Visto su MSN ma pubblicato da Huffington post il 5/3/2020
In
10 anni sono stati tagliati 37 miliardi dalla sanità pubblica. E così
il sistema, spiega l’Agi, in trincea contro il coronavirus, arriva
all’appuntamento debilitato: malgrado le risorse recuperate negli ultimi
anni, il trend è rimasto discendente, tanto che, stando al report
della Fondazione Gimbe del settembre 2019, il finanziamento pubblico è
stato decurtato di oltre 37 miliardi in dieci anni, di cui circa 25
miliardi nel 2010-2015 per tagli conseguenti a varie manovre
finanziarie ed oltre 12 miliardi nel 2015-2019, quando alla sanità sono
state destinate meno risorse di quelle programmate per esigenze di
finanza pubblica.
In termini assoluti il finanziamento pubblico in
10 anni è aumentato di 8,8 miliardi, crescendo però in media dello
0,9% annuo, tasso inferiore a quello dell’inflazione media annua. Un
taglio che si traduce inevitabilmente in un calo nel livello di
assistenza: viene stimata una perdita di oltre 70.000 posti letto negli
ultimi 10 anni, con 359 reparti chiusi, oltre ai numerosi piccoli
ospedali riconvertiti o abbandonati.
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Non
a caso i dati OCSE aggiornati al luglio 2019 dimostrano che l’Italia
si attesta sotto la media, sia per la spesa sanitaria totale, sia per
quella pubblica, precedendo solo i paesi dell’Europa orientale oltre a
Spagna, Portogallo e Grecia. Nel periodo 2009-2018 l’incremento
percentuale della spesa sanitaria pubblica si è attestato al 10%,
rispetto a una media OCSE del 37%. La metà dei 37 miliardi in meno alla
sanità nel decennio, sottolinea Gimbe, riguarda peraltro il personale
sanitario. Con il risultato, che oggi preoccupa ancora di più un Paese
sotto choc, che siamo arrivati in Italia a 3,2 posti letto per mille
abitanti. La Francia ne ha 6, la Germania 8.
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