si parla di progresso, di evoluzione, di civiltà ci ritroviamo invece in un nuovo medio evo dove conta chi si nasconde dietro il potere o vi si allea con esso.
lunedì 24 dicembre 2007
Bobbio aveva ragione?
So che è Natale e siamo (?) tutti più (in maniera finta) buoni ma nn posso esimermi dal lasciare sul blog alcune riflessioni su quello che siamo, che eravamo e che stiamo diventando. Veniamo da una stoira millenaria di cui però non abbiamo fatto tesoro e infatti i risultati si vedono: siamo facile preda del primo messia arrivato e della pubblicità (salvo poi scoprire che siamo senza soldi e che quindi al paradiso del consumismo non possiamo accedere); siamo fra i più i più ignoranti del mondo (sia dalle scuole pubbliche che da quelle private anzi queste ultime stanno anche peggio); siamo preda dei marketing politici aggressivi e ci stordiamo con il mondo ovattato (che viene usato, come scientificamente provato da studi autorevoli, per tenere sotto stress la corteccia cerebrale e farci perdere il contatto con la realtà) dei media; siamo depressi e astiosi ma sappiamo benissimo che è solo colpa nostra: non ci sono più le ideologie a farci da substrato culturale e allora il re è nudo. Siamo, come affermato da molti, i più amerikanizzati d'Europa (e questo non mi stupisce) ed i meno antieuropeisti: come sempre ci atteniamo all'idea dei due forni! Nella società del pensiero unico e dominante (il liberismo) ci distinguiamo per egoismo e individualismo: in una parola, la società dell'io e non del noi. Quando Bobbio affermava, con lungimiranza, che destra e sinistra sarebebro sparite per avvicinarsi fra loro credo che pensasse ad un'opportunità storica da cogliere: con la fine delle ideologie c'era la possibilità di cogliere il meglio di esse e creare i presupposti per la costruzione di un diverso orizzonte. Non è stato così ed è sotto gli occhi di tutti, anzi al contrario si è affermata solo una ideologia: quella dell'individualismo liberista. E' una ideologia totalizzante che mette tutto al servizio del profitto, rende tutto e tutti numeri e variabili economiche e ragiona in termini di costi/benefici ma soprattutto non tiene in alcun modo in considerazione la cosa più importante: la variabile uomo con le sue aspirazioni, credenze, comportamenti ma soprattutto speranze. In teoria si propugna la "non" partecipazione dello Stato alle vicende del mercato libero; in teoria lo stesso mercato dovrebbe trovare al proprio interno le informazione e i trend per una sua stabilità fra domanda e offerta; in teoria sempre dalla crescita arrivano benefici per tutti e dovunque nella società: nella realtà............ bè nella realtà basta guardarsi intorno. Dovunque siamo state apportate le modifiche "moderniste" la forbice fra ricchissimmi e poveri si è allargata; le società conoscono squilibri enormi; i flussi migratori assumono valenza biblica. Gli Stati stessi che hanno abbracciato queste idee si trovano sempre sull'orlo del fallimento dato che sono usati come puri bancomat dai "sopravvissuti" del mercato che la fanno da padrone fino a creare Stati negli Stati ma stavolta di carattere puramente corporativo. E' un mostro che divora sestesso diceva Marx: ed aveva ragione. Per aumentare i profitti le corporazioni vanno sempre alla ricerca del basso costo (spesso associato alla bassa qualità) e delle migliori condizioni di vivibilità dal proprio punto di vista (poche o nessuna garanzia per i lavoratori; niente sindacati, free zone, bassi salari ecc. la solita solfa) di produzione e della massimizzazione del profitto: socializzano è vero ma i danni che arrecano questi li socializzano velocissimamente o meglio li mollano agli stati ospiti del parassita. Unico obiettivo: la crescita. Crescere è questa la parola d'ordine. Nell'idea malsana che non si deve invidiare (l'invidia invece è una molla che smosso conoscenza e progresso tecnologico) ma amare chi si arricchisce e accettare il ruolo affidato c'è tutta la perversione di questo sistema che laddove si è affermato non ha esistato a finanziare dittature sangunarie (che hanno eliminato intere generazioni di persone sistematicamente) e sistemi che aggravavano, anzichè migliorare, le condizioni di vita delle persone cui spettava una fame nera e una disperazione senza fine (e senza rete di protezione) in una vite infinita che da un lato portava maggiori profitti e dall'altro maggiore povertà. Si questo natale, come gli altri, dovrebbe farci riflettere: ma anche questa volta è uan cosa che si rimanda; non è richiesta; non è utile dato che un popolo sicuro, saggio, sano, benestante è difficilissimo da governare mentre un popolo insicuro, ignorante, depresso, spaventato, malato, lasciato a se stesso................SI. E' facilissimo: basta sventolargli davanti il mondo luci e colori dell'abbondanza e mettergli davanti l'agnello sacrificale di turno con cui prendersela. Siè creato, infatti, una frattura sociale enorme dove chi è a media delal scoeità lotta disperatamente per non affogare e per farlo deve fare affogare i suoi vicini e chi è più in basso mentre stende le mani a tirar giù chi è in alto per conquistarsi il posto al sole. Homo homini lupus: ecco il paradigma attuale. Bobbio, come teorico aveva ragione; ma chi ci ha preso in pieno è stato il Sig. George Orwell.........................
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