martedì 14 ottobre 2008

Quel massone ......

Qualche giorno fa ero con la mia amena famigliola in giro per la città quando un'altrettanto amena, o forse dovrei dire aliena, famigliola si ferma nella locale piazza garibaldi e il marito verso moglie e figlioli apostrofa il personaggio riprodotto dalla statua, garibaldi appunto, nel modo succitato: " quel massone" ecc..... vi dirò sono stato in primis preda di sentimenti contrastanti e lontani fra loro: da un lato gli avrei voluto dire due "cosette" sulla storia del paese dall'altro però alla luce dell'evoluzione della storia italiana non me la sono sentita di dargli addosso un pò perchè, in perfetto stile americano e liberale genere ognuno per se, ognuno può pensarla come vuole e un pò perchè a uno così che gli dici? Poi a casa ci ho riflettutto e sono giunto all'idea che, pur nella sua rozzezza, non aveva tutti i torti. Innanzitutto perchè la storia la scrive chi vince e mai chi perde e nel nostro paese massima siffatta mai più vera fu dato che il sud fu conquistato dai garibaldini (complice anche l'accordo fra latifondisti del sud che vedevano salvate le proprie prerogative e la borghesia industriale e la classe politica del nord accomunati dalla comune appartenenza a entità quali massoneria, carboneria e dal comune interesse a mantenere lo status quo ante per le cose realmente importanti lasciando ai cantori gli aneliti passionali e ideali che venivano dati in pasto alle masse), il centro (con varie vicissitudini) votò l'annessione al regno di piemonte (non essendoci il suffragio universale si può ben immaginare quanti abbiano realmente votato un passo di tale importanza), il nord bè lì fu tutta un'altra musica per cui non mi dilungo. Il punto che mi interessa sottolineare però è la prima grande operazione di trasformismo della nostra storia: l'unità del paese fu raggiunta semplicemente sostituendo un contenitore ad un'altro senza soluzione di continuità. Aristocrazia era e tale rimase, borghesia idem, latifondismo pure, laddove vigeva la una norma essa fu sostituita da quella piemontese ecc. insomma siamo lontani da quella costruzione idealizzata nella retorica risorgimentale (e dai suoi prodromi rinascimentali di Dante e Petrarca e Machiavelli) che tutti, spero abbiamo studiato a scuola e all'università. E se semplicemente osserviamo la storia del dopoguerra del nostro paese non possiamo non meravigliarci che ci siano oggi cittadini che la pensano in quel modo: un sud povero e arretrato usato come mercato coloniale oltre che come serbatoio di braccia per il nord (non scopro io che 4.5 mln di meridionali dal 50 ad oggi hanno fatto del nord la punta dell'economia del paese, vedi fiat) e nè scopro io che la sensazione che si fosse "voluto" un'area del paese così perchè serviva da sbocco ai prodotti della parte avanzata del paese è molto più di una semplice sensazione. Alla luce di questa breve e incompleta riflessione non mi sento di condannare quel cittadino, il quale per la cronaca aveva uno spiccato accento del nord e quindi delal parte che ci ha guadagnato dalla nascita del regno di italia, che inveiva contro la il personaggio rappresentato dalla statua visto che un'esame approfondito e spiritualmente moderato/ liberale della nostra storia non è mai stato fatto: o ci si è accodato al trend o ci si è racchiusi in una nicchia livorosa e vendicativa che ha portato a fenomeni localistici e secessionisti che nulla hanno a che vedere con la storia dei popoli che abitano la nostra penisola. Non sono mai stato nè nazionalista nè cosmopolita, nè però mi sono mai fermato a dire cose ovvie e oggi di moda quali fanno altri, anche alla luce dell'immaturità evidente del nostro essere italiani (preda di dittatorelli, di tycoon tv, di gemagogia della paura ecc.) non mi ha fatto sentire nè ferito nè offeso anzi mi ha spinto a riflettere che forse tutti i torti non ha.........

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