena, a Taranto e così via: via i fondi pubblici a partiti e giornali; via le leggi 30 e Fornero; via dal Parlamento tutti i condannati, anche sotto i 2 anni; no alle grandi opere inutili, dal Tav Torino-Lione al Terzo Valico, e agli F-35; via i sussidi a banche e imprese private (Mps, Fs, Autostrade ecc.); basta con i Riva che violano la legge all’Ilva; inversione di rotta sui rifiuti, per ridurre progressivamente i materiali inceneriti; antitrust per tv e pubblicità; ritiro delle truppe dall’Afghanistan; tetto alle pensioni d’oro. Totalmente ignorata anche la campagna online di MicroMega, che ha raccolto 130 mila firme in cinque giorni, per dichiarare subito ineleggibile B. ai sensi della legge 361/1957 sui concessionari dello Stato.
Anzi il modello da seguire per i conflitti d’interessi è la legge-brodino approvata in commissione “alla Camera nella XV legislatura” (2006-2008). Una barzelletta. Il testo, scritto da Franceschini, Bassanini e Violante (“Si tratta di perfezionare la legge Frattini”) e nobilitato dalle firme di Elia e Onida, riguarda solo i conflitti dei membri del governo, non dei parlamentari; e soprattutto non prevede alcuna ineleggibilità, ma solo il passaggio delle azioni delle imprese del titolare del conflitto a un blind trust, un fondo cieco. Ma così si può risolvere il conflitto d’interessi “attivo”: quello di chi, al governo, potrebbe legiferare a vantaggio delle proprie aziende. Non certo quello “passivo”: di chi, al governo, viene favorito dalle proprie aziende – tipo tv e giornali – nel mantenere o nell’acquisire consenso presso l’opinione pubblica. Insomma, se B. rimane un semplice parlamentare, anche se diventa capogruppo del Pdl o presidente del Senato, non gli succede niente; casomai tornasse al governo, le sue azioni di Mediaset, Mondadori ecc. finirebbero nel fondo cieco, ma i suoi giornalisti continuerebbero a vederci benissimo (e comunque, a quel punto, potrebbe abrogare la legge). Sarà un caso, ma il primo a escogitare il blind trust (Montanelli lo chiamava “blind truff”) per risolvere il conflitto d’interessi di B. era stato, nel 1994, lo stesso B. Insomma, i 5Stelle un governo Bersani non possono appoggiarlo. Ma Berlusconi sì.
Da Il Fatto Quotidiano del 07/03/2013.
CHIARO?
perché se non lo fosse non si sa più come dirlo.... qui non si tratta di fare riforme ma di riformare la politica portando a farla la gente comune (anche con tutti i rischi che si corrono quando si portano inesperti e "strani" in parlamento), ossia le persone che tutti i giorni si trovano a fare quadrare i conti grazie alle leggi che dal '92 a oggi tutti dal centrosinistra al centrodestra hanno approvato: con questi, che fanno sistema, non si può più scendere a patti C'HANNO ROVINATO e hanno rubato il futuro ai nostri figli; hanno creato tutte le condizioni di disagio che sono alla base della tragedia di perugia dove un piccolo imprenditore ha fatto una strage.... ne sono politicamente corresponsabili. E si vuole che con questi tizi si possano fare accordi, riforme, accordarsi su "pochi punti" mentre attaccano quel cancro di cui sono portatori anche agli eletti del M5S? No, grazie.... io naturalmente parlo per me ma ha 52 anni suonati sono stufo dei richiami alla responsabilità e simili quando poi hanno SEMPRE significato, dico sempre, che a pagare sono stati i soliti noti mentre chi ne era la causa è rimasto lì dov'era a pontificare e a cambiare casacca a nostre spese.
TENETE DURO!!
NON MOLLATE!!
 Se vogliamo la rivoluzione dolce all'islandese questa può essere l'unica strada
altrimenti ci aspetta ....... la Grecia

mercoledì 6 marzo 2013

“governo di cambiamento” o .... non é meglio un "cambiamento di governo"?

