sabato 23 febbraio 2008

Chiunque vinca il liberismo è sempre lo stesso

La ricetta per "rialzare" il nostro paese qualunque e chiunque sia che vinca le elezioni sembra essere praticamente la stessa: ci sono dei dettagli che li differenziano ma sostazialmente le analisi e le soluzioni restano le stesse. Cambia solo, in soldoni, dire o non dire cosa si vuol fare. Infatti mentre la destra estemista parla di "choc" la destra economica la mette giù in maniera più lieve mentre in realtà la cosa che risalta più di tutte e che i tagli ci saranno e saranno, come sempre, draconiani. Essendo il substrato formativo lo stesso per gli esperti che sono nelle due destre le analisi non possono che combaciare e i rimedi pure, infatti i tagli del ParDem assommano al 40 mld di euro mentre dalla'altra parte fanno i furbi ma parlano solo di una terapia choc e quindi siamo lì. Come nella peggiore tradizione delle ricette liberiste la parola d'ordine è sempre la stessa: vacche grasse? Tagliare. Vacche magre? Tagliare. Vacche morenti (il nostro caso)? Tagliare. Null'altro e chi avesse letto, non solo noiosissimi trattati di economia, il libro ultimo della Naomi Klein (come il sottoscritto) non può non suonargli un campanello d'allarme perchè significa che gli ultimi brandelli di Stato sociale e welfare che sono rimasti. Il problema è se ci vogliamo piegare alla moda o trend attuale facendo la fine dell'Argentina o vogliamo prendere la strada virtuosa dei apesi scandinavi e comincare a ragionare "socialdemocratico"contemperando elementi di mercato e pari elementi di interventi regolatori del mercato

venerdì 22 febbraio 2008

Balcani: il fuoco sotto la cenere riprende vigore.....

Che cosa volevano ottenere gli USA, ed i loro sodali, nel riconoscere l'indipendenza kosovara? Rimarcare la loro necessarietà e spingere l'orso russo fuori dalla tana? Spaccare l'Europa in più tronconi mettedone a nudo le diverse posizioni e le differenze nascoste facendo (e questo potrebbe essere per l'uomo comune una cosa positiva) il disegno liberista dell'Europa unita? Lasciare alla futura Amministrazione americana (probabilmente democratica) un'altro problema su cui intervenire e un'altra rogna da grattare? Creare un'altro stato cuscinetto nel quale scontrarsi con i nemici evitando, ancora una volta, di portare la guerra ai propri confini? Dire chi vivrà vedrà sarebbe stupido ma ignorare la cosa sarebbe a dir poco criminale. Tante sono le questioni, ma una sola risposta: il Vecchio Continente non è capace di fare autonomamente le scelte e va sempre a ruota dell'imperatore e rischia di diventare ancora una volta il teatro principale dello scontro in fieri che vede Russia (e dietro di essa la Cina) e USA che nel loro delirio di potenza e onnipotenza sono tornati a giocare pro domo sua con i destini altrui insensibili sia alle reali necessità delle persone sia degli equilibri faticosamente in secoli di storia e di sanguinose guerre. Sbagliano i Governi che hanno seguito il riconoscimento americano dei Kosovari; sbagliano per tanti motivi: non ultimo quello che vedrà di qui a poco tempo il riesplodere della guerra etnica senza possibilità stavolta di girarsi dall'altra parte o di nascondersi dietro improbabili interventi e risoluzioni ONU o aspettare, ancora una volta, i "salvatori" della democrazia d'oltreoceano che facciano qualcosa, mentre in realtà è l'ignavia e la pavidità europea, pedissequamente schierata a fianco degli americani, ad averne creato le premesse. Situazione senza via d'uscita? Si stante il servilismo europeo rispetto all'interventismo americano. No, se in un ravvedimento immediato e repentino si seguisse la prudente linea di paesi come la Spagna che non riconosceranno l'entità kosovara e si terranno fuori dalla diatriba e, si spera di no ma non sarà così, dall'imminente guerra: è anche vero che da noi purtroppo non c'è uno Zapatero ma politici che hanno visto troppe volte "Happy days" nella loro infanzia.

