giovedì 11 febbraio 2010

A picco la produzione.... e non solo quello

Mentre dal luogo della politica vengono messaggi rassicuranti sull'andamento della crisi nel nostro paese nel mondo reale (che per loro però è un "non luogo" ossia un luogo incentrato sul presente senza passato e tantomeno futuro) invece le cose vanno altrimenti: mai così in basso dal 1991, un tracollo vero e proprio. Né la maggioranza né l'opposizione però se ne danno per inteso ..... naturalmente ne parlano e si accapigliano fra loro per catturare l'attenzione di tutti noi e dimostrare che "fanno qualcosa" ma in realtà non hanno la benché minima intenzione di incidere realmente il bubbone perchè ciò comporterebbe per loro l'assunzione dell'onere di "spendersi" per creare, finalmente, una politica industriale (di cui però nessun industriale sente la rale necessità dato che nel loro "mondo" hanno l'allergia al semplice fatto che lo Stato metta becco se non quando si tratta di scucire soldi, fra l'altro nostri ossia di noi che le tasse le paghiamo, a fondo perduto o per fare un pò di assistenza e sussistenza per i lavoratori che perono il lavoro) e aprire i cordoni della borsa investendo: cosa di cui non hanno nessuna voglia dato che questa parte politica si richiama "all'anarchia etica" tipica del liberismo spinto in salsa nostrana e quindi vede malissimo qualunque regolamentazione "centralista" in questo campo (mentre magari regolamentano abbondantemente quando si tratta degli affari del Capo o degli interessi di bottega ... leggi tenersi buone le gerarchie vaticano sfruttando abilmente abilmente le lotte intestine che anche lì ci sono); dall'altra parte ci sarebbe l'opposizione, , che però oltre ad aver dimenticato, relegandola in un non luogo, la propria radice ha anche l'enorme responsabilità di essere concausa e responsabile dell'ondata liberista: in altre parole sono state le cosiddette "riforme" del cosiddetto "centrosinistra" degli anni 90 ad aver aperto la porta all'attuale stagnazione e, anche, al capitalismo di rapina e di ventura che in questi anni abbiamo avuto sotto gli occhi: dalla telecom "svenduta", e affondata dai debiti che ogni singolo capitano che l'ha guidata in questi anni, alla "riforma" del mercato del lavoro - leggi Treu in primis, che hanno creato intere generazioni di precari disperati e emblema degli sfigati (ossia di coloro che non avendo un'amante riccastro o che aspirando ad un lavoro dignitoso senza doversi accucciare sotto un tavolo per trovarlo); alla privatizzazione, si fa per dire perchè la tasca è sempre pubblica, delle ferrovie (qui si stende un pietoso velo, è sotto gli occhi di tutti la situazione) e si potrebbe continuare all'infinito (pensioni, privatizzazione dell'enel, acqua ecc.) e tutto ciò è nato proprio in quegli anni gloriosi grazie a loro (e all'accondiscenza dei sindacati preoccupati più dal riconoscimento del proprio potere che della difesa dei lavoratori): i successivi governi non hanno dovuto far altro che "applicare" ed estenderne l'influenza ma i fondamenti c'erano già. Ivi compreso il cosiddetto declino è in quegli anni che è diventato un "problema" ed è oggi che si manifesta pienamente checché ne dicano i "cantori" attuali sul "felice futuro" che ci attende a seconda se vince questa oligarchia anziché l'altra.... naturalmente il punto rimane lo stesso: a chi dare il proprio o voto e di conseguenza di chi fidarsi? e qui casca l'asino dato che essendo due facce della stessa medaglia dei due partiti maggiori è meglio diffidare, per gli altri bé ora che anche Di Pietro si è allineato entrando nel sistema a noi comuni mortali rimane ben poco, vero? In realtà qualcosa ci sarebbe: la rete e i "viola" che proprio in questi giorni stanno presidiando il "Palazzo", è poco ma le cose grandi, si sa, si fanno sempre dalle piccole!!

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