Dire che il nuovo leader della sinistra è Pisapia è una doppia contraddizione. In primo luogo, Pisapia è “leader” come Povia è il nuovo Robert Plant. Ha il carisma dei battipanni in saldo. In second’ordine, sempre ammesso che la sinistra in Italia esista ancora, di sicuro non coincide con Pisapia o derivati. Leggo che i bersaniani sono inviperiti per il feeling di Pisapia con la Boschi: sai che scoperta. Pisapia era e resta lo specchietto per le allodole del renzismo: un accalappiatore di voti di elettori di sinistra (o giù di lì), infastiditi ma non troppo da Renzi, che tramite Pisapia verrebbero poi ricondotti a Renzi.
Al tempo del fascismo quelli come Pisapia si chiamavano fiancheggiatori, al tempo del renzismo è probabilmente sufficiente chiamarli paraculi. La storia della “sinistra” è piena di bluff, e tra questi Renzi è in assoluto quello più grande, goffo, incapace e caricaturale. Credere pure al bluff di Pisapia mi parrebbe un po’ troppo. Sveglia, bersaniani e compagnia cantante: c’è un limite anche al ridicolo.
P.S.: Quando parlo di “Pisapia e derivati”, penso a quelli che al tempo di Bossi e Berlusconi giocavano in tivù ai Che Guevara, e ora che hanno Berlusconi come leader giocano ai Ghedini in cachemire. Gad Lerner, per dirne uno.