Pubblicato: 24/07/2016 20:03 CEST Aggiornato: 08/11/2016 10:02 CET Huffington Post
Amici,
Mi
dispiace dover essere ambasciatore di cattive notizie, ma sono stato
chiaro l'estate scorsa quando vi ho detto che Donald Trump sarebbe
stato il candidato repubblicano alla presidenza. Ed ora vi porto
notizie ancora più terribili e sconfortanti: Donald J. Trump vincerà a
Novembre. Questo miserabile, ignorante, pericoloso pagliaccio
part-time, e sociopatico a tempo pieno, sarà il nostro prossimo
presidente. Presidente Trump. Forza, pronuciate queste parole perché le
ripeterete per i prossimi quattro anni: "PRESIDENTE TRUMP".
In vita mia non ho mai desiderato così tanto essere smentito.
Posso
vedervi adesso. State scuotendo la testa convinti: "No, Mike, non
succederà". Purtroppo, state vivendo in una campana di vetro dotata di
camera dell'eco, dove voi ed i vostri amici siete convinti che gli
Americani non eleggeranno un idiota come presidente. Passate dall'essere
scioccati al ridere di lui per il suo ultimo commento folle o per la
sua presa di posizione narcisistica su qualsivoglia questione, come se
tutto girasse intorno a lui. Poi ascoltate Hillary e osservate il nostro
primo presidente donna, qualcuno che il mondo rispetta, una persona
estremamente intelligente che si preoccupa dei nostri ragazzi, che
porterà avanti il lascito di Obama perché è questo che vogliono gli
Americani! Per altri quattro anni!
Dovete uscire da quella
campana, adesso. Dovete smetterla di vivere nella negazione e guardare
in faccia una verità che sapete essere profondamente attuale. Cercate
di consolarvi con i numeri "il 77% dell'elettorato è composto da donne,
persone di colore, giovani adulti sotto i 35 e Trump non otterrà la
loro maggioranza", o con la logica "le persone non voteranno per un
buffone o contro i loro interessi": è il modo in cui il cervello cerca
di proteggervi dal trauma. Come quando sentite un rumore molto forte
in strada e pensate "Oh, è appena scoppiata una ruota" oppure "Chi sta
giocando con i petardi?" perché non volete pensare che c'è appena stata
una sparatoria. È lo stesso motivo per cui tutte le notizie iniziali e
i testimoni oculari dell'undici settembre dicevano "un piccolo areo si
è accidentalmente schiantato contro le Torri Gemelle". Vogliamo (ne
abbiamo bisogno) sperare per il meglio perché, sinceramente, la vita è
già uno schifo ed è piuttosto dura tirare avanti stipendio dopo
stipendio. Non possiamo sopportare altre cattive notizie. Quindi la
nostra mente attiva "un'impostazione predefinita" quando qualcosa di
spaventoso accade davvero.
Le prime persone falciate da quel
camion, a Nizza, hanno passato i loro ultimi momenti sulla terra a fare
cenni al conducente, perché pensavano avesse semplicemente perso il
controllo del veicolo. Cercavano di dirgli che aveva oltrepassato le
recinzione: "Attento", gridavano. "C'è gente sul marciapiede".
Beh,
amici, questo non è un incidente. Sta succedendo. E se pensate che
Hillary Clinton batterà Trump con i fatti, l'intelligenza e la logica,
be' vi siete persi l'ultimo anno: con 56 primarie e caucus, 16
candidati Repubblicani le hanno provate tutte per fermare Trump ma
niente è servito ad arrestare la sua furia devastante. Ad oggi, allo
stato attuale, credo che succederà davvero e, per poter affrontare la
cosa, ho bisogno che prima ne prendiate coscienza e poi, forse, potremo
trovare un modo per uscire dal caos in cui siamo finiti.
Non
fraintendetemi. Nutro grandi speranze per il mio paese. Le cose sono
migliorate. La sinistra ha vinto la guerra culturale. I gay e le
lesbiche possono sposarsi. La maggioranza degli americani ora adotta
posizioni liberali in quasi tutti i quesiti elettorali. Paga uguale per
le donne. Legalizzazione dell'aborto. Leggi più severe in materia
ambientale. Più controllo sulle armi. Legalizzazione della marijuana. Un
enorme cambiamento ha avuto luogo: chiedete ai socialisti, che hanno
conquistato 22 paesi quest'anno. E per me non c'è alcun dubbio: se le
persone potessero votare dal loro divano, con le loro X-box o
Playstation, la vittoria di Hillary sarebbe schiacciante.
