sabato 23 novembre 2013

Trasporti bloccati, Genova paralizzata. Grillo al corteo: “Sto con i manifestanti”

Niente autobus nonostante la precettazione del prefetto. Il sindaco Doria cerca di riavviare la trattativa: "Nessuno vuole privatizzare". Il leader 5 Stelle: "Battaglia epocale, dev'essere seguita da tutte le città italiane". Anche i tranvieri di Roma all'assemblea dei lavoratori dell'Amt
Come una polveriera Genova è una città pronta ad esplodere. I trasporti pubblici sono paralizzati da quattro giorni, la raccolta rifiuti potrebbe fermarsi dall’ inizio della prossima settimana, la manutenzione degli edifici comunali va a singhiozzo e i portuali sono in agitazione. Con gli studenti sul piede di guerra. E la rabbia di Genova diventa un caso nazionale. E’ la quarta giornata di sciopero dei dipendenti dell’Amt, l’azienda di trasporto pubblico, nonostante la precettazione del prefetto. La protesta va avanti a oltranza, gli autobus restano nelle rimesse e la città è praticamente paralizzata. Ieri si era di nuovo interrotto il tavolo tecnico di trattativa con il Comune per cercare di recuperare una negoziazione e interrompere l’astensione dal lavoro. Ma oggi da una parte il presidente della Regione Claudio Burlando ha ricevuto i sindacati Faisa, Ugl, CgilCisl e Uil e dall’altra il sindaco Marco Doria dice che il Comune è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza” dell’azienda dei trasporti. “Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi – avverte Doria – Nessuno può chiamarsi fuori”. Comunque nessuno, ribadisce, vuole privatizzare l’Amt. Intanto la procura di Genova – dopo aver ricevuto un’informativa della questura – ha aperto un fascicolo contro ignoti ipotizzando l’interruzione di pubblico di servizio, mentre il Garante per gli scioperi valuterà l’adozione di sanzioni. Tuttavia ai lavoratori dell’Amt non arriva solo la solidarietà: anche i dipendenti dell’Amiu – società partecipata del Comune che si occupa della raccolta dei rifiuti – sono pronti a scioperare. 
Ma il caso diventa nazionale anche perché in corteo con i lavoratori si è unito Beppe Grillo. “Sto con i lavoratori – ha detto il leader del Movimento Cinque Stelle – hanno ragione a protestare. Il welfare deve essere difeso, il trasporto pubblico deve essere finanziato. Bisogna cambiare la mentalità come fa tutto il mondo disincentivando il trasporto privato a favore del pubblico”.  
La giornata: traffico in tilt, lavoratori in assemblea
Anche oggi il traffico è andato in tilt, con rallentamenti da e per il centro città, a causa del corteo partito da Sampierdarena, nel ponente genovese. I lavoratori Amt (oltre 2.000) si sono radunati di buon’ora alla sala chiamata del porto, storico ritrovo dei “camalli”. Tra di loro anche una delegazione di sindacalisti dell’Atac di Roma. “Genova è la scintilla di un incendio che si espanderà in tutta Italia” ha urlato al microfono Andrea Gatto (Faisa/Cisal), leader della protesta. Stesso concetto espresso in serata dall’ex segretario del Pd Pierluigi Bersani, in città per sostenere Gianni Cuperlo alle primarie. 

