sabato 30 agosto 2008

Il passo del gambero.............

Mentre "K"aramazov era alle prese con i propri problemi il pianeta terra (anticipo ad oggi il post di ritorno dalla chiusura perchè a casa non c'è ancora la linea telefonica - chi diceva che il privato è efficiente? - e quindi mi devo arrangiare e per un pò dovrò essere "ospitato" da altri), nel frattempo, ha deciso di dare una bella sterzata riportando l'orologio delle catastrofi a pochi minuti dalla mezzanotte della distruzione. Tutti sappiamo, spero, quanto accaduto nel Caucaso: la Georgia, forse su istigazione occidentale (o, non si è capito bene, per sfruttarne pro domo sua la copertura politica e militare e magari faer un favore al candidato alle presidenziali), ha, occupandole regioni secessioniste filorusse, praticamente ne ha provocato la reazione militare che è arrivata puntuale e dura. Questa crisi ha radici profonde e lontane nel tempo: risale all'89. Perchè dopo la caduta del Muro, e l'avvento al potere del Corvo bianco Eltsin (poco più che uno burattino nelle mani degli occidentali), la Russia era ridotta ai minimi termini; un pallido simulacro dell'antica potenza alternativa agli americani. Stato a pezzi: non esisteva più nulla e i pezzi migliori di esso svenduti a prezzo di fallimento; apparato militare obsoleto e in via di smantellamento; corruzione a livelli "occidentali (non dico italiani o latinoamericani per pudore)" e intrallazzi a gò gò: gli squali liberisti ci andavano a nozze in una situazione del genere; povertà a livelli altissimi e ricchezze enormi accumulate con le ruberie e lo sfruttamento dell'antico apparato economico; risorse naturali intonse o quasi che erano lì pronte per essere prese dal primo che volesse "intraprendere" con poco rischio (tanto poi le perdite le coprivano i russi mica chi ci mangiava su; questa storia in Italia la conosciamo bene, vero miei cari concittadini?): insomma una devastazione totale che noi occidentali facevamo passare per democrazia e mercato libero ma che invece null'altro è che un tentativo di ridurre al coma la Russia riducendola a pura colonia occidentale da un lato e terreno di caccia per le aziende. Il piano era facile e semplice: applicare alla lettera i "dogmi" del pazzo "Friedman" impedendo, contemporaneamente ai "locali" di potersi riperndere dagli shock che si succedevano a ripetizione "suggeriti" dai santoni e seguaci della scuola economica, un vero covo di pazzi, di Chicago ed era quasi riuscito se la storia, materia poco nota ai più, non fosse stata maestra di lezioni di comportamento: nessuno ha tenuto presente il fattore "apparaticiki" da cui proviene Putin (il "sincero" democratico e amicone del nostro Capo attuale del Governo) poco disposti a "mollare" la presa e lasciare libero il campo ai razziatori della finanza internazionale da un lato e dall'altro pronti però a sfruttarne le opportunità e l'orgoglio dell'orso russo che mal sopporta estranei in casa propria forte anche della millenaria tradizione imperiale di cui è portatore e discendente: come difatti è avvenuto nel corso degli anni, prima ci si è rafforzati poi ci si è cominciati a scrollare di dosso la cappa di piombo costruitagli addosso dagli occidentali. Infatti Putin un pò alla volta ha tirato fuori le unghie dimostrando la vitalità di questo paese e la sua capacità di tirarsi sù dalle dalla melma in cui era stato fatto sprofondare: oggi infatti è una potenza europea che ha un suo peso nello scacchiere internazionale soprattutto grazie alla gestione spregiudicata delle risorse di cui dispone e di cui si serve come arma politica in particolare sia nei confronti dei paesi ex satelliti che della cosiddetta Europa "libera" ammantandosi contemporaneamente di un velo "democratico" che non ha e non ha mai avuto: d'altronde anche in Occidente negli ultimi 10 anni di democrazia se ne è vista ben poca, essendosi le società sviluppatesi in senso liberale ma non democratico (checchè ne dicano molti liberalismo e democrazia non è scritto da nessuna parte che debbano andare a braccetto, anzi la storia ci ha dimostrato che l'uno non è complementare all'altra e spesso, anzi, ne è l'antitesi). Analizziamo. Il sistema oggi predominante in occidente aveva una sua logica quando il mondo era diviso in blocchi (non sto a spiegare il perchè dando per scontato che tutti sappiamo), ma caduto il muro si è trovato di fronte ad un bivio: o allargare l'area del consenso continuando sulla strada keynesiana e democratica (usata come vetrina per attrarre gli sguardi e i desideri dei propri cittadini) oppure dare libero sfogo agli spiriti animali fino ad allora repressi (o meglio imbrigliati per cause di forza maggiore) per raggiungere quello che è sempre stato il suo scopo finale: la società dei migliori, dei pochi eletti o meglio l'Atene del XXI secolo? Chi ricorda gli epigoni post caduta del muro pronti a elevare inni alla fine della storia (cito liberamente da F. Fukuyama)? Al modello definitivo? Al mondo liberato che vedeva le persone felici che s'incontravano sul mercato scambiandosi i beni e i servizi e le, caritatevoli, multinazionali che le aiutavano a orientarsi in esso attraverso lo scambio di informazioni corrette, mantenendo un'alto livello di profitti ma senza schiacciare i consumatori indirizzandoli con messaggi fasulli mentre in realtà erano in guerra con i propri concorrenti per accaparrarsi tutto? E tutte le altre balle che ci hanno propinato e che hanno fatto breccia nel pensiero debole e ondeggiante di questi anni, dimenticando (volutamente) che sulla base della idea forza di questa corrente economica gli individui sono marginali come tali e sono solo un parco buoi cui vendere i prodotti in qualunque modo possibile (consumatori appunto)? Per sua natura il capitalismo non è democratico perchè non prevede che i soggetti presenti sul cosiddetto mercato siano sullo stesso livello e democraticamente eletti; mal sopporta le restrizioni degli Stati democratici che pretendono di regolarlo e tutelando i cittadini; il sogno non poteva durare e la maschera è caduta proprio con l'avvento del nuovo millennio e i fatti del 11/9, dato che sempre pù sono le voci che pongono dubbi seri su quanto accaduto e sulle sue conseguenze ultime, danno ragione a questa ottica: visione di un'orizzonte che non va oltre il proprio naso e indifferenza per le sorti altrui. Ecco perchè il medio oriente cadeva a fagiolo ed ecco perchè la crisi georgiana anch'essa è "opportuna": impedisce alla gente comune di rendersi conto che non ha nemmeno più l'aria da respirare che è sua: nulla. Le elitè dei vari paesi (russi compresi) erano alla disperata caccia di "qualcosa" che facesse rivivere gli antichi fasti e pare lo abbiano trovato ora: credo che Putin e Bush (e chi verrà dopo di lui) non aspettassero altro che una guerricciola per allontanare da sè i fantasmi delle rivolte per miseria facendo leva su temi come orgoglio nazionale ecc. Per il sistema nel suo complesso l'attuale scontro è un vero toccasana: anche a costo di rischiare un confronto nucleare: e il teatro sarà l'Europa.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

good start

Anonimo ha detto...

Si, probabilmente lo e

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