Allora, il PD ha deciso, di non decidere di prendere atto della realtà ossia che il paese ha dato un colpo, e forte per giunta, di avvertimento al sistema dei partiti: o cambiate o andate a casa e visto che c'era lì pronto M5S con un programma accettabile e che finalmente dava voce alla gente e ai loro pensieri anche più reconditi li ha votati o si é astenuta in massa... eppure non é bastato: il PD, ancora una volta trovatosi in mezzo ad un guado, ha scelto di .. rimanervi; chiusi gli occhi hanno optato per la linea del loro segretario e andranno avanti: se vince, com'è ovvio, vinceranno tutti; se perde a perdere sarà solo Bersani perch il notabilato ha già pronta la carta Renzi o quella, sempreverde, di Amato in caso di governissimo con il pdl e soci ... naturalmente il notabilato a questo mira perché é, come dire, rassicurante per loro e per gli interessi che devono preservare; per loro il problema é mr B e non il paese avvolto nelle spire della rcietta greca dove si sa da dove escono i soldi ma non si, ufficialmente, sa dove vanno a finire: la domanda che ci si dovrebbe porre é come mai con il governo monti il debito pubblico é passato dal 120 al 126 e rotti %? Dov'erano finite sobrietà e austerità?
Ma stasera il punto non é qiesto ma il fatto che ancora una volta il PD ha deciso di perseguire una strada suicida, dal punto di vista elettorale sia chiaro, pur di rimettere le mani sul governo... lo chiamano governo di cambiamento e si sono anche dati 8 punti (li trovate al link qui a sinistra.. quello sottolineato e se volete ve lo leggete io l'ho fatto ma non ho trovato nulla che ecciti la mia fantasia a tal punto da credergli sulla parola) su cui trattare, per ora, con M5S; solo che cinque stelle non ha alcuna intenzione di trattare perché ha un suo programma approvato dalla base e portato pervicamente avanti di cui la premessa é NESSUNA TRATTATIVA CON NESSUN PARTITO perché, come dovrebbe essere ovvio, loro non sono un partito e non sono lì per fare le riforme ma, solo, per cambiare il paese rivoltandolo come un calzino per rispondere alla domanda di chi li ha votati, ossia: è mai possibile che si debbano pagare le disavventure delle banche con la precarizzazione del lavoro e rubando il futuro, per mancanza di risorse che vanno alle banche, ai propri figli? Questa é una di quelle cose che proproi le persone comuni non riescono a capire e i partiti attuali li hanno aiutati a confoderli ancora di più con la storiella del "ce lo chiede l'europa" o simil fandonie mentre in realtà, come sostiene anche la napoleoni nell'ultimo saggio di cui parlavo ieri, in realtà, dicevo, la loro unica preoccupaizone era traghettare la nostra economia, mai pienamente matura dal punto di vista industriale, dal manifatturiero al terziario prima e al finanziario poi traformando tutti in giocatori di borsa o in ... falliti. Esattamente com'è accaduto in Grecia, d'altronde anche li la classe politica è complice del processo,  con i risultati che abbiam tutti sotto gli occhi ed esattamente come NON E' ACCADUTO NEI PAESI DEL NORD EUROPA, GERMANIA IN TESTA, DOVE SI SON TENUTI STRETTI IL MANIFATTURIERO E, CONTEMPORANEAMENTE, HANNO SPESO MONTAGNE DI EURO PER SOSTENERLO..... con l'idea che male che andasse c'erano sempre le colonie del sud del vecchio mondo, ossia noi e gli altri piigs, a fare da sfogo per l'export tedesco e delle altre economie. Come credere allora alle vaghissime promesse di un partito che é stato corresponsabile di una tale situazione (ne ha creato le premesse negli anni '90 con le famose, e fallite, liberalizzazioni e privatizzazioni) e ne ha seguito e votato le successive evoluzioni fino al governo monti di cui ha votato tutto e di tutto?
bene fa M5S a tenersene fuori: ha una missiondatagli dagli elettori? Bene la segua, se vuole ancora avere il voto dei comuni mortali che sono stufi di fare da pantalone...

martedì 5 marzo 2013

15 agosto 1971: c'era una volta..

