sabato 18 aprile 2015

Usa: le élite si preparano per qualcosa di grosso

Quale disastro naturale potrebbe essere tale da costringere l'interruzione di tutte le operazioni alla Federal Reserve di New York?NEW YORK (WSI) - Pare che la Federal Reserve di New York
si prepari a una calamità di grandi dimensioni. La preoccupazione è tale da spingere il trasferimento di personale a Chicago e la costruzione di un ufficio succursale. 
Inoltre le autorità federali statunitensi hanno previsto lo svolgimento di "esercizi di addestramento" inusuali in tutta la nazione. 

Quale disastro naturale potrebbe essere tale da costringere l'interruzione di tutte le operazioni alla Fed della Grande Mela? Potrebbe trattarsi di semplice paranoia delle autorità. 

Fatto sta che nella storia degli Stati Uniti nella città di New York non si è mai verificato un disastro naturale così grave da portare alla sospensioni delle attività della banca centrale cittadina per un periodo prolungato. 

Il tutto mentre il Dipartimento della Difesa americano ha deciso di comprare 62 milioni di set di munizioni che di solito sono usate per fucili semi automatici AR-15 e che verranno utilizzate in sessioni di addestramento.

A rendere la situazione ancora più strana è la notizia secondo cui dopo dieci anni dalla sua chiusura, il sito nelle Rocky Mountains di Cheyenne ospiterà nuovamente le apparecchiature più avanzate di comunicazione dell'esercito americano. Il commando aerospaziale nordamericano (NORAD) si sposterà nel Colarado per far si che i server e i sensori più sensibili del Pentagono siano al riparo da eventuali attacchi di impulsi elettromagnetici (EMP). 

La settimana scorsa la Difesa ha stretto con Raytheon un contratto del valore di $700 milioni per chiedere la supervisione delle operazioni del NORAD e del commando del nord (USNORTHCOM), incaricato di proteggere il territorio statunitense e fornire sostegno alle autorità locali e federali.

Spendere 700 milioni di dollari per tornare in una montagna solo perché il luogo è al riparo dagli impulsi elettromagnetici, è una decisione che desta qualche sospetto.

Fonte: Reuters


p.s.
Le ipotesi sono:
  1. il solito depistaggio catastrofista che serve alle élite per "distrarre" le masse, soprattutto occidentali, da altri e più importanti scelte che si stanno compiendo (leggi TTIP, CETA, TTP, aggressione dell'ucraina - spinta dall'apppoggio sempre più diretto della Nato cui vanno a ruota sia gli USA che la UE -, al Donbass violando apertamente la tregua, o le provocazioni che stanno mettendo in atto gli USA nel Mar cinese meridionale per spingere a passi definitivi la Cina, ecc.)?
  2. esplode un qualche vulcano nell'oceano atlantico che provocherebbe onde che si sposterebbero a migliaia di km all'ora abbattendosi sulla costa est usa distruggendola? (ipotesi)
  3. lo scioglimento, già avvenuto - si ritiene - fra 12 mila e 20 mila a.c., dei ghiacci del polo sud improvviso che creerebbe un onda anomala che distruggerebbe tutto sul suo cammino? (ipotesi)
  4. un asteroide? C'è qualcosa in avvicinamento al pianeta ma l'aspettano per il prossimo anno e c'è una possibilità su un milione, dice la NASA, che impatti il pianeta? (ipotesi)
  5. L'esplosione di una enorme bolla finanziaria, ne parlai qualche post fa, che metterebbe in ginocchio tutto e tutti, stati compresi?
  6. l'arrivo degli alieni che appena arrivati alzano la manina e dicono "clatu barada nicto"?
......... chissà, ma quando leggo ste cose mi viene un certo prurito; un fastidioso prurito che mi rammenta sempre che non c'è nulla di peggio dell'essere umano, della sua immaginazione, e delle sue ....... balle!
Una cosa è certà: ogni volta che c'è qualcosa di grosso in ballo escono fuori notizie siffatte....... che gli USA siano un paese "armato" e ossessionato dal fare la guerra (le hanno perse quasi tutte) per affermare la propria egemonia è un dato di fatto; lo è anche la criminalità finanziaria americana che ha provocato tutte le crisi degli ultimi 30 anni: eppure nessuno è finito alla sbarra, perchè?
Un buon weekend di riflessione a tutti.......