L'Italia ai tempi del colera.......

L'emergenza rifiuti, forse pochi sanno perchè pochi ricordano, risale a oltre 30 anni ai tempi del colera quando le basi dell'attuale rovina erano appena state gettate dall'allora malgoverno: fu solo grazie a vere e proprie rivolte popolari che vi si fece fronte con pannicelli caldi mentre scoppiò l'epidemia di colera che buttò benzinza sul fuoco e costrinse i politici a intervenire per tamponare. Da allora cosa è cambiato? Nulla. Si passa da emergenza in emergenza da discarica a discarica continuando a rovinare una terra bellissima e prodiga con i suoi figli che ha sempre attirato, nel corso della storia umana, popoli a sè. Anche stavolta si rischia, nonostante gli sforzi di De Gennaro, di ritrovarsi con un pugno di mosche in mano dato che la classe dirigente, non solo locale, è trasversalmente indifferente ai reali bisogni della gente e intrecciata con il malaffarea tal punto da creare una struttura nella quale il copioso fiume di denaro riversatosi in questi anni in quelle zone si è perso in mille rivoli. L'impressione è che l'emergenza sia voluto: sia necessaria per spillare soldi non solo al contribuente italiano ma a anche a quello europeo: e a nulla valgono inchieste giornalistiche, e non, che portano alla luce le complicità e le malversazioni perchè alla fine della giostra tutto torna esattamente come prima. La cosa che maggiormente dispiace è l'indifferenza del resto del paese: dimenticco che Napoli è "Italia" e sua immagine e somiglianza dato che lì sversano rifiuti dal resto del paese illegalmente e lì sono stati, e continuano con grande faccia tosta, in tanti a mangiarci sopra e a specularci miserevolmente alle spalle dei locali cittadini che, però, sono quelli a pagare lo scotto sia dal punto di vista sanitario che come qualità della vita (malattie, tumori e chissà cos'altro imperversano e fanno strage di persone): la Campania è dvientata l'immodezzaio del paese. Una volta era il mercato finale e coloniale dello sviluppo del Nord; poi è stata fra i maggiori serbatoi di manodopera del paese, ora ne è la fogna a cielo aperto rimarcando, se ancora era necessario rimarcarlo, come siamo cittadini di un paese che ha fatto del malaffare e della politica pro domo sua la bandiera e lo stemma più vicini al quarto mondo che al primo in termini di libertà e diritti. La vera vergogna nazionale non è però questa: la cosa che maggiormente irrita è che della questione se ne fa un dramma quando scoppia la rabbia della gente mentre ci si straccia le vesti e ci si cosparge il capo di cenere quando si è presi con le mani nel sacco. Tutto molto "italiano" direi se non fosse per il piccolo particolare che lì in quella regione c'è un'enorme specchio nel quale tutti riflettiamo la nostra anima sempre più nera..............

giovedì 21 febbraio 2008

Aborto? no grazie: programma o crociata dissimulata?

