mercoledì 28 aprile 2010

niente soldi alla FIEG... per ora!

La rete, ogni tanto, ha il suo peso. In un paese come il nostro (il più ricco del terzo mondo secondo qualcuno) dove tutto è a carico di pantalone/lavoratore-dipendente (qui il link al mio post) e, in ultima analisi, del cittadino-consumatore (i cui diritti, digitali o meno, valgono solo se se li può permettere) una volta tanto non pagherà: sia la maggioranza che l'opposizione si sono dichiarate contrarie a far pagare agli utenti della rete la tassa "internet" per i mancati introiti per gli editori dei giornali. Una buona notizia? Sulla carta sì perché le inefficienze degli editori non devono pesare su quelli che loro, e solo in questo paese, ritengono "concorrenti" loro e che forniscono news, scandalo e orrore, gratuite in tal misura che, a loro dire, nessuno leggerebbe più il cartaceo. Tutti sappiamo il "tenore" dei nostri giornali cartacei: nessuno di essi è proprietà di editori "puri" (anche quelli maggiormente autorevoli sono cotnrollati da gruppi finanziarie industriali) e tutti dipendono dal finanziamento pubblico, quindi li paghiamo già. In realtà ad essere in crisi non é "il" cartaceo ma un modello di cartaceo, ossia quello fotocopia l'un dell'altro; non è un fenomeno solo nostrano ma internazionale però altrove si sono riorganizzati assumendo anch'essi edizioni online, a pagamento, e migliorando la propria qualità: da noi no anzi a loro, gli editori, non è venuto niente di meglio in mente che chiedere di introdurre una bella distorsione nel cosiddetto mercato () sotto forma di canone da farci pagare ...... una genialata tutta nostrana in puro stile "sovietico" che non ci fa onore. Invece di accettare la sfida "mercatara" e migliorarsi, e magari di investire e rendersi indipendenti dai poteri forti, non hanno saputo fare di meglio che chiedere aiuto allo Stato in forma di un ulteriore obolo da imporre a chi la rete la usa. Robetta da poco: pochi euri cosa vuoi che siano? Una cosa da liberisti puri che quando vanno in difficoltà, per le loro teorie spenceriane di selezione sociale che fanno danni enormi alle persone e al loro futuro, non sanno fare di meglio che correre da mamma-Stato per battere cassa e, se non ne ha, di far pesare sui cittadini le proprie inefficienze: è accaduto con la crisi che stiamo vivnedo tutti sulla nostra pelle e accade con gli editori che, nel loro piccolo (si fa per dire), tentano la stessa operazione in nome di un assistenzialismo che si sperava fosse un ricordo del passato. Tutto bene allora? Credo che per ora sì, però in futuro.......

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