venerdì 17 aprile 2015

TTIP: un altra stortura emersa e un altra menzogna

'Trattato Usa-Ue sul commercio. Premier: L’Italia ha solo da guadagnarci” – I due leader hanno inoltre ricordato l’appuntamento di Expo, che per Renzi è importante rendere “una grande occasione per la qualità della vita, di life style e per dichiarare guerra alla povertà in un mondo dove un miliardo muore per l’obesità ed un altro miliardo muore perché non ha cibo“. Renzi ha inoltre parlato dell’accordo Ttip – trattato Usa-Ue sul commercio, sul quale “l’Italia ha tutto da guadagnare sotto il profilo economico ma soprattutto perché mentre gli Usa concludono accordi con la Cina e altri attori noi, che con gli Usa abbiamo una collaborazione storica forte, non possiamo non fare altrettanto”. “Il nostro partito – ha aggiunto – rappresenta la maggioranza in quello che un giorno mi piacerebbe chiamare il Partito democratico europeo. Sono determinato a trovare gli accordi necessari, ne parleremo anche durante il pranzo”.'
Questo passo è tratto dall'articolo "Renzi alla Casa Bianca. Obama: “Grecia prenda decisioni dure. Sì a flessibilità”"  dal Fatto Quotidiano a firma di del 17 aprile 2015
Mentre il "fiorentino" diceva queste cose un quotidiano, Il Tirreno, oggi in pagina toscana lanciava un allarme: con il TTIP tutti i marchi dop, doc, docg, ecc. rischiano di sparire per sempre perchè gli americani non le vogliono per poter piazzar i loro di prodotti. Se di "libero scambio" si deve trattare essi non vedono certo di buon occhio che ci siano aree protette dove loro e la loro produzione (parmesan ecc.) non possono arrivare: capiterà che il barolo sarà venduto in Italia ma prodotto in California o le cipolle verranno dal Maine invece che da Tropea.... una debacle vera e propria per i nostri marchi: alla faccia del brevetto e del marchio che tanto reclamizzano il made in italy! Abbiamo delegato alla UE e.. sembra che la UE sia d'accordo. Eppure il nostro è enfaticamente entusiasta del tutto e addirittura si spinge a definire gli USA "un modello da seguire per la crescita": il paese con oltre 50 mln di poveri; con una sanità privata e preda delle assicurazioni private; pensioni in mano a sindacati che tali non sono (...); un paese armato e che sta scoprendo la violenza del potere nelle strade; ecc. e questo sarebbe un modello? Fate voi, io direi di no..

