di Lidia Undiemi | 22 settembre 2016 Il Fatto Quotidiano
Sostengo da anni ormai che il declino dell’Ue è un evento inevitabile
poiché programmato, con buona pace di chi continua a sostenere il “più
Europa”, o di chi vorrebbe farlo digerire alle masse come un qualcosa
che non poteva essere previsto e frutto di insanabili divergenze politiche fra i leader dei paesi europei.
In un mio precedente post
spiego perché. In sintesi, la crisi europea è stata affrontata
prevalentemente con l’utilizzo di accordi internazionali extra Ue
(Mes/Troika, Fiscal Compact, etc.), cioè al di fuori del quadro
normativo dell’Unione, determinando di fatto la nascita di una nuova
governance europea, con regole e meccanismi di funzionamento differenti,
dove da un lato viene sancita la prevalenza degli interessi di mercato
in caso di crisi, mentre dall’altro si attribuiscono maggiori poteri politici agli stati più forti (Germania e Francia).
Un
esempio lampante del nuovo assetto europeo è certamente il trattato
che istituisce il Mes (cioè la Troika), che prevede che il diritto di
voto attribuito a ciascun paese partecipante (quelli della zona euro)
sia attribuito in quote differenti (Germania e Francia in testa),
nonché la perdita del diritto di voto per i paesi che non riescono ad adempiere ai propri impegni finanziari, cioè quelli in difficoltà. Altro che solidarietà.
Se
si decide di creare un sistema diverso, evidentemente quello
preesistente è destinato a essere declassato, ovvero sostituito. Non
possiamo sapere con certezza quando il declino dell’Ue verrà presentato
alle masse, ma è certo che tale percorso sia già in atto,
e che l’alternativa è in corso di realizzazione, ed è quella
predisposta da quel “sistema” che gli anti-Ue stanno tentando di
contrastare. Dalla padella alla brace, insomma.
Dopo la Brexit, qualcuno ha lanciato la pietra dell’uscita dell’Italia dalla Ue e del ritorno alla lira. Faranno
un uso strumentale del crollo dell’Ue, la daranno in pasto ai popoli
europei per dargli l’illusione di una vittoria, di un cambiamento.
Dietro l’angolo, invece, un sistema di governance europea molto più
aggressivo. Junker sostiene che l’Ue va male, sarebbe più utile che ci dicesse cos’è che sta andando bene.
di Lidia Undiemi | 22 settembre 2016
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Chi è che scrive ciò?
Lidia Undiemi Dottore di ricerca in diritto dell'economiaAutrice del libro Il ricatto dei mercati
edito da Ponte alle Grazie. Sono consulente tecnico in materia di
outsourcing e operazioni di societarizzazione. Sono dottore di ricerca
in Diritto dell’Economia e mi sono laureata in Economia e Commercio
(2003) presso l’Università di Palermo. Ho realizzato diverse
pubblicazioni sul tema della tutela del lavoratori coinvolti in
operazioni di outsourcing attuate dalle grandi aziende, e a tal fine ho
condotto molte indagini sul campo, dal settore dei call center a quello
della pubblica amministrazione. Dal 2011 ho iniziato un ulteriore
percorso di studi circa l’evoluzione della crisi economica europea con
particolare riferimento alle trasformazioni del rapporto fra Stato,
Democrazia e Organizzazioni internazionali. Partecipo a incontri e
convegni, anche universitari, su entrambi i fronti.
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......... a scanso di equivoci e per non dire che trattasi di 'solito' complottista, ma di serissima persona, docente universitaria, con tutti i titoli per poter dire la sua a ragione veduta senza se e senza ma!!!!!!
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......... a scanso di equivoci e per non dire che trattasi di 'solito' complottista, ma di serissima persona, docente universitaria, con tutti i titoli per poter dire la sua a ragione veduta senza se e senza ma!!!!!!
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