Ho sempre pensato che la data d'inizio dell'attuale disastro risalisse alla caduta del muro di berlino: mi sbagliavo..... leggendo l'ultimo saggio di loretta napoleoni, "democrazia vendesi" (pagine 63 e seguenti) ho compreso che la data della svolta era ben precedente; tutto risale alla data indicata nel titolo del post che é poi il giorno in cui Nixon annunciò lo sganciamento del dollaro dall'oro e di conseguenza veniva sancita l'impossibilità per la moneta americana di essere la "guida" e il "punto di riferimento" per le altre monete: da lì, secondo l'economista, partì il processo che ha portato all'attuale disastro nel mondo occidentale, in generale, e in europa in particolare..... e sapete perché? Perché da quel momento i poi gli stati si son dovuti sovvenzionare non più atingendo alle riserve auree, proprie o altrui, ma ... sul mercato. Solo che quel mercato nel frattempo, con la globalizzazione, era cambiato profondamente e non era più interessato a investire in manifatture o industrie ma ..... in cartaceo o meglio in titoli (bond, derivati, subprime, ecc) che avevano valore solo finché chi li emetteva era credibile, secondo la loro definizione di "credibilità", ai loro occhi..... in pratica se eri solvibile avevi soldi a sfare se invece investi in industrie e altro, cose queste che comportano rischi d'impresa e di mancati rientri economici, il grado di credibilità scema velocemente fino a ... vedere i tasi a cui ti sono dati in prestito i soldi salire alle stelle e impedire l'estinzione del debito spingendo da un lato gli stati a contrarre nuovo debito, a tassi crescenti, e dall'altro spingendo gli stessi stati a convogliare risorse sempre più ingenti per pagare, almeno, gli interessi: ciò comporta l'assottigliamento del denaro a disposizione della società per programmi contro la povertà o per il welfare o per combattere la disoccupazione e spinge interi ceti verso il basso mentre una piccola parte della stessa società sottostante ne approfitta per trovare nuove fonti di ricchezza con cui arricchirsi: ecco che é nata la società post terziaria o cartolarizzata dove contano la moneta cartacea, la finanza, e sempre meno l'industria e il terziario tradizionale...... se a ciò aggiungiamo l'aspetto, non secondario, che lo stesso quadro prospettato vale anche per gli stati: alcuni, forti economicamente e politicamente, fanno da locomotiva.. altri diventano periferia e perdono posizioni diventanto colonie dei primi; né più né meno come ai bei tempi del colonialismo. E'accaduto durante la guerra fredda; accade dopo... anzi questa "specializzazione" si accentua anche grazie a istituzioni sovranazionali che "scoprono" mission opposte a quelle per le quali erano state create, in primis UE e FMI che ben presto si distinguono per l'essere il vero baluardo di questa nuova, si fa per dire, "concezione del mercato mondiale", anzi ne diventano arbitri, guardiani e garanti... fino al punto da dare vita a quella che la stessa napoleoni definisce "cannibalizzazione" delle economia a favore di quelle più forti e a scapito di quelle che rimangono indietro... le stesse classi dirigenti dei singoli stati comprendono che é meno faticoso investire sui mercati che in industrie e, d'altronde, questo gli da lustro a livello nazionale e internazionale enorme cosa impossibile se continuano a restare legati a concezioni, ritenute a torto, vetuste e superate.....
ci si chiederà: come se ne esce? Già, come se ne esce... le soluzioni son due:
  1. la ricetta islandese (che islandese non é perché in precedenza ci sono già state nazioni che si son ribellate all'imperio della finanza, ma per mia comodità la chiamerò islandese); un mix di rivoluzione dal basso (i cittadini si son ribellati, si sono riformata la costituzione, hanno fatte nuove leggi, e hanno mandato in glaera un pò di politici e banchieri per un pò di tempo..... a proposito il leader o uno dei leader era .... un pianista di piano bar, dice nulla?); rifiuto di pagare il debito estero e riconvogliamento delle poche risorse rimaste alla produzione..... un giro a 180° rispetto a pochi anni prima.
  2. la ricetta greca.. bé la conoscete; non c'è bisogno di spiegarla... l'hanno introdotta anche in italia ma per fortuna ci sono state le elezioni e per ora rimane appena sopra l'orizzonte degli eventi, per ora....
ora é inutile stare a girarci troppo intorno: le alternative son quelle e il quadro é quello appena sopra esposto così come le cause, le conseguenze, chi ci guadagna e chi ci perde.... e la scelta é una e in ogni caso avrà conseguenze enormi a seconda di chi ne sarà colpito o favorito. Sta a noi.... far si che siano in pochi o nessuno a subirne le conseguenze..... come  sta a noi saper comprendere che a volte c'è più saggezza in un 2clown2 che in una testa d'uovo che sa solo fare 2+2, e basta..

lunedì 4 marzo 2013

4 marzo 1943

oggi lucio dalla avrebbe compiuto 70 anni.
Cantautore, musicista, anche jazz, poeta, compositore e tantissimo altro.....
Il poeta, questo era a mio parere, nelle tantissime sue espressioni artistiche ha fatto da faro e dato un significato ad almeno tre generazioni, compresa la mia, di giovani e meno giovani e, insieme ad altri grandi figure (una per tutte de andré), c'ha reso la vita meno dura di quanto fosse.
Non sto qui a cantarne le lodi, non ne ha bisogno, ma voglio solo ricordarlo per quello che era e che ancora oggi rappresenta.
Qui ve lo presento in uno dei brani che più hanno significato per me
Futura




e non dimenticate che stasera alle 21.10 su raiuno sarà ricordato nella maniera, credo, migliore e che forse avrebbe gradito di più.......
buona visione

domenica 3 marzo 2013

Istat: la ricetta di monti non ha funzionato...

