venerdì 10 luglio 2009

G8: successo d'immagine ma manca l'arrosto, chi se lo è preso?

E' finito. Il G8 è finito ed è stato un successo ( <------- leggete), per chi? Naturalmente per Lui che ha riguadagnato consensi nel paese e ha fatto dimenticare i "problemi" e gli attacchi che gli erano stati rivolti dall'estero (dove sono meno proni al potere, lo sono ma di meno e non è poco) e, sopratutto, ha ridato un ruolo e un'imagine al paese. Infatti il successo è tutto d'immagine perchè di fatti ce ne sono pochi, molto pochi. Stanziamenti per l'Africa (circa 20 miliardi di $) a cui se gli arriverà un terzo sarà grasso che cola; economia mondiale che necessita di aperture dei mercati (perchè finora erano chiusi?); ecc. in realtà c'è moltissimo fumo a cui si sono prestati tutti perchè tutti hanno bisogno di rinfoltire i ranghi degli ottimisti ma la realtà, quella vera, non è cambiata: la crisi c'è e per ora rimane. Ora, a parte tutte le considerazioni sulla inutilità di show come il G8, cosa rimane se gli accenti sono stati già differenti fra Capo dello Stato italiano e Capo del Governo italiano? Poco o nulla dato che da noi si continua a far finta (<------- leggete) di essere quello che non si è (forse non si è mai stati e non si sarà certo in futuro) continuando a "blablare" mentre il mondo va da un'altra parte che ci piaccia o meno.

giovedì 9 luglio 2009

G8: clima. tutti d'accordo, su cosa?

Il rito sacerdotale del G8, per il quale abbiamo speso bei soldi che potevano essere impiegati meglio in altre cose maggiormente urgenti (fate voi quali vengono per prima: africa, fame nel mondo, povertà, crisi mondiale, abruzzo ce n'è a iosa), ha partorito il solito minuscolo topolino sul clima: per il 2015 saranno raddoppiati i fondi a favore della ricerca e dello sviluppo per un'economia pulita; per il 2020 riduzione delle emissioni con il limite dei 2 gradi centigradi; dimezzare le emissioni globali dei gas serra e abbattere le proprie dell'80% entro il 2050. Chi controlla? Chi dà le sanzioni? Che misura è mantenere entro i 2° l'aumento del surriscaldamento se gli scienziati continuano a ripetere che l'aumento di 2° gradi comporterà comunque gravi danni ai vari ecosistemi? Chi vogliono prendere in giro? In realtà per come sono le società atuali programmi così a luno termine hanno pochissime speranze di essere realizzati (Kyoto ne è un fulgido esempio): basta un Bush per far saltare tutto. Insomma ancora una volta l'unico che ci guadagna davveroè il nostro Capo del Governo che si è rifatto l'ennesima faccia internazionale e ha rimesso un pò a posto la propria vetrina ma in realtà per il comune cittadino non avrà altro che un pugno di mosche di false promesse e basta. Ma dato che crediamo e ci beviamo tutto beviamoci anche questa........ intanto il pianeta va a p........e (naturalmente con tutto il rispetto per le professioniste del ramo)

mercoledì 8 luglio 2009

....... a proposito di razzismo.

sempre a proposito di razzismo e, soprattutto, di clandestini vi invito a vedere il documentario che rai tre trasmetterà, a meno di cambiamenti del palinsesto, il 9 LUGLIO 2009 DOC 3 - RAI 3 ore 23.40 (ringrazio martha76.mt per avermi segnalato il documentario e se avete interesse ancora a interessarvi per capire cosa soffrono per raggiungere "LAmerica (scritto così da un film di qualche anno fa)" e perchè vi invito a guardarlo. Il nostro stimato paese ha appena fatto una legge cattiva (non solo una cattiva legge) che non servirà a nulla se non a creare ulteriori clandestini e ulteriori prede per i trafficanti di carne umana nonchè abbiamo appena creato un'area di sottosviluppo da sfruttare (sul modello dei clandestini messicani che vengono sfruttati in Texas, California, ecc. si sa che copiamo sempre gli americani) a nero per i lavori che, come si dice in questi casi, "i nostri non vogliono più fare" se non con un lauto stipendio e si sa perchè a pagare tutto se si paga meno di un terzo a un clandestino? Dovunque nel nostro paese ci sono persone che li assoldano per vari motivi e quindi questa legge arriva a fagiolo e nel ringraziare la maggioranza dovrebbero spiegare se i loro conterranei che sono emigrati in altri paesi avessero avuto lo stesso trattamento cosa ne penserebbero: probabilmente lo hanno avuto ma ciò non giustifica la legge del taglione. Come sempre dimentichiamo il passato e da esso non impariamo mai: strana la natura umana vero?

martedì 7 luglio 2009

Non sono razzisti: sono loro che sono napoletani.......

