mercoledì 30 maggio 2018

Mercati e Costituzione: chi vince?

Tema caldo e pregnante, vista l'attualità italiana. Prendo spunto, SOLO SPUNTO SIA CHIARO, dall'intervista di Barbara Spinelli sul Fatto cartaceo di oggi, 30/5/2018, di Barbara Spinelli, europarlamentare con la lista 'Altra europa con Tsipras', dove affronta molti temi e, in dissonanza dal comune sentire dei sinistr(oidi) italici dice in chiaroquel che molti non vogliono che venga detto. L'articolo è a riproduzione riservata quindi NON lo posso riprodurre né per singole cose né per intero, mi spiace; ma i temi si (quindi vi dovrete fidare del sottoscritto o comprare il giornale e leggervelo):
  1. Questione Savona. Quella dell'uscita dall'euro è una FAKE-NEWS perchè da nessuna parte nei programmi dei due vincitori delle elezioni c'è scritto che si debba uscire dall'euro e dalla ue... nè tantomeno lo sostiene il Prof. Savona che è, solo, reo di aver detto in chiaro quello che nei circoli della Commissione, in quelli dei partiti tedeschi, e nelle varie banche centrali da decenni se ne discute.. ossia che il problema euro e commissione autocratica sono lontani anni luce dalla realtà che tutti viviamo nei singoli paesi. Anche Paolo Baffi lo sostenne e fu nemo profeta in patria!!! In realtà è l'establishment europeo, e la Germania, a NON volere Savona e a far pressioni contro la sua persenza nel Ministero dell'economia proprio perchè, in quanto economista di lunga corso, ha messo in chiaro quelle che sono le pecche e le magagne della costruzione europea, per tacere dei limiti (non ultimo quello della trazione franco-tedesca come palsticamente dimostrato oggi dove Macron e Merkel, non la UE, hanno detto NO, dettando la linea agli altri Stati, ai dazi di Trump) sul versante delle disfunzioni dell'eurozona per tacere dell'architettura e dei parametri che vanno cambiati se nno vogliamo morire di Europa; le conseguenza gravissime di questa miopia sono sotto gli occhi di tutti, ossia l'aumento esponenziale dell'euroscetticismo e non soo nelle colonie, meglio note come PIIGS, ma nel cuore stesso del reich finanziario.. ossia in Germania. Lo Statuto della BCE, banca privata, non prevede il sostegno alle politiche occupazionali e lla domanda ma solo la stabilità dei prezzi: Savona ha ragione!!!
  2. Questione mercati. Esiste un doppio voto? Si che c'è e quello che conta è quello dei mercati: un perenne plebiscito che giudica, senz'alcuna responsabilità democratica, nè elettorale, l'operato dei governi solo sulla base del proprio tornaconto cui fa da cane da guardia il liberismo imperante nell'Eurozona; hai voglia a votare ma alla fine se i mercati, e la struttura europea, dicono NO nno ci sono santi: devi piegarti; con la Grecia ne abbiamo avuto un plastico esempio dove mentre la troika teneva in ostaggio un intero paese i mercati lo hanno fatto a pezzi, distrutto prendendosi tutto; è molto più facile dire cosa è ancora di proprietà dei greci che dire il suo esatto contrario...
  3. Questione Italia. Non basta votare. come abbiamo visto, pur di non rispettare il mandato dell'elettorato italiano, ci si è inventato di tutto: anche le fake-news; tutto quel che c'è è una bozza di accordo fra 5S e Lega nella quale si contemperava un possibile scenario di uscita dall'euro, non dall'eurozona, come piano B se quello A nno dovesse funzionare. Quella bozza è stata superata e il piano B è stato abbandonato: ma tanto è bastato affinchè partisse il fuoco incrociato dei mercati da un lato e dei sodali 'interni' dall'altro....con la conseguenza che il Governo non si può fare perchè mamma Europa e papà mercato non vogliono! Soprattutto se alla guida del Ministero dell'economia c'è un professore, e anche banchiere e politico, come Savona che con quest materie ci va anozze: sono pane quotidiano per chi ha partecipato alla stesura del Trattato di Lisbona!!! E di cui ne hanno una paura bau chi ha da temere dal voto dei singoli paesi. Poi se a tutto ciò aggiungiamo che: a) siamo 'i meridionali dell'eurozona (dice nulla la parola meridionali in questo paese?)'; b) siamo il mercato di sbocco e terra di conquista per le economie straniere (il surplus teutonico che da 5 anni si verifica lo si deve in buona parte alle esportazione verso i piigs) deel nord dell'europa; c) abbiamo u ceto dirigente da paese dei campanelli e uno industriale che si è trasformato in 'prenditore se non rentier' delo Stato che usa come un bancomat!!

