giovedì 4 maggio 2017

“Vaccini, famiglie tenute all’oscuro del rischio”.


Nel 2013 l'onorevole dem Burtone chiese di istituire una "giornata in memoria delle vittime". La legge, mai discussa, è stata ritirata giusto ieri, in piena polemica anti-M5s. E c'è chi come il ministro Pinotti ha dichiarato, interrogata dai colleghi parlamentari che "non esiste allo stato, anche per i vaccini, la garanzia assoluta che siano innocui". Per non dire delle vaccinazioni obbligatorie nelle scuole, osteggiate trasversalmente tanto dal candidato alla segreteria Emiliano che da consiglieri regionali di FdI nel Lazio


“Ritirato il 3 maggio 2017”. Non è sopravvissuta alla necessità politica la proposta di legge dell’onorevole Giovanni Burtone. Burtone è un medico chirurgo, di professione medico legale. E’ anche deputato del Partito Democratico. Il 21 maggio 2013, a legislatura appena iniziata, deposita a sua firma un progetto di legge che prevede l’istituzione della “Giornata nazionale in ricordo delle vittime dei vaccini”. Non era facile ignorare la circostanza, visto che è una delle poche menzioni riportate perfino da Wikipedia sull’attività del parlamentare. Ma i vaccini non fanno male e neppure vittime, chi lo dice è uno spergiuro populista, è la linea del partito. Che soffre evidentemente di amnesie selettive: nella sua proposta Burtone parla di vittime “le cui famiglie sono state tenute all’oscuro del rischio reale in cui i loro cari sarebbero incorsi. Sono cittadini ai quali il diritto ad avere una vita normale è stato negato per tutelare il bene supremo della salute”. Per il deputato dem, la colpa “è da ricercare in chi ha compiuto una valutazione degli interessi collettivi al limite di quelle che sono state denominate le scelte tragiche del diritto”. Cosa è successo tra il 21 maggio 2013 e il 3 maggio 2017 per arrivare a ritirare il testo?
Scorre il sangue, politicamente parlando, sulla questione vaccini. Dopo Report, dopo l’attacco del New York Times sulle “epidemie colpa dei populisti come Grillo” in Italia si è scatenata la corsa ad appioppare il nomignolo di “partito anti-vaccini” ai Cinque Stelle, che non hanno mai fatto mistero dei loro dubbi in materia e hanno incaricato l’immunologo Guido Silvestri di chiarirgli le idee e scrivere per loro (senza compenso) un piano strategico per la prevenzione e il contrasto tramite terapia vaccinale che sarà presentato oggi. La polemica politica divampa. Renzi va all’attacco con post e tweet e ai suoi dice: “Ragazzi, dobbiamo inchiodare i grillini sui vaccini, deve essere la Banca Etruria”. Detto, fatto. Oggi tanti rilanciano e vanno a scandagliare i vecchi video di Grillo e le proposte di legge firmate dai Cinque Stelle che proverebbero definitivamente da che parte soffia il vento irrazionale di diffidenza verso la medicina. Tutto lecito. Salvo scoprire poi che il partito anti vaccini in Italia è molto trasversale e annovera, tra gli altri, anche esponenti e onorevoli dello stesso Pd che oggi vuol monetizzare (o dimenticare) il caso.
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