Non ha peli, com'è suo costume, Ferrara nel rifiutare la sua candidatura a sindaco della capitale senza un'apparentamento fra la sua lista e il PdL (nei fatti si chiede una condivisione dell'idea del giornalista a portare al centro dell'agone elettorale le tematiche etiche di cui si è fatto bandiera in nome e per conto dell'oltretevere mirando quindi alla scelta di campo dei cattolici) che sposterebbe nel campo del non politically correct la battaglia elettorale che fino ad ora è stata all'insegna del buonismo smelenso e del non facciamoci del male. So benissimo che parlando di questa lista do visibilità a chi molto probabilmente non prenderà più del 2% dei voti (anche se getterà un seme per future battaglie clericali e conservatrici magari con un testimone preso da altri) e quindi va a caccia di riflettori proprio mentre proprio i suoi amici lo mollano perchè scomodo; ma ritengo se ne debba parlare perchè nel suo programma (si è sempre in attesa di quello del PdL) c'è quanto di meglio i teocon siano in grado di mettere per iscritto in questo momento: dalla lotta alla RU486 alla difesa di quella magnifica legge che la 40 sulla fecondazione assistita; dalla applicazione in senso restrittivo della 194 alla rianimazione dei feti prematuri/immaturi di alto grado anche senza il consenso dei genitori ecc. Una cosa da paura che farebbe ripiombare il paese negli anni bui pre 194 e ci porrebbe, a mio parere, alla stessa stregua dell'Iran: anzi peggio perchè noi qui ci beiamo di essere portatori di civiltà e valori liberali mentre additiamo a tirannico quel paese. Questa è la follia degli anni che stiamo vivendo: ci autodefiniamo liberali e giudichiamo gli altri poi però in casa nostra proproniamo le stesse cose che condanniamo a casa altrui. Per 50 anni abbiamo definito Cuba come il male poi a Guantanamo gli USA violano da anni i diritti umani. Definiamo l'Iran come un paese liberticida poi qui violiamo i diritti dell'altra metà del cielo in tutti i modi: dal comprimere le donne in un ruolo secondario a negargli la decisione su come e quando avere una maternità consapevole; e si potrebbe continuare all'infinito. Se ci fosse tensione morale fra i cittadini di questo confuso paese uno come il promotore di qeusta lista sarebbe additato poco più che come un nostalgico della religione di Stato, invece gli si dà anche l'aura della passione ideale ecc. Siamo proprio caduti in basso.........

Elettrochoc: la rivalutazione dell'orrore


In tempi di ricoversione e riciclo del passato poteva mancare la rivalutazione dell'elettrochoc? No, non parlo della choc economy che un libro recente di Naomi Klein ha portato alla ribalta, proprio di quel trattamento elettro convulsivante che uomini illuminati come Basaglia avevano aborrito e scacciato via dalla medicina ufficiale italiana: ora la SOPSI la rivaluta e lancia una raccolta di firme per rimetterla in carreggiata. Non bastassero gli orrori raccontati da chi vi è stato sottoposto; non bastasse la cosa che i regimi totalitari ne hanno un uso abnorme per eliminare o "sperimentare" su oppositori e persone appartenenti a cosiddette razze inferiori (altro orrore), ma ne hanno fatto uso anche paesi cosiddetti democratici come negli USA sui prigionieri sulla base degli studi compiuti negli anni 50 del 900. Ora se ne torna a parlare perchè si sostiene che, sulla base dei nuovi materiali e tecniche, i cosiddetti effetti collaterali sono ridotti al minimo e gli effetti positivi sono visibili e se ne richiede il riuso. La medicina ha fatto passi da gigante nello studio del cervello e delle sue devianze e la psicologia ha sempre discusso su esse cercando strade meno invasive: non capisco, quindi, perchè si debba ora ritornare ad una cosa che ha detrminato danni diffusi e ha ridotto esseri umani a larve. Mi ricorda, una cosa del genere, 1984 di Orwell e l'uso che se ne fa non può essere certificato che sia solo a scopo medico dato che proprio l'avanzamento della ricerca in questo porterebbe sicuramente ad abusi e deviazioni, quindi no grazie!!

