La
storia recente dell’Islanda è semplice quanto interessante. In Islanda
è arrivato il salvataggio del Fondo monetario internazionale: un
piccolo prestito, ma a condizioni molto severe.
Gli
islandesi non hanno accettato tali condizioni, in due referendum, e il
paese non ha ripagato il debito estero. Così l’Islanda è uscita dalla
crisi facendo pagare i costi sui responsabili della crisi stessa. Vi
riassumiamo questa storia di seguito:
C’era
un paese che aveva nei confronti delle potenti banche estere un debito
di diversi miliardi, pari a decine di migliaia di euro di debito a
carico di ciascun cittadino! Le banche creditrici, appoggiate dal
governo, hanno proposto misure drastiche a carico dei cittadini, che
ciascun cittadino avrebbe dovuto pagare con tasse e/o minori servizi,
qualcosa come 100 euro al mese per 15 anni! I cittadini sfiduciarono il
governo, si fece strada l’idea che non era giusto che tutti dovessero
pagare per errori e ruberie commessi da un manipolo di banchieri e
politici, decisero poi di fare un referendum che con oltre il 90% dei
consensi stabilì che non si dovesse pagare il debito.
Nazionalizzarono
quindi le banche (prima private) che avevano portato a questo disastro
economico e, tramite Internet, decisero di riscrivere la Costituzione
(prevedendo anche che l’economia fosse al servizio del cittadino e non
viceversa). Per riscrivere la nuova costituzione vennero scelti dei
cittadini che dovevano essere maggiorenni, avere l’appoggio di almeno
30 persone e NON AVERE LA TESSERA di ALCUN PARTITO! Chiunque poteva
seguire i progressi della Costituzione davanti ai propri occhi. Le
riunioni del Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque
poteva commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte (come
nei comuni dove il M5S è eletto). Veniva così ribaltato il concetto per
cui le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per
mano di pochi saggi. Sembra una favola vero?
Nel
frattempo l’Islanda ha ripreso a crescere. Una crescita definita
“impressionante” dal giornalista Maurizio Gustinicchi che su Scenari Economici scrive:
Il
tutto pur avendo una monetuccia piccola e debole (la Corona Islandese)
che, per inciso, è bastato svalutare una sola volta negli ultimi 10
anni per garantire il recupero della capacità competitiva del paese (ed
avere la conseguente ripresa lavorativa ed occupazionale). Ma perché
il popolo Italiano si beve tutte le favole che gli racconta il Partito
Democratico che, per inciso, preferisce far morire il paese pur di non
affogare nei suoi debiti verso il sistema bancario che serve con tanta
solerzia e gioia?
Dalla
fine del 2012 l’Islanda è considerata come un esempio di come si possa
risolvere una gravissima crisi economica. Da allora il prodotto
interno lordo è in crescita, il tasso di disoccupazione è sceso al 6,3% e
il paese attrae immigrazione in cerca di lavoro. La svalutazione della
corona islandese nei confronti delle altre monete ha dimezzato il
potere d’acquisto del salario medio, ma ha anche reso più competitivi i
prodotti islandesi sui mercati internazionali. Le obbligazioni
islandesi a 10 anni hanno ormai tassi d’interesse inferiori al 6%.
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La favola islandese è solida realtà
“C’era un paese
che aveva nei confronti delle potenti banche estere un debito di
diversi miliardi, pari a decine di migliaia di euro di debito a carico
di ciascun cittadino! Le banche creditrici, appoggiate dal governo,
hanno proposto misure drastiche a carico dei cittadini, che ciascun
cittadino avrebbe dovuto pagare con tasse e/o minori servizi, qualcosa
come 100 euro al mese per 15 anni! I cittadini sfiduciarono il governo,
si fece strada l’idea che non era giusto che tutti dovessero pagare
per errori e ruberie commessi da un manipolo di banchieri e politici,
decisero poi di fare un referendum che con oltre il 90% dei consensi
stabilì che non si dovesse pagare il debito. Nazionalizzarono quindi le
banche (prima private) che avevano portato a questo disastro economico
e, tramite Internet, decisero di riscrivere la Costituzione (prevedendo anche che l’economia fosse al servizio del cittadino e non viceversa). Per riscrivere la nuova costituzione vennero scelti dei cittadini
che dovevano essere maggiorenni, avere l’appoggio di almeno 30 persone e
NON AVERE LA TESSERA di ALCUN PARTITO! Chiunque poteva seguire i
progressi della Costituzione davanti ai propri occhi. Le riunioni del
Consiglio erano trasmesse in streaming online e chiunque poteva
commentare le bozze e lanciare da casa le proprie proposte (come nei
comuni dove il M5S è eletto). Veniva così ribaltato il concetto per cui
le basi di una nazione vanno poste in stanze buie e segrete, per mano
di pochi saggi. Sembra una favola vero? Nel frattempo l’Islanda ha ripreso a crescere,
e Il governo islandese ha deciso di investire il 13% del PIL nazionale
(come se il governo italiano stanziasse circa 250 miliardi di euro) pe
rcancellare i mutui ipotecari dei cittadini in difficoltà: un’operazione che riguarda un islandese su quattro!”
p.s.
al
di là delle facili visioni è un dato di fatto che l'islanda è fuori
dalal crisi come lo sono quei paesi che non si sono legati all'euro.....
se anche la Grecia e chi la governa, Syriza ora, avesse lo stesso
coraggio tanti problemi non li avrebbe incontrati e il suo popolo non
starebbe soffrendo. Vi farei notare il link "scenari economici" citato
nel post perchè produce dei grafici interessanti: non foss'altro perchè
da la chiara impressione che in realtà la vera volontà non è quella di
uscirne ma di legare a un solo carro quanti più paesi possibili in modo
da ricreare un sistema internazionale che sia basato su pochi punti di
riferimento e molte incertezze: esattamente quello che ci si aspetta
dalle colonie e non da paesi sovrani e pari.
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