lunedì 31 dicembre 2007

la politica della vaselina si vasellina no

Mentre ancora si discute di finanziaria 2008 che avrebbe dovuto, il condizionale è d'obbligo in questi casi finchè abbiamo liberisti al governo dell'economia (si spera che dopo la "dipartita" del loro guru Friedman questi ultimi residuati bellici vadano a sparire anch'essi), da un lato dare la spinta alla società verso la ripresa (di cosa e da che non è dato capire visto che se il nostro paese non produce nulla non può crescere) e dall'altro redistribuire la "ricchezza" verso i ceti meno abbienti e i salari bassi (conoscete la favola di cappuccetto rosso e il lupo bè immaginate in questo caso che è capuccetto a mangiarsi il lupo.............. è vero non c'è più religione ) le risorse in più - i vari più o meno presunti tesoretti - dell'anno provenienti dalla tassazione: una contraddizione in termini tipica del bizantinismo italiano perchè in realtà sanno tutti, almeno spero dato che gli studenti sono fra i più ignoranti dell'area occidentale, che dal 1990 ad oggi nessuna linea politica monetaria e fiscale è stata tesa davvero a creare la base per investimenti, occupazione e ricerca ma solo a prendere il più possibile da chi era il vero motore dell'economia: i lavoratori e i ceti che li esprimono TARTASSANDOLI IN TUTTI I MODI E ATTUANDO POLITICHE MONETARIE CHE SCARICAVANO SI DI ESSI I COSTI SOCIALI E POLITICI DEI VARI ESPERIMENTI DI INGEGNERIA POLITICA ED ECONOMICA. In vari modi, sia chiaro, è stato fatto: il peggiore di tutti è quello di tagliare alle Amministrazioni periferiche e agli enti locali (affamando la bestia) che a loro volta scippavano i soldi dalle tasche ai cittadini. Il risultato era quello che mentre il politico nazionale poteva dire di "aver diminuito la pressione fiscale" in realtà lo Stato incassava lo stesso dell'anno pecedente (se non di più) per terze vie. Naturalmente ci sono tendenze reali alla redistribuzione verso il basso in questa maggioranza ma devono fare i conti con i partitini cosiddetti liberlademocratici e centristi che solo a sentire parlare di queste cose hanno crisi isteriche visto che il loro elettorato spinge per il mantenimento dello status quo: e qui cade l'asino . Infatti così come è congegnata la politica italiana conta di più il partito dello "zero virgola qualcosa" che i partiti medi e grossi: un'esempio? I liberaldemocratici diniani, liberisti per ispirazione, centristi per collocazione e di destra come linea economica ma in fin dei conti non molto diversi dal panorama attuale italiano dove, con la corsa all'affama il lavoratore, è facile sentir parlare di miglioramenti economici ma solo a prezzi carissimi a livello sociale e subito ripresi dalla tassazione punitiva; non esistevano prima e sono nati da transfughi del ParDem e altro che non hanno alcuna rappresentatività e che però hanno il potre di condizionare, e lo hanno fatto, la linea del Governo. Il loro Capo è un tecnocrate di lusso con pensione statale di lusso ottenuta prima del varo della riforma che porta il suo nome (i maligni dicono che la sua domanda di pensione fosse stata protocollata intorno alle 23, quindi 1 ora prima dell'entrata in vigore della riforma..... grande esempio di pubblica responsabilità non c'è che dire) e che ha navigato in tutti i partiti oggi presenti nel Parlamento spaziando dalla destra al centro "cespuglioso" all'attuale centrosinistra?) che ora come ora, come tutti i partitini, ha il doppio problema di sopravvivere alle varie riforme elettorali, referendum compresi, dall'altro di preparare, in modo "onorevole (e all'italiana) la propria partenza da un'alleanza che non gli dà soddisfazione per approdare ad altro che gli consenta di continuare nell'avventura nella quale si è imbarcato qualche decennio fa. E cosa ha immaginato il Nostro? Ha preso 7 punti, tutti teoricamente condivisibili, e li ha spiattellati, non come proposte ma come agenda vera e propria, sul tavolo della verifica che si terrà a gennaio nell'attuale maggioranza. Facile così perchè a leggerli chi non è d'accordo: ci sarebbe addirittura da pensare ad una proposta demagogica se non fosse che in realtà sono 7 polpette avvelenate per cantare il de profundis al Governo. Molti osservatori sanno che in realtà la posta in gioco è la riforma elettorale e il futuro Governo che vedrà la nascita del Veltrusconi I°: chi si posizionerà meglio quello avrà maggiore forza negoziale allora. Non c'entrano nulla nè le "volontà riformatrici" nè, tantomeno, la ncessità di dare una svolta: l'unico obiettivo è il salvataggio dello scranno e l'assicurazione per il futuro, null'altro. Perchè sennò sparare 7 punti visto che questa maggioranza un programma, del tutto inattuato, c'è l'ha già? Siamo diventati così passivi e depressi che ormai ci scivola tutto addosso e quindi il lavoro svolto finora è giunto al suo obiettivo reale: creare una massa informe e amorfa, la cui gran parte gravita intorno alla soglia di sopravvivenza, che non valuta acriticamente le posizioni politiche ma le accetta per spirito di parte mentre le minoranze organizzate in realtà governano per il proprio tornaconto: è vero il motto che dice"se un popolo è sazio, sicuro e sano è impossibile da governare", mentre (basta guardarsi intorno) uno invece "insicuro, tenuto in perenne stato di allarme, ma depresso nelle sue aspirazioni e speranze, lo gestisce anche un bambino. Tutto quanto detto finora non sarebbe stato possibile senza l'accondiscendenza colpevole del sindacato che ha fatto più danni della politica in sà e si è trasformato vieppiù in partito corporativo perdendo la mission iniziale.
A QUESTO PUNTO DOVREI DIRE BUON ANNO ECC. MA ALLA LUCE DI QUESTA SITUAZIONE IL MASSIMO CHE FACCIO E' DIRE: "IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO"

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