Sanità
pubblica addio. Con la legge di stabilità 2016 il governo Renzi ha
definito norme che detassano le spese dell’azienda che assicura ai suoi
dipendenti, previa contrattazione, l’
assistenza mutualistica integrativa. Il costo per quello che viene definito “
welfare aziendale” sarà quindi
a carico dello Stato.
Prima domanda:
come mai il governo anziché finanziare la sanità pubblica ridotta
ormai al lumicino finanzia le mutue di categoria cioè i soggetti più
forti della società? Cioè come mai con i soldi della collettività si
finanziano politiche contro la collettività?
Per rispondere bisogna ricordare che il governo Renzi sulla sanità sino a ora è stato mosso sostanzialmente da una idea fissa:
ridurre quanto più è possibile la spesa sanitaria pubblica
(una delle più basse d’Europa) in tutti i modi possibili
(de-finanziamento, terzo settore, contenimento dei consumi ecc) per
liberare risorse e spenderle per altre operazioni (tasse, investimenti,
perequazioni, riduzione del debito pubblico, ecc).
Sostituire l’assistenza pubblica con le mutue o con i fondi sanitari integrativi è
un taglio drastico alla spesa sanitaria. Questa volta si taglia sul sistema non sulle prestazioni. Ora possiamo rispondere: a Renzi dei soggetti deboli (
precari, disoccupati, pensionati, ammalati cronici, etc) non gliene frega niente. Lui è convinto che la sanità pubblica sia
insostenibile,
le mutue gli servono per tenere buoni i soggetti forti della società e
per fare in modo che il sistema sanitario pubblico copra solo coloro
che non possono curarsi nel privato e coloro che non possono farsi una
mutua, cioè
la parte debole della società.
Ma se non ricordo male questo è un film già visto, è così? Se è così Renzi non fa altro che dare attuazione al libro bianco di
Sacconi (governo
Berlusconi 2009)
il cui scopo, sulla base del preconcetto che non si può dare tutto a
tutti, era per l’appunto sostituire la sanità uguale per tutti con un
sistema multi-pilastro (assicurazioni, mutue e ciò che resta della
sanità pubblica).
Ma fare tante specie di sistemi sanitari non rischia di
creare delle diseguaglianze e di contraddire il valore egualitario dell’art 32 della costituzione? Non si tratta di un rischio ma di
una certezza. Con il sistema multi-pilastro chi comanda e decide tutto non è il diritto ma
il reddito,
per cui le persone saranno curate in base al livello di contribuzione
stabilito per il fondo mutualistico dal quale dipenderanno i
nomenclatori di prestazioni.
Ma i neo-mutualisti sostengono che
grazie al welfare aziendale si risolve una volta per tutte la questione
della sostenibilità sanitaria, è vero o non è vero?
Una balla colossale niente di più.
Ricordo che il nostro sistema sanitario nazionale è stato istituito
nel ’78 per sopperire al default del sistema mutualistico cioè come una
risposta alla insostenibilità del sistema.
Le mutue sono sistemi
intrinsecamente insostenibili che tendono ad andare in disavanzo
perché la loro spesa, essendo solo curativa, ha una natura
incrementale. Per farla crescere basta una nuova tecnologia, un farmaco
di nuova generazione, un nuovo trattamento, una domanda di cura più
complessa. Il rischio di insostenibilità per le mutue cresce nel tempo
perché nel tempo cresce la domanda
obbligando l’offerta a inseguirla.
Per
non andare in disavanzo le mutue o dovrebbero continuamente
incrementare il livello della contribuzione (ma al cittadino conviene di
più un sistema solidale su base solidaristica), o chiedere ai governi
di turno di aumentare progressivamente la
detassazione dei costi (molto poco realistico), o
congelare i propri nomenclatori o andare in disavanzo e ogni tanto farsi ripianare i debiti dal governo di turno, o creare degli sbarramenti all’accesso delle prestazioni.
Ma allora? Allora
la sanità pubblica resta il sistema più conveniente
da ogni punto di vista, costa di meno dà di più ed è la più giusta.
Facciamola funzionare meglio, cambiamo le sue prassi, i suoi modelli
culturali e organizzativi, ripuliamola dalle diseconomie, cambiamo la
gestione, ripensiamo il modello di finanziamento, ma per favore
lasciamola
pubblica, solidale, universale.
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Ricordate
i racconti di fine '800 che raccontavano della miseria che attanagliava
la maggioranza della popolazione? Sembra un remake ma è tutto vero...
non dimentichiamo che in base al Trattato istitutivo del WTO prerogativa
dello Stato esclusiva saranno solo Interni, Difesa, Giustizia.. il
resto per chi può permetterselo; legge, o rileggete, quanto sosteneva
Jeremy Rifkin ne "l'era dell'accesso": tutto sarà chiaro.
La
vera domanda da porsi è: perchè se adottando un sistema privatistico
della sanità, sul modello americano, si sa che è costoso e inefficiente
lo si adotta comunque? Non sarà mica per spillare soldi ai cittadini,
mantenendo comunque alte le tasse, e rigirarli alle assicurazioni?