Dopo l’assemblea il corteo, sferzato dal vento e dal freddo. Stretti nei giacconi blu e arancioni, i lavoratori si sono incamminati per l’ennesima volta in queste “quattro giornate di Genova” verso le sedi delle istituzioni e una delegazione è stata ricevuta dal presidente della Regione Claudio Burlando.
La vertenza e lo scontro tra sindacati e ComuneLa vertenza tra i dipendenti dell’azienda e il suo azionista, il Comune, era iniziata sulla delibera che dovrebbe indicare le linee strategiche per la gestione delle società partecipate dall’ente che, secondo i suoi contestatori, lasciava le porte aperte a un ingresso di soci privati nella società. Ieri il documento è stato votato dal consiglio comunale, riunito a porte chiuse per evitare interruzioni dei lavori da parte del pubblico, in una versione riveduta per evitare l’ostilità di chi è contrario al coinvolgimento dei privati ma intanto i contrasti si sono spostati sull’aspetto economico. Dopo ore di discussione tra il sindaco Doria e i rappresentanti sindacali, la trattativa si è interrotta ieri sera quando i sindacalisti hanno risposto con un netto rifiuto alle richieste di Doria di sacrifici economici da parte dei lavoratori per fare quadrare i conti del 2014. “Non ci sono state nemmeno le basi per iniziare a ragionare con il sindaco”, commentava un sindacalista all’uscita dell’incontro. Che poi si è tenuto a porte chiuse. In un primo momento era stato deciso di far partecipare 80 cittadini, numero massimo di persone che l’aula può ospitare. Ma a pochi minuti dall’inizio era arrivata la retromarcia.
Doria: “Pronti a trattare sugli 8 milioni che mancano, non vogliamo privatizzare”
Il giorno dopo l’approvazione della delibera sulle prospettive delle partecipate, il sindaco Marco Doria vuole “fare chiarezza” e sembra voler ristabilire un dialogo con i lavoratori. Anche dalle sue occhiaie si capisce che il momento è difficile. “Il Comune di Genova non vuole e non privatizza Amt. E’ falso dire il contrario”, esordisce. Poi precisa: “L’azienda deve avere i conti in equilibrio, non può fallire, abbiamo il dovere di salvarla”. “Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari – conclude – ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E garantisce la massima disponibilità a trovare un accordo sugli 8 milioni che ancora “ballano” per mettere in sicurezza l’azienda. Dopo ore di schermaglie verbali, nel tardo pomeriggio le parti sono tornate a trattare davanti al prefetto, che ha sollecitato una rapida soluzione della vertenza. “Il Comune – conclude Doria - è disponibile a trattare sugli 8 milioni di euro che mancano per garantire la salvezza di Amt. Ma dobbiamo sederci al tavolo e discuterne a 360 gradi. Nessuno può chiamarsi fuori. Il Comune fatica a trovare i 30 milioni necessari, ma bisogna farlo. Con il contributo nostro e dei lavoratori sono stati salvati dei posti di lavoro nel 2013″. E il problema non è neanche solo ligure: “Nel 2014 il 50% delle aziende di trasporto pubblico locale in Italia chiuderà i bilanci in rosso – spiega l’assessore regionale ai trasporti Enrico Vesco – E’ un dato che crea grande preoccupazione tra regioni e comuni. Il governo ha confermato che per il settore non ci saranno il prossimo anno risorse aggiuntive rispetto ai 4,9 miliardi già destinati”. 