mercoledì 20 febbraio 2008

Fidel lascia: Cuba in bilico fra democrazia e continuismo

Fidel Castro ha passato i poteri al fratello Raoul per Cuba si aprono scenari nuovi indeterminabili al momento data la situazione in cui si trova il regime attualmente perchè potrebbe esserci il passaggio ad un sistema demcratico e si spera indolore ma anche il tentativo di mantenere l'attuale regime che a quel punto, perso il padre che lofondo, non avrebbe più giustificazione e potrebbe sfociare in violenze e repressioni tali da non essere dissimile dai regimi fascisti che l'America Latina ha negli scorsi decenni conosciuto. Ma perchè Castro è stato tanto combattutto nei passati 50 anni? Perchè semplicemente inviso agli americanio che avevano posto a Cuba un dittatore Batista che aveva reso l'isola una colonia di quel paese facendola diventare il paradiso per mafiosi italoamericani e un vero bordello a cielo aperto dove in pratica tutto era permesso e i cubani erano poco meno che una colonia degli yankee. Castro invece mise al posto di Batista un'altro dittatore: se stesso. Ma si sganciò dagli USA quando capì cosa volevano da lui: la continuazione dell'opera "meritoria" fatta dal suo predecessore. Invece in mete aveva ben altro: essenso appartenente alla intellighencia cubana formatosi alla scuola del bolivarismo egli propendeva per una autonomia del continente dal potere del norte e auspicava il distacco dei paesi latino americani dall'influenza infausta e sfruttatrice degli USA. Fu proprio il dissidio su questo punto nodale e l'avversione degli USA che si videro portare via il "giocattolo" da sotto il naso e la messa in pericolo della cosiddetta "dottrina Monroe (il considerare l'intero continente latino americano come il giardino di casa in cui farci quello che si vuole)" che portò Castro nelle braccia dell'URSS trasformando il regime da bolivariano a paracomunista. Fra embarghi e tentativi di uccisioni per 50 anni questa piccola isola ha resistito all'assalto difendendo strenuamente la propria autonomia e mentre nel resto del sub continente i regimi fascisti prosperavano (complici sempre gli americani) lì invece fra mille difficoltà e problemi il regime è riuscito ad assicurare molte cose che negli stessi USA sono pure chimere: sanità gratuita; scuola idem; università che accoglie non solo cubani ma anche ragazzi di altri paesi, compresi americani, dandogli una preparazione pari a quella dei paesi di provenienza. C'è povertà in quel paese è vero ma è anche vero che lì si vive più a lungo della media occidentale e i ritmi di vita e di lavoro sono rimasti umani. Come ha dimostrato Moore lì è possibile curarsi e vivere senza pagare lo scotto del progresso che arricchisce pochi ed esclude i molti. Se a Cuba il regime si avvia sulla strada socialdemocratica ha qualche speranza di sopravvivere mantenendo le conquiste fatte se invece si sceglie la via del liberismo e dell'apertura delle frontiere allora il sogno coloniale americano sarà finalmente attuato e tempi bui aspettano quest'isola che ricadrà nel baratro da cui Fidel l'aveva tolta.

martedì 19 febbraio 2008

Petrolio quota 100 $: altri aumenti.....

Guai in vista per i cittadini italiani. Il petrolio ha sfondato quota 100 e la benzina nel nostro paese anch'essa arriva al record storico di 1.4 euro: i nostri petrolieri veloci come non mai stanno già adeguandosi al rialzo. A che serve avere authority pagate con le nostre tasse se non vigilano sull'andamento dei mercati? E' mai possibile che solo quando sale c'è l'adeguamento mentre quando scende tutto rimane com'era? Si dirà questo è il mercato, baby. E' vero ma è anche vero che le suindicate autorità dovrebbero vigilare sulle speculazioni e gli aumenti ingiustificati e lo Stato dovrebbe intervenire per calmierare quando si suoerano soglie di tollerabilità invece nulla: il vuoto pneumatico. E' impensabile naturalmente tornare ai regimi dei prezzi controllati dato che ci si è affidati al mercato e sappiamo anche che lo stesso è volubile quanto volatile però il punto vero è che lo Stato potrebbe intervenire facendo leva sulle tasse che pesano sulla benzina agendo come un regolatore: perchè non si fa? Forse perchè ci guadagna esso per primo? La risposta è affermativa naturalmente e quindi si sa che è meglio tagliare altrove e dare qualche contentino che agire là dove c'è la cosiddetta carne viva come in questo caso: tanto a tirare fuori i soldi sono i cittadini dalle loro tasche e non solo in termini di pieno ma avendo noi, come molti altri, una econoia basata quasi esclusivamente basata sul petrolio è chiaro che se ne risente e a nulla sono valse gli avvertimenti di cambiare strada e percorrere vie alternative (solare, eolico, gas, idrogeno) finchè si era in tempo (si diceva che era antieconomico ma si significava che la casta dei petrolieri non voleva): ora sembra essere troppo tardi per non pagare lo scotto del ritardo che abbiamo accumulato.Cosa significherà questa corsa? Una ulteriore impennata di tutto quello che è connesso al petrolio (dai cibi ai costi industriali, all'elettricità) e di consueguenza una ulteriore impennata dei prezzi al consumo e una erosione del potere d'acquisto delle famiglie che vedono ancora restringersi i già stretti margini di una vita libera e dignitosa come scritto nella nostra Costituzione: si arriverà al punto del ritorno alle candele di sera per leggere come accadeva prima che ci fosse tutto questo?

lunedì 18 febbraio 2008

Cambiare si può?

