martedì 15 dicembre 2015

Stati Uniti, che fine ha fatto la classe media?

dal Fatto Quotidiano del 13 dicembre 2015 a firma di
Il sogno americano è finito! Nel 2015, per la prima volta dal dopoguerra, il numero complessivo dei ricchi e dei poveri americani ha superato quello della classe media. La classe media, dunque, il fulcro di una società moderna e democratica – è questa l’immagine che dagli anni Cinquanta gli Stati Uniti hanno venduto al mondo – continua a perdere terreno rispetto ai poveri e ai ricchi.
Secondo uno studio pubblicato dall’istituto di ricerca Pew nei primi mesi del 2015, 120,8 milioni di adulti appartenevano a famiglie con un reddito medio rispetto ai 121,3 milioni delle famiglie con redditi bassi o alti. E’ questo un cambiamento sociale che, a detta dei ricercatori, potrebbe segnalare una svolta politica. Come si può leggere nel rapporto, la classe media americana è al centro delle piattaforme economiche di molti candidati alla presidenza in vista delle elezioni del 2016. In America è la classe media che elegge i presidenti perché è quella che ha la maggiore coscienza politica e sociale. Ma se questa classe continua a ridursi diventa più conveniente parlare di politica ai ricchi e ai poveri. Da qui l’ascesa del populismo alla Donald Trump nell’attuale campagna elettorale. La classe media è infatti quella più prudente, che non si lascia sedurre da politiche estremiste, ad esempio quelle a carattere razziale o religioso professate da Trump.
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La riduzione del numero delle famiglie appartenenti alla classe media è dovuta al suo impoverimento. Ormai tutti ne hanno preso atto. Nel 2014, il reddito mediano della classe media – quello compreso tra il limite superiore e minore della fascia di redditi appartenenti a questa categoria – è stato del 4% in meno rispetto al 2000. Non solo i redditi sono scesi, anche la ricchezza accumulata dalla classe media si è contratta. La crisi del mercato immobiliare e la Grande Recessione del 2007-09 hanno infatti ridotto la ricchezza mediana (entrate meno debiti) del 28% nel periodo 2001-2013.
Nel frattempo, le classi ubicate agli estremi dello spettro del reddito, e cioè i ricchi e i poveri, hanno registrato la maggior crescita. Nel 2015, il 20% degli adulti americani si trovava nel livello del reddito più basso, rispetto al 16% nel 1971. Quindi una parte della vecchia classe media è sprofondata nella povertà. Sul lato opposto dello spettro, il 9% degli adulti americani oggi si trova nel livello più alto di reddito, il che equivale a più del doppio del 4% nel 1971.
La perdita d’importanza della classe media ha anche effetti demografici. Ad esempio, dal 1971 le condizioni degli ultra 65enni sono migliorate. Questo gruppo di età è l’unico che nel 1971 occupava un posto più basso nella scala dei redditi rispetto al 2015. Non a caso, il tasso di povertà tra le persone di 65 anni è sceso dal 24,6% del 1970 al 10% nel 2014. Diversa è invece la condizione degli adulti più giovani, di età compresa tra i 18 ed i 29 anni. Costoro infatti sono i maggiori perdenti, con un aumento significativo della loro quota nei livelli a basso reddito.
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Anche questi cambiamenti influiranno sulla politica. E’ infatti possibile che quella degli Stati Uniti diventi sempre più conservatrice e populista e che rifletta l’ascesa della classe dei ricchi e dei poveri a scapito di quella della classe media e degli anziani a scapito dei piu’ giovani. Secondo queste proiezioni un candidato come Trump potrebbe raccogliere più voti di quanto ci si aspetti. Staremo a vedere!
di | 13 dicembre 2015
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ora, facciamo un piccolo sforzo di fantasia, piccolo piccolo e togliamo tutti i riferimenti agli USA e al posto di questo nome mettiamoci, che so, l'Italia o la Francia o la Spagna ....... e vedrete che l'analisi cambia di qualche virgola ma la sostanza rimane immutata

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