giovedì 27 febbraio 2014

Berlusconi su Renzi: ha fatto fuori più comunisti lui che io in 20 anni.......

Lo ha dichiarato ai quattro venti il capo di Forza Italia. Ed ha ragione perchè Renzi dalla faccia pulita e dalle mani di velluto nei guanti d'acciaio che ha intimorito il facilmente intimoribile civati ha fatto l'unica cosa che davvero poteva fare: mettere fuori gioco i ..... comunisti o presunti tali. Si deve dire che i boss dell'ala "comunista" non hanno fatto nulla per erigere difese, perchè? Ci sono tutta una serie di posti cui aspirare ..... da Commissario UE a un posticino al sole del governo a qualche aziendina pubblica da colonizzare e altro ancora come fondazioni bancarie ecc. perchè mai dovrebbero preoccuparsi di sbarrare la strada al disinfestatore di comunisti? Prego, si accomodi pure; peccato che i comunisti, o simil tali, da anni sono ormai o deceduti o sparsi in mille rivoli.. ovunque, anche ex in Forza Italia, ma tranne che nel pd. A che serve la sparata, allora? A metter sul cappello del neo capo del governo il proprio cappello dicendo che è lì ma che dovrebbe stare con lui, di là.... ma a che scopo? A me pare evidente: spingere la, ex, sinistra fuori dal PD e fare i conti con quel che ne rimane che somiglia più al proprio partito che a quel che dovrebbe essere o quel che ci vogliono vendere che sarà.
Fra l'altro una cosa è singolare: è il PD che ha affossato Prodi come Capo dello Stato per favorire Napolitano; è il PD che ha fatto fuori prima Monti e ora Letta. Significa nulla, tutto ciò?
Attenzione, però, che era tutto scritto, fin dall'inizio: da quando hanno abbandonato l'area socialdemocratica non poteva che essere questo l'approdo.. e grazie a Renzi le vecchie volpi hanno trovato il reagente chimico e la cartina di tornasole per fare il botto senza sporcarsi le mani, e con Renzi hanno fatto centro, tutto qui. E il processo non si ferma al PD certo: nella CGIL lo scontro è senza mediazioni al calor bianco fra la struttura neo-pd e i vetero-operaisti della Fiom; chi vincerà coglierà l'eredità di un sindacato che fu "il" sindacato di Di Vittorio per svenderla in .... una Cisl, o UIL (è uguale) appena sporcata di rosso per non perdere troppi iscritti, anche qui se vince la struttura mission accomplished. Addio a: diritti, statuti, ecc. e non ci sarà davvero più nessuno a fermare, o almeno a provarci a farlo, i piccoli Marchionne che stanno crescendo: non è un caso che Renzi abbia incontrato imprenditori in Veneto ma non gli operai della Elecrtrolux.
A riprova di quanto detto: dal blog Sblanciamoci.info riporto questa interessantissima analisi di Rossana Rossanda, non certo l'ultima arrivata e sicuramente più autorevole osservatrice rispetto al sottoscritto, della prefazione scritta da Renzi per la riedizione del saggio "Destrasinistra" di Bobbio, il saggio che scoprì il trend di cui oggi vediamo gli esiti finali, anzi  con M5S siamo già oltre esso....
Renzi, giro di boa per il Pd
Affermare – come ha fatto Matteo Renzi nell'introduzione alla nuova edizione di "Destra e sinistra" di Norberto Bobbio – che il Pd non intende più collocarsi a sinistra conclude l'ultimo giro di boa del partito democratico. Simbolico, ma fa impressione che questo arrivi proprio quando in Italia si superano i 4 milioni di senza lavoro

