Fonte: Il Fatto Quotidiano Marco Iane Ambiente & Veleni - 1 Agosto 2019
Il prossimo 23 settembre, a New York, si terrà un importante evento, dove le Nazioni Unite si riuniranno per fare il punto della situazione sullo stato dei cambiamenti climatici
e su alcuni temi programmatici da sviluppare per tentare di limitare
l’impatto antropico sull’evoluzione di tali cambiamenti. In questo
summit, condensato in una sola giornata e qui mi pare davvero che il
tempo a disposizione sia davvero pochino, il segretario generale
dell’Onu Antonio Guterres porrà in risalto alcuni temi
fondamentali per uno sviluppo sostenibile, sollecitando le nazioni ad
implementare gli sforzi per una conversione economica verso la
sostenibilità ambientale.
I want to hear about how we are
going to stop the increase in emissions by 2020, and dramatically
reduce emissions to reach net-zero emissions by mid-century:
questa la dichiarazione del segretario generale dell’Onu, che ascolterà
come i paesi intendano applicare quanto concordato nella convenzione
di Parigi, la famosa Cop21. Un’agenda
che intende dettare alcuni passaggi importanti per raggiungere
l’obiettivo di rientrare in armonia con la nostra madre Terra, qui
riassunta:
Finanza: muovere risorse pubbliche e private per guidare la decarbonizzazione in tutti i settori principali;
Transizione energetica: accelerare il passaggio dalle energie fossili a quelle rinnovabili, passando dall’efficientamento energetico;
Trasformazione del mondo industriale: con lo sviluppo sostenibile delle industrie petrolifere e del gas, dell’acciaio, cemento, chimiche e information technology;
Soluzioni naturali e sostenibili: riduzione delle emissioni e sviluppo di un’economia che valorizzi la biodiversità
e l’agricoltura biologica; sviluppo di città che attuino azioni
localizzate, rispettose degli intenti dettati dalle necessità impellenti
di ridurre l’impatto antropico sul clima.
Un’agenda interessante che, però, contrasta molto con le realtà politiche di molte nazioni, che sono ancora orientate a mantenere e sviluppare economie basate sul fossil fuel e su dinamiche progettuali che mantengono l’attuale situazione, anzi addirittura aggravandola. Penso proprio agli Usa, che ospitano il meeting e sono guidati da un presidente che rappresenta il massimo esponente del negazionismo
dei cambiamenti climatici in corso. Come farà un’agenda con tali nobili
intenzioni a trovare applicazione in un programma politico che va
proprio nella direzione opposta?
Se, poi, scendiamo a livelli molto più vicini a noi, penso alla mia città , che pure ha delle proposte progettuali sostenibili,
con numerosi interventi sul risparmio energetico e, poi, invece,
approva la realizzazione di un bacino di raccolta acqua per innevamento
artificiale, su una montagna “alta” 1600 metri, dove lo zero termico si
alza di anno in anno e, quindi, anche innevare artificialmente sarà
semplicemente assurdo. Ecco: quando dal basso, cioè da
dove deve necessariamente partire la vera rivoluzione economica per
un’economia sostenibile, si continua a procedere con i vecchi sistemi,
qui cadono tutte le credibilità di agende programmatiche nobili e di ampio respiro.
Intanto, i giovani protestano e ci accuseranno di aver lasciato loro un mondo devastato che spinge l’umanità all’estinzione. Forse, la piccola ma grande Greta Thunberg ci richiama alla coerenza e lo fa anche con gesti significativi importanti.
Per cambiare è necessario, però, lottare per far crescere progetti sostenibili e tentare di fermare quelli in antitesi con l’agenda nobile. Per esempio, la petizione per fermare lo scempio sul monte Bondone.
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