domenica 9 novembre 2008

infanzia come merce: un'orrore infinito.................

Orrore infinito; non si finisce mai di toccare il fondo in questo mondo dove conta solo il denaro fatto velocemente e senza scrupoli. Il profitto è la legge e il sistema per farlo il suo profeta. In Nigeria una fabbrica di bambini! Si una fabbrica. E' brutto dirlo così ma la stampa non ha trovato nulladi meglio. Cosa accadeva? Donne attirate in una cosiddetta "clinica" per la maternità, poi erano addormentate e violentate sia dal medico che da altri: i bambini nati erano poi venduti andando per essere usati sia nel giro della prostituzione che per rispondere alla domanda di bambini da adottare senza troppi problemi da parte delle ricche coppie sterili. E questo è quello che si scopre chissà quante ce ne sono di queste "cliniche" in giro per il mondo che partecipano al apsto del profitto e chissà quanti di questi bambini sono usati dai mercanti di organi. Non si può non parlarne se vogliamo che finisca. Il punto vero è che siamo talmente indifferenti e dopati che niente realmente ci tocca finchè non ci accade direttamente! E' la parte oscura della società mediatica: il renderci abituati a tutto. Guerre, morti, fame, carestie, traffici di esseri umani, scandali, violenze ecc. ci arrivano tutti i giorni nelle case e anzichè farci reagire nel momento che comprendiamo in che mondo viviamo avviene l'esatto contrario ossia ci si abitua e si diventa indifferenti o al massimo si commenta e si discute poi si passa ad altro e fino alla prossima vivamo le nostre piccole e misere vite. Invece quelle notizie in altre parti del mondo sono persone, avvenimenti, orrori, sofferenze reali ecc. che vengono vissute realmente da persone come noi che magari non pensano neanche lontanamente di fare la notizia anzi di "esserlo", di averla fatta. Certo c'è, anche qui su libero, una minoranza sensibile che si muove e agisce ma alla fine diventa complementare al fenomeno che si vuole combattere e (lo dico senza alcuna polemica) anzi dìsi ha l'imrpessione che senza di essa il sistema non potrebbe essere equilibrato: mancherebbe all'equazione un fattore. Da tempo ormai ho l'impressione che non si debba combattere l'effetto ma la causa: nel caso in specie ad esempio si possono chiudere quante, due tre cliniche del genere? Quante altre ne sorgono? Quante continuano tranquillamente la loro attività? Una goccia nel mare l'averne scoperta qualcuna, le altre sono tutte lì in bella mostra e continuano a funzionare. Ripeto è all'apice del fenimeno che si deve mirare: il profitto e il sistema che lo rende facile. Weber parlava di etica delle responsabilità: oggi suona come una frase vuota. Quando diventi un numero da calcolare in un calcolo ragionieristico vieni spersonalizzato non sei più un'essere vivente che ha bisogni, speranze, diritti ma acquisisci un valore economico e sei un costo quando ti si deve mantenere e curare e un ricavo quando altri su di te ci guadagnano. Il mostro che crea tutto ciò è il capitalismo e la sua (non) etica di base. Oggi è in una crisi profonda ma non è morto, anzi è vivo e vegeto e una volta passata la nuttata riprenderà vigore e aprirà altri campi d'intervento e di profitto. Oggi è in crisi ed è oggi, non domani e dopodomani, che si può non riformare ma eliminare in toto: lo si potrebbe fare in poco tempo se i governi (e le élite che rappresentano e li esprimono) solo lo volessero; ma non è così anzi lo difendono e tolgono risorse, servizi, ecc. ai loro cittadini per rinvigorirlo. E allora la speranza non è in Obama o in altri nè lo è in qualche profetica fede: tocca a noi esseri umani farlo, magari una pietra alla volta, e prima lo si farà meno nostri simili soffriranno.

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