domenica 31 ottobre 2010

.. a proposito di privatizzazione dell'acqua

Vorrei raccontarvi una storia, scrivo da un portatile e quindi non ho molto tempo perché non é mio, di privatizzazione e di come il privato la intende. Siamo in toscana, la "rossa (si fa per dire, si potrebbe definirla la massonica regione ma rossa non proprio e non più)" toscana, dove, manco a dirlo, gli ex rossi si sono dimostrati più liberisti dei liberisti e più berlusconiani di Berlusconi. Lasciamo stare i costumi, non m'importa, ma parliamo di soldi, solci nostri. C'è stata un indagine del Crif-Federconsumatori che denuncia un aumentato per il 2010 rispetto al 2009 delle tariffe sull'acqua da un minimo del 6,15% a Pisa a un massimo del 8.06% a Grosseto: pensate che l'ultente fiorentino che avesse la ventura di consumare 200 metri cubi di acqua pagherebbe mediamente 478 euro mentre quello livornese ne pagherebbe 440 a fronte di una media nazionale di 328 euro, insomma paga molto di più; hai voglia a dire che, tramite campagne, l'acqua é poca la papera non galleggia (ossia dev'essere risparmiata e ottimizzata); hai voglia a dire che la rete idrica cade a pezzi e la gestione privata può gestirla meglio e bene, perché non é vero: in toscana si ha la prova provata che, come sempre, gestione privata non é bello, né migliore di quella pubblica, ma solo più profittevole per chi ha il monopolio naturale e sempre più costosa per chi, noi, ne usufruisce. Gli ATO spariranno a fine anno (erano la parte pubblica dove i comuni spesso riversavano soldi e debiti propri), ma le contraddizioni che questo tipo di gestione ha comportato no; nel consorzio Gaia, ad esempio, i comuni che vi fanno parte (Lucca, Carrara, ecc.) decideranno non se stangare ma solo il come far pagare gli utenti: in un unica soluzione o un pò per volta, tutto qui: in base al meccanismo dei cosiddetti "isoricavi" previsti dalla legge che riconosce ai gestori del servizio idrico il diritto di rientrare, sempre e comunque, delle risorse utilizzate per compensare gli investimenti (....) fatti in modo da assicurargli sempre un livello di utili prefissato e predeterminato prima. Non conta nulla, quindi se l'utente ha risparmiato prendendo sul serio le tante campagne di sensibilizzazione sul risparmio idrico; non contano nulla le necessità, vere in parte, di tener presente che qui c'è e altrove no. Per garantire l'isoricavo, ossia l'invarianza dell'incasso, le tariffe toscane vengono o ritoccate al rialzo o si fa pagare una una tantum. Gaia ad esempio manderà una "multa" di un tot di euro (per il piccolo utente circa 12) a ristoro del mancato incasso: senza tener alcun conto se quell'anno é stato piovoso o meno o c'è la crisi economica o l'utente semplicemente ha rispamiato non lavandosi; le tariffe si ricalibrano per mantenere gli incassi e sempre verso l'alto. Come dicevo é vero che gli Ato spariranno ma é anche vero che ce ne sarà uno a livello regionale e concessionari provinciali (a mio parere cambierà, per i consumatori, poco o nulla) ma soprattutto ci sarà la legge che l'acqua la privatizza quasi completamente, che va assolutamente fermata siamo d'accordo, e allora si che ci saranno problemi perché sia l'eventuale controllo sulle tariffe sarà scarso e sia perché la parte pubblica conterà come il due di picche dato che fra il cittadino e l'istituzione ci saranno molti livelli e ogni contatto sarà accuratamente evitato.

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