Fonte: Il Fatto Quotidiano Diego Fusaro Società - 27 Agosto 2019
La società cosmopolitica no border a forma di merce assume sempre più le sembianze dell’abbazia Thélème descritta da Rabelais nel capitolo 57 di Gargantua et Pantagruel:
in questo monastero capovolto, i reclusi vivono all’insegna di un
edonismo integralmente deregolamentato, la cui essenza è racchiusa nel
nome stesso dell’abbazia.
Thélème, infatti, deriva dal greco thélema, “volontà”:
se nel monastero cristiano vige l’annullamento della volontà
individuale, a Thélème, per converso, regna sovrana la volontà
dell’indviduo, che solo deve rispondere ai propri desideri. La Legge è
annullata o, più precisamente, riassorbita nel Desiderio deregolamentato
e anomico dell’individuo. Per questa ragione, l’unico vero articolo di
fede dell’abbazia Thélème e, per estensione,
dell’odierna “notte del mondo” del cosmomercatismo, è condensato da
Rabelais nell’imperativo “fa’ ciò che vorrai” (fais ce que voudras).
Il
godimento individuale disinibito e trasgressivo si erge a sola legge
nel tempo dell’oblio di ogni argine e di ogni misura. La libertà
decade, in tal guisa, al rango del capriccio individuale senza
limitazioni di sorta. Scrive Rabelais a proposito dei Telemiti: “la loro
vita non era governata da leggi, statuti o regole, ma secondo il loro
volere e franco arbitrio”.
Rabelais sottolinea come questa libertà, coincidente con l’arbitrio
individuale, tenda a rovesciarsi dialetticamente nella figura opposta
rispetto al libero sviluppo dell’individuo libero e autonomo, che pensa
con la propria testa. Dà, infatti, vita a una sorta di grigia morale del gregge,
in cui tutti finiscono per fare, pensare e volere le stesse cose:
“Grazie a quella libertà invece, erano presi da emulazione di fare tutti
ciò che ad uno vedevano piacere. Se alcuno o alcuna diceva: beviamo!
tutti bevevano. Se alcuno diceva: giochiamo! tutti giocavano. Se alcuno
diceva: andiamo pei campi a divertirci! tutti vi andavano”.
L’individualismo libertario, in cui il desiderio
occupa integralmente gli spazi della legge, si pone così come nemico
dell’individuo nell’atto stesso con cui afferma di promuoverlo: si
capovolge in un’omologazione di massa, in cui gli individui si piegano
in maniera acefala al conformismo. Diventa, come a Théléme, una religione a tutti gli effetti.
Insomma,
in queste pagine, che segnano la genesi del moderno, troviamo un
identikit insuperabile dell’odierna massa solitaria dei consumatori
e dei plusgaudenti, di quanti innalzano il proprio capriccio a sola
legge e, senza accorgersene, annichiliscono il proprio io nel
conformismo di massa della civiltà dei consumi
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