domenica 5 luglio 2009

il libro che cambierà il mondo?

E' in giro un libro. Preannuncia una nuova speranza, per qualcuno una nuova illusione come fu per il comunismo sovietico, anzi preannuncia una nuova rivoluzione. Nel 1848 il manifesto dei comunisti i K. Max preannunciava un spettro che si aggirava per l'Europa; questo libro preannuncia una insurrezione globale: "Hanno usato i nostri genitori per distruggere il mondo e ora vogliono usare noi per ricostruirlo, e con un profitto" questo c'è scritto e di certo a leggere i libri di storia del capitalismo occidentale non basterebbe un "libro nero del capitalismo" per comprendere i guasti che questo sistema ha creato nel corso dei secoli ma soprattutto dal 1950 in poi (quando nonostante mostrasse il volto umano per impedire l'orda rossa) per tutto il pianeta nella folle corsa per battere il mortale nemico comunista (che nient'altro è che la stessa visione dal punto di vista collettivista dove al posto monopolio privato c'è quello pubblico); e quando lo ha battuto ha svelato il suo vero volto distruttivo: il lberismo e el sue forme degeneri che ha permeato di sè il pianeta (paesi dittatoriali compresi dato che lo stesso Friedman era consulente di Pinochet e della giunta sanguinaria argentina e spiegò ai cinesi, comunisti, come restare al potere e fare affari senza preoccuparsi del popolo). Questo libro invece fa altro: dichiara morta la sinistra e apre la strada ad un'altra prospettiva che è diversa da tutto quello che finora si è letto perchè non parte da una semplice elaborazione dell'esistente ma fa altro, ossia dice pari pari quello che accade e, come per le altre utopie, fa tutto partire da un'insurrezione, stavolta, globale. E non sono i morti di fame in giro per il pianeta a leggerlo ma l'intellighenzia, presente e futura, dell'occidente e, soprattutto, i suoi figli (come sempre avviene in questi casi sono i figli dei riccastri il motore). Che dire? sarà vero? è la nuova bibbia dei rivoluzionari o una vera e propria provocazione, uno specchio per le allodole? Una cosa è certa: chi lo legge ne rimane turbato. "Ha detto a Affaritaliani.it Jeff, studente 23enne: "Il libro è importante perché spiega la totalebancarotta di tutto. Noi viviamo in un'estetica ampollosa con contenuto zero". In un mondo avvolto dal ghiaccio delle falsità statunitensi, "The coming insurrection" potrebbe diventare il rompighiaccio auspicato dagli anarchici di questa nazione. Una cosa è certa: la gente è stanca, non crede più al potere della politica nazionalistica degli Stati Uniti. "Siamo un popolo morto che si muove come uno zombi", ha concluso il giovane Jeff". Personalmente ritengo che sia prematuro anche solo pensare che le èòite che si trovino di fronte ad un tal opera abbiano qualcosa da temere: un pò perchè l'apparato propagandistico che posseggono (lo vediamo in Italia) è tale che interi stati ne sono soggiogati; un pò perchè la rete e le nuove forme di democrazia sono troppo recenti per poter solo sperare di poter sopravvivere ad un'attacco repressivo del potere (e ne stiamo avendo un'esempio con le legislazioni che nei paesi stanno emanando che certo non favorirà le nuove forme di libertà) e solo quando, credo, queste forme saranno maturate allora potremo teorizzare dei cambi radicali di sistema, ci piaccia o meno. Una cosa è certa: il potere è così sicuro di sè che questo libro gira tranquillamente nelle librerie americane e francesi e se ne discute altrettanto tranquillamente nelle università di questi paesi, ciò testimonia una grande forza e sicurezza delle èlite. Ma il girono in cui lo dovessero vietare..........

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