lunedì 22 novembre 2010

Aiuti? no, grazie.

La crisi finanziaria morde, eccome, eppure sembra fuori dal mondo non accettare "l'aiuto" che Europa e FMI si premuniscono di offrire: eppure, dal punto di vista economico, questi aiuti si configurano come vere e proprie polpette avvelenate; perché? E' un ragionamento puramente economico, quindi triste per definizione, però va fatto. In crisi da circa 10 anni (la fase acuta é arrivata ora ma le radici sono antiche) l'economia di mercato non ha saputo trovare rimedi: e non sarebbe potuto essere diversamente perché il mercato per definizione é una competizione (e nella competizione la democrazia ci "azzecca" come il cavolo a merenda, checché ne dicano i sacerdoti liberisti) e quindi non é minimamente capace di autoregolarsi: tutto quello che sa fare é espellere i non competitivi, sia che siano esseri umani sia che siano industrie o quant'altro. Detto ciò questa crisi, che pur sta interessando l'intero mondo occidentale, ha vari connotati atipici rispetto alle classiche crisi cicliche del capitalismo e somiglia a quella del '29 che di ciclico non aveva nulla, vediamo perché: é una crisi finanziaria ma le industrie ne approfittano sia per delocalizzare, sia per espellere lavoratori e pretendere, con contratti simil pomigliano o peggio, da quelli che restano più produttività a costo invariato; questa crisi ha colpito duramente le famiglie (sia per la quantità di lavoro perso, sia per i minori redditi che infine per la mancanza di prospettive di lavoro futuro per giovani e non) ma ha fatto ingrassare i portafogli della ristrettissima élite sovranazionale rappresentata dai CEO delle grandi compagnie finanziarie e bancarie cui si sono accodati i ceti che dal liberismo sfrenato traggono profitti; questa crisi ha eliminato ogni parvenza di democraticità dei governi, mostrandoceli per quello che realmente sono, ossia espressione della capacità delle élite nazionali di manipolare i cittadini attraverso informazioni sbagliate, o più spesso false, in merito alla propria linea di policy proposta e per la quale sono stati votati. Questi, e tanti altri, sono i reali motivi per cui si sono svenati, e stanno ancora facendolo, svuotando le casse pubbliche: essendo la finanziarizazzione dell'economia e della politica la loro caratterizzazione, sanno che, se dovessero crollare le istituzioni finanziarie, - le prime colpevoli della stessa crisi, - crollerebbe l'intera impalcatura:e in alcun conto si tiene naturalmente il comune sentire dei cittadini ,che in realtà saranno coloro che sostenerranno il costo dell'operazione di salvataggio. Perché parlo di polpetta avvelenata? Perché innanzitutto UE e FMI non brillano certo per tenere in gran conto il cosiddetto "sociale": ma questo sarebbe sarebbe il minimo; il vero problema sarà che questi "aiuti"non saranno indolori ma prevedono, per definizione (un esempio é la Grecia), che il paese "aiutato" (anziché presentare il conto a chi questa crisi l'ha provocata) debba mantenere impegni che sono principalmente basati su tagli: state pur certi che questi tagli non riguarderanno finanza e credito, ma la gente comune, peggiorandone la condizioni di vita, in una parola sono recessivi quindi impediscono l'aumento della domanda di beni, prodotti e servizi quindi di conseguenze la varie imprese e fornitori avendo meno ordini lavoreranno di meno (magari licenzieranno se sono onesti sennò, se vanno bene comunque, con la scusa della crisi delocalizzeranno all'estero) pagheranno meno tasse e così via in un circolo vizioso che avrà ulteriori effetti negativi sull'economia costringendo gli Stati a rivedere ulteriormente i programmi socio-economici e magari, se le cose vanno male (e non si ha il coraggio di combattere evasione, elusione, ecc. o di alzare le tasse) ma proprio male di dover far fronte ad aumenti dei tassi d'interesse a fronte delle emissioni dei titoli di Stato trovandosi ad essere penalizzati una seconda volta per colpa altrui ancora. Non sono un autarchico e quindi mi rendo conto che in economie strettamente intrecciate e specializzate se cade un tassello non ci può non essere una reazione a catena la cui ampiezza dipende da quanto la finanziarizzazione é in un paese avanzata: lo so e non me lo nascondo ma da qui ad accettare "aiuti" da istituzioni che propongono da 50 anni sempre la stessa ricetta (tagli, privatizzazioni galoppanti, liberalizzazioni ecc.), affossando la maggioranza dei paesi in via di sviluppo e non, liberista é realmente un volersi male a tutti i costi dato che queste ricette hanno un solo scopo: il perpetuarsi del cappio al collo finanziario delle società reali e null'altro. Alternative ci sono? Certo, ma servono nuove classi dirigenti e nuove politiche che non abbiano al centro il denaro ma la società: e prospettive così fanno paura e verrebbero subito tacciate di "comunismo e socialismo (guardate come hanno massacrato Obama, che certo non è un esponente né socialista né comunista ma é solo un "riformista" ossia uno che accetta tutte le regole delle società liberiste ma non chiude la porta all'attenzione per i meno fortunati)" spaventando proprio quelli che hanno già perso tutto ottenendo quasi l'effetto esattamente opposto di fargli contestare quelle iniziative che vanno a loro vantaggio..... insomma per dirla in termini retorici: il povero, nel temere di esserlo ancora di più, chiede allo straricco (che gli ha levato dalle tasche anche gli ultimi spiccioli) di lasciarlo così com'é e rifiuta sdegnosamente la mano tesa di chi vuole aiutarlo solo perché costui non sa dire la paroline magiche che altri sanno e usano cinicamente da decenni.

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