Ma non
funziona così in America. Le persone devono uscire di casa e fare la
fila per votare. E se vivono nei quartieri poveri, neri o ispanici,
troveranno una fila più lunga e, perdipiù, si sta facendo di tutto per
impedire loro di votare. Nella maggior parte delle elezioni è difficile
raggiungere il 50% dell'affluenza ai seggi. E qui sta il problema in
vista del prossimo novembre: chi avrà gli elettori più motivati, più
convinti, alle urne? Conoscete già la risposta a questa domanda. Chi è
il candidato con i sostenitori più rabbiosi? Quali fan impazziti si
sveglieranno alle cinque del mattino il giorno delle elezioni, incitando
le persone per tutto il giorno finché l'ultimo seggio elettorale non
sarà chiuso ed assicurandosi che tutti i Tom, i Dick e gli Harry avranno
espresso il loro voto? Già, proprio così. È questo l'estremo pericolo
che stiamo correndo. E non ingannatevi: non serviranno i convincenti
spot di Hillary, o le sconfitte subite da Trump nei dibattiti, né gli
ultraliberali che sottragono voti a Trump a fermare la sua corsa.
Ecco i cinque motivi per cui Trump vincerà:
1.La "matematica" del Midwest. Ovvero, benvenuti nella Brexit della Rust Belt. Credo
che Trump concentrerà buona parte della sua attenzione sui quattro
stati blu della cosiddetta "Rust Belt" a nord dei Grandi Laghi:
Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. Quattro stati tradizionalmente
democratici che hanno eletto governatori repubblicani dal 2010 (solo
la Pessylvania, adesso, ha finalmente eletto un democratico). In
Michigan, alle primarie di Marzo, sono stati di più i voti per i
Repubblicani (1,32 milioni), rispetto a quelli riservati ai Democratici
(1,19 milioni). Trump è avanti ad Hillary negli ultimi sondaggi in
Pennsylvania mentre ha pareggiato in Ohio. Pareggiato? Come può la corsa
essere così ravvicinata dopo tutto quello che Trump ha detto e fatto?
Be' forse perché ha detto (correttamente) che il sostegno dei Clinton
al NAFTA ha contribuito a distruggere gli stati industriali dell'Upper
Midwest.
Trump colpirà Clinton su questo punto e sul supporto che
Hillary ha accordato al TPP e ad altre politiche commerciali che hanno
sontuosamente fottuto gli abitanti di questi 4 stati. Durante le
primarie in Michigan Trump, all'ombra di una fabbrica Ford, ha
minacciato l'azienda che se, avesse portato avanti il piano di chiudere
la fabbrica e trasferirla in Messico, lui avrebbe applicato una tariffa
del 35% su ogni vettura fabbricata in Messico e rispedita agli Stati
Uniti. È stata musica per le orecchie degli operai del Michigan.
Inoltre, quando Trump ha minacciato i vertici della Apple che li avrebbe
costretti a fermare la produzione di iPhone in China, per trasferirla
esclusivamente in America, be' i cuori sono andati in estasi e Donald
ne è uscito trionfante, una vittoria che sarebbe dovuta andare al
governatore vicino, John Kasich.
Da Green Bay a Pittsburgh,
questa America, amici miei , è come il centro dell'Inghilterra: al
verde, depresso, in difficoltà, le ciminiere che punteggiano la campagna
con la carcassa di quella che chiamiamo Middle Class. Lavoratori
arrabbiati, amareggiati, ingannati dall'effetto a cascata di Reagan ed
abbandonati dai Democratici che ancora cercano di predicare bene ma, in
realtà, non vedono l'ora di flirtare con un lobbista della Goldman
Sachs che firmerà un gran bell'assegno prima di uscire dalla stanza.
Quello che è successo nel Regno Unito con la Brexit succederà anche
qui. Elmer Gantry rivive nelle vesti di Boris Johnson e dice qualunque
cazzata riesca ad inventarsi per convincere le masse che questa è loro
occasione! L'occasione per opporsi a tutti loro, quelli che hanno
distrutto il loro Sogno Americano! E ora l'Outsider, Donald Trump, è
arrivato a dare una ripulita. Non dovete essere d'accordo con lui! Non
deve nemmeno piacervi! È la vostra Molotov personale da lanciare ai
bastardi che vi hanno fatto questo! Mandate un messaggio ! TRUMP è il
vostro messaggero!
