domenica 21 novembre 2010

Il dopo amato Capo.......

Prendevano in giro il pdmenoelle e ora accade a loro: nel morente pdl é iniziata la guerra per la successione all'Amato Capo. Erano uniti solo dal suo charisma (e dai suoi soldi) e dal potere che era in grado di elargire (a nostre spese) alle schiere di questuanti. Nato sull'onda dell'indignazione popolare susseguente a tangentopoli ben presto si é subito connotato per il campione della continuità della prima repubblica: d'altronde il personale che ne faceva parte era tutto o quasi proveniente dal precedente pentapartito quindi non poteva essere altrimenti che mantenere lo status quo. Per restare al potere serviva creare uno zoccolo duro elettorale e sociale ed, come aveva intuito Craxi, esso non poteva non essere che quelle "arti e mestieri" allergiche a uno Stato efficiente che chiede tasse e solidarietà sociale: per il resto della popolazione bastava spaventarli e/o rincretinirli con latv e il gioco era fatto. Una situazione del genere la si ebbe già al principio dell'unità del paese con la saldatura della borghesia industriale del nord e la proprietà latifondiaria del Sud italia attraverso un reciproco compromesso: il sud diventava "il" mercato coloniale tanto sperato e nessuno metteva in discussione l'arretratezza sociale che il latifondo aveva creato in metà del paese, anzi veniva difeso dal potere, nonostante le promesse dei garibaldini di riforma agraria per abbindolare i contadini ignoranti, sulla punta delle armi (cosa che provocò la nascita del brigantaggio fra le altre cose) dell'esercito piemontese poi chiamato italiano: una delle basi della cosiddetta questione meridionale ha qui le sue radici. Oggi come allora siamo di fronte a una saldatura sociale di una minoranza non coincidente con le classi sociali strutturate che ha fatto calare sul paese quella cappa di piombo i cui effetti sono sotto tutti gli occhi di tutti: almeno di quelli che hanno il coraggio di guardare oltre l'ostacolo creato. Ora il vertice di quest'alleanza di interessi é entrato in crisi e i possibili eredi cercano di dividersene le spoglie; così si possono leggere le convulsioni che abbiamo sotto gli occhi infatti i vari capetti si scontrano fra loro e il partito, se così si può chiamarlo, va a carte quarantotto e con lui il paese perché l'alternativa non c'è (il pdmenoelle ha gli stessi problemi)e nemmeno si vede all'orizzonte. Aspettare gli eventi sarebbe, in un paese normale, la cosa migliore ma non ce lo possiamo permettere perché mai come ora c'é bisogno non tanto di guardare il futuro ma di evitare che sso sia come il passato: c'é bisogno di una frattura sociale prima ancora che politica e, soprattutto, c'é bisogno di un nuovo contratto sociale basato su premesse completamente differenti che abbiano come pilastro una nuova solidarietà e un diversa prospettiva; senza tutto ciò qui non è più in discussione l'unità del paese, già incrinata, ma il futuro stesso perché a quel punto la cosa migliore é ridiventare principati, ducati, contee e quant'altro almeno in questo modo saremo tutti di nuovo servi della gleba sollevati dal compito, e dalla responsabilità, di dover decidere le "migliori" sorti con grande gioia dei "padanisti" che finalmente potrebbero vedere realizzato il loro sogno.....

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