giovedì 16 aprile 2015

Francesco, gli armeni e la politica a due velocità

Fonte: Il Fatto Quotidiano a firma di del 16 aprile 2015
In udienza da Papa Francesco (e in generale con qualsiasi papa) i politici italiani tendono a mostrarsi in estasi, tanto che le loro foto ufficiali in Vaticano sembrano immaginette sacre e si resta impressionati da tanta devozione. Ogniqualvolta poi che il Parlamento italiano osa affrontare i cosiddetti temi sensibili – dalle coppie di fatto alla fecondazione eterologa, alle norme sul fine vita –, subito schiere di reverendi onorevoli si mobilitano nel nome di Santa Romana Chiesa per impedire l’adozione di elementari diritti civili e manca poco che dicano:
Gesù piange. Davanti a tanto fervore, meraviglia non poco il silenzio con cui questi crociati alle vongole hanno accolto le minacciose parole del presidente turco Erdogan (“non ripeta più l’errore”) contro il Pontefice che ha giustamente definito il genocidio degli armeni per mano turca “come una delle grandi tragedie insieme a nazismo e stalinismo”. Ora, immaginiamo cosa sarebbe successo nel mondo islamico, con relativi anatemi e moti di piazza, se un qualsiasi premier occidentale avesse osato attaccare con analoga violenza il Gran Muftì. Qui da noi, invece, il ministro degli Esteri Gentiloni ha espettorato timide rimostranze (“attacchi ingiustificati”: caspiterina!), mentre Renzi non ha proferito verbo.
Una frase, infine, del sottosegretario Gozi, secondo cui a giudicare sullo scontro Francesco-Erdogan saranno “gli storici e non i governi”, spiega perché i jihadisti sono così convinti di farci la pelle.
Da ‘Stoccata e Fuga’, il Fatto Quotidiano 16 aprile 2015
p.s.
anche stavolta Papa Francesco è da solo... cominciano a essere un pò troppe non è vero? Sarà questo il motivo che ha portato questo Papa, che definire "inconsueto" rispetto alla tradizione è dir poco, ha dichiarato che mollerà presto anche lui il soglio di pietro?
Ai politici italiani dedico questo: "Abbiamo due tipi di morale fianco a fianco: una che predichiamo, ma non pratichiamo, e un’altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo."
(Bertrand Russell)
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mercoledì 15 aprile 2015

Soros: “l’Europa deve diventare come l’Ucraina”

Fonte: L'Euroscettico  del
Alla conferenza della sicurezza di Monaco del mese di febbraio 2015, George Soros ha fatto delle rivelazioni su ciò che devono diventare i Paesi della zona euro. A fine febbraio in Ucraina é stata proposta una legge per vietare agli abitanti di criticare o di emettere dichiarazioni contrarie alla politica condotta dal paese. L’Ucraina sembra diventare un terreno di prova per i Paesi che costituiscono l’Unione Europea. L’avvenire della UE con il TTIP (il Partnenariato transatlantico del commercio e dell’investimento), che deve passare di forza senza un referendum popolare sotto la presidenza lettone del Consiglio dell’Unione europea nel 2015, sarà simile a ciò che l’Ucraina é oggi.

