Faccio mio quest'articolo-appello del Dr. Scorza sul Fatto Quotidiano del 13 ottobre 2014
“Internet deve essere considerata come una risorsa globale, universalmente accessibile” che “ha
contribuito in maniera decisiva a ridefinire lo spazio pubblico e
privato, a strutturare i rapporti tra le persone e tra queste e le
istituzioni” e a costruire “modalità nuove di produzione e utilizzazione della conoscenza”, consentendo così “lo sviluppo di una società più aperta e libera”.
Sono questi alcuni dei principi tracciati – per ora a matita – nel preambolo della prima bozza della Dichiarazione dei diritti in Internet che, questo pomeriggio, il Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini
ha presentato aprendo i lavori della riunione dei Presidenti delle
Commissioni competenti in materia di diritti fondamentali in corso a
Roma nell’ambito del semestre di Presidenza italiana dell’Unione
Europea.
Un momento storico che, in tanti – in Italia e non solo – attendevano, da anni, almeno da quel lontano 13 novembre 2007, quando a Rio de Jainero, il ministro della cultura brasiliano ed il nostro sottosegretario alle comunicazioni firmavano una dichiarazione congiunta impegnandosi a promuovere un Internet bill of rights,
una carta di principi e diritti fondamentali che avrebbe dovuto
occuparsi, tra l’altro di privacy, libertà di informazione, diritto di
accesso alla rete e net neutrality.
Quel ricordo sfocato
nel tempo che, a tratti, è apparso – almeno a casa nostra – un sogno
lontano ed irraggiungibile oggi, sembra, finalmente, farsi più nitido,
prendere forma e prepararsi a diventare realtà.
Il nostro Paese si
candida a farsi promotore in Europa di un Internet Bill of Rights, una
dichiarazione dei diritti che, a leggere il preambolo della prima
bozza, risultato di una manciata di mesi di lavoro e confronto della
Commissione voluta dalla Presidente della Camera Laura Boldrini e
presieduta da Stefano Rodotà,
ambisce ad essere una dichiarazione “fondata sul pieno riconoscimento
di libertà, eguaglianza, dignità e diversità di ogni persona” perché
“la garanzia di questi diritti è condizione necessaria perché sia
assicurato il funzionamento democratico delle
istituzioni, e perché si eviti il prevalere di poteri pubblici e privati
che possano portare ad una società della sorveglianza, del controllo e
della selezione sociale”.
Il diritto ad avere, anche on line, i diritti fondamentali dell’uomo e del cittadino ed a vederli rispettati, il diritto di accesso a internet
quale precondizione essenziale ed irrinunciabile per l’esercizio di
ogni altro diritto fondamentale, la neutralità della Rete, la tutela dei
dati personali e del proprio domicilio informatico nell’era di
Internet, il diritto all’identità personale, all’anonimato ed all’oblio
nello spazio pubblico telematico, il diritto all’educazione anche e
soprattutto alla cultura in digitale e poi quello alla sicurezza delle
reti e nelle reti e i principi cui deve ispirarsi il governo di
Internet.
Sono questi i diritti, le libertà ed i principi che,
quando i lavori della Dichiarazione dei diritti in Internet saranno
terminati, l’Italia prima e, auspicabilmente, l’Europa con l’Italia
dichiareranno di voler porre alla base della convivenza dei cittadini dell’Unione Europea negli anni che verranno.
Per il momento si tratta, solo, di un elenco di principi e diritti che costituiscono buoni propositi sui quali, nei prossimi giorni, verrà avviata una consultazione pubblica, aperta e multistakeholders
per raccogliere commenti, critiche, proposte di modifica ed
integrazione dai cittadini, dalle associazioni che rappresentano la
società civile italiana così come dai rappresentanti delle imprese e,
naturalmente dalla politica.
Il primo passo, però, è stato fatto
ed ora tocca ai cittadini italiani ed europei proseguire lungo la strada
indicata dalla Commissione voluta dall’On. Boldrini e presieduta da
Stefano Rodotà.
Sta a noi riconoscerci o meno nell’elenco dei
diritti fondamentali raccolti nella bozza della dichiarazione, proporne
modifiche e correzioni e poi innamoracene senza riserve ed esitazioni
con la stessa convinzione e passione con la quale dovremmo sentirci
vicini – in ogni momento – alla nostra Costituzione ed alla Carta
europea dei diritti fondamentali, in modo da sentire
sempre vivo il nostro diritto ad avere i diritti e libertà che soli
possono garantirci davvero di essere cittadini del nostro Paese e
dell’Unione europea anche nell’era digitale.
p.s.
sul sito della Camera dei Deputati è possibile leggere e a partire dal 27/10 anche esprimere pareri
mi
aspetterei che una volta tanto ci facessimo sentire..... se poi volete
"acculturarvi" potete leggere quanto scriveva, in tempi non sospetti, J.
Rifkin nel saggio "l'era dell'accesso": rispetto ai giorni nostri è
stato... profetico.
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