venerdì 22 gennaio 2016

Clima, la conferma della Nasa: “Il 2015 l’anno più caldo di sempre”

di F. Q. | 20 gennaio 2016

Il 2015 è stato l’anno più caldo mai registrato dal 1880, cioè da quando si ha disponibilità di dati. Un record scippato al 2014. La notizia, finora presumibile ma non ufficiale, è certificata dalla Nasa e dall’Agenzia federale Usa per la meteorologia (Noaa). La temperatura media globale sulla terraferma e sulla superficie oceanica è stata di 0,9 gradi centigradi superiore alla media del XX secolo. È la cifra più alta mai registrata negli ultimi 136 anni, e supera il record del 2014 di 0,16 gradi. La temperatura sulla superficie terrestre è stata più alta di 1,33 gradi rispetto alla media; quella della superficie marina ha registrato +0,74 gradi sopra la media. Il termometro è stato da record anche a dicembre, che con 1,11 gradi sopra la media si è confermato il dicembre più caldo di sempre. Nel corso del 2015 sono stati 10 i mesi che hanno segnato un primato delle temperature, con le sole eccezioni di gennaio e aprile.
Nel corso del 2015 il caldo record ha interessato diverse aree del globo: l’America Centrale e la parte settentrionale del Sud America, varie parti dell’Europa settentrionale, meridionale e orientale fino all’Asia occidentale, e ancora la Siberia centrorientale, alcune regioni del Sud Africa, ampie aree del Pacifico nordorientale ed equatoriale e del Nordatlantico occidentale, la maggior parte dell’Oceano Indiano e zone dell’Oceano Artico. A contribuire è stato certamente il fenomeno climatico periodico El Niño, che riscalda l’Oceano Pacifico tropicale, “ma è l’effetto cumulativo di un trend di lungo periodo che ha portato al record di temperature a cui assistiamo”, evidenziano gli esperti.
“Il cambiamento climatico è la sfida della nostra generazione”, sottolinea l’amministratore della Nasa Charles Bolden. “L’annuncio di oggi è un dato chiave che dovrebbe far alzare in piedi i decisori politici e farli prendere atto che ora è il momento di agire“. Sempre in base ai dati, l’estensione della copertura nevosa nell’emisfero Nord durante il 2015 è stata di 24,6 milioni di km quadrati. Si tratta dell’undicesima estensione più bassa dall’inizio delle misurazioni, nel 1968, e la più bassa dal 2008. L’estensione annuale media del ghiaccio marino artico si è attestata a 11 milioni km quadrati, la sesta più piccola negli ultimi 37 anni. Al contrario, l’estensione del ghiaccio marino in Antartide è stata la terza più grande mai registrata dopo quelle del 2013 e del 2014, a 12,7 milioni di km quadrati.
di F. Q. | 20 gennaio 2016
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un altro sintomo della malattia chiamata inquinamento dell'uomo è la mega-tempesta "jonas" (sempre sperando che una volta a terra questa tempesta si attenui) che si sta abbattendo in queste ore sulle coste dell'est degli USA:  Tennessee, Georgia, North Carolina, Virginia, Maryland, Pennsylvania, il distretto di Columbia sono sotto di essa e tutto si sta progressivamente fermando, naturalmente previo approvvigionamento della gente nei supermercati. Sono interessati oltre 50 mln di persone: un vero evento di massa e, molto probabilmente, l'anteprima di quello che su scala planetaria si potrà scatenare se il meccanismo climatico continuerà ad essere forzato dal modello di economia globale che proprio gli USA, e i loro sodali finanziari, anche europei, stanno imponendo a tutti gli altri..... e nel vecchio mondo? Bè anche l'europa climatica è divisa in due: il nord europa risente fortemente di questo durissimo inverno e il sud, particolarmente gli stati occidentali del sud vedono l'arrivo dell'alta pressione di stampo africano; nessuno pensi che sia un bene perchè queste sacche non fanno altro che scatenare peggiori spinte in senso opposto..... e già si parla, negli ambienti tecnici, del 2016 come nuovo anno più caldo di sempre. Insomma la meccanica climatica sta dando ragione ai tanti gufi e cassandre che da 30 anni, e più, a questa parte mettevano in guardia da queste conseguenze: cassandre, appunto...

buon weekend a tutti e incrociamo le dita per i prossimi anni

giovedì 21 gennaio 2016

Money, money, money...