In Ucraina gli abitanti che giudicano la politica del governo di Kiev inumana, suicida, nazista o semplicemente non conforme ai diritti fondamentali, sono minacciati di morte da gruppi che li mettono all’indice e sono passibili di 3 anni di prigione. Da parte di Kiev dunque la democrazia non esiste e non deve esistere in questo nuovo Paese . Più che mai la volontà di secessione degli abitanti del Donbass si trova giustificata, tanto quanto la posizione di Mosca verso la Novorussia. Un membro del partito comunista francese, che ha tradotto alcune riflessioni del partito comunista ucraino che é vietato citare a Kiev, preoccupato dall’avere visto Poroshenko partecipare alla manifestazione di sostegno alla libertà d’espressione a Parigi, la marcia per Charlie, punta il dito su una situazione pericolosa. Leggiamo ciò che scrive:“il deputato del Fronte Popolare Konstantin Mateyshenko, ha deposto un progetto di legge al Parlamento ucraino (Verkhovna Rada) che condanna chiunque critichi il governo. La legge n°2225 propone di modificare il Codice Penale ucraino riguardo gli atti deliberati per sabotare l’autorità dello stato e del governo“. Nell’articolo del comunista francese si legge, “La libertà d’espressione imprigionata. Gli atti illeciti, socialmente pericolosi, che portano danno all’Ucraina come Stato sovrano, l’abuso, la calunnia o altre azioni mirate a sabotare l’autorità dei poteri pubblici, i governi, le associazioni dei cittadini, o qualsiasi elemento strutturale dell’amministrazione pubblica (i suoi organi competenti), devono essere puniti con lavoro coatto per un massimo di due anni e da due mesi a tre anni di detenzione. Alcuni organi di stampa si sono opposti a questa legge ed hanno denunciato la volontà di ridurre la libertà d’espressione. Un’ironia per un governo ritenuto esprimere i valori occidentali ed europei. Tanto più che il presidente ucraino, Petro Poroshenko, era venuto a Parigi per sostenere la libertà d’espressione”.
La fonte é il partito comunista ucraino: “I comunisti (KPU) denunciano la volontà di schiacciare ogni forma di opposizione e di legittimare la repressione politica”. Petro Simonenko, primo segretario del Partito Comunista d’Ucraina (KPU) non é sorpreso da questa legge. “Quando un regime politico porta attacchi senza precedenti contro i diritti dei cittadini, contro i salari, scatena una guerra contro il proprio popolo, ciò causa un’opposizione attiva da parte della popolazione. I deputati del partito al potere (Fronte Popolare) hanno dunque  introdotto un progetto di legge che prevede una punizione per i cittadini che criticano il governo a tutti i livelli. Criticare il governo o il parlamento ci manda in prigione. Denunciare l’inefficacia dei funzionari ci manda in prigione. Lottare contro la corruzione del potere, che mina la propria stessa credibilità, ci manda in prigione. Non vi piacciono le gang e le atrocità naziste nel paese e criticate un’*associazione di cittadini*? Siete passibili di detenzione” dichiara Petro Simonenko. “Infatti, sono convinto” dichiara il leader comunista“che il progetto di legge N°2225 miri a distruggere ogni opposizione, esso viola i diritti civili fondamentali, specialmente Europei”.