Questo è il programma che il ParDem (<---- a sx il link) propone agli elettori per farsi votare alle prossime elezioni: quando ci sarà anche quello del PdL commenteremo anche quello.Sono dodici punti che a ben guardarli viene da dire: come non si fa a non votarli? Chi non vorrebbe un paese come quello che esce da questo programma? Un paese moderno e modello che vede la gente felice e orgoglioso di appartenervi, con i lavoratori che arrivano a fine mese e i ragazzi che vanno a scuola contenti e che escono preparati alla vita ecc.: un paese delle favole o, come dice in un noto film, piuttosto una traccia o, ad essere ottimisti, una possibilità?Analizziamo i 12 punti.
modernizzare l'Italia? "L'ambientalismo del fare" alla Bush (eliminazione di vincoli e cosiddetta semplificazione) che ha reso quel paese il maggior inquinatore del pianeta. La TAV: mentre i servizi ordinari che le FS danno e che sono da terzo mondo; i rifiuti che con le solite ricette scaricano sui cittadini i danni che provocano impianti che sono tecnologicamente arretrati come i termovalorizzatori; il punto principalel però è la velocizzazione delle procedure che significa che si passerà sopra le esigenze delle comunità locali e accentrando le decisione in un unico punto con buonapace degli altri.
Mezzogiorno? E' dal 1860 che si parla di una questione meridionale ma in realtà poco o nulla si è fatto dato che mezza Italia è stata solo oggetto di politiche e non soggetto partecipativo. In praticoa può anche significare un nuovo fiume di denaro che arriva in quelle i cui benefici non vanno alle popolazioni ma alle consorterie politico/economiche per non parlare del malaffare: tutto come prima?
controllo della spesa pubblica? E come? Ma tagliando naturalmente l'idea sarebbe quella di legare la spesa sociale alla crescita (il che significa che crescendo il nostro pil a ritmi da fame la spesa sociale si riduce, comodo eh?): è ovvio com'è ovvio un bicchiere d'acqua quando si ha sete! E non solo si rispolverano idee fallite come le Città metropolitane e si accenna alla chiusura delle Province (e il sottobosco politico locale mi chiedo come vive? Anche loro "tengono famiglia"); si parla di restituire le tasse attraverso la lotta all'evasione fiscale: facile si direbbe ma in realtà con il sistema che ci troviamo una vera chimera e non per colpa dei dipendenti ma semplicemente causa leggi che ci ritroviamo che hanno levato la deterrenza penale; una cosa ideale potrebbe essere la cosiddetta semplificazione: se fosse fatta ma si sa che ogno Ministro il suo orticello non lo molla mica;
riduzione delle tasse: un sogno che diventa realtà? Infatti a questo punto si gioca molto della credibilità il partito centrista ma non spiega che invece di proclami basterebbe allargare la cosiddetta base imponibile per ridurle mentre invece si promettono lotte che portano molto meno di quanto annunciato nelle casse dello Stato. Apprezzabile sembrerebbe la priorità ai salri e agli stipendi ma nessuno spiega che Confindustria li vuole agganciati con aumenti di produttività: coem se fosse colpa dei dipendenti che le tasse non si pagano e che solo lavorando di più si combatte l'evasione, mah!!
Parità del lavoro femminile: qui si raggiunge l'apice!! Abbiamo una Costituzione che vieta la disparità di trattamento nel lavoro fra uomini e donne: dov'erano costoro finora? P erchè non l'hanno applicata?
Aumentare le case in affitto: giustissimo. Ma evidentemente soffrono di amensia dato che sono decenni che in Italia non si fa una politica della casa seria e nememno l'edilizia pubblica anzxi grazie ai governi di centro(sinistra?) e alla loro politica liberista si sono create porte aperte al liberismo anche in questo campo spingendo le famiglie al collasso per pgare oltre le bollette anche affitti stellari per pochi metri quadri: una proposta seria potrebbe prevedere invece il legare l'aumento degli affitti non alla inflazione reale ma a quella programmata come per gli stipendi: in modo da consentire a tutti di tirare una boccata di ossigeno, non vi pare? Trovo irnico che si possa scaricare solo una parte degli affitti: perchè non tutto?
incremento demografico: fate di più l'amore mi raccomando....... in realtà quello che si propone sono pannicelli caldi perchè altre e ben più incisive dovrebbero essere le misure: una potrebbe essere l'orario di lavoro a misura di figlio enon il figlio e i servizi connessi a misura del lavoro: un'esempio? Nei paesi nordici lo Stato, o chi per esso, paga il genitore fino a 5000 euro per far stare a casa il genitore che bada al figlio; sono poi previsti per legge periodi di aspettativa per casi particolari ecc. Insomma se le cose si devono cambiare si cambino si ma non si dia con la destra quello che poi si prenderà con la sinistra e con gli interessi per giunta: perchè le scuole non sono tutte a tempo pieno? Perchè gli asili e i nidi (pur se si promette che saranno aumentati di numero) non si danno orari consoni al mondo del lavoro? E come mai non se ne creano nei luoghi di lavoro (se non in casi rarissimi)? E gli assegni familiari, se ne fa l'ennesima riforma che ora li farà chiamare Dote ecc. ma il succo sarà lo stesso: si sommano le detrazioni più gli assegni (quando competono perchè sono entrambi in base al reddito) più un contentino poi si mette il taglione dell'ISEE e si decide a chi darli (dimenticando che i lavoratori dipendenti hanno stipendi nominali alti e quindi solo una parte di essi li riceverà mentre gli evasori beneficeranno di tutto di più).
