martedì 18 dicembre 2007

Il paese di m...erito

Un giornale lo raccontava: senza la tessera di partito non si fa carriera nella Sanità (ma dovunque ormai) e anche quando la si è fatta per restare al sole la tessera è necessaria per restarci in alto. Prima era solo una questione di racomandzioni per un posto di lavoro, per apparire in tv o quant'altro, per fare il primario: naturalmente il tutto sl netto delle rli capacità e meriti professionali. Così mentre molti giovani capaci e meritevoli che si trovano di fronte alla scelta o emigrare o accettare un dottorato di ricerca a1000 € a essere buoni altri i "tesserati" che siano in gamba o meno assurgono alle vette delle professioni senza averne la capacità, a detta dei giornali e di chi denuncia la cosa, nè i meriti. Naturalmente si dirà la colpa è della partitocrazia e del sistema che ha creato in 50 anni di "coraggioso" lavoro: è vero in parte la cosiddetta politica è dovunque e fa sentire la propria presenza; ma non è solo questo. E' una questione culturale invece: è presente nel DNA italiano e si trasmette come un virus da uno all'altro. C'è sempre stato e continuerà ad esserci a meno di non riuscirlo a cambiare geneticamente: si dovrebbero inventare gli italiani geneticamente modificati cosa sia contraria ai diritti umani che a qualunque morale sia religiosa che etica, oppure ci dobbiamo rassegnare a che le varie elitès (assistite dai potenti o meno) si riproducano con questo vizio di fondo? Naturalmente non si può generalizzare: non tutti lo sono e non tutti fanno ricorso alla "raccomandazione" per fare carriera. E' verissimo che c'è una buona percentuale che fa ben sperare in proposito ma è significativo che i migliori se ne vanno all'estero e che quando ritornano sono come pesci fuor d'acqua, equelli che non ne hanno la possibilità o fanno una vita da precario o si accontentano di lavori considerati non appetibili da chi ha mire di ascesa. Si dovrebbe discernere fra i favorire il talento e valorizzarlo e invece, pur di dimostrare che si ha potere, mettere l'uomo sbagliato al posto giusto che è da decenni lo sport nazionale.. Nella società liberale "pare" che i igfliori non solo siano quelli che governano e dirigono la società (come si vede dai tempi di Atene e Sparta le cose non sono cambiate) e il merito e il talento, va scoperto, colitvato e premiato in forza delle pari opportunità di partenza; nella società democratica si sperava si andasse oltre: oltre ai princi pi dicui sopra ci doveva essere anche l'assicurazione che chi è al servizio del cittadino si comporti di conseguenza e non crei il "proprio" personale da mettere nei posti chiave o prestigiosi. Noi abbiamo inventato invece un'altro sistema. nelle società castale italiana o hai il santo in paradiso e conquisti il posto al sole oppure ti rassegni a lottare per non affogare nella melma primordiale dove quello che conta è sopravvivere........ Paese matrigno è irriconoscente che premia il favoritismo siamo diventati un modello per gli altri: ancora si discute se da disprezzare e portare come esempio in negativo o sfruttare visto che chiunque arrivi qua trova "l'America" oppure ancora da tutelare e porre alle future generazioni delle elitès.

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