“Il progetto di legge N°2225 é una strada diretta verso la dittatura. E’ l’inizio della persecuzione dei giudici che rifiuteranno di piegarsi alle ingiunzioni del potere. L’ultimo esempio viene dai giudici del tribunale amministrativo del distretto di Kiev, che hanno rifiutato la proibizione del partito comunista. Ma l’Europa e gli Stati Uniti volgono deliberatamente gli occhi altrove, per loro esistono due pesi e due misure”.
La televisione russa mostra come esempio il caso di un’insegnante universitaria della città di Leopoli, che fu Lemberg sotto l’Impero Austriaco, minacciata di morte dai suoi stessi studenti. L’insegnante si era soltanto mostrata critica verso la guerra in Ucraina. “Le autorità hanno incitato gli studenti dell’università a radunarsi contro la donna e a perseguitarla. L’insegnante deve nascondersi dai suoi studenti. Informata dai colleghi non é arrivata all’università ed ha così evitato un linciaggio” spiega la televisione russa. Su un blog l’insegnante ha scritto: “mi vogliono uccidere. Oggi ho visto attorno a me tre membri dei servizi segreti di Stato. Dunque questa non é un’iniziativa degli studenti”. L’insegnante aveva semplicemente spiegato in un video, pubblicato dopo una conferenza, che questa guerra in Ucraina é un atto criminale contro il popolo stesso.
Soros a Monaco.
C’é la guerra in Ucraina. Una condizione speciale regna in questo paese. Delle leggi speciali possono venire applicate per questo motivo. In ogni caso il governo di Kiev ottiene il sostegno dell’Unione europea, di Bernard Henry Levy, di Bernard Koucher. L’Euromaidan era stata eretta per la lotta per i diritti dell’uomo e la libertà d’espressione. L’affare ucraino é grave per il Paese stesso e per gli abitanti dei 28 paesi dell’UE. Con l’Ucraina, l’Unione Europea dimostra la propria volontà di non rispettare la volontà dei popoli e di imporre la sua influenza su tutta la sfera europea tramite il terrore. I diversi esempi di misure stabilite, applicate o sostenute, cioé tollerate da Bruxelles come l’Hartz IV in Germania, che obbliga i cittadini a lavorare per 1 euro, o che spinge una grande parte della popolazione a divenire povera come in Francia con lo RSA, mostrano cosa sia questa Unione europea. E la piccola frase di George Soros pronunciata durante la conferenza sulla sicurezza di Monaco: “l’Ucraina é oggi ciò che deve diventare domani l’Unione europea”, mostra chiaramente cosa incomba sul capo degli europei. Così non sorprende la posizione dell’ambasciatrice lettone in Francia quando dice che é normale avere un 13% di non-cittadini in Lettonia.
Leggi dalla fonte originale Metatv.org
Traduzione a cura di Sakeritalia.it
L'Euroscettico Copyright © 2015.
p.s.
siamo a questo punto, ormai.... prima, almeno, se le dicevano e le cantavano all'interno dei loro vari consessi, pubblici o meno che fossero, ora invece lo spiattellano in pubblico senza temere che qualcuno o qualcosa che conti davvero apra la bocca e punti il dito: anzi i difensori dello status quo fra i comuni mortali aumentano. Vale per il tizio di radio capital che conduce il "geco di radio capital che ha candidamente affermato che era solo uno spot quello della Mc Donald's e in una società di mercato libero non c'era nulla di male a farlo e che sarebbe andato a mangiarsi un big mac (vorrei proprio vedere se poi ci è andato) e per Soros che dice alcune cose, come quelle che cito sopra, senza che nessun governo, magistratura o altro abbia nulla da ridire...... sempre ammesso che non sia il solito complottismo di maniera che grida al lupo quando... il lupo s'è già pappato le pecore