Ed ecco che arriva la matematica. Nel 2012,
Mitt Romney è stato sconfitto per 64 voti. Sommate i voti espressi da
Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. Fa 64. Tutto quello che Trump
deve fare per vincere è conquistare il supporto degli stati
tradizionalmente rossi dall'Idaho alla Georgia (che non voteranno mai
per la Clinton), poi avrà soltanto bisogno dei quattro stati della Rust
Belt. Non ha bisogno della Florida, non ha bisogno del Colorado o della
Virginia. Solo Michigan, Ohio, Pennsylvania e Wisconsin. E questo lo
farà arrivare in cima. Ecco cosa succederà a Novembre.
2.L'ultimo baluardo del furioso uomo bianco. La
nostra era patriarcale, durata 240 anni, sta arrivando alla fine. Una
donna sta per prendere il sopravvento! Com'è successo? Sotto i nostri
occhi. Ci sono stati segnali d'allarme, ma li abbiamo ignorati. Nixon,
il traditore, che ci ha imposto il Titolo IX, legge che stabilisce pari
opportunità nei programmi scolastici sportivi. Poi hanno lasciato che
le donne guidassero jet commerciali. Prima che ce ne rendissimo conto,
Beyoncé prendeva d'assalto il campo del Super Bowl (il nostro gioco)
con un esercito di Donne nere, col pugno alzato, a dichiarare che la
nostra supremazia è finita. Ah, l'umanità.
Questa era una rapida
sbirciatina nella mente dell'Uomo Bianco, specie in via di estinzione.
C'è la sensazione che il potere gli sia scivolato dalle mani, che il
suo modus agendi non sia più seguito. Questo mostro, la "Feminazi",
quella che Trump ha definito una "cosa debordante sangue dagli occhi e
non solo" ci ha sconfitti. Ed ora dopo aver sopportato per otto anni un
uomo nero che ci diceva cosa fare, dovremmo rilassarci e prepararci ad
accogliere i prossimi otto anni con una donna a farla da padrone?
Dopodiché, per i successivi otto anni ci sarà un gay alla Casa Bianca!
Poi toccherà ai transgender! Vedete che piega abbiamo preso. Finiremo
col riconoscere i diritti umani anche agli animali ed un fottuto criceto
guiderà il paese. Tutto questo deve finire.
3.Il problema Hillary. Possiamo
parlare onestamente, almeno tra noi? E prima di farlo, lasciate che lo
dica, mi piace davvero Hillary e credo che le sia stata attribuita una
cattiva reputazione che non merita. Ma dopo il voto per la guerra in
Iraq, ho promesso che non avrei mai votato per lei un'alra volta. Fino
ad oggi, non sono venuto meno alla promessa. Ma, per impedire ad un
protofascista di diventare il nostro "comandante supremo" infrangerò la
promessa. Putroppo, credo che la Clinton troverà il modo di
coinvolgerci in una qualche azione militare. È un falco, alla destra di
Obama. Ma il dito da psicopatico di Trump è pronto a premere Il
Bottone. Questo è quanto.
Accettiamo la realtà dei fatti: il
nostro problema principale non è Trump, è Hillary. È incredibilmente
impopolare: quasi il 70% degli eletteori pensa che sia disonesta e
inaffidabile. Rappresentante della vecchia politica, che non crede a
niente se non alle cose utili a farsi eleggere. Ecco perché il momento
prima si oppone al matrimonio gay e quello dopo ne celebra uno. Tra i
suoi principali detrattori ci sono le giovani donne: questo deve far
male condiderando i sacrifici e le battaglie che Hillary, e altre donne
della sua generazione, hanno sopportato per far sì che le esponenti di
questa nuova generazione non fossero più costrette a sentire le
Barbara Bush del mondo dire loro di chiudere il becco e andare a
sfornare biscotti. Ma i ragazzi non la amano, e non passa giorno senza
che un millennial non mi dica che non voterà per lei. Nessun
democratico, e di certo nessun indipendente, si sveglierà l'8 Novembre e
vorrà precipitarsi a votare per Hillary, come invece hanno fatto il
giorno dell'elelezione di Obama o quando Bernie ha corso per le
primarie. Non c'è entusiasmo. Dal momento che questa elezione si riduce
ad una cosa sola (chi tira più persone fuori di casa e le conduce ai
seggi), Trump adesso è in testa.