il 1/ marzo l'istat ha pubblicato il report annuale sull'anno precedente: diciamo che, a esser buoni, il giudizio é .... negativo?
Diamo i numeri:
  1.  il pil è diminuito del 2,4% (si tratta di una quarantina di miliardi persi);
  2. il rapporto deficit/Pil è al 3% (cioè per il 2012 lo Stato italiano ha speso circa 45 miliardi più di quanto ha incassato);
  3. il debito pubblico è al 127% del Pil (intorno ai 2000 miliardi;
  4. le entrate fiscali sono aumentate del 3%, mentre le spese sono aumentate dello 0,6%. 
nonostante i tagli draconiani alle spese correnti (le solite ossia ministeri, scuole, pensioni, sanità, università, enti locali, "caccia" ai falsi invalidi, si fa per dire...) lo Stato non ha diminuito di un cent il debito, anzi; come mai? Semplice, anche qui diamo i numeri:
  1. acquisto degli f35 dagli americani(circa una novantina di aerei che fra manutenzione e tutto costeranno circa un miliarduccio l'uno per i prossimi anni);
  2. sommergibili dai tedeschi (circa due miliardi tutto compreso);
  3. 400 (leggasi quattrocento) auto nuove blu (anche qui milionincini spesi);
  4. aerei per i trasferimenti di genere lusso (milionincini tutto compreso);
  5. la solita tav (anche nella versione low cost circa 8 mlnd a prezzi attuali per il solo project financing, poi verranno gli altri costi.. compreso il 40% del costo francese dell'opera che pagheremo noi);
  6. blocco dei pagamenti della pubblica amministrazione alle ditte private (circa 70 miliardi);
  7. condono alle società concessionarie di macchinette mangiasoldi dei 90 mlnd che NON hanno pagato frodando il fisco;
  8. altre piccole amenità come il finanziamento pubblico dell'editoria e dei partiti come i mega stipendi per i cosiddetti manager pubblici e i rimborsi elettorali... tutte cosucce per vari miliardi che paghiamo noi.... per tacere del vero peso sul debito che ci pesa sulle spalle ossia lo spostamento, attraverso l'emissione di bond pubblici, del debito delle banche allo stato (naturalmente senza alcuna contropartita come invece avvenne negli USA dove lo Stato ha si nazionalizzato ma ha anche intascato interessi e restituzione dei prestiti, qui no....) nonostante le stesse avessero ricevuto, solo in italia,  ben 116 mld di euro dalla BCE.

ora come può una economia e uno stato pieno di siffatto debito ricominciare a crescere? Non può, naturalmente.... ecco quindi che la vite comincia a girare verso il basso schiacciando chi ha un reddito basso e medio mentre chi può si difende aumentando tariffe o evadendo o, se agisce in regime di concessione pubblica, aumentando i costi per gli utenti (non sono di ora le polemiche fra i consumatori e le aziende di servizi accusate di scaricare sugli utenti i propri costi al 100% favorite anche da alcune norme "montiane", approvate dalla inedita, si fa per dire, maggioranza che reggeva il precedente governo che riconosceva la legittimità di una tale azione)  finali.... ora come si fa a dire che questa socializzazione delle perdite bancarie farà risalire l'economia? E' un controsenso come lo é anche il sostenere che se le banche falliscono i cittadini si trovano nei guai perché esiste un fondo interbancario che copre i c/c  fino a 100 mila euro a c/c... praticamente la totalità di essi. Altra bufala propinataci é quella degli "impegni" internazionali: siamo nella situazione che le monete sono tutte legate fra loro e non possono "giocare" al ribasso ma soprattutto siamo, insieme agli altri piigs, condizionati al giudizio dei primi della classe..... che lo sono perché noi da loro dipendiamo per tutto: un anacronismo se si pensa che la UE si basa sul libero scambio e su una cncorrenza sana, é evidente che qualcosa non va, vero?
E che dire, infine, della storiella della crescita che ci sarà se facciamo i compiti a casa? Quali sarebbero questi compiti? E quali sarebbero i professori che dovrebbero giudicare se li abbiamo fatti? Ma soprattutto in tutto questo manca una cosa: tutto ciò é basato su un algoritmo prodotto dai tecnici del FMI, di cui karamazov ha pubblicato per intero il report, che sottovalutava, volutamente o meno é una valutazione puramente politica, l'impatto delle politiche rigoriste sull'economia dei paesi maggiormente in crisi e ne riconosceva l'errore (pur sottolineando che avrebbero continuato bellamente nell'errore perché così si doveva fare... d'altronde il FMI in 50 anni di errori così ne ha fatti tantissimi e non ha mai pagato dazio) senza che i governi nazionali cambiasero rotta...
Secondo quegli italiani che ancora continuano a cadere dal pero, o dal pisello facciano loro, per la vittoria grillina e ne analizzano le "incogruenze" fino al capello, é davvero così inaspettata la crescita di un tipo di movimento del genere vista la fraudolenza della politica "tradizionale"? Secondo me, no.. e secondo voi? E secondo i caduti dal pero (o dal pisello, facciano loro)? E' davvero così deleterio l'aver mandato a casa un bel pò di politicanti e messovi al suo posto un bel pò di persone comuni?

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