martedì 14 aprile 2015

Per McDonald’s un happy meal è meglio della pizza

Fonte: Prima Pagina di YVS
Il nuovo spot di McDonald’s mi ha lasciato a bocca aperta, un bimbo al ristorante con mamma e papà vuole un happy meal invece della pizza.

La pizza capite? Che dovremmo farci monumenti in ogni angolo del Globo, uno dei cibi più famosi, più buoni, più meravigliosi di sempre. La regina di Napoli, gustosa e magnifica, vanto nazionale apprezzata in tutto il Mondo; per McDonald’s, può gareggiare con l’happy meal.
Incredibile, ma è vero, ho visto io stesso lo spot pubblicitario in cui una famigliola in pizzeria sta guardando il menù, e quando il cameriere chiede al bimbo seduto fra i genitori :” E tu che pizza vuoi?”, il bambino risponde senza pensarci un attimo: “ Un happy meal”. Così, un istante dopo, il piccolo è da McDonald’s con mamma e papà, a mangiare il suo happy meal, tutti sono felici, parte la solita musichetta e una voce fuori campo chiude il bel quadretto affermando: “Tuo figlio non ha dubbi, happy meal”.
Anche i pizzaioli napoletani però non hanno avuto dubbi, e si sono immediatamente mobilitati per far fronte all’attacco della Multinazionale americana ad uno dei simboli della dieta mediterranea, la nostra cara pizza.
Armati di risolutezza e allegria, hanno distribuito pizza calda all’esterno del punto vendita McDonald’s di Piazza Municipio a Napoli, provocando, secondo quanto riportato da diversi quotidiani, un’altra assenza di eventuali dubbi. Le persone e i bambini presenti nei paraggi infatti, richiamati dall’appetitoso profumo, hanno voluto tutti un pezzo di pizza, e personalmente, non stento a crederci.
La pizza è un alimento sano fatto con pochi ingredienti, ma è proprio in questa sua semplicità che è racchiusa tutta la sua meraviglia. Di McDonald’s invece non saprei davvero cosa aggiungere a tutto quello che già si è detto rispetto alla qualità dei suoi cibi, e agli effetti che possono provocare sul nostro organismo umano.
Personalmente, credo che basti anche solo affidarsi al proprio olfatto per scegliere se mangiarsi una bella pizza o un felice happy meal, e su questo io non ho dubbi: pizza tutta la vita, grazie.
p.s.
questo è il filmato incriminato....  godetevelo!
Fra parentes questa multinazionale è anche sponsor della "green" expo 2015 italica: detto tutto.

lunedì 13 aprile 2015

Derivati, sulla montagna in circolazione litigano già per non restare col fiammifero in mano,