Scuola, Università, Ricerca: come a dire lasciate ogni speranza o voi che entrate!! Materia scottante che in realtà non vede grandi novità dato che se si vogliono spingere le famiglie a mandare nelle scuole private o equiparate i figli si doveva ridurre ai minimi termini quella pubblica che nel nostro paese non ha mai brillato di luce propria: si può dire missione compiuta. Ora però è sorto un problema: siamo fra i più ignoranti del mondo. E quelli che sono fortunati o che hanno la fortuna di studiare decentemente appena possono scappano all'estero, e personalmente non mi sento di dargli torto visto la situazione del mondo del lavoro e la cesura creata verso coloro che hanno talento. In realtà da noi abbiamo una scuola di classe: chi ha possibilità manda i figli nelle scuole migliori e alle università migliori e gli altri si aggiustano con quella pubblica che da solo un minimo di preparazione; la scolarizzazione di massa solo formalmente è attuata mentre dalle statistiche solo 1 figlio di operaio su 4 arriva fino all'Università. Bisognerebbe ritornare alla programmazione scolastica con una diversa accentazione sulla preparazione alla vita e al mondo del lavoro ma ci vogliono soldi e già sento molti dire che con i loro soldi di tasse non vogliono pagare le spese altrui di istruzione.........................
lotta alla precarietà, miglior qualità del lavoro e più sicurezza, un diritto fondamentale della persona umana, e come? Guai a paralre ai vari Treu, Ichino ecc. di riformare in senso sociale le leggi sulla liberalizzazione del mercato del lavoro: strali e tuoni e fulmini si abbatterebbero sul malcapitato che solo osasse aprire bocca!! In realtà quello che manca davvero è la rete sociale di protezione: non basta dire che si danno 1000 o poco più euro al mese ai precari, la vera riforma sarebbe darli quando questi non lavorano e devono comunque vivere! Inoltre se lo Stato ha abdicato a molte funzioni perchè meravigliarsi che ci sono le morti sul lavoro? Non è un problema di legge ma di controlli seri e una maggiore penetratività degli stessi: e questo non si ottiene nè tagliando i fondi nè impedendo all'Inail di lavorare dato che una parte dell'annuale attivo viene preso dallo Stato per risanare il bilancio pubblico. Bisognerebbe spingere molto sulle assunzioni e non sulla precarietà, magari definita "flessibilità", pretendendo che i nostri figli si "accontentino" di pochi euro e defininendoli bamboccioni se continuano a vivere in famiglia.........
garantire la sicurezza: e chi non la vuole maggior sicurezza? Ma, mi chiedo, a che serve maggior sicurezza se poi si sono fatte delle leggi talmente garantiste che la vittima da accusatrice si trova ad essere accusata? Ma, anche volendo mantenere l'attuale impianto legisltivo, quello che serve soprattutto non è l'essere sicuri ma la percezione di esserlo: se ci sono partiti che parlano di invasioni di stranieri come fa il cittadino a sentirsi sicuro? Si sa, è noto, che uno dei modi di cotrollare la società è quello di instillare la paura degli altri: bè da noi ci sono riusciti benissimo.......................
legalità e sicurezza tutti la vogliono..... purchè capiti a qualcun'altro la rogna e men che meno deve capitare al politico: sennò si aprla di attentato di persecuzione ecc.: insomma chi deve dare l'esempio non lo dà ma lo pretende dai comuni cittadini....................... e mi fermo qui!!
banda larga in tutta Italia e TV di qualità. Altro mondo dei sogni. Banda larga? E il Wimax ai privati? E le fibre ottiche (che pur ci sono)? Qui si sfiora la tragicommedia: per attuare tali cose ci vogliono soldi e tanti per giunta, chi li caccia? Il privato? Non ci credo nemmeno se lo vedo un privato che investe per favorire lo sviluppo di internet. Ci vuole lo Stato, e lo Stato da dove li prende i soldi? E per quanto riguarda la Tv: ma se siamo stati condannati a più riprese da tribunale europei ed italiani per le posizioni dominanti di alcuni come si pretende di aprire il mercato? Con le ruspe? Ci vogliono leggi e ci volgiono governi che le facciano e finora non c'è stato nè l'uno nè l'altro. In attesa si continua con l'attuale situazione....................