.. e tutto quanto sopra solo per gradire. Che si voti o meno non dimentichiamolo: quel che il Commissario Oettinger ha detto non è STATA SOLO UNA BOUTADE ma è stato esattamente QUEL CHE PENSANO, E NNO DICONO, IN GERMANIA E NELLE AGENZIE DI RATING: UN PASTICO ESEMPIO è LA NOTA DI OGGI, PER CHI SCRIVE, di BLOOMBERG dove, con altri toni, si dice del nostro paese, e del suo voto, la stessa cosa detta dall'improvvido, quanto arrogante, Commissario UE.

martedì 29 maggio 2018

Governo e mercati

E' da anni che si sa e che, solo qualcuno, dice: il voto del singolo cittadino in questo paese conta poco e quando si esprime in un senso anzichè nell'altro allora conta ancora meno; soprattutto quando quel senso uscito dalle urne comporta un cambiamento radicale rispetto agli ultimi decenni di stagnazione politica prima ancora che economica. E' stato un segno di arroganza e di debolezza far saltare il tavolo: sia chiaro la Costituzione imputa al Capo dello Stato la scelta del Primo Ministro e su proposta di questi dei Ministri.... ma non è scritto da nessuna parte che determini anche la linea politica di del governo e il nome del ministro dell'economia. E invece è esattamente quel che è accaduto per la nomina del ministro che 'non' era gradito al Capo dello stato.
Paradossalmente il commissario tedesco che oggi ha detto 'saranno i mercati a insegnare agli italiani a non votare per i populisti di destra e di sinistra' ha ben fotografato quel che nessuno ha mai avuto il coraggio di dire: così com'è congegnato il sistema europeo, e dei singoli stati, di finanziamento oggettivamente mette nelle mani di personaggi non controllabili pubblicamente non solo i bilanci ma pure la vita di interi Stati.
Ha ragione il Prof. Savona: siamo in una gabbia (cito a memoria).... e le gabbie non sempre servono a dividere le fiere ma anche a impedire che esse possano scappare. In nessuna parte del programma del centrodestra e dei 5Stelle si parla di uscita dall'euro né tantomeno di uscita dall'europa eppure alla fine tutto quel che si dice è esattamente questo.
Fra parentesi come la pensano i mercati in queste ore è chiaro: volete che acquistiamo i vostri titoli? Votate così o meglio NON votate per questi qui.... stiamo pur certi che fino al giorno in cui si ritornerà al voto la pressione sarà fortissima. I precedenti lo confermano: quando il governo è espressione di certa parte spread, debito ecc. diventano parte dell'orizzonte quando e se arrivano forze esterne al giro di amici degli amici ecco che improvvisamente tornano a prendere vita e a spaventare i comuni mortali.
Delle due l'una:
o si prende atto che il voto è ormai superfluo; basta che un qualunque broker di una qualunque agenzia di rating a determinare chi e come può governare un paese e quindi a che serve tenere genete lì a nostre spese;
o si prende atto che siamo una democrazia parlamentare e il popolo, nella sua espressione del corpo elettorale, è sovrano e quindi non ci sono vincoli e trattati che siano in qualunque modo vincolanti per noi lo sono se non in contrasto con l'espressione del voto italiano....