Si conclude, con il nuovo governo e la sua carta di identità allegata su Repubblica da Matteo Renzi, l’ultimo giro di boa simbolico del Pd. Simbolico, perché nelle scelte concrete era già consumato da un pezzo, ma dare il vero nome ai fatti non è cosa da poco (non è passatempo da giorni festivi, come verseggia Eliot a proposito del nome da dare al proprio gatto). Che il Pd precisi come la sua immagine non debba più essere a sinistra, o di sinistra, riconoscendo come sola discriminante culturale e sociale “il nuovo e il vecchio” non è una gran novità, il concetto ci svolazza attorno da un bel pezzo, ma affermare che il Pd non intende più collocarsi a sinistra resta uno scatto simbolico rilevante. Non solo infatti, come taluni vagheggiavano, non è più in grado di compiere scelte di sinistra, poniamo, da Monti, ma neppure mira più a farle e a questo scopo ha scelto come proprio leader “Matteo” per chiarirlo una volta per tutte. Non in parlamento – nessuno, a cominciare da Giorgio Napolitano ha tempo da perdere – ma su un giornale amico e a governo varato.
Lo fa prendendosi qualche licenza culturale, come citare Norberto Bobbio contro Bobbio esempio di chi, se aveva ragione in passato, non l’avrebbe più oggi, quando la distinzione tra destra e sinistra non avrebbe più senso. Pazienza, oggi ne vediamo di ben altre. Fra le innovazioni trionfanti c’è che ciascuno riveste o spoglia dei panni che più gli aggrada il defunto scelto come ispiratore. Più significativo è che il concetto archiviato indicava il peso assegnato da ogni partito alla questione sociale e dichiararla superata proprio mentre si sfiorano e forse si superano i quattro milioni di senza lavoro, fa impressione. Forse per questo l’ex sindaco di Firenze si era scordato di informarci su quel job act che doveva presentare entro gennaio; ma in primo luogo non risulta che durante le consultazioni qualcuno glielo abbia ricordato, in secondo luogo nel governo se ne occuperà la ministra Guidi, donna imprenditrice esperta in quanto allevata dal padre confindustriale.
Sappiamo dunque che dobbiamo attenderci con il nuovo esecutivo e dobbiamo al Pd tutto il peso, visto che né la sua presidenza né la sua minoranza gli hanno opposto il proprio corpo, al contrario hanno sgombrato il campo sussurrando come il melvilliano Bartleby “preferirei di no”. Della stessa pasta la stampa, affaccendata dal sottolineare lo storico approdo delle donne a metà del governo sottolineando il colore delle giacche e il livello dei tacchi, cosa che dovrebbe far riflettere le leader di “Se non ora quando”. Eccola qui l’Ora, ragazze, non si vede dove stia la differenza.
Il nuovo che avanza ha rilanciato anche Berlusconi, primo interpellato da Renzi per incardinare tutta l’operazione. Condannato da mesi per squallidi reati contro la cosa pubblica ad astenersi dalla politica è stato ricevuto non già dai giudici di sorveglianza, bensì dal capo dello stato per illustrargli quello che pensa e intende fare sul futuro del paese. Per ora appoggia Renzi, rassicurando i suoi che non è un comunista.
25/02/2014
Rossana Rossanda
p.s.
per chi avesse interesse a leggere l'originale del pensiero renzista lo trova qui su slideshare del fatto. Una cosa che si può aggiungere a quanto detto dalla Rossanda è che Renzi prende spunto dal saggio del Filosofo e fa un paso avanti: usa dicotomie (del genere vecchio/nuovo e così via) e se ne appropria per presentare il proprio orizzonte politico nel quale tutto quelo che esiste prima è "vecchio, conservatore, ecc." il dopo è il "nuovo, il rivoluzionario, il migliore dei mondi possibili, ecc." che è poi la storiella con la quale hanno saputo parlare alla pancia degli italiani, e non solo, puntando all'avidità e all 'individualismo o, per dirla meglio, alla cmpetizione fra esseri che sono un costo abbiano o meno qualcossa da offrire alla società in divenire: una società, versione italica dell'ownership society, nella quale in teoria siamo tutti uguali sui mercati ma nella realtà ci sono pochi che sono più uguali degli altri e ne approfittano per arricchirsi..... checchè ne dica il nostro Renzi, il suo padre putativo, Berlusconi, e il .. Papa che al cospetto di questi campioni sembra Che Guevara.

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