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 13 aprile 2015 a firma di
Come è ampiamente noto ormai, quando si tratta di mettere regole alla “libera” operatività di banche e finanziarie, necessaria a limitare certi rischi, loro non ne vogliono sapere, e le loro potentissime lobby hanno fin qui sempre vinto ogni partita nel Congresso, trovando sempre ogni maggioranza necessaria a far desistere chiunque volesse mettere più controlli.
Adesso però ad agitarsi per chiedere a Daniel Tarullo, l’uomo della Federal Reserve preposto alla supervisione delle regole sulle attività finanziarie un intervento utile a limitare qualche rischio sono proprio i due maggiori esponenti americani nel mercato dei derivati finanziari: il colosso bancario Chase Bank e la Black Rock, leader globale negli investimenti e gestioni finanziarie. La loro preoccupazione è dovuta al fatto che, secondo molti operatori del settore, le Clearinghouses, cioè le piattaforme di transito controllo e garanzia delle principali operazioni sui derivati (vedi nota 1) in realtà potrebbero molto presto diventare esse stesse la miccia capace di dare il via alla nuova grande crisi.
Questo perché, come è ormai convinto persino Thomas Hoenig, vice presidente della Federal Deposit Insurance Corp., facendo semplicemente affidamento su queste istituzioni, invece che attivare adeguati filtri, si è finito per concentrare il rischio su poche entità istituzionali (le Clearinghouse) e sarebbe perciò sufficiente il crollo di una di queste per coinvolgere nella crisi un gran numero di banche e avviare quella tremenda reazione a catena già vista nel 2008. Quando una operazione è transitata attraverso una Clearinghouse si ritiene che quella operazione sia sicura e coperta da rischio perché sia le banche che effettuano le transazioni sia le stesse Clearinghouses, garantiscono con specifico capitale accantonato, e in caso estremo anche col proprio capitale sociale, la copertura del rischio.
Ma questo potrebbe diventare il punto di debolezza, e di rottura, se il capitale a disposizione per coprire il rischio diventasse insufficiente.
Benché a seguito della crisi siano state emanate nuove regole che impongono una maggiore capitalizzazione delle banche (poi controllate dai periodici “stress test”) è assai poco probabile che i capitali accantonati a copertura dei rischi derivanti da queste operazioni siano sufficienti a coprire l’intero rischio qualora una reazione a catena si instauri.
Ora, benché siano le stesse maggiori banche a contribuire e detenere il capitale delle Clearinghouses, esse (o perlomeno quelle che ne determinano l’indirizzo) non ritengono che sia necessario incrementare il capitale delle Clearinghouses, perché queste svolgono solo funzioni di controllo sulle operazioni in transito, e non di trading.
Sia come sia, il fatto è che in un mercato dei derivati finanziari che continua ad allargarsi (il solo mercato degli Swaps si calcola che valga qualcosa attorno ai 700 trilioni di dollari, ovvero 700mila miliardi) sembra del tutto ridicola questa diatriba tra le banche e le loro controllate clearinghouse su chi debba accantonare qualche centinaio di milioni in più, col rischio di perderli, solo per far credere che il mercato dei derivati finanziari è sotto controllo.
Palesemente non lo è, ma questa diatriba ci fa almeno capire che la miccia della prossima crisi è già accesa, l’unica cosa ancora ignota e’ quanto sia lunga la miccia.
(1) Clearinghouses per derivati: piattaforme istituzionali per lo di scambio dei derivati finanziari tra le banche. Incluse nella riforma “Dodd-Frank” del 2009 per dare maggiore sicurezza e trasparenza a queste transazioni finanziarie, ma dopo la sconfitta elettorale dei democratici nel 2010, la riforma non ha potuto essere completata.  
Le maggiori Clearinghouse operanti oggi sono CME Group Inc., Intercontinental Exchange Inc. e LCH.Clearnet Group Ltd.
p.s.
conoscendo un minimo di storia economica del capitalismo quanto raccontato nell'articolo non è cosa nuova; già nel '29 (in realtà si data a questo anno la "crisi" ma essa cominciò prima, molto prima..... fra il 1917 e il 1918 almeno con la crisi di liquidità delle Save & Loan che erano fuori dal sistema della FED, banca privata di proprietà di alcuni gruppi finanziari che lavora in concessione per conto dello Stato.. il controllato che controlla il controllore .... nulla di nuovo quindi, e che facevano gola ai vari Rockfeller e co. per la montagna di denaro che gestivano per conto di famiglie, lavoratori ecc., e che, causa voci incontrollate di perdita di liquidità, fallirono in meno di 24 ore per l'afflusso enorme di utenti che volevano indietro i propri soldi: tutto falso naturalmente ..... ma bastò a farle chiudere e a farle entrar nel sistema FED dove furono facile preda dei soliti noti di cui sopra) c'erano problemi sollevati riguardanti chi dovesse rimanere con il cerino acceso: l'esito quella volta fu "spiacevole" per questi criminali perchè anche se lo Stato voleva farlo c'era il "pericolo comunista" alle porte e gli americani potevano trovare attraente cambiare rotta.. quindi Roosvelt tenne duro sventolando il classico drappo davanti ai suindicati riuscendo a imporre tasse altissime ai certi ricchi e staricchi (le tasse sul patrimonio di questi qui raggiunse in certi periodi anche il 200% del valore pre-crisi) e con i soldi creò l'esperimento della Tennesee Valley Authority, il famoso "fare un buco per poi ricoprirlo", dove riuscì a dare forti iniezioni all'economia reale applicando, quasi alla lettera, le teorie di Keynes..... erano le basi del moderno Welfare e della rinascita dell'economia. Con la II° guerra mendiale (...) uscirono dalla crisi. Ora la situazione si ripete, per l'ennesima volta e il gioco del cerino è ripreso: solo che non c'è nessun pericolo all'orizzonte, solo .... frustrazione, povertà e tutto quello che i padroni del vapore riescono a propinarci!