lunedì 28 maggio 2018

La nota di Moody’s che ha forzato mano a Mattarella: “rating junk” possibile

Fonte: W. S. I. 28 maggio 2018, di Mariangela Tessa
“La prima reazione dei mercati potrebbe essere negativa, perché gli ultimi sviluppi aumentano l’incertezza sull’Italia. Gli investitori però potrebbero decidere rapidamente che si tratta di un fatto positivo, perchè gli istinti più estremistici del nuovo governo sono stati bloccati. Per ora”. La pensa così Mark Zandi, capo economista di Moody’s Analytics, che in un’intervista pubblicata oggi sulla Stampa, commentando il tramonto di un governo M5S e Lega, dice:
“Mi aspetto – continua Zandi – che gli investitori saranno molto nervosi e confusi:”i rendimenti dei bond saliranno, così come la volatilità. Sarà una situazione caotica. Col passare dei giorni, però, potrebbero vedere la scelta del presidente Mattarella come un fatto positivo, perché ha messo un freno alla coalizione M5S-Lega, negando loro il ministro del Tesoro euroscettico che volevano“.
Sulla decisone di Mattarella di convocare l’economista Carlo Cottarelli, Zandi si dice convinto che questo può calmare i mercati:
“Per un po’, perché comunque non è una soluzione sostenibile nel luogo periodo. Gli investitori tireranno un sospiro di sollievo, perché hanno evitato il primo proiettile, ma le pistole stanno ancora sparando e ormai è in corso una battaglia tra Mattarella, M5S e la Lega“.
Le dichiarazioni di Zandi arrivano dopo che sabato l’agenzia di rating Moody’s ha minacciato una bocciatura del rating sul debito sovrano dell’Italia, indicando come possibile anche un declassamento di più di un gradino al livello di “junk, spazzatura.
Preoccupata dal contratto di governo di Lega e M5s, l’agenzia americana Moody’s aveva fatto sapere in una nota di aver messo sotto osservazione il rating Baa2 dell’Italia per un possibile downgrade. Le criticità del nostro Paese risiederebbero nel rischio di indebolimento del bilancio e stallo delle riforme strutturali.

domenica 27 maggio 2018

Il vero volto...

Ebbene si: il voto non ha più la forza dirompente di alcuni decenni fa quando con  lo spostamento di alcune decine di migliaia voti maggioranze finivano e altre ne venivano create.... oggi, con l'euro e l'europa che tutti conosciamo, ciò non vale più; il voto vale poco (meno anche di 1 vale 1) se si dimostra autonomia rispetto alle istituzioni e ai mercati.
C'è da pensare che in realtà ciò che conta non sia il voto popolare ma l'assenso delle istituzioni finanziarie: senza il primo cade la maschera che hanno indossato i ceti dirigenti 'europeisti' ma senza il secondo qualunque voto vale meno del due picche: soprattutto se all'economia si vuole mettere uno con la schiena dritta.
E' interessante notare alcune cose: mentre si è storto il naso sul nome di un Ministro con la schiena dritta nulla accadde quando ai dicasteri, non solo economici, si nominavano personaggi che definire discutibili e incompetenti è un eufemismo... Non ricordo 'no possumus presidenziali' per questi figuri; non ricordo ingerenze per politici espressione di lobby o che erano scesi in politica per difendere interessi terz o ... proprii; no.. non c'è n'è ricordo, anzi semmai ricordo la 'tolleranza' nei loro confronti. C'è ricordo di un mezzo golbeddo per nominare Monti al posto di Mr. B; non c'è ricordo di pressioni per far dimettere chi in qualche modo copiò la tesi o è vicina a chi truffò i soldi (che ora si dice devono essere difesi) agli italiani. Di tutto ciò nessun ricordo di intervento dell'Alto Colle mentre rimarrà il ricordo del veto (europeo, del mercato e ... anche italico) a un Ministro che ha motivato le proprie idee rispetto alla UE, al mercato ecc..... e ora? Bé potete scommetterci: Cottarelli ad vitam o almeno finchè sarà necessario alla bisogna, soprattutto per far decantare la, giusta, inkazzatura italica.. perchè alla fine ciò che conta non è il voto del popolo bue ma quello dei mercati e dei paesi stranieri.

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