4. "Il voto depresso" degli elettori di Sanders. Smettetela
di preoccuparvi che i sostenitori di Bernie non voteranno per la
Clinton. Voteremo per lei. I sondaggi già mostrano che ci saranno più
elettori di Sanders pronti a votare Clinton quest'anno, rispetto al
numero degli elettori di Hillary alle primarie del 2008, che allora
votarono per Obama. Non è questo il problema. L'allarme dovrebbe
scattare perché quando il sostenitore medio di Bernie si recherà alle
urne quel giorno per votare, seppur con riluttanza, per Hillary,
esprimerà il cosiddetto "voto depresso": significa che l'elettore non
porta con sé a votare altre 5 persone. Non svolge attività di
volontariato nel mese precedente alle elezioni. Non parla in toni
entusiastici quando gli/le chiedono perché voterà per Hillary. Un
elettore depresso. Perché, quando sei giovane, la tua tollerenza verso
gli ipocriti e le stronzate è pari a zero. Ritornando all'era
Clinton/Bush, per loro è come dover improvvisamente pagare per la
musica, o usare MySpace o portarsi in giro uno di quei cellulari
giganteschi.
Non voteranno per Trump, qualcuno voterà il terzo
partito, molti se ne staranno a casa. Hillary Clinton dovrà fare
qualcosa per fornire loro una valida ragione per sostenerela: e
scegliere un ragazzo bianco, moderato, insipido e centrista come
candidato alla vicepresidenza non è proprio la mossa vincente per dire
ai millennial che il loro voto è importate. Avere due donne come
candidate, quella sarebbe stata un'idea entusiasmante. Ma Hillary ha
avuto paura e ha deciso di andare sul sicuro. E questo è solo uno degli
esempi del modo in cui si sta alienando il favore dei più giovani.
5.L'effetto Jesse Ventura.
Per non ignorare la capacità dell'elettorato di essere malizioso e non
sottovalutare il fatto che milioni di elettori si considerano "ribelli
segreti" una volta chiusa la tenda e rimasti soli nella cabina
elettorale. È uno dei pochi luoghi della società dove non ci sono
telecamere di sicurezza, nessun registratore, non ci sono coniugi,
bambini, capi, poliziotti, non c'è neanche un limite di tempo. Puoi
prenderti tutto il tempo che vuoi lì dentro e nessuno può farti nulla.
Puoi premere il bottone e votare una linea di partito, oppure scrivere
Mickey Mouse e Donald Duck. Non ci sono regole. E per questo, e per la
rabbia che molti sentono verso un sistema politico corrotto, milioni di
persone voteranno per Trump: non perché siano d'accordo con lui, non
perché ne adorino il fanatismo e l'ego, ma solo perché possono farlo.
Solo
perché manderebbe tutto all'aria e farebbe arrabbiare mamma e papà. Un
po' come quando osservi le cascate del Niagara e ti chiedi, per un
attimo, come sarebbe oltrepassare quel limite. A tantissime persone
piacerebbe interpretare il ruolo del burattinaio e "gettarsi nel vuoto"
per Trump, solo per vedere cosa potrebbe succedere. Ricordate quando,
negli anni '90, gli abitanti del Minnesota hanno eletto come governatore
un wrestler professionista? Non l'hanno fatto perché sono stupidi, né
perché pensavano che Jesse Ventura fosse un grande statista o un fine
intellettuale politico. Lo hanno fatto solo perché potevano.
Il
Minnesota è uno degli stati più intelligenti del paese. È anche pieno di
persone con un senso dell'umorismo un po' tetro: votare per Ventura
era il loro scherzo ad un sistema politico malato. La stessa cosa
succederà con Trump.
Mentre tornavo in albergo, dopo aver
partecipato allo speciale di Bill Maher sulla Convention repubblicana
andata in onda sulla HBO, sono stato fermato da un uomo. "Mike", ha
detto. "Dobbiamo votare per Trump. Dobbiamo stravolgere un po' le
cose". Ed è finita lì. Per lui quella motivazione era sufficiente.
"Stravolgere le cose". Il Presidente Trump lo farebbe sul serio. E ad
una buona fetta dell'elettorato piacerebbe tanto sedere in tribuna e
godersi il reality show.
(La settimana prossima posterò i miei pensieri sul "Tallone d'Achille" di Trump e su come ritengo possa essere sconfitto).
Il vostro
Michael Moore.
Questo post è apparso per la prima volta su Huffington Post Usa ed è stato tradotto dall'inglese da Milena Sanfilippo
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prego notare la data: 24/7/2016
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