Non è un caso che il FMI abbia, dopo aver ribassato le aspettative di crescita planetarie, espresso molte preoccupazioni per l'ennesima problematica posta dai mercati: a Davos l'euforia è solo di facciata ma in realtà sanno che, ancora una volta, sono stati beccati con le mani nella marmellata; o meglio ancora una volta i grossi papaveri delal finanza mondiale, dopo aver investito i soldi nei paesi ad alto rischio (e per loro ad alto profitto), si sono presentati all'incasso con i risultati che abbiamo sotto gli occhi... come nel 2007. Si è vero ci sono altre evenienze (il petrolio che scende a livelli mai visti finora, per l'ennesima guerra, per ora finanziaria, fra arabi e iraniani; le traballanti economie dei cosiddetti paesi "emergenti" ampiamente sfruttati dai suddetti papaveri; ecc.) ma sono di corollario così com'è un corollario i continui crolli cinesi (l'economia reale in realtà va a gonfie vele ma le borse tremano perchè di continuo ci sono vendite su quei mercati.. chissà chi è che vende: scommetto che i cinesi lo sanno come scommetto che chi vende mira a dissanguarli e a spingerli in una situazione di stampo "greco") in borsa. Nossignori qui il problema è il solito: il mercato e la sua incapacità di "regolarsi"..... come ha detto il nostro "lungimirante" capo del governo "il mercato bellezza"; peccato che non ci sono governi che mostrino una real volontà di contrastarlo e, soprattutto, regolamentarlo!!! Avevano ragione economisti come Schumpeter, oggi misconosciuto anche se liberale puro, e Berlin quando mettevano in guardia dagli "spiriti animali di questo totem chiamato mercato".
Ma questo è un aspetto del problema: per quanto ci riguarda maggior danni li fanno i cosiddetti fattori locali meglio identificabili con gli intrecci fra politica e malaffare bancario.... lo scandalo delle popolari è solo la punta dell'iceberg, lo sanno tutti ... tranne i contraenti che vengono allettati con interessi impossibili e irrealizzabili e di cui ne sono stati falsificati i profili. Un vero giro criminale che il governo avrebbe dovuto reprimere duramente garantendo i triffati: cosa non accaduta, anzi a leggere i giornali sembra proprio che solo pochissimi vedranno soldi pubblici a loro tutela e tutti saranno costretti a percorrere la estenuante vicenda giudiziaria con la spada di damocle della prescrizione e di rimanere con un palmo di naso e un pugno di mosche in mano.  La cosa maggiormente disgustosa è che chi ordinava agli operatori bancari di "vedere, vendere, vedere" ben sapeva che erano titoli tossici e quindi si sarebebro rivelati per quel che erano: inutili e mangiasoldi!!!!!
Ma, come ha detto il nostro premier: E' IL MERCATO BELLEZZA!!!!