Qualche anno fa Giobbe Covatta faceva un numero che diceva, più o meno, così: noi non siamo razzisti ...... sono loro che sono napoletani ...... Un deputato della Repubblica beccato a fare una bella canzoncina sui napoletani (chissà a quando sui siciliani clandestini, calabresi extracomunitari, lucani buoni solo come amaro ecc. tutto il repertorio): "cori da stadio" dirà il solito coro perchè si è lasciato andare (anche peggio perchè si è lasciato forse sfuggire quello che pensa?) segno dei tempi qualcuno dirà; "un fatto privato" dirà qualcun'altro; "si dovrebbe dimettere perchè canta male" dice il suo Capo; un percorso già visto. Se fossimo un popolo serio ci sarebbe una mezza sollevazione popolare e una levata di scudi da chi vive al Nord (e magari vota il suo partito perchè non ha altro da votare perchè gli altri sono anche di più impresentabili; ricordo che al nord ci sono circa 5 mln di meridionali di prima e seconda generazione, mica bau bau micio micio) invece a parte qualche dichiarazione l'unico effetto che si ottiene è quello che il Nostro "sceglie" l'Europa perchè eletto anche lì. Se fossimo un popolo maturo e sereno un'enorme risata generale l'avrebbe seppellito invece nulla. Se qualcuno vuole avere la cofnerma di come 20 anni circa di forti iniezioni mediatiche alla gente ha sortito il suo effetto: il nulla, è accaduto il nulla. Siamo il paese del nulla e ci meritiamo "questo" nulla.

lunedì 6 luglio 2009

Aderisci alla giornata di silenzio per la libertà d'informazione on line




Post n°1689 pubblicato il 06 Luglio 2009 da ninograg1

Post n°120 pubblicato il 06 Luglio 2009 dal blog di dream_is_my_reality
Gli ultimi mesi sono stati caratterizzati da un susseguirsi di iniziative legislative apparentemente estemporanee e dettate dalla fantasia dei singoli parlamentari ma collegate tra loro da una linea di continuità: la volontà della politica di soffocare ogni giorno di più la Rete come strumento di diffusione e di condivisione libera dell’informazione e del sapere. Le disposizioni contenute nel "Decreto Alfano" sulle intercettazioni rientrano all'interno di questa offensiva.Il cosiddetto "obbligo di rettifica" imposto al gestore di qualsiasi sito informatico (dai blog ai social network come Facebook e Twitter fino a .... ) appare chiaramente come un pretesto, un alibi. I suoi effetti infatti - in termini di burocratizzazione della Rete, di complessità di gestione dell'obbligo in questione, di sanzioni pesantissime per gli utenti - rendono il decreto una nuova legge ammazza-internet.Rispetto ai tentativi precedenti questo è perfino più insidioso e furbesco, perché anziché censurare direttamente i siti e i blog li mette in condizione di non pubblicare più o di pubblicare molto meno, con una norma che si nasconde dietro una falsa apparenza di responsabilizzazione ma che in realtà ha lo scopo di rendere la vita impossibile a blogger e utenti di siti di condivisione.I blogger sono già oggi del tutto responsabili, in termini penali, di eventuali reati di ingiuria, diffamazione o altro: non c'è alcun bisogno di introdurre sanzioni insostenibili per i "citizen journalist" se questi non aderiscono alla tortuosa e burocratica imposizione prevista nel Decreto Alfano.La pluralità dell'informazione, non importa se via internet, sui giornali, attraverso le radio o le tv o qualsiasi altro mezzo, costituisce uno dei diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino e, probabilmente, quello al quale sono più direttamente connesse la libertà e la democrazia.Con il Decreto Alfano siamo di fronte a un attacco alla libertà di di tutti i media, dal grande giornale al più piccolo blog.Per questo chiediamo ai blog e ai siti italiani di fare una giornata di silenzio, con un logo che ne spiega le ragioni, nel giorno in cui anche i giornali e le tv tacciono. E' un segnale di tutti quelli che fanno comunicazione che, insieme, dicono al potere: "Non vogliamo farci imbavagliare".Invitiamo quindi tutti i cittadini che hanno un blog o un sito a pubblicare il 14 luglio prossimo questo logo e a tenerlo esposto per l’intera giornata, con un link a questo manifesto. - scarica il logo banner.jpgNon si tratta di difendere la stampa, la tv, la radio, i giornalisti o la Rete ma di difendere con fermezza la libertà di informazione e con questa il futuro della nostra democrazia.(http://dirittoallarete.ning.com/)

