mercoledì 17 agosto 2016

Borsa, referendum spaventa investitori: ai massimi il prezzo delle opzioni per proteggersi dalla volatilità del mercato

di | 17 agosto 2016
Dopo l’allarme sul referendum costituzionale d’autunno lanciato a Ferragosto dal Wall Street Journal, gli investitori pagano sempre di più per proteggersi dal “rischio Italia”. Secondo l’agenzia Bloomberg, il prezzo delle opzioni per proteggersi contro la volatilità dei prezzi nei prossimi tre mesi è salito ai massimi dal 2013 se raffrontato con le opzioni per proteggersi contro la volatilità a un mese. Tutelarsi dalle probabili turbolenze che si manifesteranno a Piazza Affari in occasione del voto previsto per novembre costa caro, insomma. Il 15 agosto il Wsj ha definito l’appuntamento “vitale, probabilmente più importante di quello sulla Brexit“, perché la vittoria del no travolgerebbe Renzi e “il reale prezzo per l’Italia potrebbe essere il fatto che l’economia resti, probabilmente, ferma su un binario di bassa crescita“.
Bloomberg sottolinea che mentre gli altri listini europei si sono ripresi dallo choc della decisione del Regno Unito di uscire dalla Ue, a Piazza Affari resta ancora molta strada da fare. Il listino milanese ha perso il 22,7% da inizio anno, più del doppio di Madrid (-10,5%), la seconda peggior Borsa in Europa, appesantito dal crollo dei titoli bancari alle prese con lo smaltimento di 360 miliardi di euro di crediti deteriorati. Il tutto in uno scenario che “offre poche consolazioni”, visto che “la crescita italiana a sorpresa si è fermata nel secondo trimestre, nonostante fosse prevista un’espansione dello 0,2%”.
L’agenzia statunitense non manca di ricordare il report di Citigroup in cui il referendum costituzionale viene definito il principale rischio per la politica europea al di fuori della Gran Bretagna e cita un gestore di Old Mutual Global Investors, Kevin Lilley, che ha ridotto la sua esposizione al mercato azionario italiano a causa del rischio legato all’esito della consultazione. “L’Italia è stata colpita da vendite eccessive nell’ultimo anno a causa dell’incertezza politica”, ha spiegato Lilley. Se vincessero i sì “sarebbe una cosa molto buona” perché “si semplifica il processo decisionale”, ma “sfortunatamente il presidente del Consiglio ha legato il suo futuro al risultato e sullo sfondo restano i problemi delle banche”.
di | 17 agosto 2016
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allora, riepiloghiamo:
  1. La Brexit NON ha provocato i cataclismi che venivano prospettati prima del referendum;
  2. nel Regno Unito NON ci sono casi di cannibalismo.. chi è povero, grazie al dominio della finanza sull'economia reale e non viceversa, continua ad esserlo e chi è ricco è sempre più ricco.. nulla è mutato;
  3. la maggiore piazza finanziaria europea e la IV al mondo, che fa da faro alle altre piazze europee, rimane fuori dal vecchio mondo e vive benissimo.
Allora perchè il WSJ, bibbia della finanza di rapina e dominio, è 'preoccupato'? E perchè Bloomberg comincia a fare 'due conti' costringendo gli speculatori ad assicurarsi contro il rischio che le 'riforme' non passino il vaglio dell'elettorato?
Forse c'entra l'aspetto, non citato ancora da nessuno, che:
  1. in questo paese girano soldi che ancora non hanno dato profitti agli speculatori?
  2. la riforma del sistema bancario (che consegnerà le banche italiane agli speculatori e che le useranno come hanno usato quelle americane nel 2007 e quelle argentine nel triennio 1999-2002) essendo strettamente legata al processo di riforme rischia di saltare?
.. in questo mondo grigio chè la finanza speculativa nulla è da escludere.. e l'unica cosa certa è che la nostre di sorte non importa a nessuno: né qui nè fuori da questo paese!!!

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