mercoledì 20 gennaio 2016

Europeisti e no

20/01/2016 di triskel182
«I controlli alle frontiere fra i Paesi europei dello spazio Schengen sono incompatibili con la generazione Erasmus e con la stessa internet», dice il presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker.
E avrebbe perfettamente ragione.
Così come avrebbe ragione quando nella stessa occasione dice che «i governi sono veloci ad attaccare Bruxelles, ma si guardino allo specchio perché anche loro sono Bruxelles».
Avrebbe ragione, appunto.
L’avrebbe se l’Europa di cui lui è alfiere e presidente non fosse esattamente quella che con le sue politiche di austerità e rigore ideologico è stata causa non secondaria nell’esplosione di sentimenti nazionalistici e anti-Ue.
Se non fosse l’Europa del dumping salariale prodotto dalle regole lunari o feroci con cui è stata introdotta la moneta unica.
Se non fosse l’Europa che ha ricattato e messo in ginocchio la Grecia, uccidendo il progetto europeo.
Se non fosse l’Europa che negozia di nascosto i trattati commerciali.
Se non fosse l’Europa con istituzioni al servizio delle lobby più ricche e meno limpide.
Se non fosse l’Europa che si picca con tracotanza di non dover rispondere ai cittadini europei.
Se non fosse l’Europa che ha affidato la presidenza a un puparo dell’evasione fiscale per le corporation.
Insomma Juncker avrebbe ragione, se solo a dirlo non fosse Juncker e se l’Europa non fosse questa Europa.
Da gilioli.blogautore.espresso.repubblica.it
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.. chi è causa del suo mal....

martedì 19 gennaio 2016

Aborto, siamo tornate al punto di partenza

dal Fatto Quotidiano del 19 gennaio 2016 a firma
In questi giorni  c’è stato grande allarme per la paura che la cultura patriarcale di altri paesi possa minacciare la libertà delle donne occidentali.  Temo che però in Italia non si sia tenuto d’occhio abbastanza il nostro patriarcato, che non è affatto morto (e se lo è, non lo abbiamo seppellito molto bene). In questi ultimi vent’anni  ha riguadagnato posizioni  con la strategia della bollitura della rana mentre noi galleggiavamo nelle  acque delle libertà e dei diritti conquistati  faticosamente. Uno di questi diritti, era quello di poter abortire con l’assistenza medica, gratuitamente e  senza crepare di aborto clandestino.
Oggi siamo tornate al punto di partenza.
Domenica scorsa, Presa Diretta si è occupata della reale situazione dell’applicazione della legge e dell’obiezione di coscienza che induce le donne a spostarsi fino a 800 chilometri per sottoporsi all’intervento  o a mettersi in coda fin dalle prime luci dell’alba, come avviene davanti al San Camillo, a Roma.   Laura Fiore, autrice di Abortire tra obiettori. Diario di una moderna inquisizione,  ha raccontato i maltrattamenti e l’abbandono  del personale sanitario che scarica  odio misogino sulle pazienti invece  di curarle adeguatamente come imporrebbe la deontologia professionale. L’aborto agita i fantasmi della cultura patriarcale: il terrore per il potere delle donne e l’odio che questo suscita. Un odio che le donne pagano a caro prezzo, soprattutto quando esercitano il potere di decidere per se stesse.
La legge 194 è stata svuotata lentamente ma progressivamente e tra le processioni  di croci, i rapporti miopi  della ministra Beatrice Lorenzin (smontati efficacemente da Marina Terragni)  e le benedizioni della Chiesa cattolica, l’obiezione è arrivata al 100% in alcune regioni italiane e in quelle che restano,  se non si cambierà rotta, ci arriverà presto.  Il primo ottobre dello scorso anno, Laiga si è appellata ai parlamentari e alle parlamentari, denunciando che in breve tempo non sarà più possibile praticare l’aborto perché i non obiettori andranno in pensione e i medici obiettori sono ormai la maggioranza. Non tanto per questioni di coscienza bensì opportunistiche: piaggeria e compiacenza nei confronti di primari che potrebbero compromettere  carriere e qualità del lavoro. I non obiettori finiscono per fare solo Ivg in condizioni di sovraccarico di lavoro perché sono pochi e, a volte, per sopperire alla carenza di personale si incaricano gettonisti con ulteriore esborso di denaro pubblico oppure si stipulano convenzioni (a spese della sanità) con cliniche private, dove gli obiettori sono in percentuali insignificanti.