Grillo: “E’ una battaglia epocale, dev’essere seguita da tutte le città italiane”
Secondo Grillo, invece, “questa protesta riguarda i lavoratori di Amt, che si devono unire agli altri, a quelli di Fincantieri, di Iren, in una battaglia comune”. Per Grillo “il piano industriale deve essere deciso insieme con i lavoratori. Serve un azionariato diffuso. I sindacati non hanno più ragione di esistere”. ”Dobbiamo alzare la testa, questa è una battaglia epocale che deve partire da qui e deve essere seguita da tutte le città italiane. Non è un problema di parti politiche, ma di un mondo vecchio fatto da sindacati vecchi. E’ un problema del lavoro che si perde e non torna più. Voglio acqua, scuola e trasporto pubblico” dice. Mentre camminava alcuni manifestanti hanno anche offerto della focaccia al leader del Movimento 5 Stelle. “In Italia abbiamo buttato tante occasioni riguardo al trasporto. Siamo stati i primi a produrre auto elettriche, auto ibride e auto a idrogeno – continua Grillo – Venivano persino dalla California a vedere le auto prodotte da Ansaldo”. Per il leader dei Cinque Stelle “il problema del trasporto locale deve essere affrontato da chi fa industria e conosce i problemi. Questi amministratori non sanno proprio come gestire questi servizi. Bisogna fare delle scelte molto drastiche. Dove il trasporto pubblico funziona hanno penalizzato l’auto privata. L’auto non la puoi escludere ma la puoi mettere in secondo piano. Se compri un’auto a Singapore, ti costa più l’immatricolazione della stessa auto. A Tokio per avere un’auto devi prima avere un posto dove metterla”. “Le scelte drastiche – ha detto ancora Grillo – riguardano anche la bicicletta che con tutto l’indotto, il turismo, il trekking eccetera è già al 12% del Pil e continua a crescere”. Beppe Grillo ha accompagnato per un tratto il corteo dei lavoratori, insieme con i consiglieri comunali di M5S. Ha discusso con loro, ha espresso loro la sua solidarietà, poi se ne è andato “per lasciare la piazza a loro. Non concentratevi si di me ma sulla loro protesta”. ”Si stanno svendendo tutto – ha concluso – Sarà una lotta all’ultimo sangue, ci giochiamo tutto a partire da Genova”.

dal Fatto quotidiano del 22/11/2013
p.s.
ritengo sia un pò tardi, che ora si ribellino. Ci si doveva pensare prima alle conseguenze del processo iniziato nel 1992; come ci si doveva pensare prima a come evitarlo sia non votando per i partiti che lo proponevano e attuavano e poi consentendo che gli stessi, proprio perchè sapevano che servizi e altro sarebbero stati privatizzati, potessero pomparne soldi e prebende per i propri trombati a spese dei contribuenti..... infine penso a tutto quelli che, pur facendo parte come lavoratori di questi servizi, pensavano che forse questo cambiamento poteva essere un bel salto di qualità rispetto a prima e si fidavano dei sindacati che, in cambio dei soliti 30 denari, gli dicevano che infondo poco sarebbe cambiato.
Ora potrebbe essere tardi. Troppo tardi, il processo si può solo fermare ma non invertire ossia si dovrà bere fino in fondo l'amaro calice perchè il "bagno" sacrificale possa avere l'effetto voluto e gli altri, i non coinvolti, possano aprire gli occhi: almeno un paio di generazioni ci vorranno  solo per far capire quanto sia importante che sia lo stato e non un privato a gestire trasporti, acqua, elettricità, gas, scuole, università, cultura, ecc. e almeno altre due perchè si capisca cosa ha significato.. all'incirca, se va bene, 100 anni: un tempo lungo che però ci siamo meritati per la nostra ignavia, il nostro opportunismo, per aver voluto credere e fidarci dei falsi amici e dei sindacati, come dei partiti, che ci dicevano che forse eliminando la politica da essi (un controsenso visto che è la politica a dirlo, vero?) sarebbero stato tutto meglio e avremmo fatto un passo verso il migliore dei mondi possibili..... balle! Ora è tardi, troppo tardi: nonostante il referendum stanno facendo quello che fin dall'inizio avevano messo in cantiere e possiamo stare pur certi che finchè avremo questi politici e questi sindacati solo pensare di poter invertire o fermare il fenomeno è un pio desiderio.
Ecco perchè in 9 mln hanno votato per M5S: gli ha dato la possibilità di sfogarsi e gli ha dato quel che si voleva sentir dire ossia fermare e cambiare strada. Posso capire che ci siano ritrosie e puzzette sotto al naso come posso anche capire che Grillo è contraddittorio e populista e a qualcuno può non piacere ma dietro di lui ci sono milioni di persone direttamente toccate dalla crisi a cui non frega nulla della tav, della UE, degli F35, del default e di tutto il resto ma a cui importa moltissimo cambiare e subito il processo o almeno fermarlo.... anche perchè è possibile farlo, costa ma è possibile.

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