mercoledì 10 marzo 2010

In piazza? e chi ci va?

L'impressione è che siano entrambi alla frutta: ossia entrambi i capi dei maggiori partiti presenti in Parlamento con l'appello alla piazza sembrano avere "difficoltà" nell'accendere una campagna elettorale non solo soporifera ma che connotata più da vicende giudiziarie legate alla presentazione delle liste che per programmi di gestione delle regioni che dovrebbero governare; un pò poco. Che ce ne facciamo, noi italiani, di un'appello a fare piazzate quando tutti i giorni in piazza si ci dovremmo andare ma per difendere il nostro livello di vita e i nostri diritti dagli attacchi di una crisi che morde e riduce a brandelli (nella mancanza di iniziative da parte del governo e di una controproposta da parte dell'opposizione) quel poco che ancora abbiamo da un lato e dall'altro il continuo attacco allo stato sociale e dei diritti economici, uno per tutti l'art.18, che sono stati cancellati uno alla volta spesso con sotterfugi e con l'assenza sostanziale dell'opposizione (che condivide in cuor suo le scelte avendo scritto negli scorsi decenni il testo che oggi altri applicano): pensate alle pensioni della riforma Dini .... quello che accade oggi ne sono gli effetti. E perchè mai dovrei rispondere a un tale appello? A votare ci vado perchè è un diritto guadagnato con il sangue dei partigiani ... ma per chi è un'altro problema: forse con un bel ambarabacicicocò...

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