Le giovani generazioni di donne (domandiamoci una buona volta qual’è la parte di responsabilità che ci spetta) non sono state toccate dal movimento e dalla cultura femminista e percepiscono il problema come qualcosa di strettamente privato invece che politico. Sono cresciute in una realtà dove i consultori sono stati  falcidiati e pensano di dover risolvere le cose da sole. Vanno all’estero oppure acquistano online farmaci abortivi: non è un caso che nei reparti di ostetricia gli aborti “spontanei” siano  in aumento da anni. La situazione è grave. Al momento Possibile ha elaborato una proposta di legge (firmata da Civati, Brignone, Maestri e Pastorino) per mettere un tetto all’obiezione di coscienza.
Staremo a vedere se questa proposta di legge otterrà l’appoggio in Parlamento o se sarà lasciata morire. Il ritorno dell’aborto clandestino, il rischio di salute per le donne non sono una priorità del governo Renzi (l’ennesima ignorata). La maggior parte dei mezzi di informazione non ha alcun interesse a denunciare questa emergenza e tutte quelle testate che hanno avuto un feminist attack dopo i fatti di Colonia in realtà malcelavano l’incazzatura per gli stranieri  che devono tenere giù le mani dalle “loro” donne. Tutto lì.  Di fatto hanno manifestato il pensiero di una fetta della società italiana che non ha alcun reale interesse per i diritti  delle donne. E’ quella parte popolata da sacerdotesse che predicano la sottomissione della donna, da affezionatissime bigotte dei family day o da integralisti che militano nelle sentinelle in piedi con i bambinoni che vogliono la mamma.
Una spiegazione delle radici culturali del perenne attacco alla libertà delle donne la possiamo leggere in queste poche ma incisive parole di Kamel Daoud, uno scrittore algerino, che intervistato sui fatti di Colonia spiega: “La donna è la posta in gioco, senza che lei lo voglia. Sacralità, senza rispetto della propria persona. Onore per tutti, ad eccezione del proprio. Desiderio di tutti, senza un desiderio proprio. Il suo corpo è il luogo in cui tutti si incontrano, escludendola. Il passaggio alla vita che impedisce a lei stessa di vivere”.
Daoud pensa che questa concezione sia propria solo del mondo arabo e qui si sbaglia. I rami delle differenti culture patriarcali  possono scontrarsi tra loro per qualche folata di vento ma si intrecciano nella profondità delle loro comuni radici.
@Nadiesdaa
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ora cambiate argomento ma rispettate la trama e arriverete alle stesse mie conclusioni, ossia che siamo in una società "dove la maionese è proprio impazzita" dove una minoranza impone alla maggioranza uno status che non è più proprio perchè la maggioranza è ampiamente secolarizzata e non comprende come mai le "istituzioni" non ne prendono atto ma avendo anche altri impellenti problemi cui badare è costretta a dare delle priorità  e i diritti ...... possono aspettare tempi mligiori, purtroppo! Dico: è mai possibile che io mi reco in una struttura pubblica e debba essere trattato come una criminale sol perchè sono di fronte a persone che. spessissimo per conformismo o per carrierismo, si dichiarano "obiettori" di questo o di quello?

