Obama ha lanciato la sfida della riforma della finanzia: una cosa così non si vedeva dal 1929, dice. Ma quale sarebbe la sua riforma? Il ritorno del principio della responsabilità delle proprie azioni: ossia chi sbaglia paga dazio. Secondo lui non è ammissibile che ci possano essere ancora istituzioni che si assumono rischi eccessivi e giocano alla speculazione sull'economia mondiale. Mantiene però il quasro del mercato liberista; allora mi chiedo: come farà? Secondo lui davvero basta ciò per fermare gli squali di Wall Street quando fra i suoi collaboratori ci sono proprio persone che da quel mondo arrivano? E la cosiddetta Super Fed sarà davvero capace di "controllare" e fare la vigilanza che gli viene richiesta quando al suo interno sono proprio i grandi poteri a farla da padrone? E l'agenzia di protezione dei comsumatori di prodotti fiananziari, che ruolo reale avrà, se l'economia di mercato liberista ha l'allergia ai controlli "penetranti"? Personalmente ritengo che tutto ciò sia la classica foglia di fico messa per non andare al fondo del problema: è il mercato senza regole "il" problema non gli organi e i controlli che già ci sono. E' il mercato che ormai guida la politica e ci giurerei anche questa riforma passerà solo se avrà il placet degli operatori dello stesso mercato: in Parlamento sarà l'azione lobbistica che passerà al vaglio la "riforma" edulcorandola dale imperfezioni che renderebbero imperfetto quello che i feticisti liberisti ritengono perfeto proprio perchè tutto o quasi è lasciato alla libera mano mercatista. Inoltre mi chiedo come crede di fare, in un'economia globalizzata come quella occidentale, a evitare di importare crisi altrui o danneggiare i paesi satelliti: a meno di non chiedergli, con sostanziose contropartite temo, ad essi di accollarsi (più di quanto fanno già ora) un'ulteriore sforzo per risolvere i problemi americani. Sempre di più ho l'impressione che siamo di fronte a un fuco di paglia e che se gli americani si aspettavano da Obama un cambiamento epocale come fecero Roosvelt e Kennedy presto questa speranza la vedranno delusa perchè il connotato che sta assumendo questa Presidenza è sempre più di restaurazione che di innovazione del sistema: l'impressione è che stia lì per evitare il crollo e fare il possibile per perpetuarlo mantenendo gli attuali asset. Chi, anche da noi, s'illude di un vento forte di cambiamento è meglio che si rassegni: tutto cambi perchè nulla cambi, come sempre......
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