La
cartiera Pigna Envelopes di Tolmezzo giustifica la decisione, appena
comunicata a tre operai, con “un calo di produzione”. A marzo aveva
fatto assunzioni, sfruttando gli sgravi contributivi, perché gli ordini
erano aumentati. I sindacati: “”Mandare via chi è a tempo indeterminato
è diventato conveniente”.
l’azienda li ha lasciati a casa. E’ bastato un calo di produzione,
così sostiene l’impresa, e il posto fisso ha evidenziato tutta la sua
fragilità. Eppure, la società ha potuto beneficiare dei generosi
incentivi previsti dalla legge di Stabilità 2015, che esonerano il datore di lavoro dal pagamento dei contributi per tre anni.
Nella lettera di licenziamento, l’azienda giustifica la scelta con una “riorganizzazione
della turnistica dovuta a un persistente calo di lavoro” e con la
“impossibilità di adibirla utilmente ad altre mansioni”. “A marzo, la
società ha assunto quattro lavoratori con il contratto a tutele
crescenti – spiega Paolo Battaino, segretario Uilcom
Uil di Udine – Le nuove assunzioni erano giustificate da un aumento di
lavoro e dal passaggio a una turnazione a ciclo continuo”. Eppure, una
volta registrato un calo negli ordini, è terminata l’impostazione della
turnistica e i nuovi assunti sono stati licenziati. E per loro non c’è articolo 18 che tenga: non è prevista la reintegrazione al posto di lavoro. Potranno ricevere solo unindennizzo commisurato al periodo di permanenza in azienda. “Sono contratti precari a tempo indeterminato – si sfoga un lavoratore della Rsu – E l’indeterminato potrebbe finire domani”.
Ci sono i primi licenziati a tutele crescenti. Si tratta di tre operai della cartiera Pigna Envelopes di Tolmezzo, in provincia di Udine. Assunti a marzo con il contratto a tempo indeterminato introdotto dal Jobs act, dopo soli otto mesi l’azienda li ha lasciati a casa. E’ bastato un calo di produzione,
così sostiene l’impresa, e il posto fisso ha evidenziato tutta la sua
fragilità. Eppure, la società ha potuto beneficiare dei generosi
incentivi previsti dalla legge di Stabilità 2015, che esonerano il datore di lavoro dal pagamento dei contributi per tre anni.
Nella lettera di licenziamento, l’azienda giustifica la scelta con una “riorganizzazione
della turnistica dovuta a un persistente calo di lavoro” e con la
“impossibilità di adibirla utilmente ad altre mansioni”. “A marzo, la
società ha assunto quattro lavoratori con il contratto a tutele
crescenti – spiega Paolo Battaino, segretario Uilcom
Uil di Udine – Le nuove assunzioni erano giustificate da un aumento di
lavoro e dal passaggio a una turnazione a ciclo continuo”. Eppure, una
volta registrato un calo negli ordini, è terminata l’impostazione della
turnistica e i nuovi assunti sono stati licenziati. E per loro non c’è articolo 18 che tenga: non è prevista la reintegrazione al posto di lavoro. Potranno ricevere solo unindennizzo commisurato al periodo di permanenza in azienda. “Sono contratti precari a tempo indeterminato – si sfoga un lavoratore della Rsu – E l’indeterminato potrebbe finire domani”.
Da ilfattoquotidiano.it
http://www.ilfattoquotidiano.it/2015/11/14/jobs-act-ecco-i-primi-licenziati-a-tutele-crescenti-a-casa-dopo-otto-mesi-di-lavoro/2217571/
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