lunedì 18 gennaio 2016

Fatti e parole: due mondi distanti...

Fatti:
La UE sta decidendo, anzi si può dire che ha già deciso, di fornire la qualifica di "economia di mercato" alla Cina, che significa, direte? Significa che la UE, nel suo complesso perderà due punti di PIL in termini di valore e circa 2 mln di lavoratori in termini occupazionali (il nostro paese dirà addio a circa 400 mila lavoratori). Favorevoli sono i paesi forti dell'Unione Germania, Finlandia.. tutti i paesi nordici), cotnrari i "mediterranei" ossia coloro che sono in diretta concorrenza con il gigante asiatico e, piaccia o meno, la loro linea è perdente perchè, a parte la Francia, il resto sono poco più che irrilevanti politicamente.
Continua la "guerra" intrapresa dalal finanza internazionale contro la cina: le continue perdite dei mercati asiatici, oltre che al petrolio, son dovute proprio alla classica tattica del "mordi e fuggi" tipico della finanza di rapina in auge oggi; che significa, direte? Che ci dobbiamo aspettare un nuovo 2007? E' probabile, molto probabile ma i risvolti non rigardano solo quest'aspetto perchè la Cina ha preso delle contromisure: la continua svalutazione dello yuan è una; un altra è la maggiore attenzione al mercato interno con la leva dell'incentivo alla domanda; per tacere dei titoli pubblici americani (ma pure inglesi,tedeschi e italiani per dirne alcuni) usati come clave per frenare o meglio costringere i governi a frenare la finanza di rapina: ha volte funziona... altre no.
Parole
le inutili e strumentali polemiche del governo italiano contro la UE quale fine anno? Sicuramente uno este4rno: costringere la UE a non dichiarare la Cina "economia di mercato".. ma hanno un fine soprattutto interno perchè siamo prossimi alle elezioni amministrative in importanti città per tacere del referendum costituzionale, naturalmente: clientele devono essere soddisfatte; promesse devono essere fatte; soldi pubblici devono essere spesi (senza controlli esterni); debiti devono essere contratti. Il penetrante controllo europeo è visto con fastidio in situazioni come queste; semprechè anche la cotnroparte europea non sia d'accordo nel giocare il ruolo del cattivo..... ma siamo nel campo del complottismo e quindi sempre meglio restare con i piedi a terra, vero? Non vogliamo pensare che tutto fa parte del gioco politico di parte e controparte per favorire una, non, vittoria del governo e del partito che lo sostiene? Ecco allora il profluvio crescente di parole e scontri, pressoché, mediatici con tanto di pompa magna del mainstream: ma sotto il fumo qui di arrosto non ce n'è, anzi al massimo c'è una piccola brace accesa che non tiene certo al caldo le persone. Perchè, vedete, tutte le riforme fatte non servono a null'altro se non a raggiungere il fine, per ora nascosto ai nostri occhi, del mercato unico da Pechino a Los Angeles; da New York a ... Roma passando per tutto il resto laddove per tutto il resto s'intende l'idea che i capitali  devono girare senza limiti e controlli da parte dei paesi: e come girano i capitali i destini di miliardi di persone da loro dipendono...
Come sempre fa scuola il gattopardo: tutto cambi perchè nulla cambi

domenica 17 gennaio 2016

Morire per i diritti civili?

17/01/2016 di triskel182
La legge sul conflitto di interessi.
La legge sul voto di scambio.
La finta cancellazione delle province.
La legge elettorale coi capilista bloccati (non concedendo la possibilità di scegliere) e col premio (abnorme) alla lista.
La legge sul falso in bilancio col buco (e che ora la Cassazione giudica con valore retroattivo, con la possibilità di annullare diverse condanne).
E poi: la legge sull’editoria, il reato di depistaggio, la riforma della Rai (toglierla dalle mani dei partiti), la legge sulla tortura, la cancellazione del reato di clandestinità.
Ora, la legge sulle unioni civili:
Unioni civili, Boschi sfida Alfano: “Alleanze con altri se Ncd non vota”(Repubblica)
Renzi via twitter: #unionicivili @matteorenzi legge entro l’anno #assembleapd
Dopo tutta questa sicurezza, ci si sarebbe aspettato dal governo quella disciplina di partito che abbiamo visto sulle riforme costituzionali (via Mineo dalla commissione), sull’articolo 18 e sul jobs act.
Niente sui diritti civili, solo libertà di coscienza.
Niente cambio di verso.
Sempre il ministro delle riforme: 
Resta favorevole alla «stepchild adoption»? «Personalmente sono convinta che sia giusta nell’interesse dei bambini. Però su questo punto, come già detto, il Pd lascerà libertà di coscienza».

C’è la coalizione da tenere in piedi, il governo che rischia di cadere (o che viene minacciato di cadere).
Vorrete mica far vincere Berlusconi?
Sono le stesse cose che sentivamo ai tempi di Monti (altro governo tecnico di larghe intese che faceva politiche di destra).
No, questo governo non morirà sui diritti civili.
Altrimenti avrebbe tolto l’adozione dei minori e fatto approvare la legge.
Da unoenessuno.blogspot.it
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il governo del fare (?) val bene ....... l'elusione dei diritti civili

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