mercoledì 26 ottobre 2016

Elezioni Usa 2016, i programmi economici di Clinton e Trump a confronto


di Riccardo Pizzorno per SpazioEconomia.net
Il prossimo Presidente Usa eredita un Paese che cresce e non è più avviluppato nella crisi. Bisogna dire che se gli Stati Uniti hanno superato la crisi il merito è anche delle politiche di Obama, in deficit che in alcuni periodi si è attestato al 12-13% del Pil. Ma il merito è stato anche della Fed (Federal Reserve System), che con politiche estremamente espansive ha sostenuto i mercati finanziari.
Ovviamente il prossimo Presidente riceverà in eredità anche alcuni problemi irrisolti. Analizzeremo ora le principali proposte economiche dei candidati alle elezioni Usa, comparandole.
Per vincere le elezioni Usa 2016 Trump promette:
1) agevolazioni fiscali e riduzioni per la classe media americana (per permettere alle persone di mantenere più soldi in tasca e aumentare i salari al netto delle imposte);
2) diminuzione del debito e del deficit;
3) aumento dei posti di lavoro e crescita economica.
Il suo piano fiscale in particolare promette crescita economica e aumento dei posti di lavoro: obiettivo è rendere di nuovo l’America competitiva a livello globale. Trump vuole abbassare le aliquote fiscali per le imprese e le persone fisiche. Taglierà le imposte sul reddito delle imprese a 15% e diminuirà a tre i sette scaglioni esistenti riguardanti le persone fisiche.
Di spesa pubblica parla invece poco o niente il suo programma, nel quale probabilmente si spera che la riduzione delle imposte sia sufficiente per aumentare la base imponibile e scongiurare un ulteriore aumento del debito.
Commercio
Trump vuole ridurre il disavanzo commerciale, rinegoziare l’Accordo nordamericano per il libero scambio (Nafta), ritirarsi dal Tpp ed etichettare la Cina come nazione colpevole di manipolazione monetaria.
Immigrazione
La riforma dell’immigrazione di Trump prevede:
1) la creazione di un muro per segnare il confine meridionale (quello con il Messico) perché “una nazione senza confini non è una nazione”;
2) l’eliminazione del diritto di cittadinanza per nascita;
3) la collocazione degli statunitensi ai posti di comando;
4) un piano che migliori i posti di lavoro, i salari e la sicurezza per tutti gli americani.
È sul tema immigrazione che Trump punta per vincere le elezioni, facendo leva sulle problematiche sociali legate alla criminalità e alle spese di alloggio e sanitarie a carico dei contribuenti.
Energia
Per Trump il riscaldamento globale è solo una bufala: bisognerebbe invece puntare alle fonti fossili, quindi al petrolio, per lo sviluppo dell’industria e dell’economia del Paese. Una delle promesse fatte da Trump è lo smantellamento dell’Epa (Environmental Protection Agency), che si occupa della tutela dell’ambiente e dello sviluppo delle energie rinnovabili. Vuole espandere le trivellazioni offshore e ridare slancio al carbone.
Nella campagna elettorale l’interesse di Hillary Clinton si è dimostrato rivolto principalmente alla classe media, all’equità sociale e ai diritti umani. I punti salienti del programma elettorale di Clinton sono:
1) l’uguaglianza sociale;
2) la parità dei diritti delle donne di colore;
3) gli investimenti in infrastrutture, energia pulita, ricerca scientifica;
4) agevolazioni per i piccoli imprenditori attraverso la semplificazione della burocrazia e delle modalità di accesso ai capitali.
Clinton propone una riforma fiscale che stimoli gli investimenti in America cancellando quelle falle che favoriscono le imprese che si spostano all’estero, regole più stringenti per la finanza, a salari minimi più alti e una maggiore uguaglianza tra uomini e donne in materia di retribuzioni. Tutte queste spese verrebbero finanziate aumentando l’aliquota minima di imposta sui ricchi, portata al 30% sulle persone fisiche che guadagnano oltre 1 milione di dollari e aggiungendo un sovrattassa del 4% sui redditi che superano i 5 milioni di dollari.
Commercio
Il capitolo dedicato al commercio internazionale è quello su cui la candidata ha più difficoltà a farsi considerare credibile. Nel passato Clinton ha infatti appoggiato il Nafta (che suo marito Bill da presidente ha convertito in legge) e da segretario di stato ha sostenuto anche la Trans Pacific Partnership. Da candidata alla presidenza, Clinton ora prende le distanze dalle passate aperture in tema di libero commercio. Ha detto infatti che preferirebbe rinegoziare Nafta, che si oppone al Tpp e che vuole impedire a Paesi come la Cina di abusare delle regole internazionali sugli scambi commerciali.
Immigrazione
La candidata democratica si fa promotrice di una riforma complessiva sull’immigrazione volta a proteggere i diritti degli immigrati, utile anche per la crescita economica. Su questo punto, quindi, si trova in totale contrasto con il rivale repubblicano.
Energia
Riguardo l’energia Hillary è sicuramente più propensa di Trump verso le rinnovabili, tuttavia non intende abbandonare le fonti fossili riducendone però il peso.  Durante il suo mandato la Clinton si pone come obiettivo di arrivare al soddisfacimento del fabbisogno elettrico delle famiglie americane solo con energia pulita e aumentare del 30% l’efficienza degli edifici pubblici e residenziali. Anche il nucleare sarà alla base della futura crescita economica.

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