domenica 5 luglio 2009

il libro che cambierà il mondo?

E' in giro un libro. Preannuncia una nuova speranza, per qualcuno una nuova illusione come fu per il comunismo sovietico, anzi preannuncia una nuova rivoluzione. Nel 1848 il manifesto dei comunisti i K. Max preannunciava un spettro che si aggirava per l'Europa; questo libro preannuncia una insurrezione globale: "Hanno usato i nostri genitori per distruggere il mondo e ora vogliono usare noi per ricostruirlo, e con un profitto" questo c'è scritto e di certo a leggere i libri di storia del capitalismo occidentale non basterebbe un "libro nero del capitalismo" per comprendere i guasti che questo sistema ha creato nel corso dei secoli ma soprattutto dal 1950 in poi (quando nonostante mostrasse il volto umano per impedire l'orda rossa) per tutto il pianeta nella folle corsa per battere il mortale nemico comunista (che nient'altro è che la stessa visione dal punto di vista collettivista dove al posto monopolio privato c'è quello pubblico); e quando lo ha battuto ha svelato il suo vero volto distruttivo: il lberismo e el sue forme degeneri che ha permeato di sè il pianeta (paesi dittatoriali compresi dato che lo stesso Friedman era consulente di Pinochet e della giunta sanguinaria argentina e spiegò ai cinesi, comunisti, come restare al potere e fare affari senza preoccuparsi del popolo). Questo libro invece fa altro: dichiara morta la sinistra e apre la strada ad un'altra prospettiva che è diversa da tutto quello che finora si è letto perchè non parte da una semplice elaborazione dell'esistente ma fa altro, ossia dice pari pari quello che accade e, come per le altre utopie, fa tutto partire da un'insurrezione, stavolta, globale. E non sono i morti di fame in giro per il pianeta a leggerlo ma l'intellighenzia, presente e futura, dell'occidente e, soprattutto, i suoi figli (come sempre avviene in questi casi sono i figli dei riccastri il motore). Che dire? sarà vero? è la nuova bibbia dei rivoluzionari o una vera e propria provocazione, uno specchio per le allodole? Una cosa è certa: chi lo legge ne rimane turbato. "Ha detto a Affaritaliani.it Jeff, studente 23enne: "Il libro è importante perché spiega la totalebancarotta di tutto. Noi viviamo in un'estetica ampollosa con contenuto zero". In un mondo avvolto dal ghiaccio delle falsità statunitensi, "The coming insurrection" potrebbe diventare il rompighiaccio auspicato dagli anarchici di questa nazione. Una cosa è certa: la gente è stanca, non crede più al potere della politica nazionalistica degli Stati Uniti. "Siamo un popolo morto che si muove come uno zombi", ha concluso il giovane Jeff". Personalmente ritengo che sia prematuro anche solo pensare che le èòite che si trovino di fronte ad un tal opera abbiano qualcosa da temere: un pò perchè l'apparato propagandistico che posseggono (lo vediamo in Italia) è tale che interi stati ne sono soggiogati; un pò perchè la rete e le nuove forme di democrazia sono troppo recenti per poter solo sperare di poter sopravvivere ad un'attacco repressivo del potere (e ne stiamo avendo un'esempio con le legislazioni che nei paesi stanno emanando che certo non favorirà le nuove forme di libertà) e solo quando, credo, queste forme saranno maturate allora potremo teorizzare dei cambi radicali di sistema, ci piaccia o meno. Una cosa è certa: il potere è così sicuro di sè che questo libro gira tranquillamente nelle librerie americane e francesi e se ne discute altrettanto tranquillamente nelle università di questi paesi, ciò testimonia una grande forza e sicurezza delle èlite. Ma il girono in cui lo dovessero vietare..........

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