domenica 12 aprile 2015

Crisi, come è cambiato l’homo economicus

Fonte: Il Fatto Quotidiano del 12/4/2015 a firma di
La rivoluzione tecnologica creata dall’avvento della rete, la nascita insomma del business.com, venne definita negli Stati Uniti New Economy. Forse sarebbe stato meglio usare un termine diverso, ad esempio “il nuovo settore dell’economia”, perché in fondo la New Economy faceva sempre parte dell’Old Economy, quella tradizionale, governata dai fondamentali d’economia, tra cui il tasso d’interesse.
E’ più corretto parlare oggi di New Economy dal momento che si stanno verificando fenomeni nuovi, che influenzano il comportamento razionale dell’homo economicus e quindi il funzionamento dell’economia e della finanza. Tra questi il più importante è la comparsa per la prima volta nella storia finanziaria del tasso d’interesse negativo per le obbligazioni del debito pubblico. Cosa significa? Che l’investitore paga per detenerle nel tempo. Cerchiamo di capire prima di tutto perché un tasso d’interesse negativo è un fenomeno nuovo.
Esistono due definizioni di tasso d’interesse che si riferiscono al valore del denaro nel tempo, la prima è quella del tasso di mercato il cui valore viene deciso dall’incontro della domanda e dell’offerta. E questo è chiaro: più alta è la domanda per le obbligazioni di stato di un paese minore sarà il tasso al quale quest’ultimo deve indebitarsi. E’ quanto abbiamo visto con i Bund, i titoli di stato tedeschi subito dopo lo scoppio della crisi del debito sovrano europeo, molti investitori hanno venduto le obbligazioni dei paesi della periferia di Eurolandia per acquistare quelle della Germania. Grazie all’aumento della domanda è sceso il tasso d’interesse sui Bund e la Germania ha potuto rifinanziare il proprio debito pubblico a tassi sempre più bassi. Quando la domanda supera costantemente l’offerta è tecnicamente possibile che il tasso d’interesse diventi negativo.
La seconda definizione si riferisce al tasso d’interesse naturale, e cioè il valore più elevato attribuito al bene presente rispetto a questo stesso nel futuro. Il comportamento razionale dell’homo economicus è dunque preferire la soddisfazione presente di un bisogno a quella futura. L’altra faccia di questo concetto è il valore della rinuncia, sono disposto a cedere un dollaro oggi solo se tra un anno mi verrà restituito un valore maggiore. La differenza è il prezzo della mia rinuncia o il tasso d’interesse naturale.
Negli ultimi giorni gli economisti hanno dibattuto il significato delle obbligazioni di stato negative. La prima emissione è quella della Svizzera: 377,9 milioni di franchi con maturità nel 2025 e 2049. Il tasso d’interesse sul decennale è stato 0,055 per cento, quindi negativo. Le opinioni sono divise in due campi: c’è chi sostiene che anche il tasso d’interesse naturale può diventare negativo e chi invece sostiene che questo comportamento sarebbe anormale e produrrebbe cambiamenti disastrosi nel comportamento economico ed anche nell’economia di mercato.
Difficile prendere posizione su questa disputa però è possibile illustrare il perché il debito nel tempo deve generare ricchezza e quindi necessita un interesse positivo.
“Immaginate due villaggi separati da un grande fiume, che non hanno le risorse necessarie per costruire un ponte, un collegamento essenziale che faciliterebbe gli scambi e produrrebbe ricchezza per entrambi. I sindaci si accordano e chiedono un prestito per costruirlo, così facendo attingono dalla ricchezza futura che quel ponte produrrà per i due villaggi. Naturalmente chi si indebita non sono i sindaci ma tutti gli abitanti, che usano i guadagni futuri per realizzare l’opera che li renderà possibili nel tempo. Il debito è dunque un’astrazione creata dall’uomo che consente di utilizzare denaro futuro al fine di realizzare oggi l’investimento produttivo che lo genererà. Una sorta di profezia che si auto-avvera. Grazie a questo finissimo artificio, che in natura non esiste, l’umanità nel corso dei secoli ha potuto sganciarsi da un orizzonte più povero e con molte meno opportunità e migliorare la propria condizione.
Il debito, dunque, non è di per sé negativo, anzi, uno dei motori del progresso è stata l’emissione di titoli di debito, o mezzi di scambio, primo tra tutti il denaro. Ovvero qualsiasi oggetto o simbolo che «sta per» un determinato valore, pur non essendo tecnicamente di valore nel senso in cui lo è, per esempio, la pepita d’oro che esce dalle viscere della terra. Si tratta di ciò che gli anglosassoni definiscono fiat money, una ricchezza astratta che si concretizzerà nel tempo. Questa costruzione filosofica, nata dall’ingegno dell’uomo, è una delle più grandi invenzioni dell’era moderna.” (da Democrazia Vendesi)
E’ evidente che se l’individuo accetta di sottoscrivere un debito con lo stato ad un tasso d’interesse negativo non si aspetta una crescita economica ma una contrazione. La scelta è dettata da due ipotesi: qualsiasi altro investimento gli farà perdere più soldi oppure i tassi nel tempo diventeranno ancora più negativi, e quindi si aspetta una deflazione ancora più seria di quella attuale, e quindi il valore delle obbligazioni acquistate oggi sarà maggiore di quelle future.
In entrambi i casi le aspettative dell’homo economicus sono negative ed il suo comportamento non è più dettato dal desiderio di massimizzare il guadagno ma dalla riduzione della perdita. Ciò significa che l’esempio del ponte di cui sopra non esiste più, il debito contratto non crea ricchezza ma va a coprire perdite presenti e future. Uno scenario incomprensibile ma, ahimé, tristemente reale.
p.s.
poco o nulla da aggiungere e commentare da parte mia: ha ragione da vendere .....

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