Fonte: Il Fatto Quotidiano a firma di Antonio Padellaro del 16 aprile 2015
In udienza da Papa Francesco
(e in generale con qualsiasi papa) i politici italiani tendono a
mostrarsi in estasi, tanto che le loro foto ufficiali in Vaticano
sembrano immaginette sacre e si resta impressionati da tanta devozione.
Ogniqualvolta poi che il Parlamento italiano osa affrontare i
cosiddetti temi sensibili – dalle coppie di fatto alla
fecondazione eterologa, alle norme sul fine vita –, subito schiere di
reverendi onorevoli si mobilitano nel nome di Santa Romana Chiesa per
impedire l’adozione di elementari diritti civili e manca poco che dicano:
Gesù piange. Davanti a tanto fervore, meraviglia non poco il silenzio con cui questi crociati alle vongole hanno accolto le minacciose parole del presidente turco Erdogan (“non
ripeta più l’errore”) contro il Pontefice che ha giustamente definito
il genocidio degli armeni per mano turca “come una delle grandi
tragedie insieme a nazismo e stalinismo”. Ora, immaginiamo cosa sarebbe
successo nel mondo islamico, con relativi anatemi e
moti di piazza, se un qualsiasi premier occidentale avesse osato
attaccare con analoga violenza il Gran Muftì. Qui da noi, invece, il
ministro degli Esteri Gentiloni ha espettorato timide rimostranze
(“attacchi ingiustificati”: caspiterina!), mentre Renzi non ha
proferito verbo.
Una frase, infine, del sottosegretario Gozi,
secondo cui a giudicare sullo scontro Francesco-Erdogan saranno “gli
storici e non i governi”, spiega perché i jihadisti sono così convinti
di farci la pelle.
Da ‘Stoccata e Fuga’, il Fatto Quotidiano 16 aprile 2015
p.s.
anche
stavolta Papa Francesco è da solo... cominciano a essere un pò troppe
non è vero? Sarà questo il motivo che ha portato questo Papa, che
definire "inconsueto" rispetto alla tradizione è dir poco, ha dichiarato
che mollerà presto anche lui il soglio di pietro?
Ai politici italiani dedico questo: "Abbiamo
due tipi di morale fianco a fianco: una che predichiamo, ma non
pratichiamo, e un’altra che pratichiamo, ma di rado predichiamo."
(Bertrand Russell).
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