domenica 17 febbraio 2008

Emergenza rifiuti: dal 2003 potevano risolverlo

E' fin dal 2003 che in Campania potevano risolvere il problema dei rifiuti: lo svela il Corriere della Sera (<--- a sx il link). Già! il nuovo assessore l'ha tirato trovato nelle carte bello pronto che ricalcava la metodologia che avevano usato in Lombardia quando c'era stato anni fa lo stesso problema e in pochissimo tempo l'avevano risolto. Perchè non è accaduto? Forse perchè confliggeva con i tanti interessi economici che giravano intorno al mondo della monnezza? O forse perchè se fosse stato risolto il problema poi la gente si sarebbe messa in testa chissà che cosa, magari, pretendendo anche il miglioramento della sanità (disastrata) e della violenza nelle città? Una cosa è certa: il Sud non deve progredire. Sembra quasi una maledizione che debba restare sempre al palo rispetto all'europa e all'Italia. Stavolta non si può dire che la cosa fosse casuale e non si può nemmeno dire che non si poteva prevedere lo scoppio della protesta: manca la volontà politica. E lo stesso De Gennaro sembra essersene accorto. Sono mali antichi quelli di questa città: alcuni di essi addirittura risalgono a prima della unità del paese. I risultati si vedono: la crisi dei rifiuti è solo l'ultima delle emergenze di questa città; dal lavoro alla sicurezza c'è di tutto e di più. La politica è lontana nei palazzi a pensare ai propri dia ffari menrte la città agonizza e muore la speranza democratica e con essa la libertà. Napoli è lo specchio del paese e da come saranno affrontate o meglio NON affrontate le sue problematiche si capirà quale destino ci aspetta a tutti noi...........

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